Halloooo!!! Grazie a tutti voi che,
leggendo, mi fate venir voglia di continuare!!! Viel,
viel Dank!
In particolare…Sbadata93: Kyaaaaaa!!! Regan!!!
Tu non immagini nemmeno le ghignate che mi sto facendo!!! Ahahah!!!
Gott!!! Lo so, cercherò di darmi un contegno^^!!!
Davvero il tuo Bill è felice?!? Il mio mi ha detto, o
gatto o niente! Come si fa a non accontentarlo?!? Soprattutto quando ti guarda
con quegli occhi…canticchiando una canzone, saltellando sul letto?!?
Impossibile!!! Comunque, rassicura pure il tuo Tom! Al maiale ci avevo pensato…ma poi il mio Tom, mi si è avvicinato ammiccando e mi sono resa conto che
lui ha troppa disinvoltura…Io non ce lo vedo a
rotolarsi nel fango!!! Ahahah!!! Comunque grazie
ancora per tutto il tuo sostegno! E’ anche merito tuo, se vado avanti a
scrivere!!! A presto!^^!
Die schönsten Sterne…fünf…
Mi svegliai. La
stanza debolmente illuminata. Sbattei le palpebre più volte. Bill, sdraiato accanto a me, dormiva sereno, sul suo volto,
un sorriso. Anch’io sorrisi.
Tirandomi un po’
su, allungai un braccio, afferrando il cellulare sul comodino. Le cinque e un
quarto. Sgranai gli occhi. Un secondo dopo imprecai
mentalmente, prima di riappoggiare silenziosamente il telefono e risdraiarmi.
Appoggiai il
capo di nuovo al cuscino, osservando Bill
attentamente. Lui si mosse, allungò il braccio
sinistro. Un attimo dopo sentii la sua mano sul mio fianco. Sussultai. Lui,
continuando a dormire, mi tirò più vicina, abbracciandomi. Lo fissai esterrefatta, completamente immobile, mentre spostava il
viso ad un paio di centimetri dal mio.
Deglutii,
cercando di controllare la mano destra che, come dotata di vita propria, si era
avvicinata al suo volto, per accarezzarlo.
All’improvviso,
mormorò qualcosa. Talmente piano che non riuscii a
comprendere. Aggrottai le sopracciglia. Un secondo di silenzio. Mosse di
nuovo le labbra. Mi concentrai immediatamente su di esse.
Bang.
Sgranai gli
occhi, il vago ricordo di un bacio. Arrossii, portandomi una mano al viso. Al
mio movimento, lui mugugnò ancora, prima di ricominciare a sorridere,
continuando a dormire.
Non era
possibile che ci fossimo baciati…, mi dissi incredula, continuando a fissare le
labbra di lui,…Dio!
La mente
completamente sconvolta, continuavo ad osservarlo, incredula. Doveva essere
stato un sogno.
Un secondo dopo
lui si mosse ancora, spostando la mano dal mio fianco
alla mia testa, tirandomi più vicina. Arrossii, incapace di muovermi. Respirò
profondamente, poi sorrise. Pronunciò il mio nome, lentamente. Abbassò il viso.
Sgranai gli
occhi, sorpresa, mentre lui mi baciava dolcemente. Poco dopo, si staccò,
pronunciando nuovamente il mio nome. Un sorriso luminoso sulle labbra.
Rimasi lì,
immobile, per un paio d’ore. Dopo un bacio del genere, dormire mi sembrava
impossibile. Non riuscivo a levarmi dalla testa cioè
avevo provato. Perennemente rossa in viso, continuavo a pensarci. Incredula.
La campana del
paese suonò le sette. Un secondo dopo, la sveglia dei miei suonò. Qualcuno,
nella stanza accanto, si alzò dal letto. Ascoltai ogni piccolo rumore, pregando
mentalmente che nulla li portasse a gettare un’occhiata nella mia stanza.
Nervosa, deglutii, pensando che, una bomba atomica, di certo, avrebbe provocato
meno danni.
Bill si mosse, appoggiando il viso contro il mio petto, continuando a dormire.
Perfetto…, mi dissi, troppo preoccupata dai miei, dimenticandomi persino di
arrossire.
Passi.
Deglutii, stringendo gli occhi. Si fermarono. Deglutii ancora. Un secondo. Si
allontanarono, scendendo le scale. Espirai.
Aspettai
pazientemente di sentire il rumore della macchina poi, non appena furono
partiti, sentii tutti i nervi del corpo che si rilassavano. Bill,
contemporaneamente, si sistemò meglio contro di me. Alzò
un po’ il volto. I lunghi capelli scompigliati gli incorniciavano il viso
perfetto. Sorrisi poi, senza riflettere, gli accarezzai
la testa. Si mosse ancora. Spostandosi un poco, aprì gli occhi. Vedendomi,
sorrise.
“ ‘Giorno…” disse, la voce roca dal sonno.
Deglutii
“Buongiorno Bill…”
Spostò lo
sguardo, un secondo, per sincerarsi in quale posizione si era messo mentre
dormiva. Sorrise compiaciuto, riappoggiando il viso contro di me.
Lo fissai
interdetta, arrossendo. “Torni a dormire..?!?”
domandai, anche se in realtà avrei voluto chiedergli tutt’altro.
“E’ ancora
presto…” rispose lui, immobile.
“Beh, mentre tu
dormi, intanto vado a prepararmi…” proposi.
Sbuffò. “Sono
comodo…” si lamentò.
Sorrisi “Guarda
che non sono il tuo cuscino!” lo ribeccai.
Alzò il viso, gli occhi scuri brillavano “Sei molto
meglio di un cuscino…”
Arrossii, lui
sorrise, riappoggiando di nuovo il capo. “E non
cercare di approfittare della tua dote di cuscino perfetto per ricattarmi…”
scherzò ancora.
“Cuscino perfetto?!?” risi “…Sarebbe questa la mia dote?!?”
risposi, fingendomi seccata, pensando alla storia che aveva vissuto, che lo
aveva portato nella mia vita.
“Più che
perfetto…” continuò lui con voce dolce “…perfetto per me…”
Alzò il volto,
consapevole che sarei arrossita, cosa che, puntualmente, avvenne. Lo fissai
senza parole. Lui rise. Un secondo dopo, mi baciò.
Socchiusi gli occhi, trattenendo il fiato, mentre lui muoveva dolcemente
le labbra, sfiorando le mie, modellandole sulle mie. Incapace di
trattenermi oltre, mi lasciai completamente andare, ricambiandolo.
Si staccò,
alcuni minuti dopo. Sorrise “Beh…anche tu hai più di una
dote…” concluse, mentre io arrossivo nuovamente. Si risdraiò
contro di me.
Impiegai un
paio di minuti prima che il mio cervello ricominciasse a funzionare
correttamente. Improvvisamente mi ricordai che, se volevo vivere, magari per
essere baciata ancora da lui, respirare era necessario. Quando
poi mi fui calmata, ricominciai a pensare alle sue parole.
“Bill…Qual è la tua dote…?” domandai, incuriosita.
Lui non si mosse “Beh, come hai potuto notare in questi giorni, sono carino,
gentile, intelligente, divertente…” iniziò.
“…modesto…” lo
sfottei nuovamente.
Alzò il capo
“Terribilmente modesto…” mi sorrise.
“Qualcos’altro…?!?” chiesi, divertita dal suo modo di fare.
Si mordicchiò
il labbro, riflettendo, prima di scattare all’improvviso verso di me, baciandomi
ancora. Staccandosi di qualche centimetro, sorrise.
“E ho buon gusto in fatto di ragazze…”
“Uhm…” mormorai
io “…questo te lo concedo…”
Rise, prima di
tornare a baciarmi.
Restammo
sdraiati ancora un po’, abbracciati, finché, quando la campana suonò di nuovo
l’ora, non sgranai gli occhi.
“Accidenti!”
imprecai, alzandomi di botto.
Lui mi fissò
interdetto. “Il veterinario!” esclamai ancora.
“Il
veterinario?!?” ripeté lui.
Saltando giù
dal letto, corsi fuori dalla stanza, iniziando a
scendere in fretta le scale “Ho promesso alla mamma di portare il cane dal
veterinario!” spiegai.
Bill, seduto nel letto, sbuffò, poi mi corse
appresso.
In macchina,
guidavo tranquilla. Bill, seduto accanto a me,
guardava fuori dal finestrino, continuando a
scherzare. Ogni tanto poi lanciava un’occhiata alle sue spalle, controllando il
cane.
Raggiunto il
paese vicino, dove si trovava lo studio veterinario, parcheggiai.
Bill scese, iniziando a guardarsi attorno, esaltato
dalla presenza di tanti animali. Sorrise.
Aprii il
bagagliaio. Il cane, senza bisogno di incitamento
alcuno, scese subito. Afferrai il guinzaglio.
“Chissà se oggi
saremo fortunati…” mi sussurrò Bill mentre entravamo
nello studio.
“Niente, vero?!?” domandò poco dopo, seduto su una sedia.
Lasciai scorrere
nuovamente lo sguardo sulla moltitudine di animali
presenti. Sospirai. “Mi dispiace…”
“Non importa…”
disse lui, accarezzando con la mano la testa del mio cane.
Arrivato il
nostro turno, entrammo nello studio.
Un pastore
tedesco, chiuso in una gabbia, ricambiò il mio sguardo, prima di mettersi a fissare
Bill. Si osservarono. Un secondo. Bill
si slanciò in avanti.
“Georg!” esclamò pieno di entusiasmo.
Il cane abbaiò,
scodinzolando felice.
Il veterinario
lo fissò esterrefatto, prima di spostare lo sguardo su di me, che fissavo la scena sorridendo, le lacrime agli occhi.
“Ma…cosa…?” domandò
“Grazie al
cielo ti ho trovato, Georg!” disse Bill, saltellando felice davanti alla gabbia. Il cane,
dietro le sbarre, faceva altrettanto.
“E’ il suo
cane…” spiegai, cercando di mostrarmi convincente, mentre mi arrampicavo sugli
specchi “E’ scappato…tre giorni fa…”
Il veterinario
vedendo l’entusiasmo dei due, annuì, alzandosi “Non lo metto
in dubbio…”
Si avvicinò
alla gabbia, aprendola. Il lupo si slanciò in avanti, atterrando Bill. Il ragazzo rise. Il cane poi iniziò a saltargli
attorno, abbaiando pieno di entusiasmo. Bill si mise a sedere, abbracciandolo. “E’ davvero bello,
vederti, amico!” Georg abbaiò ancora.
Il veterinario
mi gettò un’occhiata. Entrambi, il sorriso sulle labbra.
Finita la
visita, uscimmo in strada. Georg saltellava ancora
felice, abbaiando in direzione di Bill. Lui rideva.
Vedendolo così, non potevo che sorridere a mia volta.
Aprii il
bagagliaio. Il mio cane saltò subito dentro. Georg,
continuando a scodinzolare, si avvicinò alla portiera. Abbaiò.
“Credo che
voglia sedersi dietro…” spiegò Bill, gettandomi
un’occhiata interrogativa.
Sorrisi,
piegandomi vicino a Georg
“Nessun problema…Però mi devi promettere che starai
tranquillo…”
Georg abbaiò, poi si slanciò in avanti. Prendendomi
alla sprovvista, mi leccò una guancia.
“Ehy, ehy!” esclamò subito Bill, attirando l’attenzione di entrambi “Cercatene un’altra perché lei non è più disponibile…”
Georg fissò Bill. Si scrutarono
negli occhi, alcuni secondi, poi Georg abbaiò
di nuovo. Bill sorrise.
Mi alzai,
aprendo la portiera. Georg, saltò subito in macchina,
sdraiandosi sul sedile.
Io e Bill salimmo subito dopo.
“Siamo pronti?!?” domandai, allacciando la cintura, gettando un’occhiata
alla strada attraverso lo specchietto.
Georg, seduto sul sedile posteriore, abbaiò ancora, entusiasta. Bill si voltò a guardarlo. Sorrise.
Continua…