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Autore: _coldwinter_    11/07/2014    9 recensioni
L'adolescenza è sempre piena di problemi, ma quella di Lola è davvero un casino. Ha grossi problemi in famiglia che non sa come risolvere, e questi influiscono molto sul suo carattere e sulla sua vita. Se questo non bastasse, i problemi li ha anche a scuola. Si trova sempre in contrasto con Luke Hemmings, un ragazzo popolare ma allo stesso tempo evitato nella scuola per il suo caratteraccio. Litigando con lui Lola lo conosce meglio, senza neanche volerlo, e scopre di avere molte più cose in comune con il ragazzo di quante potesse immaginare. Scopre che le reazioni del biondo con cui litiga sempre sono dovute al suo passato, non meno complicato di quello di Lola.
Genere: Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*LUKE'S POV*
"Merda Lola, merda!" sussurrai allarmato alla ragazza. "In camera mia." le dissi velocemente. Lei sembrò andare nel panico, e incespicò nei suoi stessi piedi mentre saliva le scale.
Il campanello suonò di nuovo. Mi accertai che Lola fosse entrata in camera prima di aprire.
"Giornataccia Luke. Vedi di non farmi arrabbiare oggi."
Annuii debolmente a mio padre, poi chiusi la porta appena fu entrato. Lo vidi dirigersi in cucina, quindi io mi sbrigai a salire le scale silenziosamente. Persi un battito quando sentii un singhiozzo di Lola provenire dalla stanza davanti a me, e mio padre chiedermi cosa fosse stato. Gli risposi agitato che ero stato io che mi stavo per strozzare ed entrai velocemente in camera.
"Luke, che cazzo faccio adesso?" mi bisbigliò la ragazza ancora in lacrime.
"Non lo so, zitta."
Presi un cd a caso e lo misi nello stereo, per poi far partire la musica, in modo che coprisse il suono delle nostre voci. Mio padre non doveva sapere che Lola era di nuovo a casa, merda. Mi guardai intorno agitato, poi "Salta dalla finestra."
"Cosa? Sei matto?" esclamò.
"No, ok, è una pessima idea. Non so come farti uscire da qui Lola, e devi andartene al più presto. Non voglio finire di nuovo nei guai."
"Io neanche lo voglio." Pronunciò quella frase in un modo strano. Sembrava fosse dispiaciuta davvero.
"Allora, intanto calmati, smetti di piangere."
"Non ce la faccio Luke, se no lo avrei già fatto. Non posso far finta di niente quando la mia vita sta andando a puttane."
Merda, dovevo trovare un modo per calmarla, se no mio padre l'avrebbe sentita.
Andai verso la finestra e guardai di sotto.
"Senti, non è tanto alto. Tu esci da qua, subito dopo io ti raggiungo uscendo dalla porta."
"Che? Te lo scordi che io mi butti dalla finestra!"
"Vuoi farmi finire di nuovo nei guai? È questo che vuoi?"
Scosse piano la testa.
"E allora salta." Non disse nulla. Chi tace acconsente, no? "Appena esco e chiudo la porta della camera tu salta, così eventuale botto o urlo si sentirà di meno."
Farse mi stavo comportando da egoista, prepotente, menefreghista, ma per una volta in tutta la mia vita volevo pensare a me stesso.
"Ok." disse in fine, sospirando. Le feci l'occhiolino prima di abbassare la maniglia della porta e uscire. Sbattei la porta più forte che potei, e sentii appena un lamento affievolito. Il cuore cominciò a battermi fortissimo, lo sentivo quasi uscirmi fuori dal petto. Il tempo si arrestò, percepii una quantità assurda di emozioni, nel mio corpo scorreva terrore, non più sangue. Feci un passo verso le scale e il mio battito tornò a essere regolare solo quando mi resi conto che mio padre non si era accorto di nulla. Scesi le scale, e l'ansia mi invase di nuovo quando "Io esco." e mio padre mi guardò malissimo. Uno sguardo che sembrava voler dire "Cosa? Non ti fa piacere stare a casa con il tuo caro papà che oggi essendo incazzato vorrebbe avere un punchingball su cui sfogarsi?"
Uscii dalla porta di casa prima che potesse dire qualcosa e andai verso la parte di giardino su cui si affacciava la finestra della mia camera. Vidi Lola seduta per terra, con la schiena appoggiata al muro della casa e le gambe strette al petto.
"Tutto bene?" sussurrai.
Annuì. "Non era tanto alto alla fine."
Le feci gesto con la mano di seguirmi, e cominciai a camminare verso la via sul retro della casa. Sentivo i passi di Lola che mi seguiva dietro di me. Mi fermai, e lei fece lo stesso, davanti a un giardinetto pubblico e mi andai a sedere sull'erba. Lola ripeteva esattamente tutte le mosse che facevo io, sembrava che fossimo una persona sola, lei il mio replay. Io mi sdraiai sul prato e mi accesi una sigaretta tra le labbra, invece lei rimase seduta, sempre con le gambe strette al petto. Si sedeva sempre così quando c'era qualcosa che non andava, quando aveva voglia di nascondersi, di smettere di vivere. L'avevo notato.
"Lola, lo sai che ti voglio bene, vero?" ruppi il silenzio, giocherellando con il fumo della sigaretta.
"Se mi vuoi bene perché mi fai stare così male? Perché non mi aiuti ora che ne ho bisogno?"
"Io... Io non posso."
La vidi con la coda dell'occhio fare uno scatto: si stava alzando in piedi, così cercai di essere più veloce di lei e l'afferrai per un braccio, obbligandola a sedersi di nuovo vicino a me.
"Lasciami."
"No. Voglio parlarti un attimo."
"Dimmi quello che devi dirmi, e muoviti, che sono stanca di essere presa per il culo."
"Ma che cazzo, ti è tanto difficile credermi?" alzai il tono di voce.
"Sì che mi è difficile, se prima dici di volermi bene, di volermi aiutare, e quando ho davvero bisogno di aiuto mi lasci da sola a marcire!"
Una lacrima le rigò il viso.
"Lo sai che mi succede se continuo a rispondere male a mio padre? Tu non sai di cosa è capace quell'uomo, tu non vieni picchiata tutti i giorni da tuo padre, tu non sai cosa significa stare alle elementari e vedere i genitori che venivano a prendere i miei amici, e io invece che facevo di tutto per non tornare a casa. Tu che cazzo ne vuoi sapere? Hai avuto un'infanzia tranquilla, come gli altri bambini, tu in tuo padre vedevi un eroe, un salvatore, io ci vedevo l'uomo che mi avrebbe distrutto la vita, ed è quello che sta facendo adesso."
"Luke, immagino cosa tu abbia passato, ma ti pare il modo di reagire? E pensi seriamente che non faccia tutto questo per aiutarti? Dovresti averlo capito ormai che per te mi farei il giro del mondo."
Quelle parole mi toccarono, risvegliarono qualcosa in me, mi confusero le idee più di quanto non lo fossero già.
"C-ci devo pensare, ok? Ora devo andare, che se no mio padre scazza. Ci si vede." e le lasciai un bacio sulla guancia, per poi girarmi e andarmene.
Perché quella ragazza trovava sempre il modo di incasinarmi le idee? Pensavo di aver deciso cosa fare, e invece mi ritrovavo di nuovo davanti a un bivio senza sapere quale strada scegliere. Ma forse era proprio questa la vita, il senso della vita. Le domande e i problemi di tutti i giorni, gli ostacoli da superare tutte le volte che si intraprende qualcosa, e il sudore mischiato alla soddisfazione per aver lottato per poi aver raggiunto un obbiettivo importante. Se quella era la vita, non ero pronto a viverla.



"Ash." dissi con voce ferma quando si fermò davanti a me.
"Volevo chiederti scusa."
"Che? Per cosa?" chiesi senza capire di cose stesse parlando. Sembrava quasi affranto. Perché tutte le persone che dovevano piangere venivano da me?
"Ho sbagliato. Non credo di essermi comportato bene."
"Spiega." ancora confuso.
"Ma te lo ricordi quando eravamo piccoli? Te li ricordi tutti i pomeriggi passati insieme? Tutte le cazzate che facevamo?"
"Ovvio. Come posso dimenticare?"
Si sedette su quel divanetto malandato accanto a me.
"Me la passi?" gli chiesi prima che ricominciasse a parlare indicando la scatola che era stata spostata per terra, e che ora era vicino ai suoi piedi. Quando me la porse la aprii, spostai tutte le bombolette spray colorate e sgranai gli occhi quando mi accorsi che sul fondo non c'era più nulla. Si erano fumati tutto quanto. Sconcertato richiusi la scatola e le diedi un calcio per spostarla dopo averla poggiata per terra.
"Ash, mi dici che succede?"
Mi puntò un attimo quei suoi occhi verdi addosso, poi annuì e prese a parlare.
"Hai presente quando ho parlato con Lola?"
Annuii ricordandomi il casino che aveva combinato.
"C'era un motivo vero se le avevo detto quelle cose."
Lo guardai con aria interrogativa, incitandolo a continuare.
"È che ultimamente ti vedo così attaccato a lei, stai benissimo quando passi il tempo con lei, si vede, sembri rinato." Accompagnava le parole gesticolando, e io lo seguivo attentamente. "Quella ragazza sembra che ti stia facendo bene, ti distrae per quel poco di tempo che può, ti svuota la testa dai casini, e io ne sono felicissimo, però mi sembra che tu stia dimenticando chi ti è sempre stato accanto. Io, Cal, e Mike ci siamo sempre stati, e sempre ci saremo. Te lo ricordi questo, vero Luke?"
"Ash non potrei mai dimenticarmi quanto mi siete stati accanto, lo sai."
"Ma il punto non è questo. È che ti sento, anzi, ti sentiamo, più distaccato da quando hai conosciuto Lola, e non vorrei ti dimenticassi di quella promessa."
"Quale?" chiesi confuso, cominciando a perdere il filo del discorso.
"Quella che ti ho fatto anni fa, al parco. Ti sarei sempre stato accanto, ti avrei sempre aiutato. Te lo ricordi?"
"Sì ma qual è il problema?"
"Che non la sto mantenendo. Più passano i giorni e più vedo che quella ragazza ti sta promettendo la stessa cosa che ti promisi io tempo fa. Le promesse si mantengono sempre, ma non è quello che io sto facendo. Vorrei solo che non ti dimenticassi che noi ci siamo sempre, per qualsiasi cosa."
Le labbra mi si incurvarono in un lieve sorriso e diedi ad Ashton un pugno affettuoso sulla spalla.
"Stupido che sei. Come puoi pensare che mi dimentichi di tutto quanto?"
A quelle parole ci abbracciammo, entrambi con un sorriso sulle labbra, e forse entrambi con il cuore più leggero. Mi aveva fatto bene sentire quelle parole venire da un amico che per me era tanto caro e importante. Era bello sapere che nonostante tutto, nonostante le incazzature, nonostante i litigi, nonostante le battutine acide, nonostante gli insulti urlati senza una ragione, ci fossero sempre delle persone accanto a me, che continuavano a sopportarmi con tutti i miei numerosi difetti. A quel pensiero mi sorse una domanda. Anche Lola faceva parte di quelle persone? Fino a due giorni prima avrei risposto di sì, ma in quel momento per me era un'incognita, un punto interrogativo in sospeso.
Uscimmo insieme da quel palazzo in cui Ash mi aveva dato l'appuntamento, quel palazzo che conteneva le sofferenze e gli sfoghi di tanti ragazzi. Prima di uscire dalla solita stanza lanciai uno sguardo alle pareti completamente ricoperte di graffiti, e mi soffermai in particolare su quello che aveva fatto Mike quando, beh... Quando era stato un brutto periodo per tutti e quattro.




NOTE DELL'AUTRICE :)
Hey c: comincio subito con il dirvi che questo capitolo mi fa veramente schifo, è scritto male, corto, confuso, e chi più ne ha più ne metta. Mi scuso se vi aspettavate di meglio, ma non sono davvero riuscita a fare di più.
Poi boh non so che dirvi, tra Lola e Luke la situazione è un po' incasinata, ma in qualche modo metterò tutto a posto lol invece spero di essere riuscita a chiarivi le idee sul perché Ash aveva detto quelle cose a Lola facendola allontanare da Luke.
Passo ai ringraziamenti perché non so che altro dirvi ahaha quindi, grazie mille a Sniix, Belictioner00, Elisa_CrazyMofo, S_V_A_G, Layla, xperfoned, Monchele98 e ohwsheeran per aver lasciato un parere sulla storia :) spero di trovare altre vostre recensioni e possibilmente anche una delle tantissime lettrici fantasma c:
Spero di riuscire a scrivere un capitolo migliore la prossima volta, e scusatemi ancora per il capitolo penoso :c

Ps: siete riuscite a prendere i biglietti per il concerto? Spero di si❤️ Io ci sono riuscita, ma ho dei posti merdosi, ma mi accontenterò ahahah
Per oggi ho finito dai
Ciaociao❤️
~Vic
  
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