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Autore: Tersicore    06/01/2005    6 recensioni
Questo è il mio primo e quasi unico esperimento di fanfic dato che scrivo originali. Spero possa piacere ma sopratutto divertire!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti

Salve a tutti.

Io sono Tersicore (in altri siti Naidasa) e per lo più sono un autrice di originali. Ultimamente per problemi vari sono costretta a sospendere per un po’ i miei attuali lavori (se qualcuno li sta leggendo se ne sarà accorto) così ho deciso di mettere in linea questa vecchia fanfic.

Questa per me è stata un banco di prova, ovvero la prima fanfiction della mia vita. Ho sempre scritto racconti fin da piccola, ma da ignara quale ero dell’esistenza di questi meravigliosi siti, i miei vaneggiamenti sono rimasti chiusi nel mio cassetto per parecchio tempo. Un paio di anni fa circa, poi ho scoperto i siti di fanfiction (ripetizione….) e mi sono decisa a pubblicare, ma devo ammettere che sul sito in cui ero iscritta le originali non avevano seguito, così un po’ per mettermi alla prova, un po’ per capire se era il mio modo scrivere che non piaceva o se questa malattia riguardava esclusivamente gli originali ho buttato giù questa fanfic.

Certamente chi avrà voglia di leggerla noterà strafalcioni e alcune incongruenze con il manga, soprattutto relativamente al carattere dei personaggi, ma all’epoca conoscevo One Piece solo relativamente (lacuna ora completamente appianata).

Spero nonostante questo possa divertirvi e se avete voglia di farmi sapere il vostro parere sono a disposizione.

 

Approfitto per pubblicizzare la categoria originali. So che quando se ne legge uno si va a tastoni nel buio, ma vi assicuro che in giro ci sono delle piccole perle capaci di farci sognare tanto se non di più di una fanfiction.

 

 

CAPITOLO 1

 

 

La tempesta era finalmente passata, ma la Going Merry necessitava d’urgenti riparazioni.

L’albero maestro era stato spezzato a metà e le vele andavano quasi totalmente sostituite, da quanto erano malridotte.

L’intero equipaggio sapeva che avrebbero dovuto fermarsi il prima possibile, se volevano proseguire il viaggio per il Grande Blu.

A questo stava pensando Nami, consultando le sue carte, chiusa nella sua cabina.

Era parecchio arrabbiata, ma per lo più, abbattuta.

Sì, era vero, non aveva previsto una tempesta così violenta come poi effettivamente era stata, ma cosa pretendevano i suoi compagni, che fosse un mago?

Non era colpa sua se il vento era cambiato improvvisamente, facendo sì, che alla prima perturbazione se ne aggiungesse un’altra.

A dire il vero, il solo rimprovero ricevuto era stato quello di Zoro, ma questo era anche l’unico che aveva il potere di farle del male.

Ripensare alle sue dure parole, le provocava tuttora bruciore agli occhi.

Dopo vari insulti, volati da entrambe le parti, lui le aveva gridato in faccia “Oltre ad essere una palla al piede mocciosa, non sei neanche un granché come navigatrice”, per poi girarsi, e lasciarla lì, impalata, a guardargli le spalle.

Razionalmente Nami, sapeva che Rufy, Usop e Sanji erano rimasti in silenzio solo per non immischiarsi nelle loro sempre più frequenti e violente liti, ma l’impressione avuta in quel momento, era che tutti fossero d’accordo con le parole dello spadaccino.

Non era servita a nulla, poi, l’offerta gentile del cuoco, di prepararle un tè con dei biscottini per risollevarle il morale.

Si sedette e nascondendo ancora una volta il viso fra le mani, ricominciò a versare lacrime amare. Non poteva certo dare torto ai suoi compagni.

Era un peso.

Qualcuno doveva continuamente prendere le sue difese e se un giorno la Going Merry, avesse trovato un bravo navigatore in sua vece, la ciurma avrebbe fatto bene a liberarsi di una come lei.

 

Mentre Nami si commiserava nella sua cabina, qualcun altro però, sul ponte, era alle prese con i rimorsi.

Zoro, mentre svolgeva il suo allenamento giornaliero, non faceva altro che maledire la sua linguaccia ed il suo caratteraccio.

Non voleva realmente dirle quelle cose cattive.

Aveva avuto un bel daffare, poi, a calmare quello stramaledetto cuoco inferocito, ma quando aveva visto la metà superiore dell’albero schiantarsi ai piedi della ragazza e quasi schiacciarla, aveva avuto una paura del diavolo, e così aveva perso la testa sfogandosi con quelle cattiverie.

 

In quel momento, Usop urlò dalla vedetta “Isola in vistaaaa”.

Nami, uscì dalla sua cabina e si spostò sul parapetto con il binocolo in mano.

Zoro, come tutti gli altri, la guardò attentamente; era seria ed evitava il suo sguardo.

Era chiaro che l’aveva ferita.

Sarebbe voluto andare a chiederle scusa, ma l’orgoglio glielo impediva. 

Se lo avesse fatto, poi, avrebbe rischiato di dover spiegare il perché della sua sfuriata e l’ultima cosa che voleva, era farle sapere, quanto effettivamente tenesse a lei.

Come niente fosse, quindi, riprese ad eseguire i suoi esercizi non degnandola più di un’occhiata.

Nami, che non si era accorta dell’espressione rammaricata passata velocemente sul viso dello spadaccino, si ritrovò sempre più avvilita.

Rufy le si avvicinò e le chiese “Possiamo fermarci? Vorrei tanto provare tutte le taverne dell’isola!”.

La ragazza, invece di insultarlo per la sua ingordigia come al solito, rispose solo “Sì, l’isola di Kyle e un covo di pirati, non dovremmo avere problemi con la marina. Possiamo tranquillamente attraccare per le riparazioni”, poi si girò e con passo svelto si diresse in cucina.

 

Sanji, che come Zoro, era l’unico ad aver notato la depressione di Nami, si avvicinò allo spadaccino e paratosi davanti gli chiese “Allora?”

“Allora cosa?”, ripose l’altro.

“Nami sta male, devi chiederle scusa.”, ribadì il cuoco.

Zoro si rendeva conto che l’amico aveva ragione, ma si sarebbe fatto ammazzare piuttosto che dargliela vinta, così replicò acido “Non ci penso nemmeno. La mocciosa ci ha quasi fatto affondare. Si meritava tutto quello che le ho detto”.

L’oggetto della loro discussione, che in quel momento si stava avvicinando, sentì quelle ultime parole e con un singhiozzo soffocato corse via.

Intanto i due, che non si erano accorti di nulla, continuarono a discutere tra loro.

“Va bene. Se la pensi veramente così vorrà dire che ora andrò a consolarla a modo mio” disse Sanji con due cuoricini al posto degli occhi.

Zoro si alzò di scatto e preso il cuoco per il bavero lo minacciò “Non ci provare. Stai lontano da lei o ti faccio a pezzettini!”

Il biondo si liberò e ridiventando serio aggiunse “Perché invece di dirle quello che provi, non fai altro che trattarla male?”

Lo spadaccino si passò una mano fra i capelli rispondendo “Non so di cosa tu stia parlando”.

Sanji si accese un’altra sigaretta “Sì come no!”, poi si voltò e andandosene aggiunse “Attento, se continui così la perderai”.

 

Zoro, rimasto solo, si appoggiò al parapetto e guardando l’isola che si avvicinava, rifletté sulle ultime parole dell’amico.

Era vero, non avrebbe dovuto trattare così Nami e forse, era ora di ammettere con se stesso che lei era di più di un’amica; ma se l’avesse fatto cosa sarebbe stato del suo sogno?

Lui doveva diventare lo spadaccino migliore del mondo.

Aveva una promessa da mantenere, il resto, per il momento, avrebbe dovuto aspettare.

  
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