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Autore: Hewa    11/07/2014    0 recensioni
[dal testo] "So che cadi, che continui a cedere, ti vedo, ti sento, mi sembra quasi di percepirlo. E se mi sbaglio, se non è così, allora pace, tanto questa lettera è bella perché è scritta col cuore e potrai leggerla quando e quanto ti pare, anche in futuro se le cose andranno male.
Ma se ho ragione anche solo un pochino, allora non piangere, perché io ti voglio bene, anche oggi."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Alla mia Francesca, perché è una serata estiva, e si sa,
di sera le mancanze si fanno senitre di più."

Cara Catastrofe, ti spiace se ti chiamo cosi?
E' solo che ti vedo cadere, capitolare giù di nuovo; forse non hai mai smesso e sono solo io a non essermene resa conto, e guardandoti mi si è stretto il cuore.
Mi hai ispirato a scrivere, o meglio a scriverti, dopo tanto tempo che non ne avevo le forze, e per questo ti ringrazio.

Mi ritrovo quindi alle sette di sera, con il caldo che opprime la stanza e la porta chiusa, per coprire questo stralcio di intimità ed integrità che mi rimangono, dopo un'intera settimana che non ci vediamo e sentiamo, ammettiamolo, quando ci siamo viste nessuno delle due si è concretamente degnata di dare attenzione all'altra, quindi potrei dire che mi manchi da più tempo, ma va bene così, perché io non sono brava a parlare, tu sei in luna di miele con i tuoi genitori, in questa stanza si soffoca per il troppo caldo e le parole incise sulla carta ci piacciono ad entrambe di più.
Come ci piacciono le feste d'istituto, le battute tristi, le persone strane, i capelli colorati e lo smalto rovinato, i casi umani e le citazioni di ogni genere. E voglio pensare di conoscerti meglio di molti altri, per quanto tu rara e bella possa essere. Voglio pensare che se un giorno dovessi pazientemente mettermi a cercarti su Tumblr, ti troverei, che se dovesse piovere e fossimo insieme, forse balleremo sotto la pioggia, che se dovessi tirarti su il morale al posto di una coppa di gelato probabilmente ti porterei una confezione grande di patatine del McDonald, che in un giorno per te ansioso mi offrirei di piastrarti i capelli, perché so che in un modo o nell'altro riuscirei a calmarti, o che prima o poi, forse da grandi o magari che ne so, più in là, ci ritroveremo entrambe con dei pesi sulle spalle in una stanza colma dei libri che io non ho ancora scritto, e delle canzoni che tu non hai ancora cantato. E sarà bello, perché cazzo, siamo dei catorci assurdi, ma infondo siamo le migliori.
E boh, oggi mi sento così, così triste da scrivere cose melense, così felice da scriverle a te, così in dovere di dirti che sei speciale, come le ultime sigarette che ho fumato in tua assenza, che fidati, si sente. Sono al mentolo, sai? Dopo che hai finito di fumare non si ha nemmeno il cattivo sapore di catrame nella gola, quello che sa di grigio e pesa nel cuore come la bugia che dici ai tuoi ogni volta che ti nascondi dietro al mondo per fare un tiro. E insomma si, devi provarle, dobbiamo provarle insieme. Perché dimmi, senza te io dov'è che vado? So di chiederti tanto e di poter sembrare egoista, ma ti prego di restare, perché io ho bisogno di te, perché sono complicata, perché spesso mi sento come una bestemmia detta nel bel mezzo di una messa, e siamo uguali, tanto uguali che so che hai bisogno di me adesso e che ne avrai bisogno in futuro, e voglio esserci, quando succederà.

Quindi se stai cadendo, se ho ragione, se ti conosco come vorrei, o anche solo se ti conosco quel minimo che potrebbe bastarti, sappi che io sono dove sei tu, magari un po' distante, ma stai sicura che a raggiungerti ci metto poco.

So che hai altre amiche prima di me, ma voglio, sempre egoisticamente, credere che il nostro legame abbia un pizzico di qualcosa in più, magari quei discorsi sull'improbabilità della riuscita dei nostri sogni, oppure sulla bisessualità, o anche sul tempo, perché oggi fa davvero tanto caldo.
Oppure questa lettera, perché non ho molto da offrire, ma voglio comunque offrirti il mio meglio.

E so che le persone non ti piacciono, proprio come le parole di troppo, e hai l'ansia che ti logora il cuore.
Il cure, già, bella storia. So una cosa sul tuo cuore, tralasciando il fatto che batte. So che è stato donato seriamente una volta sola, e che è stato riportato indietro con buchi e pezze di ogni genere. Ma non disperare e non incazzarti, cerca di scordare la rabbia e i brutti momenti, ricorda invece quelli belli, perché quelli servono sempre, e sorridimi, perché spesso mi aiuta a stare meglio.

So che cadi, che continui a cedere, ti vedo, ti sento, mi sembra quasi di percepirlo. E se mi sbaglio, se non è così, allora pace, tanto questa lettera è bella perché è scritta con il cuore e potrai leggerla quando e quanto ti pare, anche in futuro se le cose andranno male.
Ma se ho ragione anche solo un pochino, allora non piangere, perché io ti voglio bene, anche oggi.

Sempre là dove credi di non vedermi, abbastanza lontana per lasciarti ridere come fai tu, con le tue movenze strane, abbastanza vicina per consolarti, anche quando pensi di non averne bisogno,
Hewa (la miglior parte di me).

   
 
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