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Autore: FedeAle1525    09/07/2014    3 recensioni
E così il momento era finalmente arrivato.
La resa dei conti, tra me e mio fratello, era giunta e stava per volgere al termine.

Come si deduce da queste poche frasi la storia è ambientata durante lo scontro decisivo tra Sasuke e Itachi.
Poco prima di morire e mentre di avvicina a suo fratello, Itachi ripensa alla sua vita.
Con questa OS ho voluto far raccontare la sua storia e i suoi sentimenti e pensieri, direttamente dal punto di vista di Itachi, perchè nel Manga/Anime non è mai successo.
La storia non è molto originale, ma la mia OS vuole essere un piccolo tributo ad un grande ninja.
Se vi ho in qualche modo incuriosito leggete pure.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Sarà per la prossima volta, Sasuke!”


E così il momento era finalmente arrivato.
La resa dei conti, tra me e mio fratello, era giunta e stava per volgere al termine.

Dopo uno scontro quasi alla pari, entrambi eravamo arrivati al limite, con una misera quantità di chakra in corpo.
Sasuke aveva appena utilizzato la sua tecnica Kirin, per darmi il colpo di grazia e io, con quella poca quantità di chakra che mi era rimasta, decisi di attivare il Susanoo per difendermi e sferrargli l’attacco finale, o almeno questo era quello che doveva sembrare.
Lui per difendersi attivò il segno maledetto che aveva sul collo, grazie al morso di Orochimaru, e si trasformò.

Itachi: “Sei davvero … diventato forte Sasuke! Questa volta … ti farò vedere il mio ultimo asso nella manica! Susanoo!”
Sasuke: “Susanoo!?”
Itachi: “Lo Tsukuyomi e l’Amaterasu. Quando quel giorno si risvegliarono nei miei occhi, nacque anche un altro jutsu. Sasuke, hai finito con i tuoi jutsu? Se hai qualche altro asso nella manica, ti consiglio di non nasconderlo. D’ora in poi si fa sul serio.”

Completai la trasformazione del Susanoo e vidi Sasuke impallidire e provare terrore di fronte a esso.
Decisi di provocarlo per convincerlo ad attaccarmi.
Doveva sembrare un vero scontro tra fratelli che provano odio reciproco l’un l’altro, solo così Sasuke avrebbe usato la sua vera forza per attaccarmi.
E poi lui doveva ancora fare la sua comparsa, e sapevo che mettendolo alle strette, non si sarebbe fatto attendere.

Itachi: “Cosa c’è? Non hai più chakra ed hai finito le opzioni?”
Sasuke: “Cosa!?”

Come avevo previsto, con Sasuke ormai allo stremo, il chakra che lo teneva sigillato dentro al suo corpo svanì facendolo venire allo scoperto.
Dalla sua spalla fuoriuscì l’Idra di Orochimaru, e con essa anche lui, pronto per fare la sua mossa: impossessarsi del corpo di Sasuke e quindi dello Sharingan tanto ambito, ma prima avrebbe dovuto vedersela con il sottoscritto.
Cominciai a decapitare le teste dell’idra con la mia spada ed a parare i suoi attacchi grazie alla scudo, quando ormai rimase solo una testa ancora intatta, Orochimaru decise di fare la sua comparsa fuoriuscendo da quest’ultima, per attuare il suo piano.

Itachi: “Finalmente ti fai vedere!”
Orochimaru: “Ecco! Era questo che stavo aspettando! Grazie a te il chakra di Sasuke-kun che mi reprimeva è sparito! Questa è la mia occasione per prendere possesso del suo corpo e …”

Non lo feci terminare e lo colpii dritto al petto con la mia spada.
Non avevo tempo da perdere, dovevo concludere lo scontro con mio fratello prima che il mio corpo si fosse arreso alla malattia. Sasuke doveva compiere la sua vendetta.
Intravidi un’espressione di disappunto sul suo volto, convinto che il mio attacco non gli avesse fatto nulla, ma quando la mia spada cominciò a sigillarlo dovette ricredersi.
Lo avevo colpito con la Spada di Totsuka, in grado di sigillare qualsiasi cosa che essa avesse trafitto perché intrappolata in un genjutsu per l’eternità.

Itachi: “Ecco fatto Sasuke!”

Come temevo la malattia peggiorò dopo l’ultimo attacco e stava indebolendo il mio corpo sempre più.
Dovevo affrettarmi a compiere la mia missione per cui avevo aspettato tanto.

Itachi: “Ora i tuoi occhi sono miei! Farò in modo di estrarli molto lentamente!”

La malattia peggiorò a tal punto che per qualche secondo fui costretto ad accasciarmi e Sasuke ne approfittò per lanciarmi una carta bomba, credendo di colpirmi.
Riuscii ad alzarmi e a tenere attivato il Susanoo così da potermi avvicinare a Sasuke.
Iniziai la mia camminata per raggiungerlo, ma Sasuke, ormai allo stremo e completamente in balia del terrore, si allontanava ad ogni mio passo in più.
Non potevo permettermi di cedere adesso, dovevo resistere e riuscire a passargli quel potere.

Durante il mio tentativo di avvicinare Sasuke, però, non potei fare a meno di pensare a tutto ciò che era successo fino ad allora.
La fine di questo incontro avrebbe segnato anche la fine della mia vita, e la mia mente si perse nei ricordi.
Tutto ebbe inizio con mio ingresso negli Anbu.


Inizio Flashback

Per le mie doti eccelse, mostrate sin da bambino, l’Hokage non impiegò molto tempo a convocarmi per farmi entrare negli Anbu.
Non potei rifiutare visto che era l’Hokage in persona a chiedermelo e visto che serviva per proteggere il Villaggio, così all’età di 12 anni mi ritrovai già arruolato nella Squadra Speciale Anbu.
Durante il mio periodo negli Anbu, tra Konoha e il mio Clan scoppiarono dei dissapori provocati dal fatto che gli Uchiha erano stati trasferiti ai margini del Villaggio dove era stato fatto costruire il quartiere generale della Polizia, di cui loro erano i componenti.
Questo gesto venne visto dal mio Clan come un affronto e come un pretesto per allontanarli dal Villaggio e liberarsi di loro definitivamente.
L’Hokage e il capo degli Anbu, Danzo, mi convocarono e mi chiesero di spiare le mosse del clan, temendo una rivolta da parte di quest’ultimo, così mi ritrovai tra due fuochi.
Dovetti scegliere da che parte schierarmi, se stare dalla parte del mio Clan, non riferendo nulla al Villaggio, oppure se appoggiare il Villaggio rivelandogli le prossime mosse degli Uchiha.
Dopo aver assistito alla crudeltà della Terza Guerra divenni un pacifista devoto a Konoha, non avrei mai permesso che situazioni del genere si fossero ripetute, anche se questo significava tradire il mio Clan.
La mia decisione, quindi, cadde sul Villaggio e così diventai una spia.
Qualche giorno più tardi, però, mio padre mi fece la stessa proposta, non potei rifiutare per non destare sospetti, così mi ritrovai a dover interpretare il ruolo di una spia doppiogiochista.

Nei giorni seguenti potei constatare con i miei occhi e le mie orecchie che i sospetti dell’Hokage e di Danzo erano fondati: il clan Uchiha stava organizzando un colpo di Stato contro Konoha per prendere il controllo del Villaggio. E mio padre capo della Polizia, assumeva lo stesso ruolo pure in questa circostanza.

Il mio migliore amico Shisui, anch’egli membro degli Anbu, si accorse di tutto prima di me e tentò di risolvere le cose per conto suo, così organizzò un incontro per riferirmi i dettagli.
Ci incontrammo in un luogo appartato, all’interno della foresta, per essere sicuri di non essere osservati da occhi indiscreti.

Shisui: “Quando ho provato a fermare il colpo di Stato usando Kotoamatsukami, Danzo mi ha rubato l’occhio destro. Non si fida di me e così ho deciso di proteggere il Villaggio per conto mio. Probabilmente il suo obbiettivo è quello di impossessarsi anche del mio occhio sinistro, perciò voglio darlo a te prima che questo accada.”

Si strappò l’occhio con la sua mano sinistra e me lo porse.

La tecnica oculare di Shisui è in grado di controllare le menti di chi viene colpito, senza che egli se ne accorga, facendogli cambiare completamente carattere o facendogli fare ciò che si desidera.
Sarebbe stata la soluzione perfetta per impedire il colpo di Stato, ma fu evidente che Danzo voleva impedire una soluzione tanto facile.
Con questo potere nella mani Danzo, divenne un pericolo ancora maggiore per il Villaggio, per questo Shisui decise di donare a me l’altro occhio. Si fidava di me e sapeva che lo avrei utilizzato solo per il bene del Villaggio.

Shisui: “Tu sei il mio migliore amico, l’unica persona a cui posso chiederlo … ti prego proteggi il Villaggio e il nome degli Uchiha.”

L’obbiettivo di entrami era lo stesso, proteggere il Villaggio, perciò non potei rifiutare e accettai il suo dono.
Subito dopo però indietreggiò, avvicinandosi al precipizio, e quando arrivò sul bordò non esitò a lascarsi cadere nel vuoto.
Il piano di Shisui comprendeva anche un altro obbiettivo, che io compresi solo dopo quel gesto.
Sapeva benissimo che per proteggere il Villaggio avevo bisogno di più potere e più precisamente di acquisire Mangekyou Sharingan, lo stadio più avanzato dello Sharingan.
Il metodo più veloce per acquisirlo era perdere una persona cara, così facendo l’affetto provato in quella persona si trasformava odio, che avrebbe stimolato le cellule oculari e risvegliato lo Sharingan.
Shisui decise di sacrificarsi per farmi acquisire questo potere.
Cercai di fermalo non appena lo ebbi capito, ma fu troppo tardi.

Svolsi il mio ruolo di spia e riferii, all’Hokage e al resto dei consiglieri, i piani degli Uchiha.

Venni convocato da Danzo, in privato, che, per evitare che tra Konoha e Uchiha scoppiasse una guerra, mi ordinò di sistemare la faccenda dall’interno sterminando il mio Clan e bloccando la rivolta sul nascere.
Ero l’unica persona in grado di compiere questa “missione”, l’unica persona di cui il Villaggio si fidava e in grado di terminare l’incarico senza creare troppo scompiglio.
Fui di nuovo costretto a scegliere da che parte schierarmi, ma sta volta la posta in gioco era più alta.
Dovetti scegliere tra il mio Clan, e appoggiare una rivolta che avrebbe portato ad una guerra e quindi ad una carneficina, oppure schierarmi dalla parte del Villaggio e fermare la rivolta così da poter mantenere la pace all’interno di esso.
Avrei dovuto uccidere con le mie stesse mani i miei amici, i miei genitori, la persona che amavo, ma per mantenere la pace ero disposto a tutto.
Solo una persona, però, non sarei mai riuscito ad uccidere perché per me contava più della mia stessa vita: mio fratello minore Sasuke.
Fin da quando era piccolo mi sono sempre preso cura di lui crescendolo e allenandolo, non avrei mai potuto spezzare la sua giovane vita, ancora piena di aspettative.
Anche se con quel gesto, che avrei dovuto compiere, gli avrei procurato un dolore talmente forte che avrebbe trasformato la profonda stima che aveva nei miei confronti, in odio e vendetta verso suo fratello maggiore. Ma ero disposto a correre questo rischio pur di sapere che fosse vivo.

Quello stesso giorno, dopo essere stato convocato da Danzo, mi recai dall’Hokage in persona per riferirgli la mia decisione.
Avrei sterminato il mio clan e mantenuto la pace all’interno di Konoha, ma solo ad una condizione: mio fratello, ormai rimasto l’unico sopravvissuto del clan Uchiha, non avrebbe mai dovuto sapere nulla di questa storia e avrebbe continuato ad avere una vita, da normale ninja, all’interno del Villaggio.
L’Hokage accettò la mia proposta. Anche se in quei giorni aveva tentato di avere dei rapporti con gli Uchiha per trovare un accordo, capì che ormai era troppo tardi e mi lasciò agire senza opporsi.

L’incarico che dovevo compiere, però, era troppo impegnativo da svolgere per un ninja solo, perciò dovetti cercare un alleato.
Avevo bisogno di una persona abile, disposta a sporcarsi le mani e che avesse dei conti in sospeso con il clan, tanto da volerlo sterminare.
Solo una persona corrispondeva a tale descrizione: Uchiha Madara.
Scoprii che era sopravvissuto allo scontro con il Primo Hokage e che si nascondeva nei pressi del Villaggio pronto a compiere la sua mossa.
Provava dei risentimenti verso il proprio clan che lo aveva rinnegato perché contrario alla sua idea di ribellarsi alla nomina del Primo Hokage, all’epoca della fondazione del Villaggio, perciò non fu difficile convincerlo a collaborare.
Questi risentimenti, però, non erano rivolti solo verso gli Uchiha, ma anche verso il Villaggio, che all’epoca della fondazione non lo aveva eletto Hokage, perciò scesi a patti con lui solo posta una precisa condizione: dopo aver compiuto la nostra missione non si sarebbe dovuto avvicinare per nessun motivo al Villaggio, evitando di attaccarlo in futuro, e non si sarebbe nemmeno dovuto avvicinare a mio fratello.

Finiti i preparativi, e dopo aver messo al sicuro il Villaggio e mio fratello da futuri pericoli, potei dedicarmi al mio incarico senza preoccupazioni.

Aspettai che la sera prima di agire, così ognuno si sarebbe ritrovato nella propria abitazione.
Grazie all’aiuto di Madara, in pochi minuti, quasi tutti i membri del clan furono uccisi e io mi avviai verso la casa che, per mia volontà, avevo lasciato per ultima: la mia.

Durante il tragitto vidi Sasuke dirigersi verso casa, perciò decisi di agire in fretta, almeno non mi avrebbe visto compiere quel gesto.
Sapevo che quella sarebbe stata l’ultima notte in cui avrei potuto vederlo senza che lui mi odiasse.
Avrei voluto dirgli parecchie cose, quanto gli volessi bene o quanto fossi fiero di lui, ma ormai era troppo tardi.
Io avevo scelto la mia strada e dovevo percorrerla fino in fondo.

Appena varcai la porta di casa, vidi i miei genitori al centro della stanza in ginocchio e con la testa bassa.
Era come se sapessero tutto e stessero aspettando l’ora della loro esecuzione da parte mia.
Mi appostai dietro di loro, ma, prima che potessi agire, mio padre aprì bocca per lasciarmi un ultimo messaggio.

Fugaku: “Capisco, quindi ti sei schierato con loro …”
Itachi: “Padre, madre … io …”
Mikoto: “Lo sappiamo Itachi!”
Fugaku: “Itachi promettimi che ti prenderai cura di Sasuke.”

Mio padre, come del resto mia madre, sapeva benissimo che non avrei mai potuto uccidere Sasuke e che, anche se da quel giorno in poi sarei diventato un Nukenin del Villaggio della Foglia, mi sarei preso cura di lui da lontano. Dopo tutto quello che avevo fatto, loro si fidavano ancora di me.
Non resistetti.
Prima di quel momento avevo cercato di essere forte, rispecchiando la mia fama di ninja freddo e risoluto, di reprimere le mie emozioni per non farle interferire col mio incarico, ma proprio lì cedetti.
Avevo accumulato troppo peso sulle spalle senza potermi confidare con qualcuno.
Avevo sofferto da solo per troppo tempo, e così scoppiai in un pianto liberatorio.

Itachi: “Lo farò!”

Impugnai l’arma, impregnata del sangue di altri membri del clan, pronto per farci scorrere sopra anche quello di mio padre e di mia madre, ma ebbi un momento di esitazione.
Erano pur sempre i miei genitori e io avrei dovuto ucciderli a sangue freddo.
Accorgendosi di ciò mio padre ne approfittò per dire, quelle che sarebbero state, le sue ultime parole rivolte al suo figlio maggiore.

Fugaku: “Non esitare, è questa la via che hai scelto. La nostra sofferenza durerà un istante a differenza della tua. Abbiamo scelto sentieri diversi, ma io sono ancora fiero di te … . Sei davvero un ragazzo gentile.”

Mentre mio padre pronunciava quelle parole continuai a piangere.
In un momento simile, sentirmi dire quelle parole fu come se, in parte, mi fossi liberato di un grosso peso che mi opprimeva da giorni.
Qualcuno mi aveva capito ed era come se mi avesse appoggiato in quella scelta, ma a quella sensazione liberatoria, subito dopo, si contrappose un gran senso di colpa e un dolore immenso.
In fondo sapevo che, anche se avevo ottenuto l’approvazione dei miei genitori per ciò che avevo fatto, nulla avrebbe cancellato quella notte e avrei dovuto fare i conti per tutta la vita con questo fardello.
Piansi talmente tanto che le mie lacrime andarono a bagnare entrambe le mani che, per darmi più forza, avevano impugnato l’arma e piansi talmente forte che iniziai a tremare, ma dovetti finire ciò che avevo iniziato.

A gesto compiuto fece il suo ingresso nella stanza Sasuke urlando in preda al panico.
Molto probabilmente, percorrendo la via di casa, si accorse dei corpi degli altri membri del Clan e vedendomi lì in piedi, senza minimamente sospettare di me, mi chiese cosa fosse successo e chi avesse fato tutto ciò.
Io usai su di lui il mio Mangekyou Sharingan, per fargli vedere ciò che era successo e per fargli comprendere la situazione.
Ovviamente ciò che gli toccò vedere, si rivelò un incubo e iniziò ad urlare implorando di smettere e così feci.

Sasuke: “Perché? Perché Nii-san?”

Non potei dirgli la verità, lo avrebbe fatto soffrire ancora di più e lo avrebbe messo davanti ad una scelta che volevo evitare che si porgesse.
Avendo saputo la verità avrebbe dovuto scegliere se continuare a proteggere il Villaggio, oppure di attaccarlo per vendicarsi di suo fratello maggiore.
Non sapendo che strada avrebbe preso preferii non rivelargli nulla.
Gli avrei fatto credere di aver compiuto quel gesto solo per testare le sue capacità e per renderlo il rivale di cui avevo bisogno per migliorare le mie capacità, così almeno avrebbe odiato solo me e avrebbe riversato il suo odio solo nei miei confronti, sarebbe diventato più forte per vendicarsi e un giorno sarebbe stato in grado di proteggere il Villaggio.

Itachi: “Per metterti alla prova.”
Sasuke: “Non capisco … Solo per quello … hai ucciso tutti quanti?”
Itachi: “Era necessario.”
Sasuke: “E’ una bugia! Non sei tu, Nii-san! Perché …”
Itachi: “Ho agito da fratello maggiore, come volevi, per misurare le tue capacità. Diventerai il rivale di cui ho bisogno per misurare nuovamente le mie capacità. Hai quel potenziale. Sei invidioso di me e mi odi. Cerchi sempre di superarmi. E per questo, ti lascerò vivere per il mio bene. Come me, tu risveglierai il potere del Mangekyou Sharingan. Però, c’è una condizione. Dovrai uccidere … il tuo migliore amico. Come ho fatto io.”
Sasuke: “Quindi Nii-san … hai ucciso tu Shisui-san?”
Itachi: “E come risultato ho ottenuto questi occhi. Se risveglierai il Mangekyou Sharingan, incluso me, ci saranno tre persone a possederlo. E allora … avrà avuto un senso lasciarti in vita. Non servirebbe a niente ucciderti adesso. Stolto fratellino … se desideri uccidermi portarmi rancore, odiami, e vivi una vita sgradevole. Scappa e continua a scappare. Ed aggrappati alla vita. Poi un giorno, quando avrai i miei stessi occhi, vieni da me!”

Me ne andai lasciando Sasuke al suo destino.
Sapevo che non sarebbe rimasto solo visto che l’Hokage in persona si sarebbe preso cura di lui.
Avrebbe fatto ciò che gli ho detto, quindi fui sicuro che quella non fosse l’ultima volta che lo avrei rivisto.
In cuor mio sperai che quando fosse arrivato quel giorno lui sarebbe diventato abbastanza forte da battermi.

Un’ultima cosa mi restava da fare, ora che ero diventato un Nukenin del Villaggio della Foglia.
Un’organizzazione di mercenari, composta dai Nukenin di vari Villaggi, aveva acquisito una certa fama, soprattutto per il suo piano di cattura di tutti i Bijuu.
Questa organizzazione, che prende il nome di Akatsuki, aveva già fatto la sua mossa e prima o poi sarebbe arrivata al Villaggio della Foglia alla ricerca del Kyuubi. Dovevo fermarli.
Così mi recai dal loro capo e richiesi di poter entrarne a far parte, visti i miei precedenti, non ottenni un rifiuto, ma ad una condizione: l’Akatsuki non si sarebbe dovuta avvicinare al Villaggio finché io ne facevo parte.

Con il Villaggio e mio fratello al sicuro, continuai a vivere la mia vita nell’Akatsuki, attendo il giorno della resa dei conti con mio fratello.


Fine Flashback

Avevo atteso tutta la vita questo momento e mi fece piacere constatare con i miei occhi che, dopotutto, mio fratello era davvero diventato forte, anche se per far ciò aveva perso la retta via.
Fui sicuro, però, che un giorno l’avrebbe ritrovata, perché durante la mia esistenza avevo avuto modo di incontrare di persona Naruto Uzumaki.
Considerava Sasuke, più che un amico, un fratello, e quando lo incontrai potei constatare la sua determinazione nel voler riportar mio fratello al Villaggio, così decisi di lasciare a lui questo compito.
Per essere sicuro però che il suo piano andasse a buon fine, durante il nostro ultimo incontro gli ho donato l’occhio di Shisui nascondendolo in un corvo all’interno del suo corpo, così il giorno in cui Naruto e Sasuke si sarebbero rincontrati la Kotoamatsukami avrebbe fatto il suo dovere.

Continuai ad avvicinarmi a mio fratello, che ormai era arrivato ad un bivio e si reggeva ad un muro.
Sollevi il mio braccio sinistro e continuai ad avanzare.
Vidi sul volto di mio fratello il terrore.
Ormai era messo alle strette e vedendo la mia mano avvicinarsi temeva che gli avrei strappato gli occhi come volli fargli credere.
Fui sempre più vicino fino a quando, non appena arrivai all’altezza degli occhi, cambiai direzione col braccio per colpirgli la fronte.
Era fatta, ero riuscito a passargli l’Amaterasu che lo avrebbe protetto da coloro che, dopo la mia morte, erano intenzionati a rivelargli tutto.

Dopo aver compito la mia missione, ormai sfinito mi lascai cadere al fianco di mio fratello, ma non prima di avergli lasciato un ultimo messaggio.

Itachi: “Mi dispiace Sasuke, non ci sarà una prossima volta!”

Volli lascarlo con quella frase che richiamava i tempi in cui ci allenavamo insieme.
A causa delle mie continue missioni, molto spesso, mi ritrovavo costretto a rimandare di volta in volta gli incontri con Sasuke.
Lo stesso accadde pochi giorni prima a quella fatidica notte.
Gli avevo mentito, perché sapevo benissimo che non avrei mai potuto trovare il tempo in un futuro, ma non potei fare altrimenti.
Con questo volli fargli capire che non mi era scordato di lui e che, anche se ai suoi occhi ero diventato un pessimo fratello maggiore, per me lui rimaneva il mio stolto fratellino di cui prendermi cura.

Caddi accanto ai piedi di mio fratello, finalmente col sorriso sulle labbra, perché ero riuscito a compiere tutto ciò che mi ero prefissato da quel giorno e fu come se mi fossi liberato da un enorme peso che mi opprimeva da anni.




ANGOLO DELL’AUTRICE

Ciao a tutti!! ;)
Inizio col dire che questa è la mia prima OS, perciò non sarà perfetta!! ^^’ Spero col tempo di migliorare!! ;)

Magari alcuni di voi che leggeranno questa OS seguono anche la mia ff su Gaara!!! ;)
So che avrei dovuto sfornare un nuovo cappy, ma ho avuto l’ispirazione su Itachi che continuava a martellarmi in testa!! ^^’ Quindi ho dovuto buttarla giù!! :p
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma garantisco che il prossimo capitolo che pubblicherò sarà il continuo di GaaraxMiki!! ;)
Ma adesso torniamo alla OS!! :p
La storia non è originale, anzi, non lo è per nulla visto che racconto solo la storia di Itachi dal suo punto di vista!! :p Ma, come ho scritto nell’introduzione, questa OS vuole essere un piccolo tributo ad un grande ninja!! ^^

Trovo che tutto ciò che Itachi ha fatto, sia durante la sua vita e sia dopo la sua morte, sia qualcosa di straordinario e così ho voluto rendergli omaggio!! ;)
Masashi ha fatto raccontare la sua storia ad altri e non ci ha mai detto esplicitamente i suoi sentimenti, così ho cercato di farlo io attraverso questa OS!! ^^

Spero si sia capito e che vi sia piaciuto!! ;)

Vi ringrazio per aver letto la mia OS!! ^^

Alla prossima!! ;)

Un bacio!! *-*
  
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