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Autore: Alzheimer    11/07/2014    3 recensioni
"Si avvicinò a me e toccò con il dito indice il mio naso, come se fossi un gatto e volesse farmi un dispetto. Ridemmo. Tom sapeva farmi ridere, anche David lo sapeva fare,ma con Tom era tutto diverso."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19
 
«Grazie di essere il mio eroe.»
«È tutto cio che avrei voluto essere.»
-Diario di una nerd superstar.

 
Lego i capelli in una treccia a spiga di grano morbida, lasciandoli cadere di lato. Appoggio le mani al mobile, fisso il mio riflesso allo specchio e poi sospiro.
Sono passate due settimane dal funerale di David, due settimane durante le quali sto cercando di sopportare la sua assenza. Prendo la borsa accanto al letto e scendo giù in cucina.
Mamma si sta massaggiando la pancia, ormai mancano tre giorni al parto ed è preoccupata. Picchietto sulla porta, la vedo girarsi di scatto e mi fa un piccolo sorriso.
- Ehi.- mi avvicino e mi appoggio alla penisola in marmo nero. - Io ... io esco- sospiro e prendo le chiavi dalla borsa, - Mi raccomando, stai attenta.- faccio cenno di si a mia mamma e lei si alza faticosamente e mi abbraccia. - Se succede qualcosa, chiama.- la stringo forte a me.
- Tranquilla, tu invece cerca di stare bene oggi. - e facendo un piccolo sorriso e esco di casa.

Tom mi ha promesso di passare tutta la giornata insieme, mi farà bene stare con lui per tutto il giorno, in queste due settimane mi è sempre stato vicino cercando di tenermi sempre occupata.
Scendo le scale della metropolitana, Tom mi aspetta a Notting Hill un bellissimo quartiere a trenta minuti dal centro di Londra.
La metro è stra piena, mi manca il respiro da tante persone che ho attorno. Tengo stretta la borsa che porto a tracollo e fisso i miei piedi, non mi piace incrociare lo sguardo delle persone.
Scendo colpendo le spalle delle persone, sono sbombacciata come una bottiglia d'acqua. Chiedo scusa, scivolando sulle scale per poter respirare una boccata d'aria.
E' tanto che non vengo a Notting Hills, mi ricordo che l'ultima volta ci sono stata con papà , doveva compare un regalo a mamma ma poi alla fine gli aveva comprato un mazzo di rose.
Mi guardo intorno, ma di Tom nessuna traccia. Prendo il cellulare dalla borsa e digito il suo numero. Suona a vuoto, mi mordo il labbro e picchietto il piede a terra. Non sono impaziente o perché è in ritardo, solo che non mi piace stare tanto lontana da casa e sola.
- Sono qui ! - mi giro di scatto e sospiro. Tom è dall'altra parte della strada, con un cappellino nero, golfino grigio, jeans e occhiali da soli. Fa cenno con la mano.
Mi da un bacio, ma lo fermo subito vedo che aggrotta la fronte - Possono vederci ! - gli sussurro, lui alza le spalle e ride - Posso passare una giornata normale con la mia ragazza ? Per favore ! - sospiro e gli faccio cenno di si con la testa, lui mette un braccio intorno al mio collo e iniziamo a camminare.
Nottingh Hill è un bellissimo quartiere, non mi dispiacerebbe prendere casa qua. 
Mi guardo intorno. C'è un piccolissimo bar che fa angolo alla strada, mi giro verso Tom - Hai fatto colazione ?- nel mentre indico il bar, lui si gira e mi fa cenno di no con la testa - Allora andiamo a farla ?- gli chiedo timidamente, lui mi fa un piccolo sorriso - Ma certo ! Piccola.- . Apre la porta, mi fa entrare per prima. Lui e le sue buone maniere. 
Nel locale c'è un ottimo odore di paste calde e caffè, l'apoteosi per il mio naso. Ci sediamo in un piccolo tavolo per due appartato, lontano dagli occhi indiscreti delle persone, che si stanno già chiedendo se è il ragazzo insieme a me è Tom o no.
- Che prendi ? - gli chiedo, mentre con la coda dell'occhio guardo una donna scattare una foto con il suo Iphone verso il nostro tavolo. - Mmmm credo una colazione completa e tu ? - non smetto di fissare la donna che ci sta scattando le foto, sospiro, mi sto per innervosire. Sento una mano di Tom sulla mia, mi giro verso di lui e incontro uno dei suoi più grandi sorrisi. 
- Calmati. Non dargli confidenza, prova a ignorarla.- chino lo sguardo e lo rialzo immediatamente - Ma ... - Tom accarezza il dorso della mia mano con il pollice, - Io faccio sempre così, cerco di apparire calmo e faccio finta che non mi diano noia. Così scattano due, tre foto e se ne vanno via.- faccio cenno di si con la testa e torno a leggere il menù.
- Comunque io prendo un cappuccino e una pasta con la crema.- faccio un piccolo sorriso, - Mangi così poco ? - mi chiede lui preoccupato, - Ho paura di stare male, non voglio rovinare la giornata.- Tom mi fa un piccolo sorriso e torna a leggere il menù. Rimango a fissarlo per qualche secondo, ha delle leggere occhiaie e delle piccole rughe intorno agli occhi. E' stanco, ma non vuole dirmelo. Dovrebbe dormire e non stare dietro a me. - Tom ... - dico con flebile voce, lui alza immediatamente lo sguardo, mi fa un enorme sorriso. -Dimmi....- rimango a fissarlo così, perché mi andava di farlo. Sembro una pazza ma rimarrei a fissarlo così per giornate intere anche con le occhiaie e le piccole rughe che ha. Perché è proprio quando è stanco che è bellissimo. 
- Nulla ..... mi andava di dire il tuo nome.- inclino di lato la bocca e nel frattempo lui ride.
- Ecco a voi ! - la voce della cameriera mi distoglie da quella specie di trans in cui sono cascata, mi giro verso di lei e gli faccio un enorme sorriso. - Grazie.- gli dico e la ragazza si dilegua immediatamente.
Tom ha preso una colazione a base di salsicce, fagioli, uova e cappuccino, in genere io di prima mattina mangio solo due uova per tenermi leggera.
Voglio capire dove tutti quei carboidrati se li mette.- Buon appetito ! - mi dice tutto contento - Buon appetito Tom.- dico piano addentando la mia pasta con crema pasticcera, è buonissima.
- Ne vuoi un po' ? - faccio cenno di no con la mano, - No grazie Tom. I fagioli di prima mattina mi fanno stare male.- faccio un piccolo sorriso, lui mi fissa - Sicura ? - faccio cenno di si con la testa, sposto la tazzina e appoggio i gomiti sul tavolo, tenedo il viso con le mani. Tom mangia piccole porzioni velocemente è interessante guardarlo mangiare, sembro matta lo so, ma mi piace.
Sospiro e abbasso lo sguardo. Mi massaggio il collo, ieri ho fatto tardi e sono stata tutta la sera sui libri. - Che hai ? - alzo la testa, inclino la bocca - Nulla solo un po' di mal di collo.- abbasso lo sguardo e fisso la tazza vuota. 
- Andiamo ! Ti porto al London Eye.- faccio un mega sorriso. Paghiamo il conto e usciamo dal locale. - Come mai il London Eye ? - gli chiedo mentre gli prendo una mano. - fa una piccola risata, - So che ti piace molto, visto che è una bella giornata sarà meraviglioso. - mi sorride e io appoggio la testa sul suo braccio. Percorriamo una piccola strada circondata da meravigliose case bianche, mi sembrano famigliari ma non ho mai messo piede in questo quartiere, nemmeno quando ci sono stata con papà. 
- Belle vero ? - , mi giro verso Tom, - Oh si, hanno un non so che di romantico. - gli dico mentre mi guardo ancora intorno. -Ci hanno girato anche un episodio della seconda stagione di Sherlock.-, sgrano gli occhi e mi soffermo un attimo, vedo Tom continuare a camminare - Ecco dove avevo già visto queste case ! - esulto puntando il dito alla casa di fianco a me, lo vedo ridere. - A Scandal In Belgravia, con Irene Adler ! Oh, ho adorato quell'episodio.- quando parlo di serie tv, sono un fiume di parole, nessuno riesce a farmi smettere di parlare.
- Eheeheh ! Già proprio quella.- Tom mi fa un enorme sorriso e io rimango imbambolata davanti alla casa come una scema.
- Dai muoviti, prima del London Eye andiamo a rilassarci a Holland Park. - mi strattona un po' e poi mette il braccio intorno al mio collo. 



Holland Park è considerato il parco più romantico e molto alla moda. Ci sono un sacco di pavoni e piccoli scoiattoli, ricordo che da piccola ne portai a casa uno, ma scappò il giorno dopo. Il sole scalda il mio viso nascosto dagli occhiali da sole, Tom è affianco a me, posso notare da dietro le lenti scure ( ma non troppo ) che ha gli occhi chiusi.
Mi avvicino a lui e mi raggomitolo, sento che alza il braccio che teneva sotto la testa e appoggia la mano sulla mia spalla. Potrei stare così per sempre. Sento il suo cuore battere forte, come un batteria, sposto il mio braccio come per andargli a cingergli la vita. 
La sua vita è fine, ma mai come quella di Michael Fassbender. Adoro questa caratteristica in un uomo, come posso dire ? La trovo sexy.Sento l'erba vicino a me muoversi ma non c'è vento, mi metto seduta, sciogliendo l'abbraccio.
Quando mi isso su sedendomi, poco distante da noi c'è un piccolissimo scoiattolo che cerca da mangiare, faccio un piccolo sorriso e scrollo Tom per fargli vedere il piccolo amico vicino a noi. - Guardalo ! Non è carino ? - Tom mi guarda male, - Che cè ? - gli dico ridendo, - Non ti piacciono ? - fa cenno di no con la testa. - Una volta da piccolo mi ha morsicato un orecchio. Da quel giorno provo fobia per gli scoiattoli.- rimango per qualche secondo seria ma poi gli scoppio a ridere in faccia. - Ma sei serio ? - non smettevo di ridere, lui continua a dire di smetterla ma non ce la faccio.
- So che da oggi in poi mi prenderai in giro per questo, vero ?- faccio cenno di si con la mano, mentre l'altra me la porto sullo stomaco e cado sdraiandomi.
Continuo per cinque minuti a ridere, fino a che non noto che Tom c'è rimasto male.Mi siedo di nuovo, cerco di smettere di ridere e appoggio la testa sul suo braccio - Scusa .....- , lui non accenna ad ascoltarmi. 
Gli punzecchio il polso ma lui continua a fissare il lago davanti a noi. Sospiro, possibile che riesco sempre a rovinare tutto ? Sono proprio una stupida, Dio che cretina che sono.
Cerco il cellulare dentro la borsa e trovo un messaggio di Sebastian * Tutto occhei ?* , non mi va di rispondere ora, magari lo farò più tardi se me lo ricorderò.
- Andiamo al London Eye.- mi giro verso Tom che ormai si era alzato. Io mi isso su, pulendomi dai residui di erba e foglie secche. Lui cammina davanti a me, io rimango dietro e cerco di prendergli la mano ma lui la scansa.
Sospiro, odio quando le persone sono così permalose, io l'ho buttata sul ridere, perché era da buttarla sul ridere. Un uomo di trentadue anni che ha ancora paura degli scoiattoli è assurdo !













Siamo in fila da due ore, ho i piedi che stanno urlando dal dolore e il panino mangiato di fretta e furia che sta facendo a botte con il mio stomaco.
Siamo a Maggio ma fa un caldo assurdo.
Tom non mi parla ancora, anzi si limita a dire: si, no, ho caldo, ho sete, voglio sedermi. Ma non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Appoggio la testa contro il suo braccio e fisso i miei piedi.Credevo che il London Eye non fosse l'unica attrazione ad attirare così tanti turisti. Io, per esempio andrei a visitare Madame Tussauds o l'appartamento di Sherlock e John.
Forse è anche vero che oggi è Domenica e anche i Londinesi come me e Tom si concedono un giro sull' " occhio di Londra.". - Soffri di vertigini ? - mi giro verso di lui e alzo un sopracciglio, 
oh beh almeno mi ha rivolto parola - No, tranquillo.-.
Lui torna a guarda da un'altra parte e lo stesso faccio io, da lontano vedo una chioma nera molto famigliare, assottiglio gli occhi per vede meglio. E'Julia, la mia compagna di scuola, ci mancava solo questa ! 
Cerco di nascondermi al meglio che posso dietro un signore, Tom nota il mio comportamento, ma rimane zitto.Mi giro di schiena per evitare che mi riconosca, Tom poggia un braccio sulla mia spalla e così sposta i miei capelli. Sento la voce di Julia passare distante da me e spero vivamente che non si accorga di nulla. Mi faccio rigida.
- Se ne è andata.- mi dice piano, mi giro verso di lui e aggrotto la fronte, - Come fai a sapere che ... - , inclina di lato la bocca, - Ho notato come la guardavi, poi appena la ragazza si è fatta più vicina ti sei girata di scatto verso di me.- assottiglio gli occhi e appoggio la testa sul suo petto.
Quando riusciamo a salire su una cabina del London Eye mi siedo immediatamente per qualche secondo sulla panchina centrale. I miei piedi non ce la fanno più, non posso togliermi le scarpe qua dentro ma appena arrivo a casa, nessuno mi toglie la libertà di andare scalza.
Tom si è appostato vicino al vetro della capsula per vedere Londra. Mi avvicino a lui e lo abbraccio da dietro. Ho rovinato un bellissimo momento oggi.Sento le sue mani appoggiarsi sulle mie braccia, - Vieni qua. - fa sciogliere l'abbraccio per farmi mettere davanti a lui. Londra vista da quassù è meravigliosa, sento le braccia di Tom cingermi e stringermi a lui.- E' bellissimo vero ? - faccio cenno di si con la testa, lui appoggia la sua sul incavo del mio collo, ha la pelle fredda e rabbrividisco. 
- Hai freddo ? - faccio cenno di no con la testa, mi giro verso di lui e gli do un piccolo bacio all'angolo della bocca. - Scusa per prima.- gli sussurro, lo vedo fare un piccolo sorriso - Dovrei scusarmi io per come mi sono comportato. Sono un po' permaloso.- ha lo sguardo puntato verso la città. 
- Vuoi andare a casa ? - faccio cenno di no con la testa. - No. Sarei sola, mamma e Seb sono fuori a passare una tranquilla giornata.- mi stringe di più a se - Vieni a casa mia? - stropiccio il naso - Ho dei biscotti e del latte, potremo fare merenda.- aveva un piccolo sorriso, mi giro verso di lui e lo abbraccio. - Va benissimo.- .


















Appena entro in casa di Tom, gli chiedo gentilmente se posso 
togliermi le scarpe, lui mi fa cenno di si con la testa e si avvia in cucina.
Sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie e mi avvicino alla cucina. Rimango sulla soglia della porta, Tom nel frattempo ha tirato fuori i biscotti e il latte.
- Li ha fatti mia madre.- inclina di lato un angolo della bocca, - Spero ti picciano, sono con i frutti di bosco.-. Mi avvicino a lui e ne prendo uno, - Sarò sincera non li ho mai provati così, ma c'è sempre una prima volta no ? - faccio un piccolo sorriso e addento il biscotto, è squisito.
Lui mi fissa per un attimo con uno strano sguardo sul viso, riduco gli occhi a due fessure e gusto per bene il cibo che ho in bocca. Tossisco e porto una mano davanti alla bocca; - Fai i complimenti a tua madre, sono squisiti.-. Lo vedo calmarsi, come se il mio giudizio valesse tanto - Menomale, sennò la sentivi mia madre, Eheheheh ! - scoppiamo a ridere tutti e due.
Ci spostiamo in salotto, Tom ha preso un film dalla sua collezione e ce lo stiamo godendo spaparanzati sul divano.
Ma io non seguo molto il film, sto pensando che lui non starà per sempre insieme a me. 
Magari conoscerà qualcuno durante i suoi viaggi, per girare film e se ne innamorerà; insomma non potrà stare per sempre con me ! 
Scaccio via immediatamente il pensiero, mi giro a guardarlo, si è addormentato.
In una mano tiene il telecomando e l'altra la usa a modo cuscino, gli passo una mano sul viso e mi alzo. Vado in curina.
Finisco il mio bicchiere di latte e lo appoggio nel lavandino.
Non so che fare, Tom dorme troppo beatamente, non voglio voglio disturbarlo. Prendo la borsa, mi sono portata dietro un cambio. Ho il vizio di portarmi via la roba da vestire, mi cambio varie volte al giorno. Mi devo sentire sempre pulita.
Salgo le scale e entro in bagno; apro l'acqua e aspetto che la vasca si riempia.
Approfitto che Tom sia addormentato. E' tanto tempo che non mi rilasso in una vasca da bagno. Sento con un dito se l'acqua è tiepida, mi spoglio e mi immergo.
Il contatto con l'acqua mi fa venire un brivido lungo la schiena, allungo le gambe e mi butto sott'acqua.
Lascio sparire i pensieri, mia madre, la morte di David, Tom; rimango sola con me stessa e i piccoli sogni appesi ad un filo.
Fra poco ho la maturità e non ho ancora scelto l'università in cui andare, quasi quasi mi prendo un anno sabbatico.
Sento il bisogno di respirirare, mi tiro su portando le ginocchia al petto. Varie gocce scendono dal mio viso, cadendo nella vasca. Passo le mani nei capelli per spostarli all'indietro, appoggio la testa sulle ginocchia e mi guardo attorno. 
Ci sono varie candele, non sapevo che a Tom piacessero queste genere di cose. Varie riviste in un piccolo porta giornali e un enorme specchio con delle lucine intermittenti.
Rimango per qualche secondo a fissare il muro bianco, credo sia arrivato il momento di uscire da qui.
Mi alzo e prendo l'asciugamano, esco dalla vasca stando attenta a non bagnare da nessuna parte.
Mi avvicino allo specchio tenendo ben stretto l'asciugamano e mi pettino i capelli; sono cresciuti un sacco, hanno bisogno di un taglio, magari un caschetto e una rasatura.
Sospiro appoggiando il pettine sul lavandino, mi guardo per qualche secondo allo specchio. Il trucco colato fa sembrare gonfio il mio viso, gli occhi sono rossi e la pelle biancastra; ho bisogno di un cambiamento.
Ad un certo punto sento la porta aprirsi. panico. 
Cerco di stringere di più l'aciugamano al mio corpo - Elen sei qui ? - mi guardo attorno - Si ! E per favore non entrare ! -, - Come ? - mi porto una mano alla faccia e corro a trattenere la porta. - Tom non sono incondizioni da presentarmi davanti a un persona.- lo sento ridere - Ma io sono il tuo ragazzo ! -, alzo gli occhi al cielo , - E io da tua ragazza ti proibisco di entrare ! - ; - Ma devo prendere una cosa ! - mi guardo attorno - Cosa ? - una ciocca di capelli si è affrancata alla mia faccia - Un giornale che ho lasciato stamani. - sbuffo - Non puoi prenderlo più tardi ? Basta che mi vesto e mi asciugo i capelli e sono pronta -. Lui continua a maneggiare la maniglia, - No. Mi serve ora ! - appoggio la testa alla porta - Aspetta ! - la maniglia si ferma e io mi sposto dalla porta - Entra pure.- .
Incrocio le braccia al petto, vedo spuntare una mano di Tom da dietro la porta e poi la sua testa.Rimane per qualche secondo a fissarmi vedo le sue guance diventare color porpora come le mie. - Faccio presto, giuro ! - io nel frattempo stringo forte l'asciugamano. - Elen ...- , mi giro verso Tom è fermo a pochi metri da me, con una rivista in mano. - Dimmi ... - sospiro, lo vedo avvicinarsi. Mi fa un piccolo sorriso - Phone è nel cassetto in basso a destra.- scoppia a ridere, io sgrano gli occhi e faccio un enorme sospiro.
Maledetto, che tu sia maledetto Hiddleston !

Esco dal bagno e Tom era seduto spaparanzato su uno specie di divanetto. Sta sfogliando il giornale che ha preso qualche minuto fa, rimango ferma nello stesso punto mentre tamburello le dita sulle mie gambe.
- Sei uscita finalmente ! - alzo la testa, mi sento in imbarazzo - Non ci ho messo tanto ! - mi giustifico incrociando le braccia al petto. 
Lui scrolla la testa e appoggia il giornale sul piccolo divanetto. - Solite donne ... ! - passa accanto a me e mi scompiglia i capelli freschi di phone. - Dove vai ? - gli chiedo, mi giro verso di lui - In camera, vado a prendere il cambio. Anche io ho bisogno di una doccia. - chino lo sguardo e mi avvio in salotto. 
- Possibile che hai ancora vergogna di me ? -, mi fermo davanti alla porta aperta della camera da letto, lui mi fissa e io mi guardo intorno - Io ...... io .... - Non so che dire - Ti tenevi stretta quell'asciugamano, sembrava che avevi paura di me. - mi giro di scatto verso Tom. 
Stava prendendo una maglia dal mobile, mi avvicino e mi appoggio all'anta.
- Io non ho paura di te .... - lo sento sospirare, il fiato mi muore in gola. Mi siedo sul letto e mi butto all'indietro, sdraiandomi. Tom è fermo a fissarmi, gli faccio cenno di sdraiarsi accanto a me. Si avvicina a me, appoggio una mano sulla sua guancia. - Non ho paura di te. Se ne avessi non sarei arrivata fino a questo punto.- lui rimane impassibile, prende la mia mano e la accarezza, - Elen tu mi piaci ! E sai che non ti toccherei mai se tu non vuoi. - sento il suo respiro fare il sollettico al mio naso, faccio un piccolo sorriso. 
Sono pronta per fare quel passo, pronta a concedermi del tutto a Tom e so che ci sono un sacco di anni di differenza ma in questo momento è l'ultima cosa che mi passa per la testa. 
- Tom ... - lui mi stringe a lui e accarezza il mio fianco causandomi dei piccoli brividi, - Ti amo. - . Fa un grande sorriso, uno di quelli sinceri che si vedono raramente nelle foto. Uno di quelli che fa quando gli arriva una proposta di lavoro importante o quando torna da una giornata stancante di lavoro. E' bellissimo.
Faccio combaciare le mie labbra alle sue, mi lascio trasportare dal bacio che piano si fa più passionale. Le mani di Tom accarezzano la mia pancia e i fianchi; fino ad arrivare al tessuto del reggiseno. Si ferma. Apro gli occhi, lui si gira dall'altra parte dandomi la schiena, sospiro. - Tom... - appoggio il viso sulla sua spalla, - Tom ehi ! - lo sento sospirare. - Scusa ... - faccio cenno di no e gli sposto una ciocca di capelli dal viso - Solo che ... io non so se ..... - chiudo gli occhi e sorrido un po' - Tom puoi. Sono pronta ... -, si gira verso di me accarezzandomi la testa - Ne sei sicura ?- faccio un piccolo sorriso - Per una volta in vita mia si ! -.
Mi lascio cadere all'indietro, lasciandomi sprofondare nel materasso. Tom è sopra di me titubante, lo afferro per il colletto della maglia e lo bacio. 
Allaccio le braccia al suo collo, lascio scorrere le dita nei suoi capelli morbidi. Lo bacio appasionatamente, le nostre lingue si cercano, giocano, sono calde.
Le mani di Tom alzano la mia maglia, accarezzando la mia pelle, sono fredde. Adoro la senzazione di contrasto del calore della mia pelle con la freddezza delle sue mani. 
Alzo le braccia per sfilare la maglia, cosa che fa anche Tom con la sua. Sento il cuore uscirmi dal petto, sento come se dentro di me ci fosse un bombardamento, mille emozioni si ramificano lasciando andare in pausa la mia mente.
Tom sposta le mani sui miei pantaloncini, me li sfila con tanta delicatezza. Appoggio la mia fronte contro la sua mentre io gli apro i bottoni dei jeans e li faccio scivolare via.
Ora abbiamo solo uno strato di vestiti a dividere i nostri corpi e il nostro piacere. Vedo lui armeggiare con il reggiseno - Maledetti cosi ! - rido e sposto la mia mano dietro la schiena per aiutarlo, sfilo i gancetti e lascio cadere il reggiseno.
Mi sdraio di nuovo, fisso Tom negli occhi e Dio se è bellissimo ! 
Lo vedo abbassarsi, inizia a lasciare una scia di baci sul mio collo per per poi arrivare ai seni. Una scarica di piacere parte dal mio basso ventre, Tom lo nota e sento che continua a torturare i miei capezzoli, arriva fino al ombelico per poi fermarsi. - Elen sicura ?! - , alzo gli occhi al cielo - Tom ! Per l'amor del cielo ! - lo sento ridere - Ok, va bene, lo prendo come un si ! - scoppio a ridere e Tom sfila piano l' ultimo indumento che ho addosso e poi fa lo stesso con il suo. 
Allargo piano le gambe, Tom si sitema e posso sentire il suo membro duro sulla mia femminilità. - Tom .... - stringo in un pugno le lenzuola - Elen tutto occhei ?- , mi viene da piangere - Ei, ei se vuoi mi fermo ! - . Lo tiro a me -No ! Piango solo perché sono felice. - vedo che fa un enorme sorriso - Ti amo - gli dico con la voce flebile, lui mi bacia e poi entra in me.
Ogni spinta aumenta il piacere, affranco le unghie nella schiena di Tom evitando di fargli del male, ho il viso incastrato nel incavo del collo di lui dandogli qualche morso leggero, le sue mani sono a coppa sui miei seni - Sei bellissima . - mi dice a sottovoce nell'orecchio e io di risposta lo bacio. Altre due spinte e poi raggiungiamo il piacere insieme, non sono mai stata così bene, nemmeno quando l'ho fatto con la prima volta con Fred. 
Tom scivola di fianco a canto a me con il fiato corto, mi cinge con un braccio e mi avvicina a lui - Ti amo, ti amo, ti amo.- mi lascia una scia di baci sul collo e la spalla; rido - Ti amo anche io Tom, non immagini quanto ! -.
Mi coccolo sul suo petto lasciandomi trasportare dal rumore del suo cuore che batte velocemente - Starei così per sempre - strofino il naso contro di lui - Anche io. Sei bellissima Elen. - mi nascondo il viso fra le mani - Smettila ! Sennò divento un umpalumpa ! -ridiamo tutti e due, lui mi stritola nel suo abbraccio. Questa armonia finisce quando sentiamo il cellulare di Tom squillare, lui mi guarda e poi allunga il braccio per prenderlo, guarda accigliato il display del i - phone - E' Sebastian ! - corrugo le sopracciglia, - Sebastian ? - 
Prendo il cellulare e rispondo *- Pronto ? - * guardo Tom *- Elen dannazione ma il telefono dove ce l'hai ? -* mi guardo intorno *- In cucina, scusa ! -* sospiro *- Elen è successo qualcosa-*, di scatto mi alzo a sedere * - Seb cosa è successo ? -* mi sento mancare l'aria *- Siamo in ospedale, mamma ha avuto delle perdite di sangue, tu rimani con Tom ! -* sentivo di sottofondo le sirene dell'ambulanza *- Seb ! No io non rimango qui ! Seb dimmi che cosa è successo ?- *.
Butta giù il telefono, io rimango a fissare lo sfondo del cellulare, mi giro verso Tom - Devo andare in ospedale, immediatamente ! - mi alzo immediatamente dal letto e mi vesto. - Elen aspettami ! - infilo la maglietta, infilo le scarpe cercando di non cascare e scendo giù in salotto.
Prendo la borsa, apro la porta e mi precipito in macchina insieme a Tom. Sento le lacrime rigarmi il viso, sono bollenti.
Fino a cinque minuti fa potevo toccare il cielo con un dito, ora invece sto precipitando.





Angolo Autrice.
No, non sono morta.
No, non ho abbandonato la storia.
No, non mi ha rapito nessun asgardiano (?)
Ho solo avuto un piccolo imprevisto con il vecchio pc, si è fuso.
Ringrazio __DOC la mia beta che gli ho scassato le palle anche quando è in vacanza ( scusa :cc )
e ringrazio anche Cristina, che mi ha aiutato per il finale.  <3
Bene contenti di questi due ? Fatemi sapere qualche cosa, a presto 
e un bacio la vostra cara e amorevole (???) Elen.

 
   
 
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