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Autore: Arya Tata Montrose    11/07/2014    5 recensioni
Si sentiva come alla prova teorica dell’oramai lontana Selezione Chunin. Aveva anche provato a chiedere consiglio a Naruto, qualche giorno prima, ma non ne aveva tratto troppi suggerimenti. Il fatto era che Naruto aveva parlato con Hiashi e non aveva la minima idea di come potesse essere suo fratello sebbene l’atto di coraggio per cui era morto facesse sperare bene.
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Arrivati davanti a una delle tante porte scorrevoli, Neji fere per bussare ma la sua mano rimase sospesa a pochi centimetri dal pannello di legno e carta decorata.
Una voce l’aveva interrotto, concedendo il permesso ad entrare.
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NejiTen senza pretese, con la sola speranza che possa piacere ^^
[2047 words]
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hizashi Hyuuga, Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Piccole premesse: i personaggi di Neji, Hiashi, Hizashi e Tenten sono di proprietà di quel genio di Kishimoto (capitan ovvio). Mi sono permessa di rendere Hizashi un po' OOC (forse) perchè non si sa molto su questo personaggio.Ho anche immaginato un Neji un po' più rilassato e spero sia rimasto IC. Il titolo fa lievemente schifo, ma non sono riuscita a trovarne uno migliore T.T
Bene, vi auguro buona lettura e vi aspetto giù =)




 
L'esame del Genitore
 


Quella sera, TenTen era tesa.
Si osservava allo specchio con fare critico e trovava sempre qualcosa da rassettare. Aveva la testa ingombra di pensieri che non ne volevano sapere di ordinarsi. Pensava a millemila cose tutte insieme, ma in essi c’era un nome, che faceva da costante: Hizashi Hyuga.
Pensava alla sua storia, a come avrebbe dovuto approcciarsi a quell’uomo.
Degli Hyuga, sapeva che erano persone austere, serie, posate, con un senso dell’onore paragonabile a quello dell’orgoglio Uchiha.
Si domandava anche cosa avesse provato quell’uomo a essere rianimato anni dopo la sua morte, cosa avesse provato quando Tsunade gli aveva comunicato che poteva tornare alla sua vita.
 
Dopo la Grande Guerra infatti, molti dei ninja che avevano subito l’Edo Tensei erano rimasti nel mondo dei vivi.
 
«Dopo che Kabuto ha sciolto il jutsu, » ipotizzava la donna «Le anime più forti e piene di volontà si sono staccate dai corpi provvisori, per poi essere catturate dal Mugen Tsukoyomi e hanno creato dei corpi con le proprie sembianze dai bozzoli dell’albero sacro.»
 
Per questo TenTen era nervosa. Anche Neji era tornato in vita e qualche tempo dopo, ultimata anche la ricostruzione del Villaggio, si erano fidanzati. Esattamente un anno più tardi, Neji si era presentato a casa sua, dicendole senza troppi preamboli che era stata indetta una cena a Villa Hyuga così da presentarla al padre.
 
Continuava a guardarsi allo specchio chiedendosi se il vestito fosse stato una buona scelta.
«Gli piacerai.» sentì quella voce alle sue spalle, ma non diede segno di preoccupazione, avendola riconosciuta.
 
«Ho i mei dubbi.» espresse la ragazza mentre Neji entrava dalla finestra aperta della sua stanza. Si voltò e lo salutò con un veloce bacio sulla guancia. Neji invece l’attirò di nuovo a sé, baciandola questa volta sulle labbra.
 
«Io sono uno che le cose le fa per bene.» le sussurrò e lei rise, dimenticando per un attimo di tutte le sue preoccupazioni.
 
Si allontanò un poco, tornando a sistemarsi uno chignon, per poi prendere il porta kunai e legarselo alla coscia. Neji sorrise; da quando la conosceva non si era mai separata dai suoi rotoli, li considerava come una specie di portafortuna.
 
«Sono pronta!» sorrise TenTen, portando le mani dietro la schiena.
Neji la osservò bene, perdendosi anche nei particolari: indossava un abito in stile cinese color bordato di un blu notte. Le chiusure sul petto erano dello stesso colore e risaltavano sulla stoffa predominante. I due spacchi laterali lasciavano intravedere le gambe nivee, solcate da qualche cicatrice e fasciate da pantaloncini neri. Aveva mantenuto i soliti chignon, decorati per l’occasione da bacchette d’oro, alle quali pendevano delle piccole catenelle.
Secondo Neji, non era necessario preoccuparsi per suo padre ma evidentemente lei non era d’accordo.
 
«Andiamo.» le disse saltando giù dalla finestra e lei, spenta la luce, lo seguì. Atterrò senza un capello fuori posto e questo convinse ancora di più Neji che sarebbe piaciuta a suo padre.
 
 
 
Camminavano fianco a fianco e TenTen gli stringeva il braccio in preda al nervosismo. Nonostante le continue rassicurazioni dello Hyuga, lei si sentiva sempre più sotto pressione ad ogni passo che faceva.
 
Si sentiva come alla prova teorica dell’oramai lontana Selezione Chunin. Aveva anche provato a chiedere consiglio a Naruto, qualche giorno prima, ma non ne aveva tratto troppi suggerimenti. Il fatto era che Naruto aveva parlato con Hiashi e non aveva la minima idea di come potesse essere suo fratello sebbene l’atto di coraggio per cui era morto facesse sperare bene.
 
Quando arrivarono davanti al cancello dell’enorme villa a TenTen tremarono le gambe. Non era stata così in ansia nemmeno quando aveva dovuto scegliere se procedere con la decima domanda o meno.
 
«Non è poi così tremendo.» Neji provò a tranquillizzarla per l’ennesima volta, riuscendoci in parte.
 
«Lee mi disse la stessa cosa di te.» rise la giovane e sull’onda di quell’improvviso ottimismo varcò prima il cancello e poi il portone principale.
 
Guardò Neji, che camminava guardando diritto avanti a sé, con il solito sguardo serio e imperturbabile. TenTen pensò che le convenzioni Hyuga imponessero quel comportamento e indurì il suo sguardo. Nonostante però l’espressione seria, TenTen aveva una strana luce negli occhi.
 
Arrivati davanti a una delle tante porte scorrevoli, Neji fere per bussare ma la sua mano rimase sospesa a pochi centimetri dal pannello di legno e carta decorata.
Una voce l’aveva interrotto, concedendo il permesso ad entrare.
 
«Konbanwa, ōto-san.» salutò Neji, porgendo una lieve riverenza.
 
«Konbanwa, Hyuga-sama.» TenTen invece porse all’uomo una riverenza più profonda, dettata più dall’effettivo rispetto che per convenzione.
 
«Konbanwa, ragazzi.» salutò l’uomo. Aveva lo stesso tono severo del figlio, ma dalla sua voce trasparivano note serene e tranquille. Questo rassicurò TenTen più di quanto non avessero fatto le parole di Neji. Dopotutto, il suo esaminatore non era il suo fidanzato, ma suo padre.
 
«Sedetevi pure.» li invitò Hizashi, indicando con la mano i cuscini dall’altro lato del basso tavolo. TenTen, a prima vista, notò che si trattava di mogano.
 
«Dunque tu sei la famosa TenTen.» constatò Hizashi in tono un po’ scherzoso. L’uomo era sempre stato l’esatto contrario del fratello: Hiashi era serio, posato e noioso, Hizashi era simpatico, un po’ ribelle e divertente, come da giovane lo definivano i pochi amici d’accademia.
 
«Hai. Mitashi TenTen, Hyuga-sama.» allungò la mano verso l’uomo che la afferrò energicamente.
 
«Hyuga Hizashi, e ti prego, chiamami solo Hizashi. Io non sono mio fratello.» aggiunse l’uomo.
 
Detestava il classico stereotipo che se sei uno Hyuga sei per forza antipatico, pieno di te e asociale. Quello stereotipo però descriveva pienamente il Neji tredicenne che tutti odiavano. E sì, la prima volta che l’aveva visto lo odiava anche lei.
 
«V-va bene, Hizashi-san.» TenTen era sbalordita. Se l’era aspettato molto più… Hyuga. O sicuramente molto più simile a Neji.
 
Bussarono alla porta e Hizashi diede il permesso per entrare. Uno stuolo di cameriere si accinse a preparare il tavolo per la cena e subito dopo dei camerieri avvolti in pratiche divise nere portò in tavola i cibi che, spiegò Neji, erano stati preparati dai cuochi della Villa.
 
In quei piatti c’era ogni ben di kami, da semplici onigiri fino ad arrivare al più prelibato cervo in salsa o anatra all’arancia. Alla ragazza brillarono gli occhi.
 
«Itadakimasu!» dissero all’unisono e presero a mangiare.
 
Lo Hyuga maggiore inghiottì un grosso boccone di cervo. «TenTen, perché non mi parli di come hai conosciuto Neji?» domandò dando un altro, enorme morso alla carne che aveva nel piatto.
 
TenTen smise di masticare di colpo e a Neji per poco non andò di traverso l’anatra. Non ricordava che suo padre fosse così diverso da Hiashi; insomma, lui oramai era abituato alla freddezza e alla rigidità dello zio e non ricordava che suo padre fosse così diretto.
 
«Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese notando lo sguardo incredulo dei due.
TenTen ingoiò a forza il suo takoyaki: «No, si figuri! Beh, ho conosciuto Nejj ai tempi dell'accademia. Poi siamo stati nello stesso Team.» fece un po' rossa sulle guance.
 
Hizashi lo notò e le chiese il motivo di tale reazione. La ragazza di giustificò semplicemente con il fatto che il polpo fosse molto caldo e l'uomo sembrò crederle. 
 
« Cosa ti ha spinto tra le braccia di di Neji? A quanto ne so era diventato un po' antipatico.» riprese Hizashi imperterrito.
 
"La sua Kekkei Genkai", pensò Neji, "non è il Byakugan, ma il mettermi in imbarazzo!".
Questa volta però TenTen spalancò gli occhi e arrossì molto imbarazzata. Restò in silenzio per qualche secondo, pensando cosa fosse giusto rispondere. 
 
C'era infatti la possibilità che lo Hyuga la stesse studiando attraverso quel comportamento giocoso. 
«Non lo so. » disse decisa ad essere totalmente sincera « Non ho la minima idea di come mi possa essere innamorata di Neji. Fino a cinque anni fa era un dannato asociale antipatico, fatalista convinto. Credo che in un certo senso essere l'unica ragazza che degnava di una frase di senso compiuto sia stato determinante.» la ragazza parlava spedita, con espressione seria sul volto e guardava il padre del suo fidanzato negli occhi. 
 
Neji non poteva credere alle sue orecchie. Lei l'aveva definito asociale antipatico davanti a suo padre durante una cena così importante. Ringraziò mentalmente che non avesse parlato di fronte all'intero consiglio degli anziani. 
 
Hizashi, nell'ascoltare quelle parole, si fece molto serio in volto e abbandonò del tutto l'aria bonacciona che l'aveva caratterizzato dall'inizio della serata. 
 
« TenTen,» iniziò con tono severo « hai espresso i difetti di Neji e affermi di amarlo? Lo affermi nonostante tu stessa abbia detto che non sai il perché lo ami?» domandò. Stavolta era lui a sfidarla con lo sguardo. 
 
Anche la ragazza indurì lo sguardo: «Sì » affermò decisa « Non ho idea di cosa mi abbia fatto innamorare di Neji.» 
 
Il ragazzo osservava quello scambio di sguardi come fosse la più entusiasmante delle battaglie. La guardava come aveva fatto con lo scontro di Lee con Gaara alla Selezione Chunin. 
 
Era un testa a testa tra gli occhi color cioccolato di TenTen e quelli neve di Hizashi. Nessuno dei due sembrava voler mollare, tanta era la grinta che mostravano. 
Perfino il Genio degli Hyuga tratteneva il respiro. 
 
Uno sbuffo si propagò per la silenziosa stanza. 
Hizashi aveva chiuso gli occhi con un piccolo sorriso ad increspargli le labbra. 
I due ragazzi erano sorpresi: un attimo prima Hizashi sembrava voler uccidere la ragazza a colpi di Juken.
 
TenTen in primis era scioccata: talmente era presa da quella battaglia che si era dimenticata di aver in mano le bacchette di legno e le aveva spezzate. 
 
«Bene.» disse l'uomo voltandosi verso il figlio, che sussultò «Io, Hyuga Hizashi, approvo al primo livello, la relazione di Hyuga Neji e Mitashi TenTen» dichiarò. 
 
Ancora una volta i due giovani spalancarono gli occhi, increduli. Il padre intanto aveva ripreso a mangiare tranquillamente, come nulla fosse successo. 
«C-cosa?» bisbigliò Tenten con gli occhi spalancati.
«Tutti sono bravi ad amare i pregi, pochi ad amare i difetti. Neji è bello, forte e proviene da un prestigioso Clan, ma tu non hai fatto riferimento a nulla di tutto questo. Hai evidenziato i suoi difetti, e hai detto di non sapere perché lo ami. L'amore non ha un perché. È basato sulla fiducia e sulla totale accettazione dell'altro e tu mi hai dimostrato che il tuo è amore, non una semplice infatuazione.»
Di nuovo Hizashi tornò a mangiare e così fecero anche Neji e Tenten che, sebbene ancora sbigottita dal discorso dello Hyuga, si mise a scherzare facendo riecheggiare nella stanza le sue risate cristalline e quelle sommesse dei due uomini. Si fece anche portare delle altre bacchette, scusandosi un infinità di volte col capo della Casata Cadetta. 
Alla fine della cena, dopo un'ottima tazza di thé, Hizashi raccomandò alla ragazza: « Hiashi-san è molto più severo di me. Ricorda di mettere un kimono tradizionale e parlare a bassa voce. Oh, e bada a come parli, perché Hiashi è molto all'antica.» 
« Arigatou Hizashi-san. » disse «Stia tranquillo, la prossima volta sarò più educata.»
Hizashi sorrise per poi rientrare nella Villa.
 
Camminarono un po' in silenzio, fino a che l'enorme edificio non scomparve dalla loro visuale. 
«Non mi avevi avvisato che questa non era l'unica cena che avrei dovuto affrontare.» sibilò. 
Neji si scusò e le spiegò che per far accettare una relazione nel loro clan prima bisognava incontrare il padre e poi il capoclan, in due cene ufficiali. «Se hai chiesto a Naruto lui avrebbe dovuto saperlo.» aggiunse poi, tanto per scrollarsi di dosso parte della colpa.
"Quel baka me la paga!" Pensò furente la castana. 
« Tenten, davvero sono così insopportabile?» chiese Neji tutto ad un tratto. 
« No.» rispose « Sei pieno di difetti, ma sono quelli che ti rendono Neji Hyuga, il fatalista cronico che ho imparato ad amare.» 
Era dolce la sua voce e Neji ne osservava le labbra carnose muoversi convulsamente per pronunciare le parole. Appena ebbero finito, le sue labbra si incresparono in un sorriso. 
Neji la baciò d'impulso e lei rispose appassionatamente mentre ancora sorrideva. 
 
Hizashi osservava la luna con un accenno di sorriso dipinto sulle labbra tirate.
« Cos'hai da sorridere, fratello?» Hiashi gli si era avvicinato sulla soglia del porticato in legno. 
 
« Neji avrà una vita felice.» rispose.
« Dipende se io sarò d'accordo.» il maggiore stroncò subito l'ottimismo del fratello. 
« Io credo proprio che lo farai, Hiashi-san.»

 
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Angolo Autrice
Salve a tutti. Spero che questa piccola storia vi sia piaciuta ^^
Mi è stata richiesta dalla pagina di FacciaLibro Il NejiTen non è morto. E' stato un vero piacere scriverla e ringrazio l'adimn Tenten per il prompt e la carissima Kucchan_ che mi fa da beta.
Me lo lasciate un commentino? *fa occhioni dolci*
Beh, almeno passate sulla pagina e, se avete Facebook lasciate il "Mi Piace", su, su!
Okay, ora posso anche eclissarmi.

Baci, 
Tata-chan <3



 
   
 
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