Won't stop till we surrender...

Quando ci siamo conosciuti avresti fatto di tutto pur di atterrirmi.
Proprio non riuscivi a sopportarmi, ricordi?
Ti versai il caffè bollente addosso, quella mattina di novembre, in quel parco di Manhattan.
"Harry Styles, piacere." mi presentai.
"Sarah." mi dicesti con sufficienza il tuo nome, mentre mi squadravi dalla testa ai piedi.
"Ma tu sei il cantante di quella band di fessacchiotti! Ti ho visto in TV!" esclamasti poi, non appena ti ricordasti dove esattamente mi avevi già visto.
Io scoppiai a ridere ed annuii.
"Con tutto il rispetto ma la vostra musica fa pena." mi confessasti il tuo parere senza nemmeno preoccuparti di potermi offendere ed io scoppiai a ridere di nuovo di fronte alla tua schiettezza.
Passarono mesi dal nostro incontro.
Non ti avevo più rivista da quella mattina e devo ammettere che ogni tanto mi tornava in mente il tuo mezzo sorriso, quello che mi hai rivolto quando mi hai detto di dover andare, altrimenti avresti fatto tardi al lavoro.
Quando ti ho riincontrata, quella domenica di aprile a Central Park, non credevo ai miei occhi.
Credevo che non ti avrei mai più rivista.
Eppure il destino aveva voluto che ci riincontrassimo.
Non persi tempo e ti offrii un caffè quel pomeriggio.
Ricordi? Dicesti che era troppo amaro anche per i tuoi gusti. Ed io scoppiai a ridere di gusto.
Quel pomeriggio ti sentii ridere per la prima volta e la tua risata non l'ho piu scordata.
Ti lasciai il mio numero e tu mi lasciasti il tuo.
Come mi aspettavo, fui io il primo a richiamarti, dopo una settimana, non appena riuscii ad ottenere un po' di tempo per me dal mio lavoro, così troppo soffocante alle volte.
Due settimane dopo ti ho invitata a cena e ti ho baciata davanti la porta di casa tua.
Ci ho scritto una canzone sulla nostra uscita di quella sera.
Tu non lo sai. Nessuno lo sa, a parte Louis.
Chissà se avrò mai il coraggio di mostrarlo a qualcun altro il testo di quella canzone, di mostrarlo a te.
Non ci siamo più risentiti dopo quella sera, per un mese intero.
Quando ho deciso di farmi vivo l'ho fatto perché stavo impazzendo. Avevo bisogno di vederti, baciarti ancora e confessarti quanto mi fossi mancata e quanto fossi preso da te.
Facemmo l'amore tre sere dopo ed è da allora, da quel 28 giugno, che stiamo insieme.
La nostra relazione non è delle migliori.
Siamo lontani per la maggior parte del tempo. Tu studi all'università, io ho il mio lavoro con la band, che mi porta a stare lontano da casa, da te, per molto, troppo tempo.
Abbiamo finito con l'urlarci contro su Skype tante di quelle volte da aver perso il conto.
Dopo ogni litigio ho l'abitudine di parlare con Liam. Lui ha sempre qualche consiglio intelligente da darmi. E riesco a rimettere sempre le cose al proprio posto, perché, come mi dicesti anche tu, il nostro rapporto è più forte di tutto.
Sei mesi fa ti feci una proposta, quella di partire in tour con me, per tutta l'estate.
Tu accettasti entusiasta.
Quello è stato il periodo più bello della mia carriera.
Averti ogni sera dietro le quinte ad augurarmi buona fortuna, ad aggiustarmi i capelli che mi stavano fuori posto, a stringermi prima di salire sul palco era il meglio che potessi desiderare. Vederti piangere quando mi voltavo verso di te che sbirciavi sul palco e ti dedicavo Little Things era il meglio. I tuoi baci, carichi di emozioni, dopo ogni spettacolo, erano il meglio. I tuoi occhi che da lontano mi parlavano più di qualsiasi discorso erano il meglio. Tu così vicina eri il meglio.
Ed adesso, su questa terrazza di uno dei tanti alberghi in cui alloggiamo durante il tour, il mio pensiero va ancora a te.
Vedo Louis e Niall da qui sopra, nel cortile, che come al solito giocano a calcio.
Ascolto Zayn che parla al cellulare con Perrie dall'altra stanza e lo sento così innamorato.
Guardo Liam spaparanzato sul letto impegnato a farsi degli autoscatti e credo che non cambierà mai.
E il mio pensiero va ancora a te.
Ho il cellulare accanto alla mia mano da almeno mezz'ora e sono indeciso tra il chiamarti o meno.
Vorrei raccontarti del concerto di ieri sera, di come Zayn ha bagnato Paul dalla testa ai piedi, cogliendolo alla sprovvista, della festa a sorpresa che stiamo segretamente organizzando a Niall per il suo compleanno dopo il concerto di domani sera, di quanto mi manchi, di quanto sia felice che tra solo una settimana ci rivediamo e che potremo finalmente avere del tempo solamente per noi due.
Poi mi riscuoto quando sento Niall richiamarmi e "Chiamala, amico!" mi urla dal cortile.
Gli sorrido ed annuisco.
Mi sono convinto: adesso ti chiamo.
Devo sentire la tua voce, ne ho bisogno. Ho bisogno di sentirti dire che ti manco, che non vedi l'ora di rivedermi, e che mi ami, anche se io te lo dico poche volte.
E non lo faccio perché non ti amo ma perché ho paura che tutto questo un giorno possa travolgerci ed allora non so come ne uscirei.
Ma crederò in noi sempre, per sempre.
Ricordalo.
Come dice la frase che ci siamo tatuati: "Won't stop till we surrender." Non finirà finché non ci arrendiamo.
Sappilo, io non lo farò mai. Arrendermi intendo.
Non lo farò.
Mai.








SPAZIO AUTRICE
Ehiiiii! Proprio non rieco a stare lontata da voi, devo ammetterlo!
Stasera ho partorito (?) questa OS dal più beato nulla e non so come ma l'ho pubblicata.
Lo so, mi prenderete per pazza per aver pubblicato due volte nel giro di poche ore ma proprio non ce la facevo a tenermela per me, questa OS.
Non mi dilungo più di tanto nelle parole, solo vi chiedo di passare anche dalla mia long Goosebumps (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2552772&i=1)
Ciaooo a tutti!