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Autore: Richi    10/07/2014    1 recensioni
"Così distanti, eppure così maledettamente vicini.
Il battito dei nostri cuori che accelerava.
Eravamo rimasti noi.
Noi che eravamo il mondo.
Noi e i nostri battiti all'unisono."
Genere: Commedia, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Guerriera

 
Cristina
Lottare.
Era questo tutto ciò che era rimasto nella mia vita.
Lottare per sopravvivere.
Lottare contro le proprie emozioni, contro i propri dolori, contro le proprie paure.
Lottare, e poi?
Cosa sarebbe rimasto nel mentre?
Era passata una settimana da quando quel ragazzo mi aveva rivolto la parola. Era strano, non ci ero abituata.
Una persona che era sembrata davvero preoccupata per me, avrei dovuto crederci?
Odiavo illudermi. Odiavo la sensazione di aver creato un muro formato da mattoni ricchi di speranze e sogni che ben presto si sarebbero frantumati in mille pezzi, e alla fine chi si sarebbe fatta male? La sottoscritta.
Come sempre.
Le urla dei miei genitori che litigavano mi raggiunsero alla mente, nella nostra palazzina erano ormai consuete e gli appartamenti vicini non ci facevano più caso da anni.
Guardai fuori dal finestrino dell’autobus e vidi il cielo ormai scuro.
A differenza di come la potevano pensare gli altri io amavo il buio. Mi piaceva perché nessuno poteva vederti in quella circostanza, nessuno poteva giudicarti non sapendo chi tu fossi, non potendoti vedere. Quando non c'era luce mi sentivo a mio agio perché era come se non ci fossi. Amavo quella sensazione.
Aprii un vecchio foglio che portavo sempre in tasca, lì c'erano disegnati un papà e una mamma mano nella mano e vicini una ragazza e una bambina sorridenti, il tutto circondato da tanti cuoricini.
Mi spezzava il cuore vedere come immaginavo da piccola il mio futuro. Non speravo in grandi cose, a me sarebbe bastato stare con la mia famiglia e sarei stata una delle bambine più felici al mondo. E sapevo che vedere i miei genitori amarsi sarebbe stato uno dei regali più belli. E difatti a nove anni feci una lettera a Babbo Natale dove chiedevo di esaudire ciò, e che sarei stata disposta ad avere come unico regalo solo quello.
E invece mi ritrovavo sola.
Mia sorella che quattro anni prima era scappata via e i miei genitori che a mesi si sarebbero divorziati.
Sola.
I miei genitori erano troppo impegnati, troppo egoisti per chiedermi come stessi o come avrei potuto prendere la cosa. 'Non sono affari che ti riguardano Cristina!' era l'unica cosa che mi sentivo dire.
A scuola non aprivo bocca con nessuno, oltre al fatto che mi sembrava stupido e da egoista affliggere le altre persone dei miei problemi e oltretutto avevo anche paura.
Paura di espormi così tanto con una persona raccontando cose che per me erano davvero intime.
Eppure sin dal primo giorno di liceo avevo notato Alessandro, a quanto dietro tutta quella sicurezza si celasse la timidezza, la paura. Mi era da subito piaciuto. Come amico ovvio, meglio essere chiari.
Si vedeva da lontano un miglio che fosse gay, e a queste cose ci facevo caso, mentre sembrava che gli altri non si accorgessero di nulla.
Per un momento, due anni fa, avevo anche pensato di parlarci, mi sembrava un tipo che, non so come, ma avrebbe trovato il modo di aiutarmi ad andare avanti, ma poi scacciai l’idea per le stesse paure che mi affliggevano da ormai anni.
Molti ricordi, intanto, erano ormai sbiaditi nella mia mente perché così facevano meno male.
Eppure da piccola ero una di quelle bambine che amavano sorridere, che amavano i prati e che amavano le orchidee.
Ero una di quelle bambine che, sopratutto, amava i colori.
I colori della vita, i colori della natura.
Rosso era amore, blu era mare, giallo era il sole, celeste era il cielo e potevo andare avanti all'infinito.
La mia vita invece in quel momento si era trasformata in bianco e nero.
Era diventata un unico miscuglio grigiastro.
Nulla aveva più colore.
E la sfumatura che mi mancava di più era il verde.
Il verde speranza.
 
Alessandro
Era passata una settimana da quando avevamo cominciato a sentirci io e Francesco, il che era meraviglioso. Non c’era stato un giorno in cui non ci eravamo parlati. Dialogare con lui rendeva anche le cose più stupide interessanti.
La cosa più bella era che quel nostro rapporto era nel periodo del ‘me ne frego degli altri perché al momento voglio conoscere te e voglio stare solo con te. Non so quanto sarebbe durato ma amavo quella sensazione.
Eppure avevo ancora paura. Non dovevo crederci. Non dovevo espormi così tanto.
Lui non avrebbe mai potuto provare nulla, stiamo scherzando? Francesco Zagaria non avrebbe mai potuto provare attrazione per un maschio. Mai. Dovevo inculcarmelo nella testa.
 
-
 
Era ormai calato il sole e guardavo dalla mia stanza il tramonto mentre tenevo i libri ancora aperti sulla mia scrivania. I compiti non volevano proprio finire. Quel giorno Francesco non mi aveva  inviato ancora alcun messaggio, ero preoccupato. O forse no, che sciocchezze non avrei dovuto esserlo. ‘Francesco è un semplice amico continuai a ripetermi tra me e me.
Quando mia madre urlò.
- Ale un certo Francesco ti aspetta all’ingresso! Mi ha avvertito che lui ti aiuterà a matematica, scendi puoi andare. –
Cosa? Francesco aveva detto a mia madre che mi avrebbe aiutato a matematica come scusa per farmi andare a casa sua?
Dovevo collegare.
Dovevo capacitarmi che da lì a poco sarei stato nella sua stanza.
Avrei sentito ancor più forte il suo odore.
Sarei stato del tempo con lui, e il tutto finalmente soli.
La prima cosa che pensai fu solo una: aiuto.
 
Note d’Autore:
Prima di cominciare volevo dire che chi volesse commentare i capitoli di questa FanFiction ora può farlo anche su Twitter con l’hashtag #HeartbeatFF.
…E siamo arrivati al terzo! J
Questo capitolo è stato pensato più che altro per presentarvi meglio Cristina, per farvela conoscere più approfonditamente e per farvi capire anche un po’ la situazione che sta vivendo (anche se verrà poi svelata maggiormente più in là nella storia).
Cristina ha paura delle persone fondamentalmente perché troppe volte le hanno fatto del male.
Lei da essere una bambina che amava sorridere e i colori, ora si ritrova ad amare il buio, l’oscurità.
Poi alla fine del capitolo ho voluto aggiungervi un pov di Alessandro giusto per farvi fantasticare un po’ sulla coppia Alessandro-Francesco (dobbiamo scegliere il nome della coppia eheh).
E’ un capitolo di passaggio ma che credo che fosse essenziale per la storia.
Grazie per tutte le recensioni che avete fatto!
Fatemi sapere cosa ne pensate anche di questo capitolo!
A  presto,
Richi
   
 
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