La
vita è quella che è. Ti viene
imposta, affibbiata, indipendentemente dai tuoi desideri. Non scegli la
tua
famiglia, o dove nascere, quanto essere alto o che colore di occhi
avere. Nasci
e basta, vieni al mondo e ottieni una vita come capita. Certo, questo
non vuol
dire che non puoi cambiarla. Ma la cosa negativa è che
spesso qualcun altro te
la cambia al posto tuo...
Changing
life
Una scossa
più violenta delle altre fece tremare violentemente la
testiera del letto, ma
il legno del mobile non cedette, immune agli strattoni a cui era
sottoposto.
Sasuke imprecò, continuando a scuotere la catena che lo
imprigionava, fissata a
una gamba del grosso letto, senza ottenere il benché minimo
risultato. Non
aveva chackra, nemmeno un briciolo di energia per continuare la sua
disperata
ricerca di libertà e si accasciò lungo la parete,
lasciandosi cadere sul ruvido
pavimento della stanza. Si guardò intorno per esplorare il
luogo dove era stato
portato poche ore prima, osservando la camera piccola e angusta, i muri
scrostate
e uno strato di polvere che ricopriva ogni cosa. Dai residui di vernice
si
poteva intuire che un tempo era dipinta di azzurro, ma il colore ormai
aveva
abbandonato quasi del tutto le quattro pareti. Rabbrividì
quando uno spiffero
di vento gelido trapelò dalla finestra alla sua destra, il
vetro antico
sfondato in più punti lo esponeva al freddo della notte. Era
buio, e una misera
candela illuminava lo spazio intorno a lui, emettendo una luce fioca
che piano
piano lo stava abbandonando, ormai quasi completamente consumata. Si
strinse
nella palandrana donatagli da lui, cercando con
l'olfatto il suo
profumo e maledicendosi quando si sentì sollevato nel
trovarlo, come se
cercasse la sua presenza, una parvenza di sicurezza nel timore che gli
incuteva
quel posto. Un sinistro cigolio lo fece sobbalzare, aumentando il suo
battito
cardiaco; il cuore sembrava volergli uscire dal petto,
perché sapeva che lui
stava arrivando, e non sapeva se esserne felice o no, e cercando di
capire come
mai aveva questo dubbio.
“Sono
tornato.” una voce melliflua gli arrivò alle
orecchie, mentre un braccio
familiare gli cingeva la schiena stringendolo ad un corpo che gli
ricordava la
sua infanzia. Quasi senza volerlo, si ritrovò a ricambiare
l'abbraccio,
avvinghiandosi a lui come a impedirgli di andar
via, di abbandonarlo
un'altra volta.
“Non
andartene...” quelle parole gli uscirono dalla bocca senza
che lo volesse, si
ritrovò a nascondere il viso nell'incavo del collo
dell'altro. Un sorrisetto
beffardo increspò le labbra di lui.
“Non
ti
preoccupare otouto... questa volta non me ne
vado.”
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Quando
Itachi si era presentato da Orochimaru, Sasuke gli si era scagliato
addosso
cercando, ovviamente, di ucciderlo. Il maggiore lo aveva fermato con un
gesto
annoiato, sconfiggendolo senza nemmeno utilizzare lo sharingan. Si era
limitato
ad uccidere il sennin e a trascinare via con la forza il fratellino,
portandolo
in quel luogo lugubre dove lo
aveva
legato per impedirgli di andarsene; dopodiché, senza una
parola, se n'era
andato. Sasuke non si capacitava del comportamento del fratello,
rivederlo era
stato un colpo per lui: aveva seguito l'istinto attaccandolo senza
pensare, ma
ripensandoci a mente fredda si chiese se davvero
voleva ucciderlo.
Sognava la vendetta, ma rivedere Itachi dopo tanti anni lo aveva reso
felice...
non esaltato al pensiero di ucciderlo, ma felice di vederlo. Non era
affatto
disposto però a perdonarlo e era intenzionato a scoprire al
più presto cosa
stava tramando il fratello... non immaginava nulla di buono. Quello che
nemmeno
arrivava a pensare, era che la sua vita sarebbe cambiata. Radicalmente.
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Sasuke,
anche se non sembrava, aspirava ad un esistenza tranquilla. Malgrado i
suoi
propositi di vendetta, non voleva cambiare troppo la sua vita ed era
sicuro di
non stravolgere completamente la sua quotidiana normalità.
Si
sbagliava.
Si rese
conto di averlo fatto quando andò da Orochimaru, ma non se
ne pentì. Si promise
solo di non farlo ancora, di continuare la sua vita cercando
disperatamente una
parvenza di stabilità.
Evidentemente
non era destino.
Quando non
ci pensò lui a scombussolare il quotidiano svolgersi degli
eventi, provvedette
suo fratello.
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“Perché
mi
hai portato qui?” senza
rispondere
Itachi lo legò al letto senza tanti complimenti e
uscì, ignorando i richiami
scocciati del fratellino che chiedeva una spiegazione. Era stato un
momento di
pazzia quello di “rapire” Sasuke... ma appena aveva
saputo che era da quel
verme di Orochimaru non ci aveva visto più, sapeva che razza
di persona era e
non aveva la minima intenzione di far stare il fratello da lui. Senza
nemmeno
consultarsi con il capo lo aveva prelevato senza pensare alle
conseguenze, e
adesso aveva un problema enorme: dove lo avrebbe fatto vivere? Era
fuori
discussione portarlo al covo dell'Akatsuki, il capo non avrebbe
approvato.
Forse aveva commesso un enorme sbaglio: ora Sasuke non aveva
più un posto dove
stare, l'unica soluzione era che tornasse a Konoha, ma conoscendolo si
sarebbe
rifiutato di farlo. Poi... gli venne l'idea: reclutare Sasuke come
membro
dell'Akatsuki.
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Dopo essere
andato a chiedere il permesso al capo, Itachi tornò al
casolare dove aveva
lasciato il fratello per comunicargli la notizia e convincerlo ad
accettare la
proposta. Vedendolo così indifeso, così
innocente... così
dannatamente sensuale nella sua immatura bellezza non ancora
sbocciata,
Itachi scivolò nel buio accanto a lui, stringendolo a se
facendosi violenza per
non tentare di più. Ghignò leccandosi le
labbra... per spingersi oltre ci
sarebbe stato tempo...
“Perché
hai
ucciso Orochimaru? E soprattutto come mai mi hai portato via?”
“Quante
domande... poco fa non mi sembravi tanto dispiaciuto di essere con
me.” Sasuke
arrossì violentemente, borbottando che lui non aveva mai
detto di non voler
stare con lui. Il maggiore lo liberò, sfiorando con le dita
i muscoli tesi
sotto gli occhi attenti del minore che seguivano ogni suo gesto,
trattenendo il
respiro ad ogni movimento improvviso. Quando le catene caddero inerti a
terra,
Sasuke si massaggiò i polsi indolenziti lamentandosi a gran
voce per
dissimulare l'imbarazzo che si era venuto a creare tra di loro.
“Che
intenzioni hai?”
“Per
cosa?”
“Lo
sai...
per me... per te... per noi...” quasi
bisbigliò le ultime parole,
abbassando gli occhi intimorito dal sentimento che piano piano si
faceva spazio
nel suo cuore. Itachi si voltò a fissarlo a negli occhi
scuri, perdendosi nelle
profondità di quei pozzi neri così simili ai suoi
e proprio per questo proibiti,
negati. Ma non per questo vi avrebbe rinunciato...
“Dipende
da
te. Da quello che vuoi fare. Hai due scelte: o torni a
Konoha” con un gesto
zittì le proteste che il fratello stava per avanzare
“o vieni con me... e ti
unisci all'Akatsuki.”
quando aveva
sentito le opzioni tra cui poteva scegliere, il cuore di Sasuke scelse
immediatamente, senza pensare alle conseguenze, o a qualsiasi cosa che
avrebbe
comportato il suo gesto; ma la sua mente optava per l'altra
possibilità, che di
certo gli avrebbe assicurato una vita più semplice.
Ma in quel
momento, Sasuke Uchiha decise di prendere la strada che si
preannunciava più
difficile e sicuramente più dolorosa.
Sasuke
Uchiha scelse di seguire il cuore.
Sasuke
Uchiha decise di vivere con suo fratello.
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Itachi,
rinchiuso nella sua sfera di egocentrismo e presunzione, sapeva fin
dall'inizio
che il fratellino avrebbe scelto di stare con lui. Lo sapeva e basta.
Ma non
perché si ritenesse indispensabile alla sua vita...
semplicemente, sapeva che Sasuke
lo amava. Non l'amore fraterno, o un'amicizia stretta... lo amava come
avrebbe
amato sua moglie, la sua compagna, o più semplicemente la
ragazzina che vedeva
ogni giorno a scuola a cui faticava a rivolgersi, frenato dalla
timidezza e
dall'imbarazzo. Amore. Cinque lettere, tre sillabe, una parola detta in
continuazione anche senza motivo, scherzando, prendendo in giro. Verso
il
proprio fratello, verso l'unica persona verso la quale non avrebbe
dovuto
provare niente che non fosse odio.
Gli
posò un bacio sulla pelle sensibile del collo, facendolo
rabbrividire dalla
sorpresa... e dal piacere. Intrufolò una mano sotto alla
maglietta leggera che
portava, sfiorando gli addominali scolpiti dali allenamenti e il petto
tonico,
perfetto. Lasciò una scia di baci bollenti sulle spalle
scendendo fino alla
schiena, per poi afferrarlo ai fianchi e gettarlo sul letto. Lo
desiderava. E
anche Sasuke, nel suo inconscio, lo voleva; ma non lo voleva per sesso,
lo
voleva per amore. E piangeva lacrime amare dentro
di se, sapendo che per
il maggiore non era la stessa cosa, semplicemente per lui era un
divertimento
come un altro, un metodo per passare le ore in solitudine. E
così sarebbe
sempre stato. Nei giorni, nei mesi, negli anni futuri non
cambiò niente tra di
loro. Il minore continuava a vivere un amore a senso unico, lasciandosi
cullare
dalla placida violenza della passione, a sognare la speranza di valere
qualcosa
di più di una puttana per Itachi. Ma questo continuava a
portarselo a letto,
incurante del dolore fisico e mentale che gli procurava, scaricando su
di lui
tutte le frustrazioni di una vita da criminale prendendolo con violenza
e
cattiveria. Ma lui, docile, non protestava, lasciandosi scappare
qualche urlo
quando davvero non ne poteva più.
La vita di
Sasuke Uchiha era cambiata.
In peggio.
Ma malgrado
questo, Sasuke Uchiha non poteva che essere felice.
Perché
per
raggiungere la felicità assoluta non gli bastava che una
carezza, un sorriso,
un bacio non passionale ma spinto dall'affetto. Un qualsiasi gesto che
non fosse
indifferente. Solo questo. E ci sperava.
Ma lo sapeva
che non lo avrebbe mai avuto.
Il concorso si è svolto molto tempo fa, ma per motivi di forza maggiore non ho potuto pubblicarla prima ^^'' l'uchihacest è uno dei miei pairing preferiti, e sono contenta del mia classificazione ^^ spero vi sia piaciuta!