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Autore: InWonderland__    11/07/2014    0 recensioni
Da quando Alison è scomparsa, la vita di Aria Montgomery è cambiata. Ha cambiato casa, continente, amicizie. Non ha più sentito Emily, Hanna e Spencer.
Quando ritorna a Rosewood, è trascorso ormai un anno. Le sue amiche sono sempre lì per lei. Decidono insieme di lasciarsi alle spalle il passato, ma qualcuno dal passato ritorna per prendere in contropiede Aria. E opporsi sarà inutile.
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aria Montgomery, Jason DiLaurentis, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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- Come ci si sente ad essere guardate a quel modo da Jason DiLaurentis?
Alzo lo sguardo, distratta dalle parole di Emily. Vorrei non essere così trasparente, ma basta sentire pronunciare il suo nome, e un sorriso spontaneo si fa spazio sulle mie labbra. Subito mi mordo imbarazzata il labbro inferiore, sperando che quel sorriso sia sfuggito alle ragazze, e ritorno con gli occhi agli appunti sulla Guerra d'Indipendenza. Intanto, al mio fianco, Spencer si sposta più vicina al mio orecchio."La piccola Aria ha un grande potenziale, mhm?" mi fa, e le ragazze ridono sommessamente, trascinando anche me nel vortice delle risate. Singhiozzo ancora quando, gesticolando, mi alzo a sedere sul letto e dico loro col tono più innocente del mio repertorio "Certo, come no. Ragazze, è Jason. Quel Jason.". Ho sbagliato a puntualizzare, perchè ecco subito Hanna intervenire, esasperata.  
- Quel Jason? Aria, vuoi scherzare? - sbotta Hanna, chiudendo con uno scatto secco il tomo di letteratura e sedendosi con le gambe incrociate sul letto, proprio davanti a me. - Aveva una polo, mi spiego? Non una maglietta grigia, slabbrata e macchiata di birra scadente. Non venirmi a dire che è ancora il ragazzo che conoscevamo, perchè non ne vedo neanche l'ombra. E, ehi, non provare a dire che non hai una cotta per lui dalle medie. Non ti crede nessuno. 
- Se fosse stato davvero il ragazzo di un anno fa, ci avrebbe tirato qualcosa dietro. Su questo non posso darle torto. - si aggrega Spencer, senza spostare gli occhi dalla pagina. 
Ci rifletto in silenzio, giocherellando con la matita. Hanna non ha tutti i torti, in effetti. E' un altro Jason, e questo Jason mi piace molto di più. E ..  forse io piaccio a lui, è mai possibile?
- In ogni caso, non presterebbe mai attenzione ad una come me. - concludo, sbuffando indispettita e riponendo la matita nell'astuccio. 
- Tu dici? Prima non stava flirtando con lo sguardo con me. - punzecchia Hanna.
Mi volto a guardarla e mormoro "Come fai ad essere così superficiale? E' maturato, Hanna. Ha perso sua sorella, la sua famiglia si è trasferita, ha vissuto una tragedia di dimensioni esorbitanti. Non ha posto nella sua vita per uno stupido flirt con una stupida amichetta della sorella.".
- Alison non approverebbe mai. Erano cane e gatto, ricordate? - si aggiunge Ems, ma io fingo di non sentirle neanche, mentre ripongo il libro e l'astuccio dentro la tracolla. 
- Vai già? - mi domanda Spence, ed io, in risposta, guardo fuori dalla finestra. E' il crepuscolo.
- Sì, i miei mi aspettano per cena. - dico con un sorriso, prima di scivolare giù dal letto principesco di Spencer Hastings e andare in direzione della porta. 
- Tutte pronte ad essere rimandate in letteratura? - esordisco, prima di uscire dalla stanza.
"Studia e non lasciarti distrarre dai bicipiti di Jason! Tieniti lontana dalla finestra!" sento Hanna urlare dal corridoio, e rido piano scendendo le scale.
Esco dalla porta sul retro. Il giardino è immerso nel buio, il sole è tramontato ormai da un pezzo. Tira una leggera brezza primaverile, mentre i miei piedi mi portano sulla strada di casa DiLaurentis. Potrebbe sembrare premeditato, ma dovrei passare di là in ogni caso per andare a casa mia. Mi auguro di non dover incontrare Jason, ma sperare non basta. Jason DiLaurentis è seduto sull'ultimo gradino del portico, una gamba allungata, un libriccino tra le mani. Sono in preda al panico, mentre penso a un modo per sgattaiolare via senza attirare la sua attenzione. Ma è troppo tardi. Una foglia scricchiola sotto il mio piede destro, schiacciata dal mio peso, e i suoi occhi si alzano sulla mia figura ferma su un piede. E' imbarazzante. Decido di sorridere, sperando con tutto il cuore che non mi prenda per una stupida. 
- Aria, sei tu. - dice, chiudendo il libro con uno scatto e alzandosi in piedi. 
Lo guardo senza parlare mentre mi si fa più vicino. Giocherello con la cinghia della borsa e deglutisco piano, prima di dire "Sì, non volevo disturbare la tua lettura. Ora devo andare a casa ... A presto, Jason.". 
Riprendo in fretta il mio cammino senza guardarmi indietro, ma sento di nuovo la sua voce. Dice "Mi chiedevo se ti andasse di prendere un caffè con me, in realtà.", ed io mi mordo piano il labbro inferiore. Mi volto con un sorriso decisamente colpevole e mormoro "Ahm ... i miei mi aspettano, stasera dovremmo cenare tutti insieme e succede raramente, quindi ...". Rimaniamo a guardarci in silenzio. Lui ha quel mezzo sorriso del pomeriggio, i capelli pettinati all'indietro. Si è cambiato, adesso ha una polo celeste e un paio di jeans lindi e puliti. Sono distratta dalle sue labbra che si assottigliano. Lo vedo avvicinarsi ancora di più. E' vicino, troppo vicino .. e il mio telefono squilla. E' mia madre. 
- Scusami ... - dico a Jason, prima rispondere al cellulare. Continuo a fissarlo mentre ascolto mia madre parlare velocissimo al telefono. Mio padre ritarderà di almeno un'ora. 
- A dopo, mamma. - le dico, senza aspettare che riattacchi. Dopo ripongo il cellulare nella tasca anteriore dei jean, e sollevo di nuovo lo sguardo. Jason mi fissa con aria interrogativa. "Uhm, l'invito è ancora valido? Mio padre farà tardi, quindi ..." sussurro, scrollando piano le spalle.
- Vieni. - dice, interrompendomi e tendendomi subito una mano. M'imbarazza farmi guidare da lui, conosco la casa a memoria, ma non mi disturba la sensazione delle nostre dita intrecciate, quando gli prendo la mano. Oltrepassiamo la soglia insieme. Inizialmente mi guardo intorno, confusa. La casa è così diversa da come ricordavo. Una foto di Alison e noi quattro è appesa alla parete. Mi fermo a guardarla con un sorriso triste.
- E' passata un'eternità. Perchè il tempo rovina tutte le cose belle? - sussurro tra me e me, quasi senza accorgermene.
- Tu sei sempre la stessa, però. - lo sento dire. Quando mi volto, Jason è già entrato in cucina."Cosa vuole da me Jason DiLaurentis?", mi domando, mentre lo seguo, infilando le mani nelle tasche della minigonna. "Che vuoi dire?", chiedo, prendendo posto su una delle tre sedie intorno al tavolo di noce. Mi tornano in mente tutte le merende con Alison, e la musica rumorosa che usciva dalla camera di Jackson, al piano di sopra ...
 Jason armeggia con la caffettiera, prima di alzare gli occhi e sussurrare in risposta "Che non tutte le belle cose si rovinano col tempo.". 
La sua risposta mi coglie impreparata. L'intensità del suo sguardo mi mette a disagio. Arrossisco, distolgo subito lo sguardo dal suo. Questo caffè sarà bollente, lo so già. 
  
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