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Autore: Spoo    10/07/2014    1 recensioni
Jeff è un ragazzo di 18 anni come tanti altri. È sempre stato single e non ha mai cercato una storia, finché Kyle, un ragazzo sconosciuto che gli regala un enorme sorriso ogni volta che lo vede, non comincia a parlargli. Solo allora Jeff capisce che quel ragazzo è tutto ciò di cui ha bisogno.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Ecco il capitolo due! Spero che vi piaccia, come al solito recensioni, consigli e segnalazioni di errore sono sempre bene accetti! Grazie e buona lettura :D

Il giorno dopo arrivò prima del previsto. 
Jeff si svegliò tardi, all'una, si vestì, mangiò un panino e guardò la TV per un'ora. 
Kyle gli aveva chiesto di vedersi per le quindici, quindi aveva ancora un po' di tempo prima di uscire di casa. 
Pensò a cos'altro poteva mostrargli. Non che ci fosse chissà cosa, in effetti.
«La vecchia statua vicino alla casa del custode... Mi sembra una buona idea, spero solo che non mi trovi strano e che apprezzi il macabro.» Pensò.
Uscì di casa e arrivò al solito parco. Si sedette su una panchina e aspettò qualche minuto. Continuava ad immaginare cosa sarebbe potuto succedere, ma non si illudeva. Dopotutto, non sapeva niente di Kyle. Non sapeva se fosse single. Non sapeva nemmeno il suo orientamento sessuale. Non c'era un solo indizio. 
E, proprio mentre pensava a tutto ciò, lo vide arrivare. 
«Hey, ciao!» Disse. 
«Ciao!»
«Come stai oggi? Tutto bene?» Chiese rivolgendo a Jeff uno dei suoi soliti sorrisi. 
«Tutto bene, sì, grazie. Tu?»
«Benissimo! Ieri quando sono arrivato a casa ho giocato subito al gioco che mi hai trovato!»
«E com'è?»
«Bello come me lo ricordavo! Anche se ovviamente la grafica era pessima, ma è un gioco vecchio.» 
«Beh, comunque, cosa vuoi fare?»
«Non lo so, mostrami qualcosa.»
«Mmmh... C'è qualcosa in particolare che vorresti vedere?»
«Non saprei. Perché non mi mostri qualcosa che ti piace?»
«Che piace a me?»
«Sì, che piace a te. Va bene qualsiasi cosa, non preoccuparti.»
Jeff ci pensò un attimo, poi disse:
«Va bene, ma promettimi che non penserai che sono strano. Cioè, in senso negativo.»
«Non lo penserò, giuro!»
«Beh, in questo caso... Sai, Halloween sarà tra pochi giorni, quale momento migliore per creare un po' di atmosfera?»
«Giusto! Io adoro Halloween!»
«Davvero? Bene. Se ti piace il genere, ti porterò in un posto che ti piacerà.»
«Va bene! Andiamo!»
Jeff cominciò a camminare con Kyle alla sua destra. Oggi indossava una felpa con un simbolo che gli sembrava di aver visto il giorno prima sulla copertina di un videogioco chiamato Assassin's Creed. 
«Kyle, quanto spesso giochi ai videogiochi?»
«Oh, hai riconosciuto anche questo!» sorrise mentre guardava la felpa «Ogni giorno! Ci passo più tempo di quanto vorrei ammettere, in effetti.»
«Beh, non c'è nulla di male. Anche io ci giocavo una volta, ma ora preferisco leggere.»
«Che libri ti piacciono?»
«Leggo un po' di tutto, ma in genere preferisco i gialli.»
«Sai, ci sono dei videogiochi che hanno una bella trama! Se ti piacciono i gialli ho un gioco che potrebbe piacerti!»
«Davvero? Come si chiama?»
«Heavy Rain! Puoi fare un sacco di cose.»
«Oh, beh, in ogni caso anche se volessi giocarci non saprei come fare. Non penso di poterci giocare su una vecchia console.»
«Beh, troverò un modo. Magari un giorno potresti venire a casa mia, se ti va.» Chiese un po' imbarazzato.
Jeff arrossì un po'.
«Perché no. Mi piacerebbe provare ancora un videogioco.»
Kyle gli sorrise. Jeff amava quando lo faceva. 
«Siamo quasi arrivati. Ancora qualche minuto e ci siamo.»
«Che posto è?»
«Lo vedrai presto. Spero che ti piaccia.»
«Sorpresa? Oh, bene! Sono sicuro che mi piacerà!»
Camminarono attraverso un piccolo parco, girarono intorno ad una collina e Jeff disse: 
«Eccoci! Questa è la casa del custode. Siamo praticamente arrivati.»
Kyle ammirò incuriosito il paesaggio circostante. Una specie di campo con tronchi sparsi qua e là sorgeva in mezzo agli alberi, e al centro di esso si trovava una catapecchia che gli era stata presentata come "La casa del custode". 
Ma non c'erano altre costruzioni intorno. 
«Ma non è questo ciò che ti volevo mostrare. Vieni con me.»
Jeff lo portò dall'altra parte della casa, dove una statua del Tristo Mietitore accoglieva gli ospiti che una volta probabilmente frequentavano la casa. 
«Allora? Ti piace?»
«Beh... È davvero inquietante. Come mai questa casa è disabitata? E cosa custodiva la persona che ci viveva?»
«È proprio questo il bello. Nessuno lo sa. Si dice che il custode custodisse la statua.»
«Posso farti una domanda?»
«Certo!»
«La casa, ecco... È infestata?»
«No, lo escludo. Io e i miei amici veniamo qui qualche volta di sera ma non è mai successo nulla.»
«Oh. E, dimmi, si può entrare quindi, giusto?»
«Certo. Vuoi andare?»
«Ora?»
«Sì, ora. Sempre che tu voglia ovviamente.»
«Sì, sì, va bene. Entriamo!» disse Kyle. 
Jeff lo portò davanti alla porta della piccolissima casa e disse:
«Prego!»
Kyle lo guardò e disse:
«Prima tu!»
«Sì. Va bene. Non c'è niente di cui preoccuparsi, comunque. Stai tranquillo.»
Aprì la porta ed entrarono. 
C'era buio ed era umido, le finestre rotte lasciavano entrare la nebbia dall'esterno. 
«Bene, eccoci.»
«Wow, adoro questo posto!» disse Kyle mentre gironzolava per l'ingresso «Ci sono altre stanze?»
«Poche. C'è solo il bagno, il salotto con cucina e la camera da letto. Vuoi vederle?»
«Certo!»
«Vai pure in quell'anticamera, poi scegli la stanza.»
«Ehm... Ecco, io non so come chiedertelo, in effetti...»
«Stai cercando di chiedermi di andare per primo?»
«Io, ecco... Beh, sì. Scusa.»
«Non preoccuparti, non fa niente! Te l'ho detto, non c'è niente in questa casa. Ci sono stato mille volte.»
«Grazie. È solo che ieri ho giocato da solo ad Outlast e adesso sono qui e... Beh, ecco...»
«Non fa niente, andrò per primo.» Rispose Jeff mettendogli una mano sulla spalla. 
-Chissà quanto posso spingermi in là... Se gli darà fastidio me lo dirà.- Pensò. 
Andò nel corridoio con Kyle alle spalle e aprì la prima porta a destra. 
«Questa è la camera da letto. Come vedi rimane ben poco di qualsiasi cosa.»
Vide l'altro camminare per la stanza e toccare ciò che rimaneva dell'arredamento. Sembrava che avesse paura soltanto di aprire le porte.
«Ora? Che stanza mi mostri?»
«Vieni, ti faccio vedere il salotto.»
Aprì un'altra porta e vide una piccola stanza con un minuscolo angolo cottura e un vecchio divano al centro. 
«Chissà quanti anni ha questo divano.» Disse Kyle mentre lo accarezzava. 
«Fossi in te non lo toccherei, credimi!»
«Perché no?»
«Ecco, diciamo che di sera le coppie amanti del brivido lo usano per... Passare una serata diversa dal solito diciamo.»
Kyle fece un'espressione disgustata. 
«Ma ciò è rivoltante! Mi stai dicendo che questo divano è stato teatro di molteplici rapporti sessuali?!»
«Rivoltante? Teatro? Sembri una contessa del settecento!» Disse scherzando.
Risero. 
«Non credo che le contesse del settecento si divertissero andando in case pseudo infestate e passando ore e ore giocando ai videogiochi!» Rispose Kyle. 
«No, direi di no. Bene, ora tocca al bagno. Vieni.»
Jeff aprì l'ultima porta e davanti a lui si presentò la solita stanza che aveva visto decine di volte. Un armadietto bianco con lo specchio rotto era appeso sopra un lavandino di porcellana sporco e scheggiato. La vasca da bagno era piena di vegetazione. 
«Quindi questa è l'ultima stanza, il bagno. Direi che è la stanza più piccola di tutta la casa.»
«Lo è.» confermò Jeff. 
«Possiamo vedere ancora la statua?»
«Certo! Vieni!»
Uscirono dalla casa e arrivarono di fronte alla statua. Kyle la ammirò e scattò una foto con il cellulare. 
«È un po' inquietante. Mi piace.» disse. 
«Bene, sono contento che ti sia piaciuta la casa.»
«Hai ottimi gusti per il macabro!»
«Beh, grazie.»
«Sono stato fortunato ad aver incontrato te per primo. Chissà, magari qualcun'altro non sarebbe stato così gentile da mostrarmi tutto.»
«Sono felice di farlo. Non che ci sia molto da mostrarti, in effetti.»
«Perché? È carino. Poi tra poco sarà inverno, la mia stagione preferita, ed è meglio vivere qui piuttosto che in una grande città. Le città vanno bene d'estate.»
«L'inverno è la tua stagione preferita?»
«Sì! La tua?»
«Quella in cui ci troviamo proprio ora.»
«Allora sarai felice immagino!»
«Sì. Sì, lo sono. Perché ti piace l'inverno? A tutti i ragazzi piace l'estate e se dici di amare l'inverno o l'autunno ti guardano male.»
«Mi piace l'invero perché fa freddo, di solito nevica, c'è il Natale... E adesso che ho una casa con il caminetto sarà ancora più bello.»
«Già. Stare seduti davanti al caminetto a...»
«Giocare ai videogiochi.»
«Leggere un buon libro.» dissero all'unisono. 
Risero. 
«Beh, almeno su una cosa siamo d'accordo!» Disse Jeff. 
«Già. Stare in casa al caldo mentre fuori nevica e fa freddo è una delle cose che preferisco. Anche se, beh...»
«Anche se?»
«No, no, niente.»
«Va tutto bene?»
«Sì, sì.»
«Andiamo, so che c'è qualcosa che vorresti dire.»
«Io, beh, ecco, sì, in effetti... Sai, a volte mi sento un po' solo, ecco tutto.»
«Oh. Come mai?»
«Mi mancano i miei amici. Da quando mi sono trasferito qui non ho fatto altro che pensare a quanto mi mancheranno. Ad Halloween organizzavamo sempre qualche festa. Non quelle solite con alcool, musica e cose varie. Una cosa semplice per festeggiare Halloween in un modo inquietante e non dozzinale, ma purtroppo quest'anno non potrò fare niente. E d'inverno venivano sempre a trovarmi a casa per giocare con me ai videogiochi o guardare la TV e quest'anno non potranno venire.» Disse Kyle visibilmente giù di morale. 
Jeff gli appoggiò una mano sulla spalla. 
«Hey, ascolta. Per l'inverno e i videogiochi non so, ma per Halloween ho la soluzione. Anche io do una festa ogni anno. E tu sei vorrai venire sarai il benvenuto.»
Kyle parve sollevarsi un po'. 
«Davvero?»
«Davvero. Ah, sarà una festa simile a quelle di cui mi hai parlato. Niente alcool né cose dozzinali. Apprezzeremo la notte del macabro tutti insieme.»
«Ci verrò di sicuro!»
«Ah, un'altra cosa. Con te saremo in quattro. Festa piccola per pochi intimi. Fa niente?»
«Va benissimo! Come sono i tuoi amici?»
Jeff ci pensò e non sapendo come rispondere disse:
«Lo vedrai a suo tempo. Simpatici.»
«Poi la smetto con le domande, lo giuro. Cosa faremo?»
«Ancora non lo so. Probabilmente mangeremo qualcosa e poi faremo un giro da qualche parte.»
«Stai sistemando casa tua?»
«Sì, ci sto provando. Hey, Kyle, hai detto che anche tu organizzavi feste simili, vero?»
«Sì!»
«Non è che potresti aiutarmi? Sono un po' a corto di idee e sono sicuro che riuscirai a fare anche meglio di me.»
«Certo! Ti aiuto!»
«Bene! Senti, allora, avresti voglia di venire a casa mia giusto un'oretta o due? È ancora presto adesso e così potremmo guardare anche su internet.»
«Beh, io... Sì, perché no. Certo.»
«Grazie! Kyle, sei il ragazzo più gentile che io conosca.»
«È il minimo. Sei stato così gentile a portarmi in giro.»
«Beh, ad ogni modo. Vieni, torniamo al solito parco. Casa mia non è lontana da lì.»
Tornarono sui loro passi mentre parlavano di scuola. 
«Sai, non ho idea di come mi troverò a scuola. Com'è la gente qui? Sono abituato con la mia vecchia città.»
«Mmmh... Ci sono vari tipi. Ma sono sicuro che ti troverai bene. Poi chissà, magari finiremo per iscriverci allo stesso club o magari a volte saremo in classe insieme, chi lo sa. Se così fosse conosceresti già qualcuno.»
«Beh, non voglio pensarci ora. Ho altro per la testa, come al solito.»
«Beh, siamo in vacanza, dopotutto. Avremo tutto il tempo per pensarci.»
«Sì, hai ragione. Meglio non preoccuparsene ora.»
I ragazzi arrivarono a casa di Jeff più in fretta del previsto. 
«Beh, eccoci. Questa è casa mia.»
Girò la chiave e aprì la porta. 
«Bene, eccoci. Vieni, andiamo di sopra in camera mia.»
Kyle lo seguì fino alla sua stanza. 
Era abbastanza grande, aveva le pareti di legno scuro e il soffitto con le travi a vista. Aveva una finestra che si affacciava su una strada poco trafficata. 
Il letto ad una piazza e mezza era in mezzo alla stanza, sotto un quadro ritraente un albero solitario in mezzo alla nebbia. 
«Che bello il tuo quadro!» Disse. 
«Grazie! Mi trasmette molta gioia di vivere!»
Kyle guardò di nuovo il quadro chiedendosi se vedessero entrambi la stessa cosa. 
«Siediti pure sul mio letto. Prendo il computer e arrivo.»
Vide Jeff uscire dalla stanza e rientrare con un portatile in mano. 
Si sedette accanto a lui. 
«Mmmh, no, così non va. Stiamo scomodi. Sdraiamoci.»
Detto questo, si sdraiò a pancia in giù e mise il computer davanti a sé. 
«Molto meglio. Allora, guarda. Ho comprato stamattina questo piccolo scheletro fosforescente da attaccare in giardino. Devo ancora prendere la zucca e qualche altra cosa. Ma non so cosa. E qui è dove devi aiutarmi!»
«Mmmh... Non saprei, ragnatele finte? Sagome di fantasmi da appendere? Di solito usavo quelle.»
«Sì, buona idea! Vediamo quanto costano.»
«No, aspetta. Forse a casa riesco a trovarle.»
«E non ti servono?»
«No. O comunque, a te servono più che a me.»
«Beh, grazie!»
«Se le trovo te le porto di sicuro.»
«Benissimo. Vieni, torniamo giù. Ti faccio vedere dove sarà tutto il resto.»
I due scesero le scale e tornarono in salotto. 
«Ecco, qui, su questo tavolo, metterò il cibo. La televisione sarà spenta, ma mi serve della musica.»
«Io usavo sempre degli album di Halloween che prendevo su iTunes. Vanno benissimo.»
«Bene, li cercherò. Ecco, è tutto. Senti, visto che è presto, ti andrebbe di guardare un film?»
«Sì, certo!»
«Vieni, sediamoci sul divano. Vediamo cosa possiamo guardare.  Che film ti piacciono?»
«Di solito guardo thriller o drammatici, ma va bene tutto. Tranne fantascienza però. Non li sopporto.» Rispose Kyle.
«Allora so cosa potrebbe piacerti. Si chiama "cinque giorni fuori". L'ho registrato.»
«Va bene. Non c'è bisogno che tu mi dica di cosa parla, guardiamolo.»
Jeff scelse il film dall'elenco e lo fece partire. 
Erano seduti sul divano a debita distanza, ma avrebbe sicuramente preferito accorciarla. Ma non poteva rischiare troppo. 
Passarono i minuti.
Ad un certo punto Kyle staccò gli occhi dalla TV e si mise a guardare Jeff. 
Era completamente l'opposto. Capelli neri e occhi marroni. Ma, come lui, era pallido. Gli piaceva moltissimo. Proprio per quello gli aveva sorriso e aveva cominciato a parlargli. 
Ma non sapeva niente di lui. Aveva incontrato tanti ragazzi in quella settimana, ma nessuno sembrava interessarsi a lui, tutti tranne Jeff. Avrebbe voluto chiedergli di più, chiedergli se anche a lui piacessero i ragazzi. Ma non poteva farlo. Poteva solo lanciargli dei segnali e sperare che lui si accorgesse di qualcosa. 
Jeff sapeva che Kyle non stava guardando il film ma lui. Sentiva il suo sguardo su di sé.
Significava forse qualcosa? Non doveva far altro che aspettare. Si girò verso di lui, che distolse lo sguardo e fece un sorriso imbarazzato.
Guardarono il resto del film seduti più lontani l'uno dall'altro di quanto entrambi desiderassero.
Passarono i minuti e il film finì.
«Ti è piaciuto?» Chiese Jeff.
«Sì, non male.»
«Bene. Ne ho altri simili se un giorno vorrai vederne un altro.»
«Perché no. Adesso devo andare però, è un po' tardi.»
«Sì, certo. Ci sentiamo dopo?»
«Ti scrivo su WhatsApp più tardi per dirti se ho trovato le decorazioni.» Disse Kyle mentre pensava a come lanciare dei segnali a Jeff. 
Trovato. 
«Beh, grazie dell'ospitalità!» Disse, poi lo abbracciò un po' più a lungo del solito e invece di dargli una pacca  amichevole come aveva sempre fatto lo strinse a sé un po' più forte e con una mano gli accarezzò la schiena, poi lo lasciò e gli sorrise. Non si scusò di essere stato troppo espansivo.
Uscì e si incamminò verso casa.
Era stato difficile trattenersi. Avrebbe voluto abbracciare Jeff quando erano sul letto a guardare le decorazioni di Halloween e appoggiarsi a lui mentre guardavano il film. Fortunatamente poteva scrivergli con la scusa delle decorazioni. Magari sarebbe riuscito a scoprire qualcosa di più.
"Facebook è tuo amico" si era sempre detto, ma Jeff non curava assolutamente il suo profilo e non si riusciva a capire nulla.
Arrivò a casa, salutò e salì in camera sua. Era più che altro una stanza vuota con un letto al centro. Doveva ancora pensare a come farla.
L'unica cosa funzionante dal primo giorno erano la TV e le PlayStation.
Fece la doccia, si cambiò e scese a cena.
Mangiò una pizza e si mise a cercare negli scatoloni le decorazioni di plastica. Fu difficile poiché erano ammassati l'uno sull'altro e non aveva assolutamente idea di dove guardare, ma nonostante ciò riuscì a trovare la piccola scatola con scritto "Halloween". La prese e la portò in camera.
Fece una foto e la mandò a Jeff chidendogli se andassero bene.
-Vanno bene?-
-Sìsì! Per che ora vieni domani? Hai voglia di aiutarmi a sistemare un po' prima che arrivino i miei amici?-
-Domani?-
-Sì, domani, Halloween-
-Halloween è domani? Davvero? Devo essermi confuso! Certo! A che ora arrivano i tuoi amici?-
-Alle 20:30, ti va di venire per le 18?-
-Va bene. A domani.-
-A domani, buonanotte-
-Buonanotte-
   
 
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