– Una pistola non è
abbastanza, per te.
Dici sempre di essere più il tipo da revolver, e lo dici con orgoglio,
brandendo la canna ancora fumante.
Per me staresti
meglio con una letale doppietta, tante sono le cartucce che sprechi
ogni giorno.
Spara
prima, pensa poi.
Che motto di merda, lasciatelo
dire. –
“Matt,
stronzo, guardami quando ti parlo.”
Ti sto guardando, Mel.
Fisso le tue labbra
muoversi e mi viene da ridere, sì, mi
fai ridere.
Sei fottutamente patetico, non lo vedi?
Lì, appollaiato
sulla poltrona sfondata, le molle arrugginite nel culo, con la tua pretesa di serietà e quell’attitudine da gangster all’alba di un colpo in banca.
Perché scaldarsi tanto?
Batti con veemenza
sull’ennesima mappa della zona, blaterando amene stronzate
come percentuali di rischio e probabilità, e sai che ti dico, stupida checca?
Che mi fai ridere.
Patetico, totalmente
patetico.
Cosa credi di fare, me lo spieghi?
Tanto è tutta
un’inutile merda.
Domani andrà come
deve andare, e con i tuoi piani da gangsta mi ci pulisco
il culo, dolcezza.
Osservo ancora le
tue labbra.
Mi fai schifo, e ti ammiro, e ti adoro, e ti
detesto, e ti…
Scuoto la testa, la
tua bocca mi guarda.
Poco importa. Comunque la si metta, sei l’unica cosa che conti.
Di nuovo, le tue
labbra.
Me le ricordo, le
tue labbra.
Estranee alle vacue cazzate che ti ostini a pronunciare, sono le stesse di
sempre, le stesse di un’altra sera.
Una sera sensata,
una sera sincera, una sera migliore di questo squallido
fango che ci è rimasto addosso.
“Vedo.”
Hai il volto contratto, le labbra tirate.
Povero, povero diavolo.
Sei troppo teso per sostenere un bluff, ed è chiaro che stai bluffando.
Certo, a mentire sei bravo.
Però il bluff nel poker non è una semplice bugia.
Il bluff nel poker è arte.
E tu l’indole dell’artista non ce l’hai proprio.
[Troppo irruente,
impulsivo, volubile, saccente, eccentrico, egoista…]
Ripensandoci, non sei che Genio e Sregolatezza.
Ma il poker è fatto di regole, di algide
facciate, di labbra e di sguardi.
Una guerra ammantata nel velluto verde.
E sono spiacente, Mel, ma non ho intenzione di
lasciarti vincere.
“Scala reale.”
Ti osservo sbiancare, gli occhi sgranati, e un’oncia di perversa
soddisfazione mi invade.
A poker non giochi con le carte che hai in mano, ma con
le persone che hai davanti.
E tu non sei stato all’altezza.
Quale che sia
la posta in gioco, quando il denaro è nel piatto non è più tuo.
Riscuoto la vincita con un sogghigno, cullato
dalle soavi espressioni della tua sportività.
“Non è possibile! Mi prendi per il culo! Hai
barato, confessalo, figlio di…”
Potresti continuare per
ore, ne hai tutte le
intenzioni.
Ma ti sorrido.
E in un istante la tua bocca ha qualcos’altro
di cui occuparsi.
Rileggo lo smacco di quella Scala reale sulla
strenua ipocrisia delle tue labbra.
Pensare che credevo sul serio di aver vinto.
Ma mi basta sedere qui, con te sulla poltrona
sfondata, e il revolver, e le mappe, per accettare la verità che, quella sera, pregai di riuscire a ignorare.
Comunque la si metta, oggi perdiamo entrambi.
“Matt…”
“Tu sei la sola persona che io abbia mai..."
“Che
abbia mai... cosa? Vai avanti. Che abbia mai...?”
“Di cui mi sia mai importato. Ma tu mi terresti chiuso in una stanza e getteresti via la
chiave. Non è vero?”
“…Sì, credo di si.”
"Il guaio è che io ci starei anche
volentieri.”
“Matt…”
“Scala Reale, Mello.
Ho vinto di nuovo.”
.Fin.
Nuovo post :3 . Parola enigmatica, 'scala'. Sono piuttosto sicura che la mia amica non intendesse il punto del poker, ma vabé :p
Nel pairing Matt*Mello, quello de 'la notte prima' è un tema ricorrente. [Prima di cosa? Degli eclatanti e tragici avvenimenti dell'episodio 35, ça va sans dire.] Giungo anche io con la mia personale versione di quella notte, allora, sebbene il capitolo sia più incentrato sul flashback della sfida a carte che altro. Non credo agli scenari tragici o strappalacrime, per la cronaca. Né alle romanticherie. Prediligo l'idea di un bel sesso selvaggio, oppure - che è quella applicata in questo post - una sacrosanta furia catartica e un Matt tutt'altro che contento. Si noti Mello, inoltre. Ebbene sì, tendo a dipingerlo sempre come uno stronzo (solo perché la raccolta è Matt's POV, peciso), ma uno stronzo che fa decisamente tanta pena. Ho cercato di dare a intendere quanto più terrorizzato fosse, in questa circostanza. Matt è puro cinismo, ed è rabbia, ed è la voglia di aggrapparsi ai ricordi per non affrontare l'ultima alba; ma è Mel che tenta disperatamente di restare in piedi, e se credete che pianificare nel dettaglio la probabile morte tua e del tuo migliore amico (l'apposizione piò cambiare, a vostra discrezione :p) sia facile, molto bene, accomodatevi. Io penso che avrei avuto un crollo nervoso.
E adesso, riferimenti e citazioni. Herbert Yardley, criptologo americano, è responsabile delle frasi in corsivo nel flashback sul poker, mentre il dialogo finale al centro (eccezion fatta per le ultime due battute, "Matt..." e "Scala Reale, Mello. Ho vinto di nuovo.") è preso ed adattato dal Daniel Craig di Casino Royale. Magari qualcuno di voi l'aveva già riconosciuto, chi lo sa :)
Ringrazio come sempre di tutto cuore Soleya (tranquilla, un capitolo può sfuggire, non me la prendo mica! xD Sapessi quanto so essere distratta io! Sono solo contenta di sapere che continui a seguirmi ^^), MellosBarOfChocolate (penso di aver risposto più in alto al tuo 'appunto' sul povero Mel bistrattato xD. Naturalmente se sto qui a scrivere roba su di lui è perché lo adoro, quindi non è che dipingerlo tanto male mi riempia di gioia. Ma, come ho scritto anche nel post precedente, è uno sporco lavoro il nostro, no? ù.ù) e l'impareggiabile Betta90 (attendo direttive sulla fic di FMA, vedi recensione che ti ho lasciato ad Abecedario *.*) per il sostegno in opere e parole :3 Non mi stancherò mai di ripeterlo: se sto qui è solo per/grazie a voi. Siete l'alibi ideale per la mia logorrea! xD