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Autore: Medy    09/07/2014    2 recensioni
Sono passati sedici anni da quando Saphiria è stata sconfitta, e il terrore portato con la sua venuta è stato gettato nel baratro del dimenticatoio. Sedici anni in cui ricordi di ciò che fu sono stati cancellati dalla mente di Hermione, e dolorose bugie hanno gestito la vita di molti. Sedici anni di ricerca per Luthien per scrollarsi di dosso quella maledizione , non chiesta, maledizione che pian piano l'ha consumata , rendendola un involucro di dolore e carne. sedici anni in cui il mondo magico vive con fin troppa tranquillità. Troppo tempo per il male che vuole insediarsi nuovamente nelle anime di coloro che hanno ritrovato la loro felicità, anche se a caro prezzo. Sedici anni dopo qualcos'altro minaccia quella tranquillità ottenuta con troppo dolore e sacrificio. Il buio è nuovamente sceso, nuovamente deciso a tormentare animi inquieti, feriti, ingenui....
Il sequel di "e vissero felici e contenti" con la nuova generazione messa in primo piano, e la vecchia che ritorna!...Spero di non deludervi con quest'ennesima Fic...Buona lettura....
Sfiammella
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Più contesti
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Angolo Autore: Salve a tutte! Siamo giunte al quattordicesimo capitolo. Mi scuso per la mia solita lentezza nel postare i capitoli e magari a causa di ciò, chi legge, avrà un pò perso il filo dell'intera faccenda,o avrà del tutto abbandonato la storia. Mi dispiace tanto. 
Gli ultimi capitolo sono stati un pò di stallo, lenti: lo ammetto. Ma pian piano la storia prenderà forma. Ho bisogno di inserire molti dettagli,altrimenti non è tanto comprensibile. Ma vi prometto che da questo capitolo in poi,metterò l'impegno sufficiente per renderla più avvincente. 
Spero di ricevere qualche recensione. 
Buona lettura, e a presto!!

-Medy
-The Darkness of the Soul-
-Quattordicesimo capitolo- 


Scorpius scivolò sulla panca di fronte a quella di Rose, facendola sobbalzare e l’espessione che indossava quella mattina, era preoccupante. 
“Scorpius,è successo qualcosa?”
Le prese la mano e l’attirò a se: il bacio mattutino non poteva mancare, nononstante Scorpius quella notte non avesse dormito e aveva occhi sbarrati e volto pallido. Sembrava un pazzo. 
“Dobbiamo parlare di una cosa che mi è successa ieri notte” abbassò il tono di voce, in modo che il tavolo dei Corvonero non fosse coinvolto nella notizia. Le stringeva le mani e sembrava quasi terrorizzato.
“Va bene, vogliamo andare fuori?” la carezza di Rose fu un toccasana per la sua inquietudine. Non aveva preso sonno quella notte,preoccupato a ripetersi nella testa le parole della donna misteriosa incontrata nei meandri del castello. La sua voce era ancora viva nella sua testa come i brividi lungo la schiena.Se ne avesse parlato con Rose, insieme avrebbero cercato quella donna. Avevano portato avanti fedelmente la ricerca su quella vampira, vista mesi prima, e adesso ancora una volta avrebbero risolto quell’ennesimo mistero. Stava accadendo qualcosa,Scorpius lo sentiva. Tutte quelle figure misteriose, l’arrivo di Frank Paciock, il via vai di Auror troppo stupidi da tenersi poco lontani dagli sguardi degli studenti,non sempre distratti. Doveva scoprire chi fosse e soprattutto cosa ci facesse li.
“Si,andiamo fuori… non voglio che orecchie indiscrete ascoltino” Ma proprio in quel momento Lily scivolò accanto alla cugina, salutando entrambi.
“Rose, perdonami,mi potresti dare gli appunti di artimansia,non ho potuto studiare ieri..” Si intrufolò tra loro, senza notare la tensione e la preoccupazione di entrambi. Rose rimase muta mentre cercò i suoi appunti nella borsa, distratta da Scorpius che quella mattina era particolarmente strano. Non aveva idea di cosa potesse essere successo la notte precedente, ma qualunque cosa fosse era stata capace di gettare il Serpeverde in tensione. 
Lily poggiò il volto tra le mani,mentre attendeva i suoi appunti di Artimansia che avrebbe dovuto studiare il giorno prima. Ma il litigio con Teddy l’aveva gettata a letto,a piangere a singhiozzi, ingoiando delusioni e veleno. Trey era stata la sua consolazione,anche se anche quella notte erano giunti a sfilarsi qualche abito,ma Lily era completamente bloccata: Non voleva togliersi da dosso l’odore di Teddy e fare l’amore con qualcun altro, poteva cancellarlo definitivamente. 
“Malfoy,che diamine hai. Sei orribile più del solito” Non le sfuggì il volto spettrale di Scorpius che le rivolse un’occhiata velenosa.
“Potter,prendi i tuoi appunti e vai via” Rose non riusciva a trovarli e Lily continuava a rimanere seduta al loro tavolo.
“Non credere che Solo perché sei il migliore amico del mio stupido fratello,e il fidanzato di Rose, tu possa darmi ordini, Pulcino” Ghignò malifluamente,riprendendo quel vecchio nomignolo che anni prima James gli aveva affibiato. I capelli erano ritornati normali,da quell’episodio che datava anni prima ma certe storie non venivano dimenticate.
“Come se non lo sapessi, rossa della malora” Rose intervenne prima prima che tra i due scoppiasse una rissa con le mani vuote.
“Credo di averli lasciati in sala comune, mi dispiace Lils” Si scambiò un rapido sguardo con Scorpius,chiedendogli silenziosamente di essere paziente: sarebbero usciti da li e lei lo avrebbe lasciato parlare.
“Ti prego Rose, ne ho bisogno. Potresti andarli a prendere?” cinguettò Lily, congiungendo le mani a mò di preghiera e mostrando la dolcezza nei suoi grandi occhi castani. Scorpius sbuffò sonoramente e raccogliendo le sue cose si alzò con furia dalla panca. Aveva lo stress a fior di pelle e il pensiero di aver provato paura lo metteva a disagio. Rose balbettò indecisa se mandar via Lily o far sedere Scorpius e costringerlo ad aspettarlo.
“Posso dire a Lys di farti entrare in sala comune,Scorpius doveva parlarmi…” Seguì con lo sguardo il Serpeverde che se avesse potuto avrebbe mimato un uscita di scena plateale,ma lo sguardo di Luthien Lestrange lo gelò completamente e dovette lasciare la sala Grande con un lieve cenno di saluto del capo e con passo calmo.
“Ci stai appiccicata ogni giorno! Come se non lo vedessi mai” Quasi le urlò contro, infastidita dal cambiamento che aveva attraversato lei, Domi e Rose,che non trascorrevano più del tempo come una volta. Solo la sera precedente avevano avuto un attimo per loro,durato poco. Aveva bisogno di loro, soprattutto adesso che si sentiva più sola del solito.
“Lily,Scorpius aveva da dirmi una cosa importante” Non voleva che Lily si sentisse come abbandonata. Lei non lo avrebbe mai permesso,ma quella mattina Scorpius era corso da lei e qualunque cosa avesse da dirle,era più importante degli appunti di Artimanzia. 
“Ed io ho bisogno di te per il compito di Artimanzia che non ho potuto fare! CHE DIFFERENZA C’è TRA ME E SCORPIUS?” Alcuni studenti si voltarono e i professori allungarono il collo. L’urlo di Lily era stato esagerato. Si sentiva rabbiosa e soprattutto incompresa. 
“Lily ma che diamine hai?” Non l’aveva mai vista in quello stato. Aveva le guance paonazze e il fiatone corto. Quella mattina aveva avuto un inizio particolare per molte persone. 
“Volevo solo che mi aiutassi,ma a quanto pare … Scorpius ha bisogno di te,più di quanto possa chiedere io” Prese la borsa,scaraventando i bicchieri sul pavimento e guardò Rose con rabbia. La schiaffeggiò e la colpì di sensi di colpa. Si allontanò sotto gli occhi della sala grande che bisbigliava il motivo del litigio tra le due cugine,che mai prima di allora erano caduti in litigi simili. Lily non abbassò la testa, nonostante avrebbe voluto sprofondare per la vergogna: aggredire Rose in quel modo non era nel suo stile. Non meritava di essere trattata cosi; Si era proposta disponibile comunque e lei avrebbe dovuto accettare e non buttarle addosso colpe che non aveva. Alzò un dito medio in direzione di alcune Tassorosso ridacchiandi,spegnendole completamente e dovette fare i conti anche con lo sguardo spaesato di Teddy che sembrò non riconoscerla. Avrebbe voluto urlargli contro che la colpa era solo sua. Era inquieta,era perennemente nervosa e lui le aveva lasciato senso di solitudine che non riusciva a scrollarsi di dosso. Si sentiva sola,nonostante non lo fosse realmente.
Passò oltre,ignorando Teddy e cercando di non notare la vicinanza intima tra lui e Emily Diggory. Era fastidiosamente perfetta ogni santa mattina. E lei la odiava,nonostante la sua dolcezza era capace di dissipare l’odio nei cuori di tutti.
Uscì di scena, con la voglia di buttarsi a letto e dormire,fin quando tutto sarebbe passato.
“Non vi parlate più, tu e Lily?” Avrebbe preferito non parlarne Teddy; era complesso spiegare ad Emily che quello sguardo aveva motivazioni che se portate a conoscenza,sarebbero state sostenute. Lily era una ragazza dal cuore spezzato,nonostante cercasse con tutta se stessa di non darlo a vedere,di armarsi di forza necessaria da non denudarsi e rendersi vulnerabile, e anche lui era ferito. Era rimasto sveglio quella notte, con la risata di Lily che si cristallizzava nella sua mente ad ogni scoccar di secondo e quell’odio per Trey che ribolliva sempre più. Quella mattina aveva cercato di ignorarlo, anche perché era da solo: James si era risvegliato in infermeria con mal di testa che lo avevano costretto a restare a letto, non ricordava nulla della notte precedente; tantomeno di quello che gli aveva detto. Fred Jr era messo meglio,ma aveva preferito consumare la colazione in infermeria: non era ancora pronto per affrontare Frank,che capeggiava minaccioso sullo scranno dei professori, e Lysander era chino sul suo porridge e lo stomaco sotto sopra; un qualunque scontro con Trey e i suoi seguaci,Grifondoro pomposi e boriosi quanto lui, non avrebbe portato ad uno scontro equo.  
“è una lunga storia,Emily… abbiamo deciso di rompere i rapporti, per il bene di entrambi” Si sforzò nel sorriderle e credere che le cose  era andata in quel modo per il proprio bene,anche se non riusciva a provarne. 
“Puoi parlarne con me,sono tua amica… “ La dolce Emily si allungò verso di lui, avvicinadosi più del dovuto. Aveva il profumo di lavanda che la sera prima si era appiccicato addosso,fonte di pensieri che prima di allora non aveva provato. Emily era sempre rimasta in disparte, nei primi cinque anni e solo da poco aveva deciso di farsi notare e Teddy era stato il primo a notare quel cambiamento. Ricordava di una Emily tanto timida quanto anonima,anche nell’aspetto. Gli occhi blu erano sempre stati nascosti dietro a spessi lenti e i capelli lunghi,che adesso incorniciavano il suo volto con onde sinuose, erano stati corti e spettinati. Emily era mutata,diventando bella e dando prova che anche lei esisteva.
La guardava, trovando rassicurazione nel suo sorriso. La guardava e sentiva che le ferite potevano essere curate. Lily era il suo male giornaliero,era il suo sogno che non avrebbe mai raggiunto. L’amava dolorosamente, l’amava senza riserve,senza via d’uscita…Ma se lui avesse avuto bisogno d’altro? Se avesse avuto bisogno del semplice amore? Del semplice affetto,senza alti e bassi,senza rischi,senza paura. Sapeva che Emily provava qualcosa per lui,sapeva leggere le sue espressioni e sapeva che arrossiva quando le riservava attenzioni. E se lui avesse avuto bisogno di quello?
“è passato,Emily. Ora voglio pensare un po’ a quello che mi aspetta. Il torneo,gli esami, gli allenamenti con Frank…avrò tanto da fare” Volle assicurarsi che il suo tocco le colorasse le guance, e quando le sfiorò il volto,ebbe la conferma.
                                                                         *
Era quasi scesa la sera, e ai dieci campioni fu dato il permesso di non partecipare alle lezioni extra di Frank Paciock. James e Fred strisciarono di malavoglia in sala Grande, allestita per quell’occasione, mentre Lysander e Teddy seguirono le istruzioni che il fagiano del vicepreside Muller portò ai dieci campioni: Dovevano dirigersi al campo da Quidditch,unico luogo abbastanza grande per poter permettere a tutti loro di muoversi agilmente ed utilizzare le armi trovate.
Teddy aveva la sua spada lunga dietro la schiena e ne sentiva il peso.Ogni muscolo della sua schiena faceva forza per non permettere che venisse schiacciato e le sue gambe si contraevano ad ogni passo. Guardò Lysander che sembrò essere nella sua stessa condizione. Il macète era attaccato ad una cintola ma doveva sostenerlo comunque con le mani. Erano pesanti e non solo perché fatte di acciaio.
“Questa maledetta pioggia…” Furono investiti dal temporale che ricopriva il cielo di nubi scure che nascondevano le immense colline che si distendevano oltre i confini di Hogwarts. La foresta proibita sembrava più inquietante con quel panorama alle spalle e arrivare al campo da Quidditch non fu facile. Lysander affondò più volte in pozzanghere melmose e maledì ancora la pioggia. Con i capelli che si appiccicavano al volto e gli abiti completamente zuppi,entrarono nel campo da Quidditch e dovettero metabolizzare per qualche minuto,prima di capire che erano state adottate modifiche importanti.
“no,no ..NO” Lysander si inginocchiò affranto, guardando quel luogo ormai sconosciuto. Gli spalti,gli anelli ,erano spariti. Non era il suo campo quello,non era più il luogo dove aveva incassato vittorie e fallimenti; Avevano trasformato quel luogo sacro in un  vero campo d’addestramento: se solo James e Fred fossero stati li,avrebbero cruciato tutti.
“Lysander,come siamo drastici.. rimetteranno tutto apposto per il campionato” Teddy gli battè qualche pacca sulla spalla,sperando di rassicurarlo,ma Lysander era completamente paralizzato con gli occhi fissi sui punti cambiati, quasi con le lacrime agli occhi.
“Uno sventolio di bacchetta e rimettiamo tutto apposto, Scamander. Si tranquillizzi” Il vice preside Muller si fece scivolare il mantello zuppo dalle spalle e sorrise ai suoi migliori campioni. Quell’esperienza era nuova per tutti , ma nulla era impossibile con l’aiuto della magia. Luthien aveva aiutato nell’allestire quel campo, non tralasciando alcun particolare e tra loro c’era ancora una forte tensione; ma avevano collaborato insieme e anche bene.
“Vicepreside, volevo chiederle un paio di cose” Rose,accompagnata da Alice, fece il suo ingresso e con lei anche il resto dei campioni che come Lysander, aprirono la bocca più del dovuto. Hugo socchiuse le labbra,incapace di parlare,ma dentro di sé stava maledicendo il Vicepreside,esattamente come aveva fatto Lysander. Per ogni giocatore di Quidditch il campo era sacro e quella sera avevano sconsacrato quel luogo senza ritegno.
“Signorina Weasley,avremo modo di chiarire tutto quando anche la professoressa Lestrange sarà qui e con lei anche il professor Icaro.” Zittì sul nascere il fiume di domande che Rose aveva preparato quel giorno. Era saltata da una lezione all’altra con la smania di quella sera. Lei era stata la prima a ritrovare l’arma e aveva seppellito il suo arco nel baule,in attesa che anche gli altri la trovassero come lei. E quando aveva preso l’arma, quasi era caduta: Era pesante e sembrava quasi incontrollabile. Aveva cercato di montare le frecce ma gli erano cadute goffamente. 
“Cosa c’è Weasley, non sai usare La tua arma?” Lysander si sarebbe ripreso solo se avesse rivisto il suo campo, e nel frattempo avrebbe stuzzicato la sua migliore amica che gli fece una linguaccia.
“Non credo che tu la sappia usare quanto me” Teddy si tolse la spada dalle spalle, facendola affondare con la punta nel terreno: Produsse un tonfo sordo e lui gli si sedetta accanto a gambe incrociate. Alice smontò i pugnali dalla cintola e imitò Teddy,accomodandosi al suo fianco.
“Certo che si” Nascose la fatica nel sguainare il macete e con agilità iniziò a farlo roteare nella sua mano. Fece un paio di affondi, e i muscoli delle braccia ne risentirono e nascondendo il dolore alla spalla, lo fece passare da una mano all’altra per poi rimetterlo a posto. Rivoli di sudore e fiatone lo tradirono e Rose rise soddisfatta.
“Rischi di ammazzare qualcuno,idiota” Albus raggiunse il gruppetto, e con lui c’era anche Willow.Tra le due ci fu uno scambio di sguardo, ma per la prima volta in tanti anni, non le rivolse alcuna occhiata omicidia, anzi: Rose giurò di aver visto un mezzo sorriso sul suo volto.
“Sicuramente la mia arma è capace di fare qualcosa.. Guarda piuttosto il tuo stuzzichino,cosa credi di fare?” Albus toccò la sua catana, sorridendo divertito. Era sottile, con sfumature violacee nella lama ed era affilata come un bisturi. Un solo leggero bacio e avrebbe aperto in due carne e muscoli.
“Credimi,spera di non capitare sotto questo stuzzichino, potresti farti davvero male” Ebbe anche lui difficoltà nell’estrarla. Rose aveva avuto risposta ad una sua domanda: Non solo lei non era capace di maneggiare la sua arma.
Il campo da Quidditch,che ormai non aveva nulla più che potesse accostarlo a tale, fu raggiunto anche dagli altri campioni e tutti mostravano difficoltà nel maneggiare l’arma trovata con fatica. Rigel Dolov, fu l’unico a restare in disparte, mentre gli altri si riunivano con il proprio gruppo. Solo con la sua falce, si accomodò lontano. Albus e Scorpius lo avevano completamente cacciato da loro, dopo quel che era successo mesi prima in sala Comune e tra lui e Willow non cadeva nemmeno un solo sguardo. 
“Rose” Era sempre calante la voce di Hugo come se non desiderasse farsi sentire. Suo fratello era sempre seguito dai due serpeverde,che sembravano venerarlo. Sosteneva la sua Balestra su una sola spalla e guardò Rose dall’alto del suo metro e ottantacinque. 
“Dimmi fratellino” Diede due deboli schiaffi sul petto del fratello che lui sentì appena.
“Ho bisogno di parlarti. Riguarda mamma…” Era sempre stato una roccia,Hugo,ma quella volta mostrò i suoi 14 anni. Rose lo seguì senza ribattere: Logan Muller era ancora impegnato a dare qualche ultima sistemata al campo d’addestramento, e degli altri due professori non c’era nemmeno l’ombra; Potevano parlare tranquillamente.
“Cosa è successo?” Si ritagliarono un angolo lontano da tutti, e Hugo si colorò di preoccupazione non trattenendo il bisogno di sua sorella maggiore. 
“Ho scritto a mamma dopo quel che è successo in sala Grande. Le ho chiesto se avesse iniziato un’indagine o se si fosse informata di questi suoi improvvisi svenimenti e se fosse la prima volta.. “ Si fermò, gettando su entrambi un silenzio teso. Rose era preoccupata quanto lui delle condizioni che aveva mostrato sua madre,dopo la visita ad Hogwarts,ma aveva quasi perso di vista molte cose importanti, tra cui la sua famiglia.
“E..?” La teneva sulle spine, e lei odiava non ricevere risposta. Hugo sbuffò, infastidito quanto lei ed entrambi ignorarono del tutto l’arrivo di Luthien Lestrange.
“Non ha risposto e mamma risponde sempre alle nostre lettere. Rose c’è qualcosa che ci stanno nascondendo, e mamma è invischiata totalmente nella faccenda. Ho un sentore; Credo che ci faranno rimanere ad Hogwarts anche per Natale, hai visto il via vai di Auror?” Quel sentore non era stato percepito solo da Hugo. Anche lei aveva notato molte cose strane negli ultimi tempi e Scorpius quella mattina le aveva dato il buon giorno con la stessa agitazione che ora le stava riservando suo fratello. 
“Si che l’ho visto…” ripensò anche a Dominique e alla sua dote che improvvisamente si era risvegliata in lei. C’era un gran caos che volteggiava intorno alle loro teste, ma era tutto abilmente nascosto e tutto era iniziato quando ad Hogwarts era arrivata lei…
“Vi voglio qui vicini a me, muovetevi” Luthien Lestrange era posizionata al centro del campo e non indossava i suoi soliti abiti da femme fatale ma la tutina grigia e nera permetteva comunque alle sue curve di mostrarsi nella loro interezza. I capelli erano stretti alla nuca da una coda di cavallo e il suo sguardo non era meno severo delle altre volte. Rose si domandava se mai quel viso avesse visto una traccia di sorriso. 
"Hugo magari sono impegnati con il lavoro. e mamma ti risponderà presto " Sapeva quanto Hugo odiasse gli abbracci in pubblico,ma quando fu lui a stringerla forte,ignorando del tutto la professoressa e anche Icaro,arrivato poco dopo, Rose comprese che il sentore di Hugo lo stava preoccupando seriamente.
"Restiamo uniti..." la lasciò li, con le sue parole ben improntate nella testa e raggiunse i suoi due seguaci, ritornando Hugo Weasley, il solito, ombroso serpeverde dai capelli scarlatti.


Luthien Lestrange anche quella sera aveva il veleno nel cuore e in ogni fibra del suo corpo. Aveva trascorso la sua giornata ad impartire regole base e sciocchi a studentelli incapaci e la sua ora libera l'aveva trascorsa nei sotterranei,con Mya e le sue frecciatine velenose. Era mancato poco allo scontro, se non ci fosse stato Logan in quella stanza, Luthien avrebbe impalato il vampiro senza battere ciglio. Richiamò tutti all'attenzione, ma con la coda dell'occhio teneva sotto controllo il Vicepreside che si mostrava tranquillo e felice per quella nuova esperienza. Avevano allestito il parco insieme solo qualche giorno prima, e il risultato era stato ottimo: Logan era un ottimo mago, e un'ottima compagnia. Non aveva accennato a ciò che aveva assistito nell'ufficio del preside e si era rivolto a lei come se non avesse di fronte un mostro freddo,che ormai non conosceva più il sapore del cibo o il profumo della pioggia. Le aveva chiesto delle sue passioni,di ciò che amava mangiare,condividere e se le sarebbe piaciuto andare a Londra qualche giorno.. Accontentandosi di occhiate fredde e vuote e di mugolii incomprensibili. Anche nella cella in compagnia di Mya non aveva mostrato alcun fastidio nel sentire come la sua voce poteva mutare e come i suoi occhi si scurivano fino a diventare buio e pece. Era strano quell'uomo e nonostante lei cercasse di ricordare del giovane Logan Muller, la sua mente non le dava alcun aiuto.
"Allora,è inutile continuare a perdere tempo.Iniziamo con il chiarire che Quest'anno il comitato dei giochi e sport magici ha deciso di inserire una nuova pratica,all'interno della competizione; pratica che fino ad ora era riservata solo a cacciatori e auror specializzati... quindi è un qualcosa di nuovo per tutti..." Luthien aveva preso parola e governava l'intera situazione come una regina. nessuno sembrava voler controbattere una sola parola. Logan Muller la guardava completamente incantato, con un misto di forza nello sguardo e un lieve sorriso, forse di fierezza,era visibile sotto la barba rossiccia; Icaro era alle sua spalle, e il volto era pallido, che copriva il colore bronzeo della sua pelle. Gli occhi erano incavati e l'andatura fiera era contaminata dalla stanchezza. Aiutare Dominique non era un lavoro semplice e più era a contatto con lei,più la sua natura divina veniva intaccata. 
"Quindi inizieremo e non sarà un compito semplice. Ci sono Auror che impiegano anni per padroneggiare perfettamente la propria arma, anche se voi dovrete imparare solo le basilari regole,in quanto verranno usate per portare a termine prove. Non ci sarà alcuna lotta tra voi e gli studenti di Durmestrang. Queste armi saranno usate esclusivamente per sport" Albus si allungò verso Lysander,tirandolo per il macete.
"Ritieniti fortunato,Scamander... non dovrò usare il mio gioiellino su di te" Scansò un lieve cazzotto diretto dietro la nuca e l'occhiata di rimprovero di Rose fece zittire entrambi che ritornarono ritti e in silenzio.
"Vi dividerò in gruppi,in base alla vostra arma.. sarete divisi in gruppi anche durante la competizione e in base alle prove deciderete chi mandare in campo. Ci saranno due portavoce del gruppo,che comunicheranno con chi terrà d'occhio la competizione" fece più volte avanti e indietro, guardando uno ad uno i campioni. Ignorava completamente la presenza di Icaro e Logan e loro sembravano assecondarla,restando silenziosamente alle sue spalle.
Teddy si sentì chiamato in causa,e con lui Albus.solo l'anno prima erano rientrati dalla stessa competizione con la coppa e la puzza dell'umiliazione Bulgara che ancora impregava i loro abiti.Avevano vinto,avevano portato Hogwarts ad un ennesima vittoria e con quella vittoria si erano decretati ed erano stati riconosciuti come portavoce e Leader Principali.Fecero due passi in avanti, dando a Luthien la possibilità di incaricarli come tale. Sulle loro divise furono appuntate delle spille in bronzo,e con quel simbolo loro erano i portavoce della squadra di Hogwarts.
"Ora,prima che cali la notte,diamo inizio alle danze" Voltò le spalle a tutti loro e si indirizzò ad Icaro,l'unico,oltre i dieci campioni,a possedere un'arma. Con quello scatto aveva passato la parola a lui che non ringraziò ma si fece avanti, facendo roteare nella sua mano il lungo bastone in metallo. 
Quando lo poggiò sul terreno, produsse un rumore sordo e i suoi occhi, colorati di un leggero castano li scrutò uno ad uno con attenzione e severità. L'unico ad apparire amico era il Vicepreside Muller, ed era l'unico a restare in silenzio e da parte.
"Gia vi parlai delle armi. è una pratica antica e complicata e per di più faticosa" Alice strinse i suoi pugnali,sentendo ancora la nausea e la perdita totale di forza,al solo ricordare il lungo passaggio affrontato per ritrovarsi i due piccoli pugnali affilati e luccicanti,che le recavano un gran peso anche in quel momento.Rose fece scivolare la sua mano verso di lei,allontanando la presa dalle due armi e stringendole le mani. Dovevano sostenersi e stare vicini. 
"Quindi se vedrò debolezza, verrete immediatamente privati di essa. L'aver trovata non vi da il diritto di poterla usare. Dovete possedere forza, la forza d'animo" Fece volteggiare in aria  il bastone con facilità apparente,ma quando ricadde nelle sue mani, tutti notarono che la presa intorno ad esso dovette rinforzarsi e il mugolio faticoso fu quasi sussurrato,ma fu comunque percettibile.
"Quindi la perdita di essa, vi porterà alla perdita della vostra arma." rivolse a se stesso quell'ultima ammenda. stava perdendo forza, e se avesse permesso la perdita totale, lui avrebbe visto la sua disfatta. 
Logan si fece avanti, poggiando una mano sulla spalla  del ragazzo,incoraggiandolo,anche se servì a molto poco. Icaro si fece da parte non mostrando gratitudine a quel gesto,ma Logan era abituato a frequentare persone poco riconoscenti. Si sfregò le mani,entusiasta come lo erano anche gli studenti,nonostante le parole dure di Luthien e lo scoraggiamento di Icaro.
"Finalmente queste benedette armi potranno essere usate. Ovviamente non voglio che vi uccidiate a vicenda, e non voglio che vecchi rancori vengano risolti a suon di spada" Rose sentì gli occhi del Vicepreside cadere alle sue spalle e istintivamente si voltò: Willow era esattamente a qualche passo lontano da lei,con la sua frusta lunga che le ricadeva ai piedi, intrecciandosi come se fosse un serpente. Sperò di rivedere quel sorriso che aveva immaginato,forse;ma lei era concentrata a sostenere lo sguardo del Vicepreside.
"Quindi lasciate che vi divida in coppia e che gli allenamenti,finalmente abbiano inizio"
E le coppie furono formate. Hugo e Rose furono messi insieme perché entrambi possedevano un arma da tiro, particolare che li classificò come presunti cacciatori: Avrebbero potuto combattere stando lontani dal nemico,con presunte barriere e scudi naturali. Albus e Teddy ebbero il piacere di stare in coppia. Si strinsero orgogliosamente la mano e fecero tintinnare il robusto acciaio delle loro lame lunghe; Alice non ebbe da ridire quando Lysander la fece roteare su se stessa. Avevano lame piccole, e inoltre erano entrambi molto agili per la loro corporatura sottile.
I due Serpeverde,amici di Hugo, furono messi come retroguardia. Avevano armi leggere e piccole,per attacchi silenziosi. 
L'ultima coppia causò occhiate feroci da vari punti. Willow ebbe risentimento nell'avvicinarsi a Rigel e lo stesso Rigel titubò nell'affiancarla; Con gli occhi di Albus puntati dietro la nuca, il serpeverde ebbe difficoltà a non mostrare la difficoltà nello starle vicino. Avevano armi lunghe,che avevano la capacità di prendere i nemici da vari punti e il loro attacco era un combo perfetto.
"Mi viene la nauesea a starti vicino" Willow aveva le braccia conserte, in modo da evitare di sfiorarlo anche impercettirbilmente. Rigel si appoggiò alla falce e chiuse gli occhi,stanco delle continue colpe che gli venivano caricate. Di quell'accaduto non era solo lui il colpevole.
"Smettila Willow,eravamo entrambi ubriachi ed entrambi abbiamo sbagliato" Sapeva che se Albus avesse solo potuto, gli avrebbe fatto rimangiare ogni parola e con la Katana tra le mani non era sicuro mettersi contro di lui,anche se avrebbero combattuto ad armi pari.
"Hai approfittato del fatto che ero distrutta per Scorpius" Lo scambio di battute avveniva in toni pacati, mentre il Vicepreside Muller continuava a spiegare il perché di quelle divisioni in coppia. Si stavano perdendo la parte importante,o almeno un inizio importante.
Rigel spalancò gli occhi,stanco del fatto che ormai veniva escluso come un reietto. Prima di ritrovarsi con Willow nuda nel letto, tra lui,Scorpius e Albus c'era sempre stata una grande amicizia, nata con Lorcan, mantenutasi anche dopo che lui era andato via. E adesso era tutto finito,per uno sbaglio di cui lui era stato consdierato il solo colpevole.
"Ascoltami,io non ho approfittato di un bel niente. Tu sei stata consenziente quanto me nel fare sesso. Io non ti ho minacciata e non ho approfittato del tuo dolore,ok? Quindi smettetela di additarmi come se fossi l'unico meschino della combriccola. Mi mancano i miei amici, e devo sopportare il fatto che mi hanno girato la faccia per una cazzata di ENTRAMBI. Ammettilo Willow che è stata una cazzata reciproca e non puntare il dito solo verso di me. C'eri anche tu in quella stanza,ubriaca o meno,avresti potuto dirmi di no,non avrei insistito. Non mi piace prendere le persone con la forza" Staccò la falce dal terreno e si allontanò maggiormente da lei. Non aveva mai negato la sua meschinità, e tanto meno il sangue bastardo che lo rendeva tale. Ma con Willow era stato voluto da entrambi. Ricordava cosa era accaduto e di come lei,mentre la spogliava,aveva ripetuto più volte di volerlo perchè cosi Scorpius sarebbe stato solo un ricordo offuscato dall'alcol. Erano stati due semplici ragazzi presi dall'alta percentuale di alcolicità del Wisky incendiario. ed entrambi avevano sbagliato. Non aveva ascoltato una singola parola del vicepreside e quando si diede inizio agli allenamenti andò per intuizione, riuscendo quanto gli altri.



  Alice quasi si trascinò all'ingresso del castello. Era passata ora di cena e come lei anche il resto dei dieci campioni erano sul punto della disfatta. Gli allenamenti erano statai massacranti,e le armi si erano appellate al comando di molti,compreso il suo. Il Vicepreside Muller le aveva chiesto di gettarli contro un manichino, affisso nel terreno come bersaglio e lei aveva solo tentato,finendo per sentirsi i polsi in pezzi e gli avambracci in fiamme. Lysander aveva trovato difficoltà ma a differenza sua aveva tagliato la testa ad un manichino ed era riuscito a centrarne un altro. Per Rose era stato abbastanza facile,con Hugo ad aiutarla e anche Teddy e Albus erano riusciti a padroneggiare le loro armi con talento. Più di tutti Teddy,che aveva attirato su di se l'attenzione di Icaro e Luthien che lo avevano sottoposto ad allenamenti più duri e impegnativi. E con il calar della sera e la pioggia ancora scrosciante, i dieci campioni erano di ritorno nelle loro sale Comuni.
"A domani Alice" Rose le dedicò un bacio a fior di labbra e lasciò che Lysander la prendesse in braccio per condurla alla torre di Corvonero. Il gruppetto dei serpeverde si dileguò, senza salutare. Ad eccezione di Hugo e Albus che diedero appuntamento per l'indomani. 
"Io dovrei fare la ronda.. Sperando che non mi addormenta tra i corridoi" Il povero Teddy,che più di tutti,sentiva le forze venir meno, era ligio al suo dovere, e sistemandosi per bene la spilla sul petto di caposcuola e prefetto, arrancò su per le scale, salutando Alice con dolcezza. 
Aveva bisogno del suo letto,del calore che le cucine emanavano e di un buon riposo.Se gli allenamenti fossero stati sempre cosi duri e massacranti,avrebbe fatto domanda a suo padre per eliminare quelle pratiche omicide. Si stiracchiò per bene; aveva i muscoli completamente tesi e scricchiolanti. I pugnali pesavano ancora,ma lei doveva raggiungere la sua sala Comune: ne aveva bisogno. Passo dopo passo, lentamente,iniziò a salire le scale. Non ricordava che fossero cosi enormi e tante, non ricordava nemmeno che la sua sala Comune fosse cosi lontana. Avrebbe fatto anche a meno ,ma dormire all'ingresso non era un'idea migliore.
"Piccola Paciooock" Spuntava ovunque, e ovunque spuntasse a qualunque ora,aveva sempre il tono allegro come segno della sua venuta. Alice si voltò lentamente. Aveva il collo intorpidito per lo sforzo dei lanci,come spalle e schiena. Fred jr saltellò verso di lei,trattenendo tra le labbra un sigaro magico spento.
"Fred..." Tra i due era rimasta qualcosa in sospeso,che Fred Jr era giunto a riscuotere.
"Ritorno dagli allenamenti?" Si fermò di fronte a lei con quel maledetto sorriso sornione. Nulla riusciva a cancellarglielo,nemmeno le botte di suo fratello Frank sarebbero state capaci, Alice lo sapeva. 
"Gia e non sono allenamenti,ma torture legali" Si tastò il collo, sentendo un dolore atroce nel solo sfiorarlo. Fred si tolse il sigaro dalle labbra,riponendolo con cura nella tasca dei pantaloni per dedicarsi a lei.
"Anche tuo fratello ci ha massacrati,ma io ho la pelle dura.Quindi posso prendermi cura di te" Erano comodi i suoi abbracci e le sue mani calde,mentre con dolcezza si muovevano su e giu lungo la schiena.
"Dove ti fa male" Le parlò dolcemente all'orecchio,mentre lei si rifugiò sul suo petto. Era buono il suo profumo e lui era caldo e accogliente. Alice non si ritrasse e non mantenne alcun punto,troppo stanca per farlo e maledettamente bene tra quelle braccia,per negarsi quelle attenzione.
"ovunque..." rispose d'istinto e sentire Fred Jr ridere con una leggera nota d'imbarazzo nella voce, la fece pensare.
"Non dirmi cosi,Alice... " I suoi capelli portavano l'odore del vento e della pioggia,ma era un'odore che gli avrebbe fatto pensare a lei da quel momento e lo reputò buono. Si appoggiò con la guancia  sul suo capo,sovrastandola,e cominciò ad accarezzarle la schiena dolcemente,gustandosi quel momento. Alice era silenziosamente persa tra le sue braccia,con il battito del suo cuore che sentiva chiaramente e il rumore della pioggia fuori. Fuori da loro,lontano da quel calore.
"Alice..." Non era abituata ad un Fred serio,e quando si rivolse a lei senza tonalità squillanti, rimase in silenzio,non rispondendogli.
Dovette richiamarla una seconda volta per avere la sua attenzione. Mugolò appena, Alice Paciok, trovando quel posto troppo accogliente per potersene separare.
" Mi piaci" Il sorriso di Alice era affondato nel petto di Fred e nonostante rimase completamente immobile tra le sue braccia, dentro di lei fu scossa completamente.
Avrebbe voluto urlare saltare e ridere a crepapelle, dichiarando che non aveva aspettato altro per due anni. Ma Si limitò a sfregare il naso contro la sua divisa che profumava troppo di buono e rispose con delicata voce:
"Grazie" 
Fred jr la strinse ancora di più, ma non rimase fermo ad assaporare l'odore dei suoi capelli. Le sue labbra iniziarono a percorrere il viso di Alice a piccoli passi,con piccoli baci. Era bello sentirsi pizzicare da quella delicatezza, e non si mosse la Tassorosso,ma rimase ferma tra le sue braccia,permettendo alle sue labbra di percorrerle delicatamente il viso: Le baciò gli occhi,gli zigomi,il naso;strappandogli un sorriso ogni volta che la Sfiorava. Poi si fermò e li senrtì il cuore bloccarsi completamente.
"Sei la mia piccola Paciock... mia" Sentiva che era sua,come non aveva mai sentito appartenenza con nessuno. Guardava Alice Paciock e desiderava ardentemente trascorrere intere giornate ad ascoltarla, o semplicemente guardarla. Più volte James o Lysander lo avevano sorpreso a fissarla con insurreale ammirazione, sorridendo quando anche lei sorrideva,restando immobile se magari lei era china sul suo pranzo pensierosa e assente. Alice Paciock era sua esattamente come lui sentiva di appartenerle.
Ad Alice spense le preoccupazioni. Non le importava se suo fratello Frank le avrebbe elencato fino alla nausea i mille motivi per cui doveva tenersi lontana da Fred Jr. Aveva il profumo più buono che mai avesse assaggiato. Sorrideva sempre, e la faceva sorridere ogni giorno come se la sua vita dipendesse da quello. Le sue braccia erano sicure, sapeva stringerla senza farle male,sapeva parlarle con l'accurata dolcezza. Non le avrebbe fatto del male,lo leggeva nella sua espressione seria, che gli induriva leggermente i lienamenti ma che non lo rendevano severo. Perché preoccuparsi ancora se entrambi stavano cercando la medesima cosa? Alice si alzò sulle punte per raggiungerlo. Gli prese il volto tra le mani e le stupide paure,le parole di Frank, e la pioggia,furono dissipate completamente quando le sue labbra si incontrarono con quelle di Fred e si mossero insieme. Non ebbe paura quando le mani di Fred percorsero la schiena e affondarono nei capelli. Non ebbe paura quando i loro corpi ruppero l'imbarazzo e trovarono ancora più calore. Non ebbe paura nell'ansimare sotto i suoi deboli morsi al collo e le carezze sotto la gonna.Alice voleva Fred su di se, incollata a lei, voleva sentire il suo profumo ovunque. 
"Aspetta,aspetta" Fred si staccò da quelle labbra che aveva desiderato e che adesso non ne trovava antidoto. Sorrideva perso in uno stato confusionale. L'aveva attesa per dirle altro, anche se aveva del tutto dimenticato cosa. Aveva la sua gamba su un fianco, la gravatta del tutto slacciata e la camicetta di Alice sbottonata ai primi tre bottoni,ma abbastanza aperta per mandarlo su di giri.
"Cosa c'è?" La voce della sua piccola Paciock era incrinata di preoccupazione, e lui per tranquillizzarla ritornò a baciarla,ma doveva dirle l'unica cosa che in quel momento il suo cervello gli ricordò.
Si staccò da lei di malavoglia,ma doveva,prima che si spegnesse completamente e ritornasse ad occuparsi solo di lei. 
"Vuoi essere la mia ragazza?" Non fu difficile pronunciare quelle parole.Aveva immaginato una cena, i soldi li aveva raccimolati un pò da James,Teddy e le scommesse. Una lunga passeggiata e poi la fatidica domanda. Ma la sua improvvisazione e la casualità erano state ottime amiche.
Alice sentì il cuore balzarle in gola e nonostante fosse scattato il coprifuoco, fosse notte inoltrata e loro erano all'ingresso della scuola,particolare che li metteva a rischio, non riuscì a trattenere un "si" ripetuto ed urlato.
Non fu difficile per nessuno dei due, dar conto,una volta,ai propri sentimenti.


                                                                     *


Scorpius non riusciva a chiudere  occhio: disteso nel suo letto a contemplare il soffitto della stanza,umida, riusciva solo a ripetersi nella testa le parole striscinati di quella donna,tanto bella quanto tenebrosa, incontrata la notte precedente.
 Se le ripeteva come una canzone monotona,ricordandone ogni singola parola,ricordando ancora i suoi occhi velati che sembravano conoscerlo. Si voltò,mettendosi sulla schiena, facendo a meno del piumone pesante e restando a gambe e braccia spalancate, con solo i pantaloncini da sport e la canotta bianca. C'era una tempesta fuori che faceva filtrare leggere gocce d'acqua nella sala comune e qualche spiffero gelido penetrava scuotendo il calore del sonno,ma Scorpius era scosso da alto. Era inqueito e aveva bisogno di parlare con Rose. Il tentativo di quella mattina era stato inutile: Lily era intervenuta guastando la giornata ad entrambi e tra le lezioni, gli allenamenti con Frank Paciock- di cui i dolori erano ancora vivi nei punti in cui, James lo aveva colpito- e gli allenamenti del Quidditch, spostati in un campo minore, dove gli anelli erano stati sostituiti da uno solo e il perimetro per volare si era ridotto al minimo, Lui e Rose non avevano avuto modo di stare insieme . Si erano accontentati di qualche bacio dato a volo e quando lei era rientrata dalle lezioni per i Campioni, lui era sceso per gli allenamenti di Quidditch. La squadra aveva atteso Hugo e Fred, entrambi in ritardo ed entrambi con la minima voglia di prestarsi al gioco. Sotto la pioggia, con la visibilità scarsa e libertà ridotta, avevano cercato di dare il meglio,ottenendo solo malcontento generale.
Si alzò con  l'irrequetezza che lo teneva sveglio e in tensione. Aveva i muscoli rigidi e gli occhi completamente spalancati; Era in overdose di adrenalina e fare qualche passo per il castello forse lo avrebbe aiutato,anche se il timore di incontrare la donna misteriosa quasi lo frenò. Ma indossò comunque la felpa da Quidditch, i pantaloni caldi e il cappellino di lana; Abbandonato il letto il freddo era percepibile e l'intero castello sembrava perso in un'atmosfera spettrale e ghiaciale. Dovevano essere quasi le tre di notte, ed il castello era del tutto deserto, e soprattutto freddo. 
I suoi passi erano piuma sulla roccia,ma per il silenzio che aleggiava intorno erano l'unico suono che accompagnava i tuoni. Aveva il capo chino e la strada gia ben improntata nella testa. Non aveva idea di come avrebbe tirato fuori dal letto Rose,ma aveva un disperato bisogno di ritagliare un attimo solo per entrambi. Doveva rintegrarsi e calmarsi in un suo abraccio. 
Si fermò di fronte alla porta priva di maniglia o di qualunque appiglio che potesse permettere a visitatori indesiderati e non appartenenti alla Casa Di Corvonero di varcare la soglia. Scorpius non aveva mai dato peso a quelle regole secolari,ma in quel momento sembrarono inutili.Era un'emergenza. Alcun segreto o tentato omicidio sarebbe stato condotto da mano sua, aveva bisogno solo di Rose. 
Il batacchio, che quella notte mostrava la testa di una donna, si mosse appena e la bocca completamente vuota si storse in un sorriso e gli occhi,privi di forma oculare e pupille, guardarono proprio lui.
"Straniero che bussi alla mia porta, a cosi tarda notte. Vorrai entrare, ma sai che non puoi. Anche se una strada la si può trovare se la tua mente sarà acuta e veloce. Quindi dimmi, ti reputi intelligente e capace di rispondere al quesito che io ti farò?" Aveva una voce profonda che si infranse tra le mura solitarie. Ogni giorno il batacchio della porta cambiava volto,voce e indovinello, e Scorpius a cosi tarda notte aveva la mente poco attiva. 
"Ti chiedo solo di entrare,è un urgenza" Stupida porta,aggiunse, trattendosi nel prenderla a calci e urlare il nome di Rose cosi che anche Neville Paciock potesse udirlo. 
La donna sorrise ma in quel sorriso non c'era alcuna traccia di cedimento. 
"Se dovessi far entrare chiunque me lo chiedesse, non avrei motivo per esistere. Quindi,dimmi,sei pronto?" Non lo era, aveva la testa che galeggiava completamente e gli occhi avevano iniziato a bruciare. Il sonno lo aveva preso nel momento meno opportuno. Si stropicciò gli occhi, ormai con la pasienza persa del tutto e scroccò le nocche delle mani. Avrebbe preso a pugni la porta:Era deciso.
"ASCOLTAMI,COSA. TU DEVI FARMI ENTRARE,ALTRIMENTI GIURO SU SALAZAR CHE TI FACCIO SALTARE IN ARIA" era uscito fuori di senno; discutere con una porta magica, creata per tener fuori e lontani gli intrusi come lui. Iniziò a sentire il calore del cappellino di lana e della felpa e le sue urla infransero il silenzio. Alcun quadri del lato Ovest, per lo più vecchi Corvonero,che avevano contribuito allo splendore della casa , borbottarono indignati.
"alla tua età avevo rispetto per le persone che dormivano nei propri quadri" un dito dipinto con tempere ad olio si indirizzò verso di lui, ma fu ignorato del tutto e Scorpius,con ancora il bisciare indignato di qualche vecchio professore o studente, si avventò sul batacchio e iniziò a sbattere la catena in ottone contro la porta.
" DEVO ENTRARE,MALEDIZIONE" Avrebbe svegliato l'intero dormitorio e Rose avrebbe saputo che era li. Non era un piano che poteva andare male o poteva essere consdierato folle. Il viso della donna,sparì e al suo posto apparve un semplice batacchio,privo di vita. Il tonfo sordo che produceva il suo scontrarsi con la porta, accompagnava i tuoni e sapeva che qualcuno lo avrebbe sentito e qualcuno avrebbe aperto la sala Comune. 
Il tuono fece tremare le vetrate al punto di mandarle in frantumi e i quadri si rassegnarono al frastuono che il ragazzo apparso dal nulla e la pioggia che non smetteva di scorrere dal cielo,producevano.Era un concerto di suoni assordanti e fastidiosi. Un ennesimo tuono, e il batacchiò andò a scontrarsi nuovamente contro la porta e qusta volta fu spalancata.
Lysander aveva una lampada ad olio vicino al volto che gli illuminava solo una parte del viso,assonnato e infastidito dalla sua presenza. Era avvolto in una vestaglia di pail blu come i colori della sua casa ed enormi pantofole proteggevano i suoi piedi dal freddo.
"Cosa diamine ci fai tu qui, alle tre e mezza di notte... striscia nei tuoi sotterranei,serpe" sventolò una mano ,incitandolo ad attraversare nuovamente l'ala ovest del castello,scendere uno ad uno le scale e ritornare nel freddo della sua stanza. Scorpius si avvicinò con un solo passo,quasi varcando la soglia del dormitorio,ma Lysander lo spintonò,uscendo lui.
"Devo parlare con Rose" Non stava chiedendo il permesso di poter vedere la sua ragazza. Stava chiaramento dando a Lysander Scamander la possibilità di scostarsi e non beccarsi un pugno alle tre e mezza di notte,d'avanti alla sua sala Comune e magari svegliare non solo qualche quadro.
"Non ho sentito la parolina magica,Malfoy" Gli mostrò un sorriso carico di sarcasmo e finto buonismo. La rivalità tra i due era alta ma Lysander sembrava aver preso quella situazione troppo sul personale. 
"Togliti dalle palle" Sorrise di rimando,caricandosi del medesimo sarcasmo. Gli poggiò una mano sulla spalla, per farlo da parte, ma il Corvonero non si mosse e rimase a braccare il suo passaggio. 
"Era per favore,serpeverde e comunque Rose sta dormendo. Passa domani.. e prenditi qualcosa che sembri un pazzo" Gli diede le spalle e fece per entrare nella sala Comune e quando richiuse la porta, Scorpius era scivolato dentro con lui, troppo in fretta per impedirgli di bloccargli il passaggio.
"Potete essere anche intelligenti, ma noi Serpeverde ne sappiamo sempre una in più del diavolo" Scorpius lasciò che il calore della torre Ovest gli riscaldasse la pelle, abituata all'umidità e al freddo e fissò il nuovo luogo,sotto uno sguardo adirato di Lysander che posò la lanterna ad olio su un tavolino e si rassegnò alla sua presenza. 
"Mi domando come Rose possa trovarti cosi interessante" si versò della calda burrobirra in un bicchiere e per educazione ne servì anche un pò all'ospite indesiderato che la buttò giù in un sorso senza fiato. Calda e accogliente la sala,esattamente come la burrobirra.
"Basta guardarmi e avrai la risposta" Il bicchiere poggiato sul tavolino produsse un suono lieve ma Lysander lo incitò comunque a fare silenzio.Trovava di Scorpius Malfoy,ogni cosa fastidiosa. 
"Se vuoi Rose,aspetta che vado a svegliarla. Non ti prometto nulla"Scorpius non avrebbe demorso se non avesse ottenuto ciò che era venuto a chiedere. Ne sapeva più del diavolo ed era anche peggio. Scorpius si tolse il cappellino di lana, facendo respirare i capelli arruffati e attese ,accomodandosi dove poco prima era sprofondato Lysander. Il corvonero si indirizzò alle scale a chiocciola e salì lentamente per sparire poi completamente. Gli occhi di Scorpius andarono alla ricerca di qualcosa che potesse accompagnare la sua attesa senza noia. Scutò la sala Comune, storcendo il naso nel notare l'innumerevoli libri che ricoprivano gran parte della sala. I colori della casa erano drappeggiati ovunque: sulle tende, tirate che coprivano la visuale del paesaggio cupo e tetro. Sugli arazzi con lo stemma perfettamente ricamato e pefettamente tenuti. Quelli nei sotterranei erano stati logorati dall'umidità e lo stemma era quasi cancellato. C'era una vita diversa,su alle torri. 
Si concentrò sul busto di Rowena Ranclew, perfettamente intagliato. Capeggiava la sala e guardava con occhi vuoti ogni cosa. Si sentiva osservato e si voltò verso le enormi finestre, coperte dalle tende. Si alzò , incapace di saper cosa fare e iniziò a camminare per la stanza,irrequieto. Erano quasi le quattro e Rose ancora tardava. 
"Scorpius,cosa è successo?" Rose scese le scale con i capelli arruffati e con il volto ancora impastato di sonno. Si stropicciò gli occhi, mutando la sua espressione assonnata in una maschera di vera preoccupazione. Il pigiama in pile verde era di qualche taglia più grande,elimimando ogni presunta traccia di sex apple,ma Scorpius la trovò carina, e dolce in quella mise da camera. Lysander,alle sue spalle, fece gesto di vomitare assistendo al delicato bacio che Scorpius le dedicò.
"Volevo parlarti. Non abbiamo avuto modo questa mattina."Guardò Lysander che alzando le mani voltò per ritornare nel suo letto a baldacchino e ignorare,momentaneamente la sua presenza.
"Vado a recuperare queste poche ore di sonno, voi intanto... PARLATE" Marcò le ultime parole sottolienando  il fastidio che gli provocava la presenza di Scorpius nella SUA sala Comune,con la sua migliore amica. Aveva accettato la loro relazione ma non si sarebbe mai abituato. Lui che l'aveva incitata a farsi avanti e provare, lui che l'aveva convinta a non lasciarsi frenare dalle sue stupide congezioni e ragioni, adesso moriva di gelosia e se solo Scorpius le avrebbe fatto del male,sarebbe stato il secondo Scamander a dover lasciare Hogwarts. 
Rose era ancora intontita dal sonno, lo salutò distrattamente per poi rivolgersi al Serpeverde che seguì con lo sguardo l'uscita di scena di Lysander. Tra i due si era innescata una guerra che forse non avrebbe avuto fine o se avrebbe trovato tregua sarebbe stata forzata e solo per amor suo. Rose voleva che Lysander la smettesse di attaccare Scorpius e desiderava che Scorpius avesse più testa sulle spalle. Non poteva affrontare chiunque con arroganza e sperare di uscirne vivo. Gli prese il viso tra le mani e lo incitò a guardare lei: era venuto li per parlare con lei e non per battibeccare come un bambino,con Lysander.
"Voglio credere che Lysander ti abbia fatto entrare.. Non mi interessano i particolari" Qualunque modo avesse attuato per scivolare in sala Comune, non era stata legale. Se un qualunque professore lo avesse trovato li, non avrebbe affrontato la questione con un sorriso. 
"Rose ho bisogno davvero di parlarti. Mi è capitato una cosa strana, ieri notte" non aveva mai visto gli occhi di Scorpius incupirsi in quel modo. Esattamente come quella mattina,Scorpius era agitato e inquieto. Il tono incrinato come se parlarne gli era complicato.
"Vogliamo sederci?" Rose lo condusse ai divanetti della sala comune,ma il calore che si respirava li dentro lo portava a soffocare; avrebbe preferito andare altrove,dove qualche spiffero di vento avrebbe reso il suo racconto meno soffocante.
"vorrei andare da un'altra parte,se non ti dispiace"



Rose aveva ascoltato senza fiatare ogni parola di Scorpius. E quelle terribili parole,che il serpeverde aveva raccontato di udito in toni calanti e striscianti,la fecero rabbrividire.
L'aula di astronomia era vuota, con il vento gelido che entrava liberamente dall'enorme apertura che donava uno spettacolo dell'intera foresta proibita, scossa dalla pioggia. Scorpius le aveva dato la sua felpa. La sua pelle era abituta al freddo ; tanti anni passati nei sotterranei lo avevano reso immune a qualche spiffero.  
Si stringeva le mani con fare nervoso, cercando di rendere reali le sue parole. Parlarne suonava stonato anche per lui,ma era davvero accaduto e lui lo ricordava perfettamente; Nitido come se fosse capitato solo poche ore prima. Rose fissava il vuoto,labbra serrate  e un enorme senso di incapacità. Aveva trascurato Scorpius tutto il giorno, non dandogli modi di poter condividere quell'esperienza raccapricciante. Erano state parole dure quelle che gli erano state rivolte e anche molto significative.
"Credi che tutto questo centri anche con il vampiro trovato ad inizio anno?" Entrambi lo sapevano,ma avevano bisogno che la loro conferma fosse pronunciata chiaramente. Scorpius annuì con il capo. 
"Io credo che ci sia anche altro dietro,Scorpius. E  non riguarda solo questi misteriosi esseri. Riguarda anche Dominique e mia madre" Scorpius strinse maggiormente le mani restando comunque impassibile nel volto. Rose,invece, non era capce. Ogni emozione era trasparibile dagli occhi,dalle labbra, da ogni muscolo del  volto.
"Non dovrei parlartene,ma ...credo che troppe cose strane stiano accadendo da quando è iniziato l'anno scolastico. E l'arrivo della professoressa Lestrange e del Professor Icaro hanno qualche collegamento con tutto ciò. " Aveva promesso a Dominique di tenere segreto le sue lezioni con il professor Icaro e il particolare che lei aveva nel sangue,anche qualche traccia di vegenza che non le permetteva di dormire tranquillamente da mesi. Scorpius era rapito, ormai non più ostinato ad interrompere le ricerche che Rose si era tanto ostinata a portare avanti. Forse se solo l'avesse ascoltata di più, avrebbero anche chiarezza su chi fosse quella donna. 
"Dominique è una veggente, e i suoi poteri sono cosi forti da dover chiedere l'aiuto di Icaro." Il vento si fece più impetuoso, e qualche ciuffo scarlatto vorticò impigliandosi tra le labbra. 
"Ormai non dorme da settimane, ma VEDE. Vede cose orribili, e Icaro sta cercando di interrompere queste visioni e insegnarle a padroneggiarle..." Le nocche delle mani di Scorpius sbiancarono: stringeva rabbioso i palmi delle mani.
"Quella cocciuta di Dominique, quando avrebbe avuto intenzione di dirmelo?" Dominique non aveva mai mantenuto un solo segreto con Scorpius e in quel momento si sentì tradito. Avrebbe potuto aiutarla,avrebbero trovato un modo per calmare quelle visioni che la terrorizzavano tanto. Non tenendosi lontano da lui e da loro.
"Non lo ha detto nemmeno a me e Lily,Scorpius. Non puoi pretendere che te ne parli come se ti stesse spiegando l'ultimo incantesimo imparato a lezione. è una questione delicata. Inoltre io e Hugo abbiamo un presentimento... Anche mia madre in qualche modo è coinvolta in tutto questo" Questa volta fu Rose che strinse i palmi delle mani, sentendo paura. La paura di scoprire qualcosa che avrebbe distrutto il loro ordine familiare. La loro famiglia,con alti e bassi, allargata per lontane amicizie, cosi diversa che trovava comunque piccoli particolari per sentirsi unita, non poteva affrontare cambiamenti radicali. Ma sentiva che sua madre era coinvolta in qualcosa che stava coinvolgendo anche Hogwarts e i suoi studenti.
"Come?" Scorpius fece scivolare la sua mano tra quelle di Rose,dividendole e permettendole di scaricare la sua tensione su di lui. Era li per lei; Le parole della donna in quel momento sembravano assumere più significato. L'avrebbe stretta sempre, ogni volta che il suo volto gli avrebbe comunicato aiuto,anche se quell'aiuto sarebbe stato del tutto muto.
"Non lo so... L'ultima volta quando i miei genitori sono venuti qui ad Hogwarts,mamma era strana. Sembrava non stare bene e Hugo le ha scritto, non ricevendo risposta." Il silenzio da parte di sua madre non aveva fatto che aumentare i sospetti. Stavano tentando di tener nascosto qualcosa e più loro andavano a fondo e più chi ne era invischiato cercava di allontanarli dalla fonte.
Scorpius,sorrise amaramente, ricordando le minacce del padre di Rose, urlate szenza sosta e ricordò anche quando sua madre ,guardandolo aveva avuto un attimo di isolamento dal mondo. L'aveva vista accasciarsi sulle sue ginocchia e impercittibilmente lesse di essere stato riconosciuto. 
"Quella donna ha detto di conoscere mio padre.." Un padre di cui aveva sentito la mancanza tutta la vita. 
"E non credo che sia l'unica. Anche la professoressa Lestrange.. Ogni volta che mi guarda, nei suoi occhi vedo qualcosa.. Come se rivivesse dei ricordi e ho percepito qualcosa di simile con tua madre, quel giorno in sala Grande.." Piccole traccie venivano messe a confronto, particolari che fino a poco prima erano stati ignorati del tutto. Rose strinse ancora di più le mani di Scorpius. Le probabilità non erano minime. Conosceva poco del padre di Scorpius,quel poco che aveva ascoltato da Teddy e da Al,quel poco che anche lui conosceva. Era stato uno studente di Hogwarts, e le probabilità che conoscesse i suoi genitori erano alte, ma non potevano accontentarsi solo di quello. Dovevano andare a fondo, scavare nei particolari tralasciati.
"Credo che dovremmo iniziare ad indagare sul serio adesso,Rose"  era deciso a non tralasciare la donna e le sue parole. Qualcosa si stava collegando nella sua mente, piccoli tasselli stavano trovando delle unioni che avrebbero dato vita poi alla chiarezza di cui avevano bisogno. Qualunque cosa fosse,meritavano anche loro di sapere. Ne erano stati coinvolti contro la loro volontà,da quella notte nel corridoio,dove il vampiro era apparsa sotto i loro occhi, senza un braccio,sanguinante e morente  e adesso anche quella predizione aveva fatto aprire ad entrambi nuove ipotesi. L'insistenza di allenare gli studenti,la nuova pratica decisa di punto in bianco dal comitato dei giochi, le VISIONI di Dominique, l'atteggiamento schivo di sua madre e il castello che pululava di Auror. Non era nulla dato al caso, nulla accadeva senza un concreto evento che teneva in allerta molte persone,più del dovuto. 
"iniziamo dalla nuova professoressa. Fin dal primo giorno che è arrivata qui,il suo cognome mi suonò cosi..."
"familiare" Concluse lei,con un mezzo sorriso di intesa. Anche Rose,in qualche ricordo,aveva sepolto quel nome e il suo viso. Quando l'aveva vista per la prima volta il senso di familiarità era stato forte tanto da farle pensaere. L'aveva gia vista quella donna,sotto una luce diversa, con qualche particolarità persa. Ma sapeva che non era un caso la sua presenza e che quel senso comune, era spiegabile.
"Credo che questa ricerca dovremmo rimandarla a domani" 
erano stati presi troppo dalle loro congetture da non rendersi conto che il sole stava filtrando tra le nuvole e la pioggia aveva smesso. Una calma momentane, lo sapeva anche il cielo che presto altra pioggia si sarebbe persa tra quelle colline,ma non negò di donare la perfezione di un'alba nuova. Il cielo era plubleo, con leggere sfumature in viola e azzurro e il sole era debole ma irradiava comunque la stanza, non smossa da alcun vento . Circondata dal risveglio degli uccelli che avevano posto il loro nido in quelle vicinanze,che con la fine della pioggia auguravano l'inizio del giorno. Scorpius stringeva ancora le mani di Rose e perse la sua attenzione completamente su di lei. Aveva gli occhi chiusi e un mezzo sorriso dipinto sul volto costellato di lentigini e luce appena nata. Stringeva le sue mani, non lasciandolo. Godendosi quell'alba che avrebbe avuto vita breve. Il vento non era freddo,ma fresco e piacevole sul viso,sulle braccia scoperte di Scorpius,e tra i capelli di entrambi. 
"Buon giorno,Rose" Scivolò alle sue spalle, incastrandola con le gambe e baciandole il collo,restando dietro di lei. Le alzò i capelli,e abbassò appena la felpa che le andava troppo larga. La sua pelle profumava di lei. Profumava di mattino,di  sapone. I capelli erano morbidi tra le sue mani e il suo profilo era perfetto con la luce che lo baciava.
"Buon giorno,Scorpius" Rispose lei, sorridendo per quell'attimo di pausa da tutto. Preoccupazioni e paure furono dissipate con lui e i suoi baci, con quel sole,con il nuovo giorno e la nuova queite. Desiderò che ogni suo giorno avesse inizi del genere. Non avevano fretta di nulla ed esistevano solo loro. Nelle cucine,nelle varie sale Comuni, la vita non si era ancora svegliata mentre loro lo erano, e guardavano il sole splendere fieramente, anche se nuvole minacciose erano all'orizzonte. Sperò in altre albe come quelle,di altri baci dati con altrettanta semplicità.Si aggrappò alle sua forti braccia,che la circondavano totalmente, che la stringevano senza lasciarla andare. Perchè lasciare andare un qualcosa di perfetto. Sarebbe stato come rinnegare quell'alba,dopo aver assistito a soli temporali.
La voltò verso di lui e l'accarezzò con gli occhi: Grandi e verdi.Intensi, che comunicavano tanto. La voleva,la desiderava e non lo negò,anche se non proferì parola. 
Rose lasciò che Scorpius le sfilasse via la felpa, le baciasse il polso,salendo piano, alzandole le maniche del pigiama che la faceva apparire buffa anche in quel momento. Non si trattenne nel ridere,Scorpius,ma poteva dire di adorare di lei anche quelle particolarità che ad altri occhi l'avrebbe fatta apparire ridicola. Rose era persa in un espressione di imbarazzo e delicata felicità. Non  sapeva con sicurezza cosa lei volesse. E quando le sfilò la parte superiore del pigiama, si sentì immersa in puro imbarazzo. Ma restò immobile mentre lui la prendeva con più prepotenza del solito e l'avvicinasse a se. Con la punta del naso le sfiorò il viso, carezzandole le labbra, tastando con i polpastrelli la spina dorsale,trovando i gancetti che furono abilemente sbottonati.
Rose era persa in  lui completamente,ma qualcos'altro urlava all'altezza del suo petto. Ed un tuono la fece rinsavire,mentre Scorpius era pronto ad osare, dopo aver sfiorato i seni con  le labbra e averle strappato gemiti di imbarazzo e piacere: Era importante per lei. Non voleva che tutto si riducesse a quello. Una stanza spoglia e fredda,qualche banco e una debole luce ormai dissipata,con l'arrivo delle nuvole. NO. Sarebbe stato con Scorpius e voleva che fosse importante e perfetto. 
"Scorpius..." Allontanarsi da lui non fu facile,la teneva stretta e sembrava essere in estasi di fronte a quel corpo sottile e candido. 
"Scorpius" questa volta insistette, spintonadnosi lontano da lui e coprendo le sue forme con gli abiti sparsi sul pavimento.
"Che cosa c'è?" Aveva il sangue che  pulsava ovunque. E il suo cuore era un tamburo violento. La voleva completamente, la voleva tra le sue braccia,sotto di sè, sopra, nella sua vita. Voleva Rose ovunque nei suoi giorni.Voleva riempire il suo tempo con lei, voleva sentire quanto calda fosse, quanta passione nascondesse dietro i suoi modi impacciati. Non poteva interrompere un momento tanto perfetto.
"Non  qui, ti prego" si coprì il mento con i caldi indumenti. Aveva rovinato tutto,lo leggeva negli occhi di Scorpius. Era deluso e la guardava incredulo,paralizzato nella sua postazione; Appoggiato ad un banco con il corpo che fremeva dal desiderio di averla. 
Si passò una mano nei capelli,lungo il viso,mantenendo lo sguardo fisso su Rose. Come poteva chiedergli di fermarsi? Non lo capiva che la trovava perfetta, anche con quegli occhi umidi di paura e timore. Un ennesimo tuono fece sobbalzare la stanza e anche Rose e il cielo divenne nuovamente scuro. 
Il suo sorriso parlò per lui. La fretta non c'era anche se il desiderio era insopportabile.Era un ragazzo e le sue tentazioni erano forti; ma non avrebbe rischiato di perdere Rose per la sua stupida impazienza. Altri mesi avrebbe atteso o addirittura anni. Non gli importava. Una doccia fredda e sarebbe passato tutto,sarebbe ritornato a sorriderle come se quell'evento non fosse accaduto. 
"Scusa,pettirosso" il bacio non fu irruente ma le fece ritrovare la calma. Aveva accettato senza ribattere,senza dare di matto come aveva presagito lei,solo guardandolo. L'aiutò a vestirsi e le infilò nuovamente la felpa. 
"Ti sta bene, tienila tu..." La strinse tra le sue braccia e la sostenne; avrebbe atteso,ma intanto non l'avrebbe lasciata andare.
                                                                                   *





Il calice si frantumò con violenza contro la pietra umida. Il sangue,contenuto al suo interno, lo sporcò, colando lentamente. Luthien scrutò l' espressione di Maya: una maschera di furore e fame, di odio. 
"Se hai intenzione di morire, prego. Mi godrò lo spettacolo" si accomodò , accavallando le gambe . La guardava , incitandola a prendere la decisione che non avrebbe fermato. 
"Volete avvelenarmi con sangue animale. Servito in una coppa,freddo. Io devo cacciare. Io sopravvivi cacciando esseri inutili come te" la sua immortalità stava sfiorendo, lasciando solo in involucro appassito. I lineamenti della vampira, ancora perfetti, erano consumati dalla reclusione e dalla fame. Non le era permesso uscire dalla sua prigione, e sentiva la mancanza della sua natura,soppressa per "il suo bene"
"Potrei ammazzarti quando voglio e soprattutto nel modo che più mi piace. Non minacciarmi. In questo momento l'unico essere inutile sei tu" accennò all'incavo della sua veste, alla mancanza del suo arto,una parte di se che Sergay le aveva strappato senza pietà. Maya drigrignò i denti , provando a placare la sua furia, ma stava impazzendo rinchiusa in quelle quattro mura. Nel buio soffocante dei sotterranei di Hogwarts . 
" E fallo allora. Provaci!" Le urlò quell'invito che Luthien assaporò , trovandolo invitante. Ma farlo avrebbe comportato conseguenze ingestibili: con la sua morte anche l'ultimo erede dei Gulabov avrebbe trovato fine ai suoi giorni. 
"Non rischio di ritrovarmi la tua famigli di sanguisuga addosso.. Faccio quel che mi dicono. Devo tenerti in vita fin quando Isey non verrà trovato." La squadra speciale Bulgara era partita in esplorazione e con loro anche Harry Potter. Non erano arrivate notizie rassicuranti e la convivenza con quella donna stava diventando ingestibile. Luthien sopportava, solo per portare a termine il piano che aveva archietettato con cura, per  10 anni.  Aveva sopportato abbastanza della sua natura, ma adesso era giunto il momento di scrollarsi di dosso quella maledizione, maledicendo qualcun'altro, che portava in se il suo stesso velenoso sangue.
" Luthien Lestrange, il burattino  .." Maya Mostrò gli affilati canini, deridendola e farlo le costò le sue mani intorno al collo, che stringevano al punto da farlo,quasi,sanguinare. 
"Non sono il burattino di nessuno. Non sai nulla, Maya! NULLA"  Era bella quanto temibile,Luthien, e Maya lo riconobbe. Gli occhi mutarono, avendo la rabbia preso il sopravvento su di lei; e la sua voce era un ringhio stridulo, strisciante...TERRIFICANTE. Soffriva, era incatenata all'inferno. Quel potere che le era stato dato le sgretolava l'animo. La presa non si allentava, non dando respiro. Ma Maya tratteneva lo sguardo, riusciva a sostenerlo senza soddisfarla: non avrebbe mostrato paura, si sarebbe fatta ammazzare piuttosto,ma non avrebbe reso noto il terrore che provava nei suoi confronti. Lei poteva ucciderli tutti,uno ad uno. Anche i Gulabov, la più antica famiglia di Vampiri, avrebbe tremato di fronte al suo cospetto. Lo sguardo, buio come quella notte, trasmetteva terrore puro. 
"Luthien lasciala..." La porta si chiuse in un tonfo alle spalle di Icaro che avanzò indisturbato in quella stanza, nonostante fosse impregnata di energia oscura. Non fu soggiogato dal male che le due donne emanavano. Sembrava immune e fu quel particolare che fece allentare la presa intorno al collo di Maya. 
"Icaro..  mio malgrado, sopravvivi a noi..." Maya si rintanò in un angolo del letto, massaggiandosi il collo con gli occhi puntati ad Icaro che avanzò ancora, fino a ritrovarsi di fronte a Luthien,completamente trasformata nell'essere mostruoso che riusciva a nascondere ogni giorno:Gli occhi erano pozzi oscuri di terrore, vene violacee si aprivano sul suo viso, e affilati canini scintillavano al chiarore della luna e la voce non possedeva nulla di umano. Demoniaca e inquetante, ma Icaro era completamente immune.
"A quanto pare, non siete forti quanto pensate." Le risa di Maya interruppero le parole di Icaro, ed entrambi si voltarono verso di lei. Scuoteva il capo e in quel suono non trasudava alcuna traccia di felicità: ma solo derisione. 
"Sei debole, quanto un umano Icaro. Ecco perché sei immuene a noi...Quanto sei patetico. Hai permesso ad una ragazzina, di strapparti via le ali. Gli ordinatori non ne saranno contenti" 
Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche,ma rimase impassibile di fronte alle accuse di Maya. Era accaduto cosi troppo in fretta,da non averne potuto prendere il controllo e impedirlo. Dominique trascorreva troppo tempo con lui, e il bacio aveva rivoluzionato ogni cosa. Gli ordinatori ormai erano usciti dalla sua vita, lasciandolo sospeso tra i due mondi: lui non era nessuno, in quel mondo di mortali e non era nessuno nel mondo dei divini. Un angelo caduto,cosi avrebbero potuto chiamarlo, un essere supremo che stava perdendo la sua essenza. E tutto per un bacio, per due occhi blu e un sorriso disarmante che ricercava ogni volta che lei le era accanto. Dominique Weasley lo aveva condannato.
"Quindi, la piccola Weasley ti ha rubato il cuore?" La finta dolcezza di Luthien era diprorevole. Si scansò al suo tocco; le mani gelide della donna gli faceva ricordare che di fronte a lui c'era un mostro, un essere di cui natura non aveva un nome: una maledetta. 
"Osa toccarmi, Lestrange e ti riduco in brandelli. " Fece scivolare la mano sull'esla del suo bastone, chiarendo le sue intenzioni. 
"Lascio che sia Dominique a farlo... Per toglierti di mezzo ti bastava una stupida ragazzina. Non affezionarti troppo. Il suo destino è incerto, come quello di molti altri" Voltò le spalle, ignorando le labbra di Icaro assottigliarsi per la rabbia. Quell'essere che stava parlando, che adesso condivideva la sua stessa aria non era Luthien Lestrange, ma solo ciò che era diventata. 
"Perché sei qui?" Ritornò alla poltrona, l'unica in quella stanza, ritornando a fissarlo con il vuoto negli occhi. Maya si liasciava i boccoli castani, ignorando entrambi. Aveva fame e voglia di uscire da quella cella e correre senza una meta...Correre da LUI. Si sentiva spezzata, senza Isey; incompleta e vuota. Sentiva il suo stesso dolore, e la sua stessa voglia di trovare pace, ma non sapeva dove fosse. Potevano patire la stessa sofferenza ma non condividerla stando vicini.
"Sono qui perché il preside Paciock vuole entrambe. Abbiamo da farvi vedere una cosa..O meglio...QUALCUNO" Entrambe sembrarono comprendere ogni cosa, nonostante Icaro non avesse aggiunto altro. Maya scattò in piedi, pronta ad uscire via e Luthien pian piano fece sfiorire il mostro che aveva preso il controllo, lasciando che i suoi occhi divenissero nuovamente cristallini, la sua voce un filo sottile e la pelle liscia e vellutata. 
Guardò entrambe, e senza aggiungere altro, voltò le spalle per lasciare la stanza, sapendo che l'avrebbero seguito senza obiezioni. Poterono percorrere i corridoi del castello indisturbati, senza il rischio che qualche studente fosse nei paraggi. Era tarda notte e dopo le notizie giunte il preside aveva attuato un metodo per tenere gli studenti nei propri letti: aveva incantato ogni sala Comune affinchè nessun studente, prefetto o matricola, avrebbe avuto la possibilità di varcarne la soglia. I corridoi dovevano essere completamente vuoti e quella sarebbe stata una lunga notte.
Il tragitto fu silenzioso,con i loro passi a spezzare l'atmosfera tombale che si respirava. C'era tensione tra loro,oltre la smania di raggiungere l'ufficio del preside. Erano servite due parole per calmare entrambe e per renderle docili. 
Salirono le scale a chiocciola con il fiato corto e il silenzio e quando la porta cigolò,spalancandosi, Luthien sentì il cuore bloccarsi: Non era come lo ricordava e non era solo. Anche l'impossibile presenza si voltò e con lui anche Isey. 
"Isey..." Il sussurro di Maya fu l'unica voce che si udì in quella stanza. Neville era appoggiato alla scrivania con lo sguardo perso nel vuoto, come se ciò che vedeva non poteva essere reale. Il Vicepreside Muller era ritto in un angolo della stanza,teso e quando incontrò lo sguardo di Luthien ne raccolse tutta la malinconica felicità. Icaro avanzò nel silenzio,accomodandosi su una delle poltrone dell'ufficio ,assistendo a tutto con un'espressione illegibile. Isey avanzò verso la sua Mecenate, la sua compagna, la sua metà. Era debole e farlo gli fu difficile, ma nulla più lo avrebbe tenuto lontano dalla sua amata, che baciò ignorando i presenti nella sala.  Le baciò le belle labbra, freddi, violacee. Gli zigomi alti, gli occhi stanchi e si abbassò verso il moncone del braccio. Ringhiò con rabbia, restando li a annusare il male che gli aveva causato quello scempio.
"Sergay morirà" le sussurrò quella promessa, sentendo le forze scivolare in lui. Formicolavano in ogni centimentro del corpo: Con Maya al suo fianco, sarebbe stato invicibile. 
Luthien restava ancora paralizzata sull'uscio della porta, ad esaminare il fantasma che aveva di fronte. Non era come lo ricordava: Aveva i capelli più lunghi, gli occhi più stanchi, ,la pelle aveva perso il suo pallore acquistando un colorito che andava nel dorato. Indossava abiti in cuoio e pelle e sulla schiena spuntava l'elsa di una spada. I muscoli delle braccia si erano sviluppati ma il suo fisico era rimasto slanciato e asciutto. Tre persone lo affiancavano, vestiti esattamente come lui,ma con particolarità che le fecero comprendere che non appartenevano alla nuvolosa e fredda Gran Bretagna: due uomini e una donna gli erano alle spalle,in silenzio. 
 Le sorrise e solo quando le sorrise, lei lo riconobbe. 
"Ciao,Luthien" La voce di Draco Malfoy non era mutata in quei 16 anni e Luthien corse ad abbracciarlo.
 



 



 
















  
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