Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: mattmary15    10/07/2014    3 recensioni
Cosa accadrebbe se, ai giorni nostri, l'erede della famiglia Holmes fosse una stramba ragazza dagli occhi di ghiaccio e dai riccioli neri? Sociopatica e iperattiva, intelligentissima quanto bella. Ha un fratello che lavora per il governo, un ex ragazzo psicopatico e un paio di corteggiatori imbranati. Lei preferisce la solitudine e i delitti efferati. Almeno fino a quando incontra John. Così comincia il gioco una mattina di un martedì di ordinaria follia...
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jim Moriarty, John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Qualcosa in comune


Un mese dopo gli eventi di quel martedì di ordinaria follia, la quotidianità del 221 B di Baker Street era ormai fatta di una serie di bizzarre consuetudini cui la signora Hudson stava ancora cercando di abituarsi.
John aveva preso la stanza sopra l’appartamento di Sherly. Nonostante ognuno dei suoi due inquilini rifiutasse di arrendersi alla parola ‘convivenza’, Mrs Hudson riteneva che fosse la definizione più corretta per descrivere il loro modo di vivere. Si trattava comunque di una strana convivenza.
Sherly passava la maggior parte delle notti sveglia. Prima del trasferimento di John, la ragazza passava  le ore notturne persa in calcoli ed esperimenti che culminavano spesso in tremende esplosioni o in uscite da cui tornava sporca e devastata psicologicamente. Dopo il trasferimento di John, le uscite  notturne di Sherly diminuirono drasticamente e spesso, dal suo appartamento, si sentiva provenire solo il suono del suo violino.
Dal canto suo John, di notte, prevalentemente lavorava al Barth’s. Quando rientrava all’alba spesso portava con sé qualcosa da mangiare per Sherly. John si lamentava continuamente del fatto che la ragazza non mangiasse abbastanza.
Di giorno, invece, avevano entrambi un aspetto orribile. Mrs Hudson preparava tea e biscotti ogni volta che le sembrava che ce ne fosse bisogno. Non che le dispiacesse. Questa abitudine le consentiva di ficcanasare nelle loro cose.
John si occupava di fare la spesa e di tenere in ordine l’appartamento. Sherly procurava il denaro per pagare l’affitto e mantenersi. Avevano ricevuto diverse offerte di lavoro in quel mese ma Sherly trovava ogni caso noioso e aveva rifiutato tutti gli incarichi. Mrs Hudson li sentiva spesso discutere.
“Cosa aveva il caso del comignolo che non andava? Mi sembrava avesse tutti i requisiti per piacerti un comignolo che sanguina!” Diceva John.
“I comignoli non sanguinano, John. Sei tu il medico. Dovresti saperlo!” Rispondeva Sherly.
“Ok. E il caso della donna trovata nella fontana congelata?” L’incalzava Watson.
“Non è un caso per noi. Quello riguarda altri generi di ‘dottore’ mio caro John!”
“Che cosa significherebbe questo?”
“Lascia perdere!”
Potevano andare avanti per ore tuttavia Mrs Hudson sapeva che non discutevano per davvero. Sherly non era mai stata tanto equilibrata come da quando John Watson si era trasferito a Baker Street. Anche se l’anziana signora non poteva dirlo con certezza, le sembrava che Sherly fosse, a modo suo, felice.
Ma si sa. E’ quando credi che le cose andranno per il meglio che iniziano a precipitare. L’orlo del precipizio si presentò un venerdì pomeriggio quando John, dopo l’ennesima discussione sull’ultimo esperimento della riccioluta detective che prevedeva la testa di un cadavere nel frigo di casa, decise di uscire per un conto proprio.
Sherly notò che non indossava uno degli orrendi maglioni che portava di solito ma che aveva messo una camicia pulita e che aveva preso il giaccone sfiancato. Si raccolse i capelli con una matita. Se John avesse avuto il suo spirito d’osservazione, avrebbe saputo che faceva quel gesto quando era estremamente nervosa. Tutte le matite con cui si sistemava i capelli finivano infatti spezzate in due o lanciate con violenza sotto il soffitto in cartongesso dell’appartamento.
A salvare quella matita fortunata fu il cellulare della ragazza che lampeggiò.
-Ho bisogno del tuo aiuto. Greg.
Sherly prese il cappotto e la sciarpa e corse di sotto.
“Signora Hudson sto uscendo.” Esclamò.
“Dio, signorina, dove va da sola?”
“Da Gary. Non mi aspetti alzata.”
“E cosa dico a John quando torna?”
“Non tornerà tanto presto. Oggi si vede con una donna!” disse la ragazza stizzita.
“Oh cielo! Come ha potuto farle una cosa simile, Sherly?”
“A cosa allude Mrs Hudson?” le rispose la ragazza sistemandosi la sciarpa.
“Non mi dirà adesso che siete una di quelle coppie aperte, Sherly!”
Sherly Holmes era intelligente, praticamente onnisciente. Tuttavia, quando si trattava di relazioni umane, era a dir poco incapace di comprenderne le basi.
“Io e John siamo colleghi, non siamo una coppia in ‘quel’ senso. Io sono sposata con il mio lavoro.”
“Miss Holmes, non si possono far figli con il lavoro!”
La carnagione pallida di Sherly, sui suoi zigomi alti e spigolosi, si fece rossa. Lei si tirò su la sciarpa e aprì la porta.
“E’ semplicemente ridicola, Mrs Hudson.” Concluse uscendo. Non fu difficile fermare un taxi e raggiungere il detective Lestrade.
La centrale della nuova Scotland Yard era in un palazzo di vetro di diversi piani. Ormai la conoscevano tutti la dentro.
La consideravano la stramba consulente di Greg. Alcuni di loro la detestavano. Anderson su tutti. Avevano ragione. Lei non era un tipo semplice con cui andare d’accordo. Forse anche John cominciava ad accorgersene. Chissà perché pensava sempre a lui quando rifletteva sui propri modi di fare. Ormai John era diventato la sua cartina di tornasole. Scacciò quel pensiero dalla mente non appena udì la voce di Donovan.
“Di nuovo qui, geniaccia?”
“Già.”
“Greg è nel suo ufficio.”
Il detective era immerso nei suoi pensieri quando lei entrò nella sua stanza.
“Sherly, ben arrivata. E John?”
“Che c’è Gary? Io non basto?” disse lei accomodandosi sulla sedia davanti alla scrivania dell’uomo su cui stavano tre fotografie.
“Acida? Ti sei svegliata male?”
“Non credo che ti interessi davvero quello che ho fatto stanotte.” Rispose la ragazza sfilandosi la sciarpa. Greg non poté fare a meno di notare il collo pallido che terminava nella camicia abbottonata fino allo sterno.
“Potresti rimanere stupita del contrario?” Le chiese il detective.
“Non sono una persona facile da stupire. Ad ogni modo, provaci.” Disse lei e Greg la fissò in modo interrogativo non sapendo come risponderle.
“Le foto, Gary. Il caso. Stupiscimi.” Fece lei unendo le mani sotto il mento.
“Ah! Ti riferivi a queste.”
“E a cos’altro se no?”
“Niente, niente. Il caso. Ecco, guarda. Cosa ti sembra che abbiano in comune queste tre fotografie?” chiese il detective spingendole verso il suo lato della scrivania.
Sherly diede loro una rapida occhiata. Erano tre scatti di campagne pubblicitarie di tre prodotti di marca internazionali. Una bibita, un cosmetico e una macchina.
“Hanno qualcosa in comune?” chiese lei di rimando.
“Devi dirmelo tu. Ti ho chiamato apposta.”
Sherly si alzò, si sfilò il cappotto riponendolo con cura sulla spalliera della seggiola e si riaccomodò.
Fissò la prima foto. Solo la lattina della bibita con uno sfondo rosso e bianco e una scritta che esortava a bere ed essere felici.
La seconda presentava una modella bellissima con un abito viola che mostrava un barattolino come se fosse il suo più grande tesoro.
La terza era di un panorama mozzafiato che faceva da sfondo ad una strada su cui sfrecciava una berlina di lusso.
Sherly sollevò l’ultima e la guardò in controluce. La riposò sulla scrivania e prese le altre due, una alla volta.
Quando ebbe terminato l’analisi si poggiò allo schienale con uno sguardo malizioso.
“Allora? C’è o non c’è qualcosa che accomuna queste foto?”
Sherly scosse il capo.
“Assolutamente nulla.” Greg sbuffò.
“Sono tre scatti di tre diverse campagne pubblicitarie. Diverse aziende, diverso ideatore pubblicitario, diverso grafico, diverso fotografo, diversa casa produttrice. Le foto non hanno niente in comune. Ma se si riducesse tutto a questo, tu non mi avresti chiamato. Chi è lo sfortunato?”
“Come?” chiese Greg che si era sempre più rassegnato nel tempo a non poter nascondere nulla alla ragazza.
“Il morto, intendo.”
“Chi ha parlato di un morto?”
“Avanti, Gary. Le foto sono state piegate tutte alla stessa maniera. Erano nella tasca posteriore di un pantalone da uomo a giudicare dalle pieghe degli angoli. Quella che era in fondo è sporca di caffè. Segno che è stata portata in giro per almeno un giorno. Le pieghe sono marcate. Sono state ripiegate più volte come quando le fotografie vengono mostrate frequentemente. Devo continuare?”
“Il morto non ti riguarda. Queste dannate foto hanno o no qualcosa in comune?”
“Devi essere disperato, vero Gary?”
“Greg. Io mi chiamo Greg. E comunque questi sono gli unici effetti ritrovati addosso al cadavere. E sì. Erano nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.”
In quel momento Donovan e Anderson piombarono nella stanza.
“Avevamo detto che non gli avresti parlato dell’omicidio!” esclamò la detective. Sherly rise.
“So già tutto. La vostra vittima è un investigatore privato. Le foto erano gli unici indizi del caso che stava seguendo. Probabilmente il suo assassino non voleva che arrivasse alla verità anche se credo che il poveretto brancolasse nel buio.”
“Ma davvero? Come fai a dire che era un investigatore privato?” disse in tono infastidito Anderson.
“Davvero. Indubbiamente la vittima era un investigatore privato. Greg ha detto che aveva solo le foto addosso. Ma non è esatto. Non aveva documenti questo è certo altrimenti non avrebbe parlato di assenza di altri effetti personali, tuttavia l’avete identificato perché non l’ha definito ‘sconosciuto’ come fa di solito quando parla di una vittima senza nome.”
“Ha azzeccato il mio nome!” esclamò Greg e la ragazza gli rivolse un sorriso compiaciuto.
“Se l’avete identificato senza documenti, doveva avere addosso un elemento dal quale avete ottenuto il suo nome. Direi un tesserino a giudicare dal segno rimasto impresso sul dorso di una delle foto. Un tesserino da investigatore tenuto insieme alle foto da mostrare in giro per ottenere informazioni. Dico bene Lestrade?”
“Anche il cognome! Sei in forma Sherly. Comunque ci hai preso. Come al solito. E ora queste foto hanno o non hanno qualcosa in comune?”
“Capo le ho già controllate con diversi gradi di ingrandimento. Gli scatti non hanno niente in comune.” Ripeté Anderson infastidito sempre di più.
“Esatto.” Disse Sherly.
“Davvero?” balbettò l’uomo della scientifica.
“Sì, ma ciò non esclude che tu rimanga un idiota. Perché semplicemente la gente non pensa? Gli scatti non hanno niente in comune. Le foto sì.”
“Non capisco.” Disse Lestrade.
Sherly scattò in piedi sventolando una foto sotto il naso dell’investigatore di Scotland Yard.
“La foto, Gary, la foto!”
“La vedo!” esclamò lui.
“La guardi ma non la osservi. Vengono da tre studi diversi. Sono state scattate da tre fotografi differenti eppure la carta è la stessa!” Anderson sbottò.
“Ma dai! Questa è grossa! Centinaia di studi fotografici usano la stessa carta!”
“Davvero?” fece Sherly che ora era davvero arrabbiata. La ragazza prese la foto e la voltò sotto gli occhi di Anderson “Questa carta? Questa carta è andata fuori produzione nel 2005. Quale studio che ha refusi di carta del 2005 avrebbe l’esclusiva per una campagna pubblicitaria all’ultimo grido di una di queste tra grandi firme? Taci Anderson! Quando parli abbassi il quoziente intellettivo di tutta Victoria Street!”
“Calmatevi!” esclamò Greg “Anderson va a farti un giro. Donovan portalo via. Sherly, tu vieni con me. Ti mostro il sign. Micheal Hole. Magari scopriamo qualcosa di più sulla sua morte.”
“Irrilevante. E’ la carta la chiave dell’enigma. Accompagnami in un posto.” Concluse Sherly sfilandosi la matita dai capelli. I ricci corvini si srotolarono sulle sue spalle mentre lei usava la matita per appuntarsi il numero di serie della carta delle fotografie. Modello FineArt812.
Greg prese l’auto di servizio e si fece guidare dalla ragazza per le strade di Londra. Si stupiva della capacità di Sherly di ricordare ogni singola via della città. Raggiunsero il Barbican.
“Che ci facciamo qui?” chiese Lestrade.
“Qui lavora un mio conoscente. E’ un esperto di fotografia.”
Una volta dentro attraversarono la grande hall e raggiunsero una mostra fotografica dedicata ai cinquanta scatti più rivoluzionari dagli anni sessanta ai giorni nostri.
Sherly si avvicinò ad un anziano signore che sedeva davanti ad una foto che ritraeva JFK.
“Buonasera Thomas.”
“Oh, Sherly, non ti vedevo da un po’.”
“Lui è il detective Lestrade.”
“Piacere” disse Greg “Lei lavora qui?”
“Lavoravo. Sono stato licenziato ma continuo a venire a dare un po’ di fastidio.” Disse il vecchio.
“Thomas, che sai dirmi della FineArt812?”
“Bellissima carta. Non si usa più. Hanno scoperto che era cancerogena. Come la maggior parte di ciò che adoperiamo nella vita di tutti i giorni. Ritirata dal commercio nel 2005. Ne fu persino vietato l’uso delle rimanenze. La maggior parte di quella carta fu bruciata tra la fine del 2005 e il 2006.”
“Caratteristiche particolari per cui qualche appassionato potrebbe volerla ancora utilizzare?”
Il vecchio scosse il capo ma rispose.
“Aveva un difetto.”
“Davvero?” chiese Sherly.
“Se usavi un contrasto troppo forte, le immagini rimanevano impresse addirittura sul retro.”
“Grazie Thomas.” Disse Sherly allungandogli una banconota da cinquanta sterline e prendendo la via per uscire.
“L’hai pagato?”
“No. L’ho ringraziato!” disse Sherly sorridendo “Mi accusate sempre di non essere gentile!”
“Che ha fatto per essere stato licenziato?”
“Ha dato fuoco alla mostra fotografica di Ritts. Le foto dei nudi lo irritavano!”
“Insomma è un criminale!” esplose Greg.
Sherly non rispose. Il sorriso le era morto sulle labbra. Dall’altro lato della stanza, ad ammirare una foto di Fidel Castro, stavano John e la donna che doveva essere il suo appuntamento. Lui le passava una mano intorno alla vita. Greg vide gli occhi di ghiaccio di Sherly ridursi a due fessure e la vide partire alla volta dei due. La ragazza bionda sorrideva.
“Non sapevo fossi un appassionato di fotografia!” diceva ridendo e Sherly si materializzò al fianco di John sul lato opposto a quello occupato dalla donna.
“Già Watson, non lo sapevo neanche io!”
John sussultò per lo spavento e si staccò immediatamente dalla sua compagnia.
“Sherly! Dio santo. Che ci fai qui?”
“Un caso, John. Ricordi? Quelli che ci danno da vivere!”
Greg pensò che fosse il momento giusto per palesare la sua presenza.
“Ciao John.”
“Ciao, Greg.” Disse John sorpreso di trovare Sherly in compagnia dell’investigatore. “Siete qui insieme?”
“Sì.” Esclamò Sherly “Insieme. Come te e miss?”
“Sawyer. Sara Sawyer. Sono una collega di John. All’ambulatorio.”
“Davvero?” chiese Greg per stemperare la tensione.
“Ma certo!” fece Sherly “Medico generico. Dirige l’ambulatorio e ha una vera passione per l’arredamento. Trova molto noiosa la fotografia John, prova con l’orto botanico.”
John rimase interdetto e si voltò a guardare Sara sperando che, per una volta, Sherly avesse torto. Il sorriso mortificato della ragazza gli confermò che Sherly era infallibile. Sospirò.
“Sara, lei è Sherly Holmes, occupa l’appartamento sotto al mio.”
“Non è esatto!” esclamò Sherly “John ha preso in subaffitto una camera del mio appartamento.”
John la guardò infastidito.
“Che c’è?” disse lei “Era un segreto?”
“Certo che no!” esclamò John.
“Andiamo Gary. Forse hanno bisogno di un po’ di privacy. Io e te dobbiamo risolvere questo difficilissimo caso.” John la guardò con sospetto.
“Qualcosa di pericoloso?” chiese con un velo di preoccupazione nella voce.
“Affatto! Non è neanche un duplice omicidio!” esclamò con tono sempre più stridulo Sherly voltandosi e incamminandosi verso l’uscita.
“Tranquillo, goditi la serata. Penso io a lei.” Disse Greg salutando.
John sorrise a Sara ma, per la prima volta da quando si era trasferito a Baker Street, nel vedere andare via Sherly con Lestrade, provò una sensazione che avrebbe imparato presto a conoscere come gelosia.

Note dell'autrice: Solo poche cose. Innanzitutto grazie a tutti coloro che stanno recensendo la storia l'hanno messa tra le preferite o le seguite... Cercherò di completare il nuovo caso entro il fine settimana... Come ho detto comincia con questo capitolo e terminerà nei prossimi due.
Vi dò solo due chiarimenti su alcune battute del capitolo. All'inizio John fa riferimento ad un caso di una donna ritrovata in una fontana gelata e Sherly gli risponde che riguarda altri generi di 'Dottore'. Il cameo è dedicato al Doctor Who e all'episodio in cui il Dottore incontra la Grande Intelligenza nell speciale di Natale.
L'altro riferimento alla mostra di Ritts è invece più reale in quanto il fotografo famoso per i nudi ha esposto davvero al Barbican.
Scusatemi se vi ho tediato. Kisses. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: mattmary15