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Autore: Littlelena_    10/07/2014    1 recensioni
Ed ero ubriaco è vero. Ho gridato di odiarti per le strade della città, sono arrivato fin sotto casa tua e ho suonato il campanello ripetutamente. Volevo dirtelo in faccia che ti odiavo, ma poi hai aperto e cazzo, io ero ubriaco ma tu eri ugualmente bellissima e ti amavo. E così quando mi hai chiesto che cosa ci facessi lì al posto di un 'Vaffanculo ti odio' mi è uscito 'Vaffanculo ti amo'.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E INVECE MI E' USCITO: VAFFANCULO TI AMO..


Non riusciva a fare un passo che già una scossa di tremolii partì dalla coscia e si scaricò sul piede. 
Louis 'camminava' per le strade buie della città con una bottiglia vuota nella mano sinistra, mentre con la destra cercava di aggrapparsi alla prima cosa che gli capitava, cercando di non perdere l'equilibrio e di non cadere a terra. Alcuni suoi amici, dietro e vicino di lui, facevano lo stesso, mentre altri ridevano e scherzavano guardando gli altri compagni. 
Ma fra tutta la squadriglia, uno solo era quello che aveva un motivo valido per bere il sabato sera (e ogni altro giorno della settimana). Un motivo che nessuno degli altri compagni aveva. Un motivo che se lo veniva a scoprire un suo amico, questo gli avrebbe detto: "Amico ma sei pazzo? Hai la febbre oggi?". Nessuno avrebbe capito. Nessuno. 
Louis doveva uscirne da solo da quella situazione, doveva trovare una soluzione senza che nessuno lo aiutasse, anche perchè nessuno poteva o sapeva aiutarlo. 
Ma anche dopo aver bevuto birre su birre, la sua mente era concentrata sempre su di lei. 
Di solito quando si è brilli si pensa ad altro, non alla ragazza che ora dormiva beata sul suo letto, ignara di quello che stava succedendo. 
"VAFFANCULO TI ODIO!"
Louis ora era aggrappato alla ringhiera del ponte, dove, proprio sotto di esso, scorreva lentamente l'acqua del fiume. Infuriato, Louis, lanciò la sua bottiglia vuota oltre il ponte, e nell'arco di tre secondi, questa sparì nell'acqua. Il ragazzo nascose la testa nelle mani, sopra la ringhiera, mentre una lacrima gli solcava il viso candido. Era esaurito. Non poteva stare sempre in preda a quel pensiero. Lo stava sfinendo. Lo stava rovinando. Lo stava lentamente uccidendo.. Doveva smetterla. 
"Vaffanculo ti odio.."
Louis ripetè tante altre volte quella frase sottovoce, in un mormorio. La sua voce era spezzata da piccoli singhiozzi che ogni tanto uscivano dalla sua bocca; cercava di trattenersi dal non piangere ancora, ma più ci provava e più le lacrime scorrevano veloci giù per le guance, questa volta leggermente arrossate.
Solo cinque minuti dopo, Louis trovò la forza di smettere. Si rialzò dritto. I tremolii erano cessati questa volta. 
I suoi amici lo raggiunsero poco dopo, e insieme, attraversarono il ponte.
Terminata la lunga strada rettilinea, alcuni compagni del ragazzo girarono a destra, per tornare a casa, e fra loro ci doveva essere anche Louis.
Ma invece lui, se ne stava dritto in mezzo alla strada, con la testa che guardava davanti ad un cartello, in cui vi era incisa sopra, a caratteri cubitali, la scritta:

 
STOP 


Era rimasto a fissare quella parola come se gli potesse consigliare qualcosa...
"Ei amico! Che fai li?"
Louis non rispose.
"Raga Louis oggi 'sta peggio di tutti!" fece un altro.
Tutti riderono.
Ma lui no.
Lui era ancora lì a fissare quel cartello rosso.
"Vado a prenderlo..." Un ragazzo si fece avanti.
Ma proprio quando era a due passi da Louis, quest'ultimo prese a correre verso sinistra. 
"Louis?! LOUIS?! DOVE VAI?! LOUIS!"
Louis si frenò improvvisamente, si girò verso il suo amico e sorrise.
Intanto altri suoi compagni, guardavano la scena un pò sbalorditi ma anche un pò divertiti. 
"DEVO DIRLE CHE LA ODIO!" urlò Louis, ormai ad una distanza necessaria per urlare ciò al suo amico.
"CHE COSA?! MA DI CHE STAI PARLANDO?! ANDIAMO A CASA, HAI BISOGNO DI UNA DORMITA!" Fece l'altro.
"MI DISPIACE. NON CAPIRAI MAI!"
E detto questo si girò e prese a correre. 
Perchè aveva preso quella decisione? Insomma, che cosa gli diceva la testa? Non poteva dirle il giorno dopo che la odiava? 
'Non puoi, non vuoi e non devi. Ora. Fallo ora. Dille quello che senti. Falla soffrire, come lei fa soffrire te.'  
Questo era ciò che gli ronzava per la testa.
Correva. Ma a ogni passo che faceva sembrava che la corsa non finisse mai.
'Rovinala, come ha rovinato te.'
Questa volta allungò il passo ancora di più. 
'Falla stare male, come ha fatto stare male te.'
Louis aveva il fiato corto. Forse sarebbe svenuto di lì a poco.
'vaffanculo ti odio..'
I capelli gli volarono all'indietro dal correre così velocemente.
Ma all'improvviso qualcosa lo fece rallentare un poco. Qualcosa di bello. Di sereno. Di puro. DI speciale. Di fantastico. Di.. PERFETTO.
La sua risata. Invase in un secondo la mente di Louis. 

'-Lou.. Lou smettila! Mi fai morire. Hahah smettila ti prego Lou!-
-Eh no.. devi dirmi una cosa prima...-
-Cosa vuoi ancora? Mi hai quasi uccisa con il solletico!-
-Dimmelo.. sai cosa voglio..-
-Mmmh..-'


Louis si era fermato. Il suo addome si alzava e si riabbassava velocemente. La sua risata lo aveva colto di sorpresa. Non si aspettava che un ricordo del genere gli sarebbe venuto in testa in una circostanza come quella. Soprattutto quando la sua mente era offuscata da altro.
Ne valeva davvero la pena?
'IO TI ODIO.'
Certo che si. 
Si guardò intorno. La casa della ragazza era nell'altro lato della strada. Era buia, tutti dormivano. 
Attraversò la strada barcollando. Si mise una mano sulla testa. 
'Dannazione, svegliati Louis! Devi dirglielo, prima di subito!'
Davanti al portone notò, con sua grande gioia, che la tv nel salotto era accesa; cosa che nell'altro lato della strada non aveva considerato.
Suonò ripetutamente il campanello mentre osservava dalla finestra i movimenti della persona che sedeva sul divano. Ora era in piedi, e una sagoma alta si diresse verso la porta. Questa con un cigolio si aprì e..
"Louis? Che cos.."
"Sssh.. ora parlo io." Louis barcollò ancora un pò prima di appoggiarsi contro il muro.
Helena, rimasta allibita davanti alla porta, guardava il ragazzo con occhi  compassionevoli. Ma non capiva che cosa ci faceva davanti casa sua di notte.. all'una e mezza..
Louis non potè fare a meno di notare gli occhi verdi della ragazza che scintillavano alla luce pura della luna.
I capelli neri, tinti di rosso sulle punte, le cadevano a grandi ciocche sulle spalle, e scendevano fino all'ombellico. 
Le guance arrossate erano sempre state il debole di Louis. Quelle guance che aveva sempre riempito di baci, ora stava per farle bagnare dalle lacrime. 
La bocca rosea della ragazza era schiusa, in una smorfia di sorpresa. Lei davvero, non si aspettava quella visita, da quel ragazzo, quel giorno, quella notte.
"Vaffanculo io ti.." Louis barcollò ancora.
"V-v-vaffanculo io ti od.." Louis non riusciva a parlare. Sentiva che tutto l'alcool ingerito quella notte stava per venirgli in bocca velocemente.
"L-louis stai bene?" Helena lo guardò di sbiego, come se potesse capire quello che gli succedeva con un solo sguardo.
Louis alzò la testa un poco e la guardò negli occhi. 
"VAFFANCULO IO TI AMO"
"Che cosa?"
"Hai capito.."
"Io.. io.."
"Prendimi.." Sussurrò il ragazzo. 
E svenne.


Il giorno dopo, la prima cosa che gli occhi di Louis videro, fu un soffitto verde acqua, e allora capì dove si trovava. Aveva del ghiaccio sulla testa, e, un livido violaceo colorava il polso sinistro del ragazzo. Serrò gli occhi; la testa gli pulsava un pò, e ad ogni suo minimo movimento un dolore lancinante gli pervase la schiena.
Dopo qualche minuto la porta della camera si aprì, e sul ciglio di essa, apparì Helena. 
Questa volta i suoi capelli erano raccolti in un mollettone, e il sole che passava dalla finestra, le illuminò il viso, in modo da far evidenziare, più lievemente della notte prima, il colore rosso delle sue guancie.
Louis abbassò appena appena la testa da sopra il cuscino vedendola entrare. La ragazza però non si mosse subito verso di lui; provava imbarazzo dopo quello che era successo durante la notte.
Solo quando Louis spostò di nuovo lo sguardo verso l'alto, Helena, trovò il coraggio di spiccicare parola.
"C-come stai?"
Louis non rispose. 
Helena fece un passo verso il letto, ancora imbarazzata, ma Louis non si mosse nemmeno di un millimetro. L'unico movimento che compiva il suo corpo era quello dell'addome, che si alzava e abbassava in un ritmo regolare.
Non ne potè fare a meno.
Helena strinse i denti e si sedette alla fine del letto. Si adagiò in un angolo, lontano da Louis. Incrociò le dita delle mani sopra le gambe e abbassò la testa. Il suo sguardo si spostava dalle dita incrociate alle sue scarpe.
Louis per un attimo l'aveva guardata spostarsi, ma poi il suo sguardo era ripiombato sul soffitto. 
"Stai bene?" Helena fece un altro tentativo.
La risposta di Louis fu un lungo sospiro, e per un attimo, alla ragazza, le parve che Louis la stesse maledicendo mentalmente. 
Fu solo la, ritardataria,  risposta del ragazzo a toglierle dalla mente quell'amaro pensiero.
"S-sto bene..." Aggiunse sottovoce, in un tono decisamente amabile.
Silenzio.
Era un silenzio imbarazzante.
Un silenzio che disprezzavano entrambi. 
Un silenzio fottutamente rumoroso.
"Ieri eri.. ieri sera eri.." 
"Ubriaco? Si."
Helena si stupì della risposta lampo che questa volta le aveva dato Louis. Non c'era tempo per aspettare. Doveva chiedere. Doveva sapere.
"Quindi non ricordi quello che è successo..?"
"Detesto a dirlo ma si."
"Davvero?"
Louis non rispose. Deglutì e basta.
'Beh cara Helena.. Chi tace acconsente!' Pensò.
"Ma come hai fatto allora a.."
"Ed ero ubriaco.. è vero. Ho gridato di odiarti per le strade della città, sono arrivato fin sotto casa tua e ho suonato il campanello ripetutamente." Si mise a sedere.
"..Volevo dirtelo in faccia che ti odiavo.." Si avvicinò a lei gattonando. 
"..Ma poi hai aperto e cazzo, io ero ubriaco ma tu eri ugualmente bellissima e ti amavo. E così quando mi hai chiesto che cosa ci facessi lì.." Le si avvicinò.
"..Al posto di un 'Vaffanculo ti odio'.." Chiuse gli occhi.
"..Mi è uscito 'Vaffanculo ti amo'." la baciò.
Nonostante lo stava rovinando, gli stesse rovinando la vita al sol pensiero, nonostante lo facesse piangere ogni notte, lo rendesse vulnerabile ogni giorno, gli facesse perdere la testa ogni secondo, ogni minuto, ora, istante della sua vita, lui l'amava, e non avrebbe mai smesso di farlo.

The End
(Pss.. ti svelo un segreto. La fine è solo l'inizio.)




Premetto: ci sono stati degli inconvenienti durante il caricamento della storia, am ora credo che tutto vada liscio. Mi scuso per gli errori. 
Salve :D
Ci tenevo a dire che la frase finale,
 (Ed ero ubriaco è vero. Ho gridato di odiarti per le strade della città, sono arrivato fin sotto casa tua e ho suonato il campanello ripetutamente. Volevo dirtelo in faccia che ti odiavo, ma poi hai aperto e cazzo, io ero ubriaco ma tu eri ugualmente bellissima e ti amavo. E così quando mi hai chiesto che cosa ci facessi lì al posto di un 'Vaffanculo ti odio' mi è uscito 'Vaffanculo ti amo'.) non viene dalla mia testa, ma viene da Tumblr, e grazie alle parole di quella frase è scaturita questa storia. 
Ah, se non conoscete Tumblr (cosa improbabile) iscrivetevi, perchè lo trovo un social fantastico! Ne vale davvero la pena ;)
Bene, la chiudo qui, non voglio intrattenervi più di tanto.
Spero che la oneshot vi sia piaciuta. Lasciate pure una recensione se vi va. Alla prossima :)
  
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