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Autore: Robyn_15    11/07/2014    4 recensioni
1941. La Germania nazista è ormai pronta per l'operazione Barbarossa. Secondo Hitler nuessuno può fermarli e la vittoria è assicurata ancor prima della battaglia. Ma non c'è vittoria quando ci sono perdite umane, il dolore delle famiglie e degli amori che si spezzano. Santana è costretta a partire ma promette a Danielle il suo ritorno ed è intenzionata a mantenere la sua promessa. Ritornerà ma forse non come si aspetta la sua amata.
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Dani, Maribel Lopez, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota iniziale: Saaalvee, beh che dire, questa è la mia prima one-shot, in realtà è la prima volta che scrivo qui e non penso sia un gran che ma vi prego non uccidetemi sono ancora una principiante D:. Detto questo vi auguro buona lettura e spero che possa piacervi almeno un po'. Spero vogliate lasciarmi qualche recensione, apprezzerei volto un vostro consiglio, un complimento o una critica costruttiva. Se non lo farete grazie lo stesso per aver letto. (:
Bea.


(POV Santana)

 'Morirò',fu quello che riuscii a pensare, non sentivo più nulla ormai. Le braccia e le gambe mi si erano  praticamente congelate, nonostante indossassi i pesanti stivali e la divisa dell'esercito. Ma cosa potevo aspettarmi? eravamo sul confine di uno dei luoghi più freddi del mondo, la Russia. "Lopez,muovi il culo e vieni a prenderti la tua razione di sbobba!" oh,ci mancava solo lui.. "Stainer non rompere i coglioni e pensa agli affaracci tuoi!" ringhiai contro l'uomo che poco prima mi aveva urlato contro. Ecco, Alex Stainer era il tipico uomo stronzo tedesco, il tizio più idiota che Dio potesse mai plasmare. Aveva più o meno 40 anni, biondo e con occhi azzurri, freddi come il suo animo, a parer mio. Lui si autodefiniva un "perfetto ariano", secondo me somigliava di più ad un perfetto coglione. "Un giorno dovranno spiegarmi perchè ci hanno rifilato una stupida femmina nell'esercito." Ancora lui, quel tizio dovrebbe imparare a chiudere quel buco che spaccia per bocca. "Hey Hubermann, glielo spieghi tu allo stronzo o devo ripeterglielo io per la ventesima volta?" Hans Hubermann, un brav' uomo, sulla sessantina, aveva pochi capelli bianchi sulle tempie, alto più o meno un metro e ottanta. Aveva un viso molto dolce, nonostante avesse evidenti segni di vecchiaia e sofferenza su di esso. Mi guardò come per dirmi 'io non ho intenzione di entrare in questa discussione'. "Stainer, idiota, ascoltami bene perchè non lo ripeterò mai più. E' stato proprio Hitler ad obbligarmi a partire, nessuna famiglia può sottrersi dall'aiutare la propria patria, anche in assenza di un uomo, quindi eccomi qui. (Questo non è vero, nessuna donna è mai stata costretta a partire perchè in famiglia non c'era un uomo. N.d.a.)  Stupida femmina? Ah si? Beh sappi che questa 'stupida femmina' può spararti nei testicoli ad occhi bendati" dissi tutto ciò con un solo fiato e un sorriso cattivo, battendomi la mano destra al petto un paio di volte. Alex mi guardava con occhi spalancati e con le labbra premute tra loro con forza, segno che lo avevo colpito e affondato. Bene bene, 'Santana 1- Stainer 0'. Mentre questo pensiero si faceva largo in me il caporale fece la sua entrata "Ragazzi, tra poche ore incomincerà l'operazione Barbarossa, vi voglio in forze e motivati. Bene, a tra poco. Heil Hitler!" "Heil Hitler!" rispondemmo in coro. Era arrivata l'ora, un sorriso triste si fece spazio sulle mie labbra. Mi guardai intorno, erano tutti così eccitati all'idea di andare all'azione, illusi, credevano davvero di vivere? Credevano davvero che avremmo trovato i sovietici impreparati? Supidi. Solo Hubermann sembrava sconsolato tanto quanto me, ci guardammo per un istante, si, entrambi sapevamo come sarebbe andata a finire. Si fecero le 23:00 decidemmo di riposarci, dovevamo pur essere preparati almeno in fattore di energie. Si fecero le 23:30, non ero nemmeno riuscita a chiudere occhio per due minuti, non facevo altro che pensare a lei, dovevo scriverle, dovevo informarla, il giorno della mia partenza le promisi che ogni volte che ne avrei avuto l'opportunità le avrei scritto, anche solo per farle sapere che ero ancora viva. Tirai fuori dalla casacca che usavo come cuscino un foglio ingiallito che avevo rubato a Meminger. Mi alzai e andai verso Stainer, sapevo che teneva una vecchia penna nella sua casacca e senza farmi sentire gleila sfilai da sotto la testa. Mi sedetti sul pavimento e improvvisai un piccolo scrittoio con una cartella di pelle nera. Poggiai la penna sul foglio ma tutto quello che ne usci prima di rialzarla dalla carta ingiallita fu solo una forte macchia di inchiostro nero. Cosa le avrei detto..? Cosa avrei mai potuto dirle? Non potevo certo informarla del fatto che il giorno dopo sarei probabilmente morta soffrendo come un cane, come morirò, cosa sarà a finirmi? Granata? Pistola? Pugnale? Un scontro a mani nude? Okay basta, dovevo calmarmi assolutamente, insomma le stavo scrivendo per rassicurarla, come avrei potuto farlo se la prima ad essere agitata ero io? 'Avanti Santana qualcosa ti inventerai! Non essere codarda e scrivile!', ero terrorizzata, la paura me la si poteva leggere negl'occhi, ma non avevo paura di morire, sapevo di essere senza speranza sin dal giorno della partenza per la guerra. No, quello che mi terrorizzava era ben altro, non volevo perderla, non volevo rinunciare a lei, ma ero costretta a farlo, era questo a farmi rimanere paralizzata dalla paura. Era ormai mezzanotte, dovevo assolutamente incominciare a scrivere o non avrei riposato per nulla, l'operazione avrebbe avuto inizio tra poche ore.

"                                                                                                                                                                                                                                               00:04     21/06/41
Cara Danielle,
io sto bene, credo, insomma sono tutta intera, forse avrò perso un po' di peso, credo 5-6 kg. Tutto ciò non è paragonabile alla sofferenza che provo nello starti lontana. Come se una voragine profonda si venisse a creare nel petto, come se la morte con i suoi artigli mi strappasse il cuore poco a poco. Amore mio.. Ricordi cosa ti dissi il giorno della mia partenza? Io tornerò da te, te lo giuro, ma forse non come ti aspetti.. Ecco, non voglio farti spaventare, non voglio la tua sofferenza e questo lo sai meglio di me, ma non trovo giusto illuderti. Domani avrò oltrepassato il confine russo e sai meglio di me questo cosa significhi.. Ti prego amore, ti prego, non piangere, non servirà a nulla se non a far formare due occhiaie profonde sul tuo bellissimo viso e io non voglio questo. Ti ho sempre amata Danielle, sin da quando eravamo bambine e insieme giocavamo nel giardino della signora Shnaider, sei la mia principessa e lo sarai per sempre, per tutta la mia esistenza, fino alla fine, anche se dubito che ci sarà una fine a noi due. Devo chiederti un ultimo favore e spero che questo riuscirai a compierlo dato che già so che la missione di trattenere il pianto è copiosamente fallita. - Mi fermai un secondo, cercando di non far uscire le lacrime, con scarso risultato dato che incominciai a piangere silenziosamente, facendo finire alcune lacrime sul foglio giallo e facendo così sbiadire in alcuni punti l'inchistro fresco. - Dopo la mia morte dovrai andare avanti. Rifatti una vita amore, sposati e abbi tanti bambini, amali tanto, anche io lo farò, come fossero nostri. Troverai qualcuno che saprà darti tutto ciò che con me non avresti avuto. Ammettiamolo Danielle, non saresti mai stata felice con me al tuo fianco, non potevo darti nulla, figli, famiglia, con me non avresti mai avuto nulla di tutto ciò. Nemmeno una vita serena avrei potuto offrirti, avremmo passato la nostra esistenza a nasconderci e se ci avessero prese? Cosa ti avrebbero fatto amore mio? Che fine avresti fatto? No, non me lo sarei mai perdonata. Darei di tutto pur di amarti solo un'altra volta, ma non si può purtroppo, sapere che non potrò mai più guardarti negli occhi e accarezzare il tuo bellissimo volto, baciare le tue labbra, amarti in segreto e parlati.. Mi distrugge tutto questo, tu non immagini quanto. Quando porteranno il mio corpo, ti prego non piangere, io non sarò li, o meglio ci sarò, ma al tuo fianco e non in quel cadavere scarno che presenteranno a te e a mia madre..  Già, mamma, stalle vicino Danielle, non sopporterà la mia perdita, tu perderai la persona che ami, ma lei perdera una figlia e solo Dio sa quanto faccia male. Ti starò accanto tutti i giorni della tua vita terrena, poi ci rivedremo, te lo giuro. E per darti prova di ciò sappi che quando sentirai dei piccoli brividi al collo sarò io che ti sussurro il mio amore, non smetterò mai di amarti Danielle. Non dimenticarti di me, ti prego.
Per sempre tua. 
                                                                                                                                                                                                                                       - Santana   "

(Narratore esterno)

4 giorni dopo:

Danielle si era ormai trasferita in casa Lopez dopo che l'anziana madre di Santana era rimasta totalmente sola dopo la partenza di quest'ultima. Quando sentirono bussare alla porta erano appena le 7:30 del mattino. Un uomo in divisa delle SS, con sguardo dispiaciuto consegnò una busta con il marchio delle polizia militare tedesca che la ragazza afferrò titubante. "Oh Danielle, cara chi era alla porta?" chiese la signora Lopez che in quel momento scendeva le scale che collegavano la cucina con il piano superiore, la più giovane per tutta risposta le mostrò la busta indirizzata appunto all'anziana signora. Si sedettero intorno al piccolo tavolo della cucina e Mariabel Lopez chiese a Danielle di leggere ad alta voce per entrambe. La ragazza aprì la busta con un nodo alla gola e con la sensazione di voragine nel petto, intuendo il perchè fosse arrivata.

" Gentile signora Mariabel Lopez, la polizia militare tedesca è terribilmente dispiaciuta di informarla della morte di sua figlia Santana Lopez, caduta nell'operazione Barbarossa mentre era in battaglia per amore della sua patria, in data 21/06/41. Il funerale avrà lugo questo pomeriggio quando i corpi dei caduti arriveranno nel paese di appartenenza. Le nostre più sentite condoglianze.        
                                                                                                                                                                                                                          - Polizia di stato tedesca. "

Il respiro di Danielle le si bloccò in gola appena finì di leggere quelle parole. Il pianto e la disperazione si fecero strada in lei. Santana non c'era più, le avevano appena portato via la sua Santana. Incominciò a piangere lacrime amare quando alzò lo sguardo verso la madre del suo vero amore, la donna aveva un viso pallido, occhi incavati e le labbra sanguinanti, probabilmente per i forti morsi che si stava dando pur di non urlare. La prima a parlare fu Danielle "signora Lopez..?" "Vai via Danielle, vorrei stare sola." Lo sguardo della donna era perso nel nulla, il suo volto sembrava voler trasmettere apatia, nonostante la giovane volesse consolarla decise di ubbidire, anche lei aveva bisogno di stare sola in quel momento, sarebbe tornata più tardi. Dopo essere uscita di casa e aver chiuso la porta, le urla della madre di Santana piene di dolore e teglianti come lame affilate, le perforarono le orecchie, sentì inoltre il suono di mobili e oggetti vari che venivano lanciati contro una parete o che si schiantavano al suolo. Nonostane questo non rientrò in casa, poteva pienamente comprendere le gesta della donna, anche lei avrebbe volentieri disintegrato tutto quello che la circondava, ma non poteva, non avrebbe saputo spiegare il perchè, dato che lei e Santana agli occhi della popolazione apparivano solo come due amiche d'infanzia rimaste in buoni rapporti, se avesse avuto un comportamento troppo addolorato avrebbe alzato sospetti e non era la cosa migliore da fare, decisamente non lo era. Decise di entrare in casa sua e ci riuscì con non poche difficoltà dato il forte mal di testa e lo stato emotivo evidentemente frastornato, quando poi cercò di aprire la porta si rese conto che qualcosa sotto di essa la bloccava. Una busta, questa volta era molto  malconcia, ingiallita forse dalla vecchiaia della carta. Sul retro c'era scritto con una calligrafia ordinata e precisa 'Per Danielle', la prima cosa che attraversò la mente della ragazza era che quella doveva essere la calligrafia di Santana, ne era certa dato che la conosceva come le sue tasche. Prese la busta fra le mani e si guardò in giro cercando di capire chi avesse potuto portare quella busta in casa sua, ma nelle vicinanze non c'era nessuno. Entrò in casa e si affrettò ad aprire la busta, appena lesse l'orario e la data in cui era stata scritta la lettera scoppiò in un pianto ancora più doloroso del precedente. 'Sono stata il suo ultimo pensiero', ecco cosa realizzò Danielle e aveva ragione, l'ultimo pensiero prima di morire della mora fu proprio la sua amata. Quando poi lesse la lettera con un dolore lancinante nel petto dovette sedersi per i forti spasmi che le percuotevano il corpo. Riuscì ad addormentarsi dopo tre ore buone, pensando a Santana e al suo bellissimo sorriso. Il pomeriggio arrivò terribilmente presto, c'era quasi tutto il paese al funerale dei caduti, la bara di Santana era vicina a quella di un certo Stainer, 'chissà chi era' penso Danielle prima di ricordarsi che la sua Santana era morta e il suo corpo era a pochi metri da lei. Quando poi il parroco fece il nome della Lopez fra i caduti, Danielle non riuscì a contenersi e il troppo pianto le portò un forte capogiro, l'ultima cosa che sentì prima di svenire era la voce della donna che amava, la stava chiamando. Si risvegliò nel letto di Santana, al suo fianco Mariabel le teneva la mano "Bensvegliata Danielle" le disse la donna con un piccolo sorriso, la ragazza non rispose, si limitò a nascondere la testa sotto le coperte, ma l'anziana donna non le lasciò la mano. "Sai bambina, io l'ho sempre saputo e oggi me ne hai data la conferma." La ragazza la guardò incuriosità e anche un po' impaurita, Mariabel proseguì "due amiche d'infanzia non si guardano così e poi.. Non c'erano altre spiegazioni, insomma passavate praticamente 24 ore su 24 insieme. Ah, poi sono quasi sicura che questo -disse mostrandole un maglione- sia troppo grande per essere di Santana,beh.. essere stato di Santana, ormai.." Entrambe ricominciarono a piangere, ma Mariabel riprese la parola "Non possiamo fare così bambina mia, lei non avrebbe voluto che noi stessimo così male, dobbiamo reagire. Vedrai, ce la faremo, lei è qui, non è mai andata via." In quel momento dei piccoli brividi colpirono il collo di Danielle, la ragazza sorrise impercettibilmente "Lo so.." disse con un tono di voce alto per farsi sentire dalla donna che non le aveva ancora lasciato la mano e poi un sussurro lasciò le sue labbra "ti amo anch'io San, non smetterò mai di amarti". 

 
  
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