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Autore: XfoundX    12/07/2014    2 recensioni
Elizabeth Hunt e Cole Harris sono amici sin dalla nascita. hanno affrontato ogni passo della loro vita insieme, senza che mai nulla riuscisse a separarli. almeno fino ad ora: Beth e Cole stanno per andare al college, cosa cambierà?
tratto dal primo capitolo:
"ma perchè ti importa tanto quello che pensa quello sbruffone!?" la vocine della sua coscienza si era finalmente fatta sentire. aveva ragione, a lei non era mai importato niente di Adam Harris. e di certo non le sarebbe iniziato ad importare ora.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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ELIZABETH:
 
Il week-end era finito, lasciandosi dietro solo un brutto ricordo.
La settimana era nel pieno della sua attività.
Cole la controllava a vista, temendo un altro crollo, mentre Eric fingeva che non fosse successo nulla, permettendole di distrarsi.
Nora ormai la aspettava per pranzo tutti i giorni, avevano orari compatibili, mentre Eric e Cole erano sempre più assorbiti da i loro corsi.
Adam riusciva a essere protettivo senza però esere asfissiante.
Domenica pomeriggio la aveva portata a fare una passeggiata e poi avevano cenato sul lungo oceano. 
Si stavano conoscendo: le aveva chiesto cosa la avesse spinta ad appassionarsi alla progettazione, la aveva ascoltata mentre raccontava come, nel corso di tecnica applicata, Jay, Nolan e Cole litigassero sempre per decidere chi doveva lavorare con lei.
Lui gli aveva confessato che voleva diventare avvocato per via di quello che aveva visto veder fare a suo padre in tribunale.
Ne parlava con un tale entusiasmo che aveva coinvolto anche lei.
Purtroppo per loro, sia Jake che Adam passavano tre quarti del loro tempo a studiare, lasciando lei e Nora a farsi compagnia. Il telefono squillò, come ormai faceva almeno una volta ogni ora
 
Da: Adam
 
"mi annoio e mi scivoli in mente. che fai?"
 
Un sorriso le nacque spontanei, facendo alzare gli occhi al cielo a Nora
 
Per: Adam
 
"pranzo con Nora. Non dare la colpa a me, io sono innocente!"
 
«sul serio, se sorridi ancora un pò, ti si strapperà la faccia» la prese in giro Nora «come se tu non avessi fatto così all'inizio con Jake, state insieme da un anno e ancora ogni volta che lo vedi ti brillano gli occhi!» Lei rise, arrossendo un pò 
 
Da: Adam
 
"innocente fino a prova contraria. Non mi dispiace distrarmi se la causa sei tu"
 
«comunque devo ammettere che vedere Adam così è un piacere, è proprio cotto!» Liz rise, bevendo il suo caffè «non esagerare, non penso che prima fosse depresso» 
 
Per: Adam
 
"ti conviene che la causa sia io"
 
«no, non lo era. Però non era nemmeno così... Entusiasta!»
 
Da: Adam
 
"Miss Hunt, non sarà mica che siete gelosa?"
 
«dai, ma se fino al mese scorso passava da letto in letto!» Esclamò, un pò infastidita. Sapeva di dover convivere con il passato di Adam ma ancora non aveva trovato un modo.
 
Per: Adam
 
"quanto te la caveresti bene con un accusa di omicidio?"
 
«E' vero, ma lo faceva quasi per abitudine. Jake mi ha detto che in Europa Adam non è stato praticamente con nessuna!» le confidò, scandalizzata 
 
Da: Adam
 
"dipende: accusa o difesa?"
 
«Che vuol dire "praticamente"? O ci è stato o non ci è stato!» Liz guardò accigliata il suo bicchiere, ormai vuoto
 
Per: Adam
 
"tu saresti il cadavere"
 
«bhè, vuol dire che si è divertito, ma non come faceva qui: era un incubo, ogni volta che uscivamo ne rimorchiava almeno una!» stava per replicare quando una voce la interruppe «chi rimorchia cosa?» Adam e Jake le raggiunsero.
Adam la baciò brevemente «e così sarei il cadavere è?» gli altri due li guardarono confusi «tranquilli, solo una velata minaccia contro la mia persona» rispose Adam ridendo «è per me?» chiese Liz, indicando il bicchiere che Adam aveva in mano «lo era, ma a quanto sembra ne hai già bevuto uno» la rimproverò «quanti ne hai presi?» lei sbuffò «uno» lui la guardò «te ne ho visto bere una tazza stamattina prima di uscire, quindi questo è almeno il secondo. Allora?» lo guardò male «non potevo trovarmi uno di quei ragazzi distratti che non si accorgono di nulla!?» brontolò verso Nora, ma Adam non si arrese «va bene! E' il terzo. Contento!?» Confessò «allora scordati che io ti dia il quarto» lei provò con gli occhi dolci «tesoro, se volevi un ragazzo distratto e malleabile dovevi provare alla facoltà di fisica, non a quella di legge» lei sospirò teatralmente, avvicinandosi fino a sfiorare appena le sue labbra, senza però toccarle «che posso farci? ho un debole per gli avvocati» lui non resistette e la baciò prendendosi il tempo per esplorare a sua bocca.
Quando si allontanò, aveva uno sguardo rassegnato «solo mezzo» le concesse. Lei esultò, afferrando il bicchiere.
Nora e Jake ridevano di loro «devo ricordarti quando mi prendevi in giro perchè Nora le aveva tutte vinte!? Sei appena stato raggirato!» lo prese in giro, circondando Nora con un braccio «Jake!» lo riprese «cosa, è vero!» Liz lo fulminò con o sguardo «questo non vuol dire che tu debba rovinarmi il gioco!» Adam le sorrise, perfido «credi sul serio che non me ne renda conto da solo?» La prese in giro, arrotolandosi una ciocca dei suoi capelli tra le dita «non così spesso come credi» gli fece la linguaccia.
«Cambiando argomento, non avete ancora saputo i nomi dei tirocinanti scelti?» Domandò Nora, guardando prima Jake e poi Adam «no, ma dovrebbero uscire domani mattina. L'annuncio diceva entro fine settimana e domani è venerdì».
Lei bevve un sorso abbondante di caffè «è così importante essere scelti?» cercò di capire «i dieci selezionati al primo anno sono scelti tra i migliori e i più promettenti del corso. Essere preso per quel tirocinio vuol dire viaggiare sulla corsia preferenziale delle referenze! Può fare la differenza tra il diventare un avvocatucolo d'ufficio o il socio di un grande studio legale» lei annuì «ma non è lo stesso per quelli che vengono scelti negli anni successivi?» osservò, finendo il caffè «di solito vengono riconfermati quelli del primo anno, è raro che ci siano delle variazioni» appoggiò il bicchiere, ormai vuoto «capito» Adam guardò scocciato il tavolo ma non commentò «dai, ti accompagno a lezione». 
 
ADAM:
 
Era tutto il giorno che camminava una spanna da terra. Non poteva farne a meno.
Aveva passato buona parte del tardo pomeriggio a preparare una sorpresa per Liz e non vedeva l'ora che tornasse a casa.
La cena era pronta, lui si era cambiato e aveva preparato il salone.
Aveva apparecchiato per due sopra il piano dell'isola della cucina, aveva sparso candele un pò ovunque e - soprattutto - aveva fatto in modo che Cole non fosse in casa.
La porta si aprì e Liz entrò, sembrava esausta mentre appoggiava la borsa a terra.
Quando finalmente si guardò attorno, la sorpresa iniziò a farsi strada sul suo volto «mi sono dimenticata qualche occasione importante?» Domandò, non aveva ancora chiuso la porta «dobbiamo festeggiare» disse semplicemente lui.
Lei sembrò ragionarci sopra «è uscita la lista?» Lui annuì «mi hanno preso!» Lei lanciò un gridolino di gioia talmente femminile che avrebbe reso fiera Nora e corse ad abbracciarlo «sono così felice per te!» lo teneva ancora stretto, quasi non riuscisse a lasciarlo «bhè, sono felice anche io» rise, tentando di allentare un pò la sua presa per poter respirare «perchè non mi hai telefonato subito!?» Lo sgridò dandogli uno schiaffo sul braccio.
La teneva ancora a se, ma lei gli aveva appoggiato le mani sul petto.
Un sorriso ampio, di quelli che potevano illuminare un'intera stanza, fù una soddisfazione quasi più grande che aver letto il suo nome su quel foglio «volevo organizzarti una sorpresa. E poi mi sarei perso la tua espressione» quasi non lo fece finire di parlare che gli gettò di nuovo le braccia al collo, baciandolo con foga.
Non era il solito bacio, Liz sembrava animata da qualcosa di nuovo.
Le infilò le mani tra i capelli, inclinandole un pò la testa per garantirsi un migliore accesso a quella bocca così morbida.
Le mani di Liz scesero fino al nodo della cravatta, allentandolo un poco.
Il suo autocontrollo non avrebbe retto ancora per molto, la voleva e lei non gli toglieva le mani di dosso.
Smise per un attimo di baciarla, guardandola negli occhi. Sembrava determinata, le labbra arrossate dalle sue attenzioni e i capelli arruffati.
Adam si rese conto di non aver mai desiderato qualcosa così ardentemente «la cena si fredderà» le fece notare, facendola sorridere «al diavolo la cena» lui la fissò ancora «sicura?» domandò serio, non la avrebbe costretta a fare qualcosa che non voleva «sicurissima» gli sforò appena la bocca «ti voglio. ora.» lo afferrò per la cravatta, portandolo con se verso la camera di Adam.
Arrivarono al letto e, senza sapere bene come, la cravatta e la sua camicia erano già sparite.
Liz lo spinse fino a farlo sedere, poi si sfilò il vestito a fiori che aveva messo quella mattina, un sorriso indecente sul volto. Salì cavalcioni su di lui che la circondò la vita con un braccio, riprendendo a baciarla. Senza smettere, la face spostare fino ad averla sotto di lui. Controvoglia si alzò, liberando in fretta di scarpe e jeans. Si prese un attimo per osservarla: gli occhi grigi velati che non lo lasciavano un secondo, le labbra rosse un dolce invito a tornare tra quelle braccia. Se gli avessero detto che sarebbe accaduto e che lui lo avrebbe voluto, si sarebbe fatto una sonora risata. Adesso quasi non riusciva a crederci.
Si sdraiò di nuovo, strofinando il naso contro il suo, facendola sorridere. L'urgenza provata in cucina tornò prepotente, rendendo rapide le mani che li liberarono degli ultimi indumenti. Quella bocca era una droga, non sarebbe mai riuscito a farne a meno. Mentre la assaporava si perse in lei, soffocando tra i baci i loro gemiti. «Adam» gli sussurrò tra le labbra, quasi pregandolo. Sentiva la tensione farla tendere sotto di lui, diventando insostenibile, fino a quando esplose, portandolo con se. 
 
ELIZABETH:
 
Adam le accarezzava pigramente la schiena. Era silenzioso, troppo silenzioso.
Liz appoggiò il mento sul suo petto, lasciando che le dita tracciassero percorsi invisibili sul suo addome «per fortuna che prendo la pillola» scherzò, sperando di distrarlo dai suoi pensieri.
Lui la guardò con un misto di stupore e rammarico «a che pensi?» gli domandò, preoccupata «a quanto fosse ordinata la mia vita prima di te» lei sbatté gli occhi, incredula, ma lui continuò «prima ero io a prendere le decisioni, non mi sono mai fatto cogliere impreparato» lei aggrottò la fronte «non era questo che avevi in mente?» Chiese, dispiaciuta che se ne fosse pentito «certo, magari come conclusione della serata. Uno ci spera sempre. Ma se tu avessi detto di no, io non avrei insistito» lei continua a non capire «non vedo il problema» lui sospirò «sei tu. che cosa mi stai facendo?» Sembrava triste «io... Io non credevo che...» Tentò di scusarsi, senza sapere bene per cosa.
Lui scosse la testa «non sò cosa tu mi stia facendo, ma non voglio che tu smetta. Ok?» finalmente le sorrise e lei si rilassò «che ne dici di mangiare qualcosa? Sono affamata» provò ad alzarsi ma lui la trattenne, imprigionandola sotto di se «forse dopo».
 
Quando la sveglia suonò, Liz quasi non poteva crederci.
Adam dormiva profondamente, come se quell'aggeggio infernale non esistesse.
La avrebbe spenta lei se si fosse potuto muovere ma Adam la teneva stretta a se e non sembrava intenzionato a lasciarla andare.
Il rumore cessò, concedendole dieci secondi prima di ricominciare a perforarle i timpani «Adam» lo chiamò, ma lui si mosse appena «ADAM!» urlò, facendolo sobbalzare «cos..?» era ancora mezzo addormentato «spegni quel coso!» gli intimò, scostandosi da lui e nascondendosi sotto al cuscino.
Lui obbedì e lei sospirò, soddisfatta.
La sera prima, dopo aver mangiato - e doveva ammettere che era un ottimo cuoco - avevano parlato parecchio, finendo la notte facendo l'amore con calma, esplorandosi a vicenda senza la fretta della prima volta.
Adam la avvicinò ancora a se, spostando il cuscino «perchè hai rimesso la sveglia!?» Lo sgridò mentre lui le strofinava il naso sul collo prima di baciarla dietro l'orecchio.
Rabbrividì, ma non si fece distrarre «abitudine credo, mi sono scordato di staccarla» lei sospirò, facendogli scorrere una mano tra i capelli scompigliati «hai intenzione di andare a correre?» Lo sfidò, sistemandosi meglio sul letto «veramente avevo in mente un altro tipo di allenamento» rise, avvicinandosi a lei ancora un pò.
Forse non era poi così male svegliarsi presto. 
 
«detesto quando non mi parli dei tuoi ragazzi» si lagnò Cole, facendola sorridere. Era così da quando era tornato, quella mattina.
Non ci aveva messo molto a capire a cosa fosse dovuto il suo buon umore.
Adam era più bravo di lui a nascondere le cose, ma Cole non faceva poi tanto caso a lui.
Sospirò, quasi trasognata.
Era una sofferenza non dirlo a Cole, in fondo era il suo migliore amico, ma c'era qualcosa che le diceva che ancora non era il momento adatto. «Lo sò, ma ti prometto che...» Lui la interruppe «perchè non me lo vuoi far conoscere? Che cosa mi nascondi?» stava diventando sempre più insistente «non ti stò nascondendo niente. Però non te lo voglio ancora presentare» lui sbuffò «almeno dimmi perchè» era imbarazzante parlare di Adam in sua presenza, ma doveva fare buon viso a cattivo gioco «perchè mi piace, ma presentarlo a te sarebbe come presentarlo alla mia famiglia e non sò se sia il caso» poteva vedere Adam ridere sotto i baffi, magari era il caso di giocare un pò «e poi, non sono sicura che durerà sai? Magari è una di quelle voglie passeggere, come un fiammifero. Brucia in fretta» lo vide sgranare gli occhi, tentando di mantenere un contegno «va bene, questo posso accettarlo. Mi dici almeno come si chiama?» lei scosse la testa «così che tu possa cercarlo? No» lui mise il broncio, ma lasciò correre. Per il momento si sarebbe accontentato, ma non poteva durare molto a lungo 
 
 
SPAZIO AUTORE:
 
sò che questo capitolo dice tutto e niente, ma è necessario. Dal prossimo le cose si faranno più movimentate quindi non perdetevelo! Ci tengo a Ringraziare tutti quelli che hanno letto e apprezzato la storia. Veramente, sono felicissima. Come sempre, spero che avrete voglia di lasciare un commento ma, nel frattempo, AL PROSSIMO CAPITOLO :)
  
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