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Autore: DaisyBuch    11/07/2014    1 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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epil -Mani in alto!- gridarono in coro Max ed altri poliziotti. Lacrime nere scorrevano tra le guance delle tre ragazze, aprirono finalmente gli occhi ed alzarono in alto le mani, mentre ancora se le stringevano l’un l’altra.
Gli uomini in divisa si avvicinarono a loro piano piano.. Olivia continuava a cercare lo sguardo di Max, che questo non le concedeva. Sarebbero andate in prigione e il tutto davanti a suo padre, cosa avrebbe pensato adesso di lei? Si accorse che in realtà non le importava, in quei pochi secondi di caos in cui era accerchiata dai poliziotti e dalla calca di gente capì quanto era stata stupida, quanto si era spinta oltre per cercare la sua attenzione e per non diventare una persona come lui, ma quello che aveva detto anche Max era vero, erano tutti molto simili, lei non era migliore di loro. Jolene si sentiva terribilmente in colpa, le sue emozioni erano contrastanti, sapeva di aver fatto tutto il necessario per rimettere le cose a posto ed in ogni caso aveva sbagliato a rubare la collana ma l’aveva fatto per la sua famiglia, loro avevano bisogno di lei ed il suo lavoro non sarebbe mai bastato. Era in buona fede. Yvonne sentiva l’adrenalina salirle nel petto, da una parte era così spaventata ma dall’altra pensò che era l’avventura più bella che le fosse mai successa. La sua vita era sempre stata così ricca eppure così superficiale, aveva finalmente trovato delle nuove amiche, o sorelle addirittura, e sentiva come di averle contagiate con il suo veleno, quello che di solito rovinava tutti quelli che erano intorno a lei. Si sentiva responsabile e terribilmente vuota, loro avevano ragioni più profonde che l’avevano mosse a fare quei gesti, lei no. Lei voleva sentire semplicemente qualcosa, voleva altro lusso.. era una persona superficiale anche lei, come la sua vita. Eppure aveva coperto Jolene, aveva aiutato le altre a rimettere a posto le cose, e per farlo aveva messo in pericolo la sua vita. Ed era così felice e fiera di se stessa per averlo fatto, adesso capiva che fino a quel momento non aveva mai realmente apprezzato le cose e le persone che aveva.
I poliziotti erano praticamente a mezzo metro da loro con le pistole puntate quando Yvonne, Jolene ed Olivia sentirono dietro di loro qualcuno che tentava di fuggire.
-Lasciatemi! Sono innocente!- gridava il signor Warlett. Le ragazze di girarono attirate dalle urla.
Videro il signor Warlett che aveva tentato di sgusciare fuori dalla parete dei poliziotti dietro di loro, ma questi l’avevano preso.
-La dichiaro in arresto per furto, Christopher Lucas.-  pronunciò Max mentre i due poliziotti lo placcarono prendendogli ambo le braccia. Le ragazze si guardarono allibite, e lo stesso pensiero le attraversò: Che sta succedendo?  Dovevano arrestare loro, non il signor Warlett/Lucas.
-E dichiaro in arresto anche lei, Maurice Arnett,- disse Max puntandogli la pistola contro, seguì un urlo sorpreso delle persone al mausoleo: era pur sempre lo sceriffo della città, -per ostruzione di prove e falsa testimonianza.- concluse.
-Suvvia Max.. che stai dicendo.- ci scherzò su il signor Arnett.
-Papà?- Olivia non capiva cosa stesse succedendo. Loro avevano rubato la collana a Christopher Lucas, non il contrario.
-Tutto ciò che dirà potrà essere usato contro di lei..- proseguì Max fino a che Maurice lo interruppe, -Io non c’entro niente! Sono queste ragazze che hanno commesso il furto!- si difese urlando e indicando le ragazze.
Olivia sentì la fitta definitiva che le attraversò il cuore. Non l’aveva difesa, aveva scaricato la colpa su di lei. Sentì che l’ultimo sottilissimo filo che la teneva legata a suo padre venne tagliato con quella dichiarazione.
Max lo guardò disgustato. –E’ vero!- si aggiunse Lucas.
-Mi hanno rubato la collana dall’Hotel Harmon in cui alloggiavo.- disse. Con grande astuzia, si mise nei guai da solo: aveva appena confermato il furto.
Il padre di Olivia si mise una mano sulla fronte.
-Mi spieghi che sta succedendo?- chiese sconvolta Olivia, che fino ad un minuto prima pensava di dover passare tutto il resto della sua vita in prigione.
-Il signor Christopher Lucas, noto milionario, ha passato la sua vita ad arricchirsi rubando e vendendo opere d’arte sotto falso nome, quale Peter Warlett. Fino ad adesso non c’erano prove, inoltre aveva un degno compare che si trovava all’interno delle forze della Giustizia che lo copriva, quale  Maurice Arnett, non chè mio collega. Abbiamo lavorato per incastrarlo per mesi e mesi, e notai che alcuni documenti in cui c’erano prove più inchiodanti scomparivano misteriosamente, inoltre quando scomparve la collana della principessa d’Etiopia dal mausoleo Maurice venne a farti visita dove guarda caso seppi che alloggiava il signor Lucas presso l’Harmon Hotel della stessa città, così capii tutto.- spiegò Max. Olivia e le altre due ascoltavano con la bocca aperta per lo stupore. Lui sapeva tutto e non aveva mai detto niente? Ma perché?
-Non hai testimoni.- rispose con i denti stretti Maurice.
-Questo non è del tutto vero.- s’intromise Francis dalla folla.
-Cosa?! Chi è questo qui?- chiese Lucas impaurito.
-Io ero in servizio all’Harmon Hotel quella sera, e ho visto Arnett e Lucas e parlavano della collana.- proferì.
Max fece un sorriso compiaciuto mentre Maurice Arnett era livido di rabbia.
-Mi ha incastrato! Non è vero niente!- urlava il padre di Olivia.
-Signori, prego, svuotate le tasche.- ordinò Max. –Anche voi, signorine.- aggiunse dopo.
-Questo è uno scandalo! Quelle povere fanciulle non c’entrano niente!- urlava la signora francese del quadro dalla folla.
Yvonne sentì il cuore balzarle in gola, e subito tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che la collana era sparita dalla sua borsetta. Com’era successo? Chi..?
-Ma non è possibile! Non ce l’ho messa io, lo giuro!- gridava rabbioso Lucas che si era ritrovato la collana nella tasca della giacca. Yvonne gli sorrise con tutto l’affetto del mondo, era chiaro che gliel’aveva presa in qualche modo quando erano nel magazzino! Aveva calcolato tutto! Non era affatto un traditore.
-L’ha messa nelle mie tasche quando stavamo parlando all’uscita!- lo accusò Lucas. In realtà era così, ma era evidente che la storia non reggeva.
-Adesso basta, seguitemi.- disse quella che era una signora robusta e alta davanti a loro. Doveva essere anche lei della polizia o qualcosa del genere , pensarono le ragazze, perché portò via il padre di Olivia e Lucas. Appena il caos si fu placato con l’arresto di Maurice Arnett e Christopher Lucas, i clienti parlavano scandalizzati di ciò che era successo, bisbigliavano del tradimento dello sceriffo e indicavano quella che avevano capito fosse sua figlia. Olivia voleva parlare con Max e ringraziarlo, anche se era arrabbiata perché non le aveva detto nulla. Era terribilmente arrabbiata e sorpresa allo stesso tempo, non sapeva a quale delle due emozioni lasciar prendere il sopravvento, in ogni caso concordava con se stessa che sarebbe dovuta andare a parlarci. Lo cercò a lungo, chiese ai poliziotti ed infine chiese anche ad alcuni signori che fumavano il sigaro fuori dall’edificio, ma non c’era e in qualità di vice-sceriffo aveva portato via suo padre e Lucas. Ritornò dentro da Yvonne e Jolene, una era molto eccitata e felice, alla fin dei conti si era tolta un peso dalle spalle e la seconda era ancora molto scossa dall’accaduto. –Che diavolo è successo?- continuava a tremare Jolene. –E’ tutto ok, è tutto ok, è finito tutto Jail, siamo al sicuro adesso.- le ripeteva Yvonne asciugandole le macchie enormi del mascara sulle guance.
-N-no. Hanno ancora le registrazioni, andrò in prigione.- ripeteva.
-No Jolene. Si è sistemato tutto, Lucas doveva andare in prigione perché è lui che ha rubato la collana dal mausoleo, e mio padre l’ha aiutato.- intervenne Olivia che le trascinò da una parte al sicuro dove nessuno poteva sentirle.
-Ma io ho rubato la collana a Lucas.- ripeteva in trance.
-Noi,- sottolineò Yvonne, -noi abbiamo rubato la collana. E nessuno può incastrarci, Lucas l’aveva in tasca ed ha ammesso di averla rubata davanti ad un centinaio di testimoni, inoltre c’è quello lì.. che ha detto di averli visti.- la rassicurò.
-Francis.- chiarì Jolene. E’ vero, Francis. Francis aveva testimoniato per lei. Voleva cercarlo e ringraziarlo ma in quel momento non riusciva nemmeno a pensare lucidamente.
-Lo conosci?- chiese Olivia.
-Si mi stava aiutando a mettere a posto le cose all’hotel..- disse Jolene con un live sorriso che le affiorava sulla faccia.
-E non ci dici niente!- esclamò Yvonne eccitata. –E’ carino.- rise smorzando la situazione. Finalmente fecero sorridere Jolene e sentivano che quel masso enorme era scomparso dalle loro spalle. Niente più furti, niente di niente.
Parlarono cinque minuti di Francis ed Yvonne volle sapere tutti i dettagli, ormai ridevano per qualsiasi cosa, erano così estasiate dal fatto che tutto fosse finalmente finito. Parlarono di come avevano avuto paura di essere beccate, dell’Harmon Hotel e dei riconoscimenti davanti alle scale mobili, il tutto ridendo come pazze.
-Ci aspetta una vacanza.- propose Yvonne.
–Dopo tutto questo stress è il minimo.- concordò Olivia.
-Abolisco ufficialmente l’Etiopia.- disse Jolene, e scoppiarono tutte in un ultima grande risata.




Volevo ringraziare tutte le persone che mi hanno letta e che con le visite mi hanno convinta ad andare avanti; in realtà tutto ciò era cominciato per noia ma poi mi ci sono appassionata e non riesco a credere di averlo finito. Un grazie a steph808 che ha recensito praticamente tutti i miei capitoli positivamente (anche se alcune volte non lo meritavo!) e mi ha dato molti consigli.


   
 
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