Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |      
Autore: Ranmakun    30/08/2008    11 recensioni
Un bivio. La scelta dell'animo. Seguire il sentimento o la ragione?
Scegliere te ... o me?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La sorgente dei desideri

Prologo

 

Non credo d’essermi mai considerato fortunato. La mia, una stella nata sotto l’insegna della mala sorte. Adesso, immaginatevi come ragazzini. Semplici marmocchi sedicenni col solo scopo di raggiungere l’utopia della grandezza. Io, a quel tempo credevo che la forza fosse la ricchezza maggiore che potesse avere un uomo. Oh si, ero e sono tutt’ora un fermo credente della mia virilità. Eppure, non immaginavo che questo mio maschilismo, si sarebbe trasformato prima o poi in una maledizione vera e propria.

Rocce. Le sorgenti di Jusenkyo. Io e mio padre l’uno dinanzi all’altro. Un allenamento classico, di quelli tra padre e figlio. Ricordo ancora l’adrenalina lungo le braccia e, i muscoli tesi dallo sforzo. Poi un tuffo. Acqua e, ti ritrovi ad essere donna, improvvisamente. Scalciato via dal mio corpo e recluso in una gabbia piccola, decisamente sexy e provocante ma pur sempre una gabbia. Freddo. Un incredibile freddo nell’animo a ritrovarti quell’ideale spezzato, incatenato improvvisamente ad una vita non più tua. Ebbene, dopo ciò. Non è che nella mia vita sia migliorato nulla, anzi, le cose sono andate peggiorando. Il fidanzamento con lei, l’unica donna al mondo  capace di farmi ribollire il sangue con una parola, l’unica a lanciarmi contro accuse, picchiarmi. Violenta, decisamente . Eppure ho dovuto condividere quella vita sino ad ora, reduce d’un matrimonio fallito, d’una schiera d’amanti al seguito, d’un esercito di nemici. Insomma, la si può riassumere in una parola : Disastro.

Non voglio soffermarmi su allora, di cose ne sono successe mentre sto raccontando. Mi fermerò qui,  a vent’anni suonati da pochi giorni. Gli avvenimenti accaduti ultimamente hanno cambiato le cose radicalmente, se non di più a partire da quell’annuncio, tre giorni esatti da ora. E’ da li che comincerò a raccontare …

Ero immobile. Fermo, coi piedi scalzi sulla radura. Un fremito. Seguito dallo sbattere d’ali improvviso d’un rapace. Poi lui aveva cominciato a parlare, alitando basso quella frase che m’aveva scosso in quel momento. “Ti concedo due giorni per trovare la mia sorgente, se fallirai, allora mi prenderò ciò che sai” se n’era andato, con gli occhi intrisi d’un insana malignità, iridi che non erano le sue, non del Ryoga che conoscevo io.

“Fermati” gli avevo intimato sollevando il braccio a mezz’aria e compiendo un breve passo. Non era cambiato nulla, non aveva ascoltato il mio ordine perentorio. Ricordo d’aver stretto la mano, così forte da non sentirla più. La sua sorgente la chiamava, quella che l’aveva trasformato in un mostro. Dovevo tornare a casa, in qualche modo avrei dovuto avvertire Akane. Non mi premeva così tanto quella stupida dopo tutto, ero sin troppo sicuro di trovare quel che m’aveva chiesto lui. Il senso del dovere però, m’imponeva di tornare a Nerima. Avevo continuato ad osservare quel maiale ambulante allontanarsi, era illogica quella richiesta. Non avrebbe potuto pensarci da solo? Se voleva Akane, se la fosse presa. In realtà, ero io stesso a non voler credere a quella storia, più mi convincevo della sua assurdità e più, l’intreccio di situazioni che m’aveva colpito si intensificava, divenendo una sorta di collare stretto alla gola. Abbassai lo sguardo sul terreno, una macchia di sangue, ne stavo ancora perdendo. Lanciai uno sguardo torvo al braccio ferito. Stavolta ci andava pesante quel cretino.

Quando si parla d’una serie sfortunata d’eventi, c’è sempre di mezzo il nome Ranma. Scossi il capo, spiccando un salto breve su d’un ramo. Dovevo recuperare quel po’ di me rimasto abbandonato lungo la riva del fiumiciattolo. Per tutto il tragitto pensai ad Akane, al modo di raggiungere quella dannata sorgente senza che lei subisse angherie da parte di quel pazzo, l’avrebbe sicuramente portata con sé, avrebbe approfittato della mia assenza. Ricordo d’essermi fermato per un istante, affaticato quasi. Il respiro mi si era mozzato in gola senza motivo.

-

“Devi venire con me ti dico” le avevo ringhiato contro per l’ennesima volta, tirandola per un braccio ma continuava a scuotere il capo come una bambina. Soun e mio padre ci osservavano, stavolta non v’era alcuna felicità nei loro sguardi. Dal mio annuncio in poi, s’erano tutti imbavagliati d’un silenzio irreale per quella famiglia. Akane s’era sollevata per tornare alle sue faccende, quasi non fosse minimamente toccata dalla questione. “Vuoi davvero che Ryoga ti porti con sé? Non hai idea di come sia diventato…” ribattei piuttosto alterato, sbattendo il piede per terra. Lei scosse la testa, tornando ad osservarmi insicura. “Semplicemente non voglio esserti d’intralcio, me lo ripeti sempre. Ryoga, cosa potrebbe mai farmi?” non capiva quella stupida. Le lasciai il braccio lentamente, quasi allibito da quel suo discorso. Va bene, talvolta ero abbastanza acido con lei ma, non mi era mai capitato un atteggiamento simile da parte sua.

“Sei una sciocca, come sempre. Se voglio portarti con me è per proteggerti, non per altro” sputai, prendendo una dose eccessiva d’aria nei polmoni. Alla fine s’arrese, forse compiaciuta della mia reazione o forse, semplicemente per accontentarmi. Mi conosceva sin troppo bene e, se dalla mia bocca erano uscite quelle parole di certo non voleva dire che la questione era da prendere alla leggera.

“Aspettami, prendo un po’ di cose” aveva detto, prima d’allontanarsi da me. “Ragazzo, sei sicuro di ciò che fai?” Tendo-san, m’aveva posato una mano sulla spalla, stringendola appena. Io avevo annuito appena, se non ne fossi stato sicuro, non avrei mai portato quella pazza con me. In quel momento, associavo semplicemente un nome al nuovo Ryoga. Yuannichuan. La sorgente del desiderio. L’unica, in questo momento capace di potermi riportare alla normalità, assieme alla possibilità di far tornare normale quel folle. Una sorgente che esaudiva desideri, nata dal semplice fatto che tutti quelli che v’erano andati, v’erano annegati senza uscirne, ancora pregni di desideri irrealizzati. Chi ne fosse uscito vivo, vedeva realizzare il desiderio più grande e… cos’aveva desiderato quello sconsiderato? Akane ovviamente. Avrei dovuto ritrovare quella dannata pozzanghera, col senso dell’orientamento di quel maiale, sarei sicuramente arrivato prima di lui. Il patto era questo, prima dell’avverarsi del desiderio. Entro quarantotto ore dall’averlo espresso, avrei dovuto ribaltare la situazione. In quel momento, due pensieri contrastanti m’attraversavano la mente. Desiderare di poter tornare normale, era sempre stato il mio obiettivo primo ma… d’altra parte, non potevo di certo lasciare che Lei si innamorasse di quel suino. Beh, potrebbe anche essere stata una buona idea, infondo a me non piaceva lei no? Avevo sempre rifiutato quel fidanzamento. Avrei deciso strada facendo, anche se nell’animo, fremevo di poter essere di nuovo completo. Come un tempo.

Questa è solamente una piccola introduzione per far capire, più o meno come stanno le cose a questo punto della storia. I prossimi capitoli, saranno narrati sempre dal protagonista ma in prima persona, non attraverso il ricordo. Ci vediamo al prossimo capitolo XD.

 

  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Ranmakun