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Autore: anqis    10/07/2014    3 recensioni
Ma perché devi parlare? – pensa – Sta’ zitto che con le labbra tese e le linee della mascella definite sei bello come un dio. Non rovinare tutto così.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 A Odara,
una flashfic (perché lei va direttamente al sodo, non ha tempo per dei stupidi preliminari!) di 500 parole precise su Ashton perché i batteristi sudaticci e australiani le piacciono proprio (al contrario della sottoscritta che lo boccia per la suddetta bocca da tenere preferibilmente chiusa con denti inclusi). Ispirata da Don’t Stop versione acustica sulla via di ritorno di casa dal supermercato e dalle nostre conversazioni e i deliri su quei soggetti che si rovinano dando aria alla bocca. Tutto – Calum sfigato, Luke aka sunshine – dal suo personale punto di vista, la sottoscritta dichiara di non averci messo neanche un pizzico di suo (forse salvando Michael dagli insulti e lasciandolo a casa).  One shot demenziale e senza pretese, prima in questa categoria, giuro non avevo e non ho cattive intenzioni.
Non posso affermarmi fan della band, quindi avverto possibili errori e opinioni contrastanti (seppur quasi sempre positivi).
(il collage di foto è mio, vorrei lo rimanesse, grazie)


Buona lettura!
Anqi.

 



 
 
 
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Shut up
 
 

Ashton non dovrebbe parlare.
Arden ne è convinta dal loro primo incontro che ha visto come protagonisti una lei bagnata fradicia dalla testa ai piedi e un Ashton che tentava inutilmente – e fastidiosamente – di asciugarla con una stupida bandana rossa, mentre tutti i passanti del Rouse Hill Town Centre li osservavano e ridacchiavano a distanza di sicurezza dalle fontane a pavimento. Non si ricorda una sola parola di quello che disse – un confuso miscuglio di “scusa, ti offro un gelato” “che idiota, avrai freddo, meglio una cioccolata?” “ad aprile! scusa scusa” – troppo distratta nello scannerizzare il ragazzo che accidentalmente l’aveva investita e gettata direttamente nelle fauci dei zampilli di acqua fredda. Nella mano destra uno skateboard che doveva avere avuto tempi e una vernice migliori e con qualche goccia che gli scivolava lenta lungo la guancia, le stava ansiosamente strofinando la bandana rossa che prima teneva legata alla fronte, su ogni parte del corpo a lui raggiungibile. I ciuffi biondi si arricciavano appena sugli occhi conferendogli un’aria maldestra, mentre imperterrito non smetteva di blaterale scuse che davvero, Arden neanche sentiva.
«Sta’ zitto» gli aveva ordinato ad un certo punto; e con gli occhi aperti e un labbro stretto tra i denti per la mortificazione, Arden aveva constato che sì, muto era più carino e per lei sarebbe potuto rimanerlo fino alla fine dei suoi giorni.
Anche adesso in questo momento, seduti sulle scalinate del parchetto di Riverstone Park, sarebbe l’ideale. È seduta al suo fianco, con il mento in una mano e le ginocchia piegate, mentre guarda quello sfigato di Calum alle prese con l’ennesimo video che poi pubblicherà sul loro ancora più sfigato canale Youtube. Luke è bello come al sole mentre sorride distrattamente all’obbiettivo, pensa sospirando piano. Michael invece è in ritardo, probabilmente la sveglia che ha promesso di puntare neanche esiste in quel buco di camera. Ovviamente Ashton non è meno irritante del solito con la voce da cartone animato e quel discorso insensato che sta seriamente cercando di propinarle.
Arden sbircia nella sua direzione e si sofferma sui capelli quel giorno più ricci che sembrano chiedere – pregare – di venire toccati, sullo sguardo concentrato e sulle mani grandi, mappe di calli e lividi, che si muovono senza vera logica. Sospira frustrata, fissando insistentemente le labbra del suo amico separarsi e toccarsi di nuovo, e la lingua comparire ad ogni pausa per inumidirle frettolosamente.
Ma perché devi parlare? – pensa –  Sta’ zitto che con le labbra tese e le linee della mascella definite sei bello come un dio. Non rovinare tutto così.
Ashton però continua a parlare e Arden ha sempre avuto poca pazienza. Sbuffa, si volta verso di lui che neanche se ne accorge – i supereroi devono avere le mutande sulla calzamaglia, è d’obbligo! – e gli prende il viso tra le mani, zittendolo finalmente.
Almeno per qualche secondo. «Cosa stai-»
A mali estremi, estremi rimedi, dice sempre sua madre. Arden rotea gli occhi al cielo e «dio, taci» mormora sulle sua bocca prima di posarci su la sua.
 




Note:
1. Rouse Hill Town Centre, scelto questo centro commerciale perché non troppo distante dal Norwest Christian College, l’istituto che i quattro frequentavano (così afferma wikipedia). Cliccando qui foto delle suddette fontane pavimentate.
2. Riverstone Park, anch’esso vicino al Norwest Christian College (mappa).

 

 
 


 
   
 
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