Just a dream
1°capitolo
Dopo l’ ennesimo incubo Harry Potter si svegliò. Era una
fresca mattina d’ estate ed Harry stava trascorrendo i suoi ultimi giorni di
vacanze a Grimmauld Place, la casa in cui viveva il suo padrino da piccolo. Mancava
una settimana al primo settembre ,quando avrebbe preso l’ espresso per Hogwarts
e avrebbe iniziato il suo quinto anno. Ma per la prima volta da quando aveva
saputo che era un mago, ovvero quattro anni fa, non voleva tornarci, ad
Hogwarts, prima di tutto perché questo significava lasciare il suo padrino,
Sirius Black , l’ unico membro rimasto della sua famiglia, e proprio non voleva
e secondo, quell’ anno ci sarebbero sati i tanto temuti G.U.F.O e questo
significava studiare fino allo sfinimento.
Con questi pensieri si alzo dal letto, e si diresse verso la
porta facendo piano, sperando di non svegliare il suo migliore amico Ron
Weasley, con cui divideva la stanza.
Mentre scendeva le scale Harry guardava le teste appese al
muro di tutti gli elfi domestici che avevano servito la famiglia dei Black.
Alla fine delle scale urtò qualcosa, e guardandosi in torno notò Kreacher steso
per terra che imprecava sbuffando, mentre tentava di rimettersi in piedi. Harry
si avvicinò a lui porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi, ma l’ elfo
domestico la scostò poco gentilmente "Kreacher non vuole l’ aiuto di un sudicio
mezzosangue” disse l’ elfo, sputacchiando da tutte la parti. " tirati su!”
disse una voce impaziente dietro di lui. Harry si girò e vide Sirius che stava
scendendo le scale per raggiungerli "Che stai facendo?” chiese Sirius con voce
sprezzante. "Kreacher pulisce” rispose l’ elfo inchinandosi "Certo e tu lo
chiami pulire questo?” chiese Sirius alludendo alla casa "Questa casa è sempre
più sudicia ogni giorno che passa” aggiunse subito dopo. Harry non poteva
dargli torto, quella casa era piena di ragnatele e topi morti negli
angoli. "Che cosa direbbe la mia povera
padrona se sapesse che Kreacher serve il figlio traditore del suo sangue … ooh
che vergogna” disse Kreacher disgustato. "Vai via, stupido elfo” gli ordinò
Sirius. L’ elfo si inchinò nuovamente e poi salì le scale strusciando i piedi e
borbottando frasi sconnesse.
"Ehi Harry, tutto bene? Non fare caso a quell’ inutile elfo,
non è stato mai molto affabile … almeno non con me” disse Sirius. "Ma non dovresti trattarlo meglio? Forse lui ce
l ha solo con te perché lo tratti male …”disse Harry interrompendosi allo
sguardo del suo padrino " no, è sempre stato così, è come mia madre … quella
orrida vecchia strega” rispose Sirius che si avvicinò a lui mettendogli una
mano sulla spalla e stringendola appena, e così si diressero in cucina, dove
trovarono un indaffaratissima Molly Weasley ai fornelli, intenta a preparare la
colazione che ad Harry sembrava un pranzo di Natale piuttosto che una
colazione. Molly sentendo delle voce si girò guardando da capo a piedi i due,
soffermandosi qualche secondo di più su Harry, scuotendo la testa contrariata. "Buongiorno
Harry caro, Sirius...” salutò la signora Weasley, pronunciando l’ ultimo nome con
sguardo torvo "Buongiorno signora Weasley...” salutò Harry guardando il suo
padrino e la donna scambiandosi occhiate torve. La signora Weasley guardò Harry
un ultima volta e gli chiese con fare inquisitorio "Harry caro ma hai mangiato recentemente?”
Harry la guardò stava per rispondere ma qualcuno lo fece al posto suo "Certo che
Harry mangia, ma vedi Molly, sei tu che vedi tutti estremamente deperiti” disse
Sirius con un ghigno aspettando la risposta della donna "Sta zitto Sirius !”
rispose Molly truce, scatenando la risata del padrino. La signora Weasley, che
ancora non aveva dimenticato la lite avuta proprio lì con Sirius sul fatto di
cosa davvero avesse dovuto sapere o meno Harry sull’ Ordine della Fenice.
Mentre Harry si stava mettendo seduto si sentii lo scalpitare
sulle scale, segno che gli altri si erano svegliati. Finita una sostanziosa
colazione, sotto lo sguardo severo della signora Weasley che lo costrinse a
mangiare una doppia porzione di frittelle, si alzò da tavola e salì le scale,
notando che Kreacher era rimasto li seduto per terra a borbottare " sudicia
mezzosangue, traditori …” , Harry non ci fece troppo caso, non gli andava di
parlarci di nuovo. Si diresse verso la sua stanza , dove trovò Ron e Hermione a
litigare come era loro solito. "Come hai potuto dare un calcio a quel povero
elfo domestico, Ronald Weasley!?” urlò Hermione fuori di se. "Ma scusa, non hai
sentito cosa ti ha detto quell’ idiota!? Ti ha chiamata sa …” Si mise seduto
sul letto non riuscendo a dire quella parola , aveva uno sguardo di disgustato
misto a rabbia. "Sanguesporco, si, ma c’era bisogno di prendere a calci il
povero Kreacher?” chiese Hermione con un tono di voce più tranquillo. Ron si
limitò a grugnire e a guardarsi i piedi torvo, quasi volesse prendersela con i
suoi piedi. Hermione a quel punto sentendo un rumore dietro di lei si girò e
trovo il moro appoggiato allo stipite alla porta che li guardava esasperato. "Ciao
Harry!” esclamò lei salutandolo. Harry gli fece un cenno con la testa come
saluto e poi disse "Ciao..” facendo ricadere lo sguardo sul suo migliore amico
che si stava torturando le mani per la rabbia. "Che hai Harry?” chiese la
riccia "Sei strano ultimamente …” aggiunse "oh … niente, sono solo stanco …”
rispose Harry. Hermione lo fissò negli occhi e poi sospirò, poteva essere
dannatamente testardo il suo amico quando voleva " Harry, siamo i tuoi migliori
amici, a noi puoi dire tutto!” esclamò la ragazza ,seccata "che c’è, non ti
fidi più di noi?” aggiunse " certo che mi fido di voi …” disse Harry
guardandola negli occhi " Allora parla!” esclamò la ragazza, spazientita " eh
va bene! Ogni notte faccio dei sogni strani, sempre gli stessi, e quando mi
sveglio mi fa male la cicatrice” disse Harry. "Che genere di sogni, Harry”
chiese Ron incuriosito, dimenticatosi della rabbia provata poco prima. Harry
prima di rispondere esitò un po’, ma poi il suo sguardo cadde su Hermione che
lo guardava rassicurante " sogno di stare in un lunghissimo corridoio tutto
nero , ma in fondo c’è una porta bianca, e quando la apro mi ritrovo in una
stanza tutta bianca, senza finestre, senza niente e quando mi giro per
ritornare indietro, la porta in cui sono entrato si allontana, ma riesco sempre
a raggiungerla e uscire, ogni giorno che passa però, si allontana sempre di più”
raccontò Harry tutto d’ un fiato. "Bel sogno …” disse Ron sarcastico,
guadagnandosi un occhiata torva da Hermione, ma Harry non ci badò e rispose "Già
…” I ragazzi dopo qualche minuto di silenzio si girano per guardare Hermione,
che era pensierosa "Tu che ne pensi?” chiese Harry alla ragazza "Non ne ho la
minima idea, Harry, ma non mi piace …” rispose Hermione con sguardo vacuo.
***
Quel giorno passò in fretta, i ragazzi andarono a dormire
verso mezzanotte, quella notte Harry era pensieroso, sperava di riuscire a non
dormire, per non rifare quel sogno, ma si addormentò quasi subito. Delle immagini
da offuscate divennero sempre più nitide, e presto Harry si trovò di nuovo in
quel corridoio, come se il suo corpo fosse comandato da qualcun’ altro avanzò
lentamente verso la porta bianca, che si spalancò da sola ed entrò. Alle sue
spalle la porta si era chiusa e piano piano si stava allontanando, al che Harry
si girò e vide che la porta era troppo lontana per raggiungerla, cominciò a
correre ma di scatto si fermò, la porta si era dissolta. Harry iniziò a sudare
freddo, se la porta era sparita lui non poteva più tornare indietro, questo non
era un sogno … era la realtà. Neanche fece in tempo a realizzare quei pensieri,
che il pavimento sottostante cedette e Harry si ritrovò a precipitare nel buio
più totale.
[Grimmauld Place, stanza di Harry e Ron]
"Harry svegliati, è tardi” Ron stava chiamando Harry da almeno
un ora e si stava decisamente preoccupando, così corse alla stanza accanto e
chiamò Hermione "Hermione! Harry non si sveglia, è da un ora che lo chiamo!”
urlò Ron dietro alla porta, sentii dei rumori dentro e la porta si spalancò "come
non si sveglia!” urlò Hermione, isterica. I due ragazzi andarono verso il letto
del moro che respirava si, ma a malapena. Hermione andò a chiamare Sirius, che
sgranò gli occhi e si diresse verso la camera del suo figlioccio. Si avvicinò
al letto e scosse Harry più volte, ma il ragazzo non si svegliava. I tre si
guardarono e Sirius prese Harry in braccio portandolo sotto al soggiorno, prese
un po’ di polvere volante esclamando "San Mungo!”
[Harry,
luogo:Sconosciuto]
Harry era steso a terra, svenuto. Si trovava in una foresta la
cui vegetazione era talmente fitta da non riuscire a vedere l’ uscita. Due
uomini stavano passando di lì per caso, e trovarono il corpo di Harry per
terra, si scambiarono un occhiata preoccupata, uno di loro prese il ragazzo in
braccio e si smaterializzarono. Erano arrivati al san mungo e trovarono un
Medimago a cui affidarono il ragazzo. "Sirius credi si salverà, quel ragazzo?”
chiese l’ altro con voce preoccupata "Si, James, spero di si …” rispose.
Fine capitolo 1