Era buffo come fossi arrivata su quel letto di ospedale tremante, mia madre mi guardava con lo sguardo perso, non aveva mai visto la situazione così, in modo così realistico.
Probabilmente pensava ai pericoli per quel ragazzo che non poteva dire di aver avuto un figlio, se qualcuno lo avesse scoperto il suo lavoro sarebbe saltato.
Nessuno avrebbe ben capito che a soffrirne di più ero io, ma d’altronde chi ero per mettermi contro di lui, la sua fama confronto alla mia misera vita, era frustrante.
La cosa peggiore era che ricordavo tutto alla perfezione.