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Autore: dasolaconte    09/07/2014    0 recensioni
'Maybe someday
we'll get our chance.'
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OUR CHANCE





Maybe someday
we'll get our chance.






 


"Non possiamo stare insieme." le disse, abbassando lo sguardo.
"Perché no?" ormai stava già piangendo, era distrutta. Perché lui non voleva stare con lei? Perché? Dopo tutto l'amava.
"Sei un codardo." aggiunse, gridando, battendo le mani sul suo petto. La fermò.
"Hai ragione, sono un codardo, e non ti merito anche per questo."
"Perché dici di non meritarmi? E' una scusa, non lo è?"
fece una pausa. "Guarda in faccia la realtà, tu mi ami, ma non hai il coraggio di stare con me."
Lui rimaneva in silenzio, non le diceva nulla, non la guardava nemmeno. Non ce la faceva. Non riusciva a guardare quegl'occhi pieni di lacrime. Non riusciva a guardare le sue mani tremare. Si era lasciata cadere al suolo, ai suoi piedi.
"Io non sono pronta a lasciarti andare."
Prese un respiro, le doveva una risposta.
"Nemmeno io sono pronto a lasciarti andare."
"Non lo fare."
"Lasciami finire."
sospirò, gli pizzicavano gli occhi. "Non possiamo stare insieme. Io devo partire. Me ne andrò. Per cinque mesi."
"Cinque mesi sono pochi se mi ami."

Non poteva dirle nulla, sapeva che lei aveva ragione, ma non ce la faceva.
Non ce la faceva a pensare al fatto che l'avrebbe sentita così lontana da sé. Sapeva che nonostante la separazione le sarebbe mancata allo stesso modo. Ma pensava e sperava che così facendo la cosa sarebbe stata più sopportabile.
Magari se lei l'avesse odiato lui non si sarebbe fatto troppi problemi.
"Vai." distolse lo sguardo "Se è questo che veramente vuoi, vai. Ti ho chiesto di restare, e sapevi l'avrei fatto una sola volta. Adesso vai. Vai e non ti voltare. Sai cosa? Sopravviverò anche senza di te, come ho fatto tutti questi anni. Ma non riuscirò ad odiarti, perché dopo tutto ti amo. Ma non ti voltare, se decidi di uscire da quella porta. Non riuscirei a guardare i tuoi occhi sparire."
Le diede le spalle e fece una pausa quando strinse la maniglia nella mano. Riflettando su quello che stava per fare, scosse la testa ed aprì la porta.
"Magari un giorno otterremo la nostra opportunità." 
E la porta si chiuse.
Lei era ancora lì a terra, contro la parete. Immobile, soffocando tra le sue stesse lacrime. Fissava la porta che Zayn si era chiuso alle spalle.
Non sapeva cosa pensare, cosa chiedersi, cosa fare. Non sapeva nemmeno se chiedersi il perché.
Evidentemente lui aveva preferito inseguire il suo sogno, che stare con lei. E lei si sentiva così egoista... Si sentiva male all'idea di essere così meschia da non volerlo lasciare andare. Ma pensava semplicemente fosse umano.
Dai, chi avrebbe lasciato andare la persona che amava tranquillamente solo perché voleva inseguire il suo sogno?
Lei no.
Lei non lo permetteva,  meglio, lo aveva appena permesso, ma non lo accettava.
Pensava che forse doveva nutrire un po' di rabbia nei suoi confronti, ma non ci riusciva, cercava di capirlo in qualsiasi modo le fosse possibile.
Sapeva che doveva fare a meno di lui, sapeva che non poteva dipenderne, doveva rimboccarsi le maniche e cercare di andare avanti.
Anche col cuore spezzato, a nessuno sarebbe importato.
Nei giorni che passavano, lei controllava sempre la loro chat, sperando che lui le scrivesse, che magari le dicesse 'ehi sono stato un coglione, ti prego torna.' ma nulla. Nemmeno una chiamata. Niente di niente.
Nelle settimane che passavano nel suo petto stava il vuoto, niente a feriva, niente la rendeva felice. Ma lui le mancava.
Nei mesi che passavano lei aveva iniziato a farsene una ragione, che lui se ne era andato, che non sarebbe tornato da lei. Che magari l'aveva dimenticata. Che magari non l'amava più. Aveva fatto l'abitudine al letto che sembrava più grande. Controllava la loro chat raramente. Non si aspettava sue telefonate. Ma dormiva ancora con la sua t-shirt e poteva giurare che a volte sentiva il suo odore, quando si rigirava nel letto col sonno leggero, o quando di notte non riusciva a dormire per i suoi pensieri, che a volte, involontariamente la portavano a lui.
Sapeva di non averlo dimenticato completamente, ma per lo meno si era abiutata alla sua assenza. Alla mattina preparava una caffettiera singola, solo per lei, perché logicamente lui non l'avrebbe bevuto.
Sapeva che di lì a poco lui avrebbe fatto ritorno, e non sapeva ancora come si sarebbe comportata. Erano passati quattro mesi. Solo un mese al suo ritorno.
Chissà com'era Parigi, aveva detto che ce l'avrebbe portata, che sarebbero andati insieme, invece ci è andato da solo.
Per il suo sogno, giusto.
Una mattina lei uscì di casa, faceva abbastanza freddo e quindi si stringeva nel suo maglione azzurro, abbastanza largo e sformato, un po' vecchio, ma era il suo preferito.
Camminava sul marciapiede, tranquilla, testa bassa. Stava andando alla caffetteria a prendersi una brioches.
Appena entrata subito il profumo di caffé e dolci pervase i suoi sensi. Le caffetterie di mattina erano una delle cose più belle del mondo; erano intime, tranquille, rilassanti.
Si sedette al tavolo e quando la proprietaria la vide le sorrise e le portò la sua solita brioches. Ormai la conosceva, era una cliente abituale, andava lì da anni e sapeva perfettamente cosa voleva.
Quando la ragazza abbassò lo sguardo sulla sua brioches non fece a meno di notare un giornale sul bordo del tavolo, era un po' stropicciato. Un titolo catturò la sua attenzione 'Zayn Malik nuova promessa dell'arte'. 
Si sentì mancare.
Proprio ora che se n'era fatta una ragione.
Continuò a leggere, realizzando che lui aveva realizzato il suo sogno, l'articolo diceva che lui, nonostante la sua giovane età, era riuscito a conquistare i critici, e che di lì a poco avrebbe allestito una mostra, proprio lì a Parigi.
Si guardò intorno, e strappò l'articolo.
Tornò a casa turbata, ma comunque contenta per lui, per il suo successo.
Fece una foto all'articolo col suo cellulare, e quasi senza pensare la mandò a Zayn con tanto di congratulazioni.
Dopotutto, poteva benissimo scrivergli, voleva complimentarsi e l'aveva fatto.
Il cuore di Zayn sobbalzò alla vista del messaggio. Non tanto per ciò che conteneva, ma tanto per il mittente.
Non sapeva cosa rispondere.
Grazie col cuore? No. Forse il cuore era meglio evitarlo.
Grazie con la faccina? Proprio no, sembra una presa per il culo.
Grazie col punto fermo? Manno, poi sembra troppo duro.
Facciamo grazie e basta.
Invio.
Lei non rispose.
Aver trovato quell'articolo la fece sentire strana. Come se stesse fluttuando su una nuvola, non si sentiva più al mondo. Non si sentiva proprio.
E Zayn, poteva dire quello che voleva, poteva fare il duro con gli amici, dicendo che non gli importa, ma c'era una sola verità.
Che lei gli mancava da morire, e ne era consapevole.
Il suo sogno era ormai realizzato, la mostra era allestita, i critici lo apprezzavano, aveva molti acquirenti.
Era soddisfatto, ma non felice. Immaginate il perché.
I suoi cinque mesi di permanenza a Parigi erano ormai finiti ed era quasi pronto a ritornare a casa.
Quasi perché non sapeva cosa avrebbe trovato una volta tornato.
O se l'avrebbe trovata.
S'imbarcò, il volo durava poco, troppo poco per permettergli di pensare lucidamente a quello che avrebbe potuto trovare.
Quando scese era un po' intontito, nell'aeroporto si guardava intorno, in cerca di qualcuno di famigliare. Ma riconubbe solo una maglia.
La sua maglia. La maglia che aveva lasciato alla sua amata.
Lei lo stava guardando, le luccicavano gli occhi.
Le corse in contro e senza pensarci l'abbracciò, e la sentì singhiozzare nelle sue braccia, segno che quelle lacrime le aveva tenute dentro troppo a lungo.
"Sei uno stronzo." disse tra i singhiozzi.
"Ti amo."
E la baciò, senza lasciarla parlare, senza lasciarla pensare a quello che stava accadendo.
"Ti amo anch'io" sussurrò una volta libera.
"Ho ottenuto la mia opportunità?" le disse sorridendo.
"Penso di sì." lo baciò, quasi per assicurarsi che questa volta non se ne andasse, per assicurarsi che questa volta non la lasciasse sola.

 


Uauauaua come sono romantica.
Gl'incontri negli aeroporti sono sempre i migliori, già già.
Comuunque, non riesco a fare una OS che non abbia almeno un accenno di malinconia Hahah, però almeno in questa non ho fatto morire nessuno.
Vabhe, spero vi piaccia.
Recensite, voglio sapere cosa ne pensate.

 
  
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