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Autore: Braccialetti_Love    12/07/2014    3 recensioni
Questa è una storia semplice, ricca di emozioni, gioie e felicità,ma allo stesso tempo riesce a trasmettere e a far capire il vero senso della vita.
E' la storia di Leo, un ragazzo di 17 anni che all'interno dell' ospedale nel quale è ricoverato forma un gruppo con altri cinque ragazzini: i Braccialetti Rossi e il loro motto è Watanka.
I ragazzi riusciranno a combattere le sofferenze della vita nel gioco, nel divertimento, nella sofferenza e nella malattia. Questo non è un gruppo come tanti altri, ma è un gruppo "speciale" con all'interno sei ragazzi...molto "speciali".
Genere: Commedia, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cris, Davide, Rocco, Toni, Vale
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono appena svegliato; fuori la finestra c’è un bellissimo sole. Sembra che l’aria sia tiepida. Il cielo è coperto da tantissime nuvole di varie forme. C’è n’è una che ha la forma di Vale che dorme, è si, ancora dorme sul suo letto rigirandosi da una parte all’altra forse perché è nervoso dell’operazione. Lo chiamo: “Ehi Vale! Mi senti…Vale sveglia!”

Eccolo che alza la testa dal cuscino: “Leooo!!”

“Ah finalmente! Sono tre ore che ti sto chiamando!”

“Ma dove sono?!” mi chiede Vale con sguardo fulmineo.

“Vedo che ti sei appena svegliato dal meraviglioso mondo dei sogni! Sei in ospedale con accanto il tuo Leo, il leader! Ah e se ti fossi dimenticato tu sei il mio vice e abbiamo trovato anche La ragazza! Forza, alzati da quel noioso letto e andiamo in cerca del Bello!” dico tutto d’un fiato cercando di farlo sorridere e di tirarlo su di morale.

“Ma non posso venire, tra un po’ mi dovrebbero chiamare per andare in sala operatoria!”

“Già, va bene. Vorrà dire che Il bello lo vado a cercare insieme a Cris. Tranquillo amico, quando tornerai saremo ad aspettarti tutti quanti insieme. Te lo prometto!”

“Sei un vero amico Leo!”

“E anche tu lo sei! Ah ecco Ulisse!!”

Ci giriamo di scatto verso l’uscita della stanza e Ulisse chiama Vale per farlo sedere sulla barella.

“Tranquillo vice, vedrai…andrà tutto bene!! Sei un tipo forte, te la caverai!! Ora va. Imbocca al lupo, anche da parte di Cris!”

“Grazie leader!”

E un forte abbraccio ci unisce tutti e due. Mentre Vale è pronto per uscire con Ulisse arriva la sua mamma. Come sempre lo riempie di baci in fronte e lo lascia andare con l’infermiere che gli è accanto.

Decido di andare da Cris, ma come tutte le mattine passo davanti la stanza di Rocco. Arrivato davanti mi affaccio e noto un ragazzino moro e riccio seduto sul letto adiacente a quello del piccolo dormiente, con il telefono in mano. Con un gesto della mano mi fa segno di andare via. Penso che sia un tipo strano.

Arrivato davanti l’ascensore, da questo esce Cris: “Ehi, ciao ragazza! Come va?!”

“Ciao Leo! Va tutto bene, diciamo, e Vale?!”

Non sa dell’operazione, ma io le accenno della notizia senza farla preoccupare perché so che Vale è un ragazzo veramente coraggioso: “E’ in sala operatoria per un’amputazione alla gamba, come me!”

“Ma…come…non mi avete detto niente, nemmeno un imbocca al lupo?!”

“Tranquilla, gliel’ho fatto io anche da parte tua!”

“Ah! Grazie!!”

Non pensandoci Cris si siede su una delle sedie che si trovano nell’atrio del reparto, mentre io le sono davanti. Parliamo del più e del meno, raccontando della nostra vita. MI chiede se ho i genitori. Le rispondo di no e anche lei ha solo sua madre, che purtroppo non viene mai a trovarla, ma il motivo per il quale non viene non me lo ha voluto dire.

“Senti, ho promesso a Vale che una volta tornato dalla sala operatoria ci facciamo trovare tutti e tre in stanza!” dico a Cris.

“Ma, siamo solo due! Chi è il terzo scusa?!”

“Ma come chi è? Il Bello, no?!!”

“Perché dobbiamo trovare anche Il bello?!”

“Certo e poi ci manca Il furbo e l’imprescindibile!”

“Ma allora è una cosa seria questa del gruppo?” mi chiede La ragazza con occhi meravigliati.

“Ma tutti la stessa domanda? Certo che è una cosa seria! Ti pare che scherzi? Dai andiamo! Ti voglio far conoscere Rocco!”

“E chi è?!”

“Sai, io e Rocco siamo conosciuti da tutti. E’ diventato il veterano dell’ospedale per quanto tempo è qui dentro!”

“Ma perché da quanto tempo siete qui?” mi chiede.

“Io da un anno e mezzo!”

Mi fissa e spalanca i suoi occhioni azzurri.

“Mentre Rocco da otto mesi!”

Li spalanca ancora di più.

“Ti prego, non mi guardare cosi Cris!”

“Ma…come…un anno tu e otto mesi...”

“Rocco!”

“Eh Rocco, è tantissimo!!”

“Tranquilla, oramai questo luogo per me e Rocco, anche se lui non lo ha mai visto, è diventato la nostra seconda casa!”

“Perché…”

“E’ in coma…vieni, seguimi!”

Dopo questa lunga conversazione io e Cris ci dirigiamo in stanza del piccolo Rocco.

“Lui è Rocco?!” mi chiede la ragazza. Io le rispondo con un flebile “si”.

“E invece quello chi è?!” mi chiede ricambiando lo sguardo da Rocco a quello strano tipo visto poco fa.

“Senti, quello ha un nome! Ma voi chi cazzo siete?!” dice a voce alta il tipo sempre sdraiato sul letto e ancora con quell’aggeggio in mano.

“Ehi, ehi, calmati ragazzino!” mi intrometto cercando di farlo stare zitto e più attento a come parla.

“Ma si può sapere chi siete e perché siete qui?! Ma per caso siete fidanzati?!” e continua ridendo.

“No, non lo siamo e poi siamo qui per salutare Rocco!” e con il capo gli indico il bambino accanto.

“Guarda che quello è morto, mica vi sente! Certo che siete pazzi tutti e due! Questo posto fa diventare matti chi ci lavora e chi ci è ricoverato…”

“Ma la smetti de di ste cose…”

“Bastaa!!” Urla Cris. “Mi sembrate due bambini e comunque quello si chiama Rocco e tanto meno non è morto, ma è in coma!”

“Va bè…chi è è…però ora ve ne dovete andare via… tutti e due!!”

“Senti, senti chi parla! Mica qui comandi tu!!”

“Leo, per favore!” mi riprende Cris.

“Ecco fatti aiutare dalle ragazze!” e scoppia in una pazza risata.

“Dai andiamo Cris! Questo qui non lo voglio più vedere! Ah già offeso Rocco e non voglio che succeda altro! Ma che hai da guardarmi?!” sembra che fissi la mia gamba, o meglio quella che ora non c’è più.

“Ma…che hai fatto a…”

“Non ha più la gamba per colpa del tumore!” Ribatte Cris.

“Ah scusa, non volevo offendervi. Mi dispiace per avervi trattato male e anche…”

“Rocco!” rispondiamo in coro io e Cris.

“Ehi si, Rocco!”

Mi avvicino al letto di quello strano tipo, mentre Cris mi è accanto.

“Posso sapere il tuo nome?” gli chiedo con molta tranquillità prima che si alteri.

“Davide.” Risponde seccato.

“Ah, piacere allora! Io sono Leone, ma facciamo Leo!”

“E io Cristina, anche Cris!”

“Piacere a tutti a due!” risponde scocciato di nuovo.

Nonostante la nostra presenza a lui sgradita, ci chiede il motivo per il quale siamo ricoverati qui dentro e noi essendo lo stesso curiosi gli chiediamo il motivo per il quale anche lui è qui. Ci dice che a scuola mentre stava giocando a calcio ha avvertito delle strane fitte al petto.

Gli allungo la mia mano porgendogliela sulla sua spalla in segno di conforto perché preoccupato e gli chiedo: “Vuoi far parte di un gruppo?!”

“Un gruppo? Ma non avete capito che io tra un po’ me ne vado?!!” risponde Davide con aria sua.

“Bè intanto potresti conoscerci e fare amicizia!” dice Cris.

“E magari essere Il bello del gruppo, visto il caratterino e poi furbo…mi sembra proprio che non lo sei!!” continuo io.

“Guarda che furbo lo sono e anche fin troppo!”

“Bè, Il bello sei perfetto!” si intromette Cris.

“E va bene…mi avete accontentato…e se io sono Il bello, voi nel gruppo chi sareste?!”

“Io il leader!”

“Ed io La ragazza! E poi c’è Vale, il vice- leader che in questo momento sta subendo un intervento chirurgico!”

Felice e fiero di me, sfilo dal polso il mio terzo braccialetto, glielo porgo al suo braccio e gli sussurro: “Watanka!”

“Che cosa?” mi chiede Davide avvicinandosi a me per cercare di capire meglio la parola appena pronunciata.

“Cose sue!!” dice Cris.

“Già, cose mie!”

Per qualche secondo Davide osserva quello strano braccialetto di plastica datogli qualche secondo prima.

Lo salutiamo; io faccio retromarcia con la mia sedia, mentre Cris si rigira quando ci sentiamo chiamare: “Leo, Cris…grazie!”

Davide ci ringrazia osservando nuovamente il suo braccialetto.

“Watanka!” urliamo io e Cris alzando il braccio e Davide con il braccialetto indossato ci segue e finalmente per la prima volta lo vediamo sorridere: “Watanka!!”

 

E’ un grand’uomo Nicola! E’ sempre grazie a lui che ho conosciuto un nuovo ragazzo che sono sicuro diventerà molto presto un mio grandissimo amico.

 

NOTA AUTRICE:
Eccoci di nuovo con il quarto capitolo. E’ un po’ lungo lo so, ma appena mi venivano in mente le battute e le frasi le ho scritte e poi non possiamo di certo perderci le stravaganti battute del nostro Bello!!!

Alla prossima con Il furbo!

Braccialetti_Love

  
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