Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: SparklingLetters    12/07/2014    1 recensioni
[Stable Queen]
Regina non ha vita facile, tra il complicato rapporto con la madre e l’isolamento dal resto del mondo. Poi, un giorno, fa amicizia con un ragazzino di nome Daniel…
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Daniel, Henry (Padre), Regina Mills
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota dell’Autrice: Be’, questo non è proprio il momento migliore, ma mentre la storia procede mi vengono dubbi sulla mia capacità di scrivere qualcosa di romantico. Questo potrebbe probabilmente avere molto a che fare con quanto disperatamente voglio rendere loro giustizia. Per farla breve, spero che vi piaccia quanto sta per arrivare: sentitevi liberi di scacciare i miei dubbi o di confermarli, sarei felice di sentire la vostra opinione.

Capitolo 16
Two Toads Are a Knot

Daniel sta già aspettando, adagiato comodamente sotto l’albero, quando lei scivola giù dal dorso di Ronzinante.
«Scusa, sono in ritardo» ansima, e si siede comodamente sull’erba accanto a lui. «Guarda cos’ho!» Una gemma marrone-rosacea è nel suo palmo, adornata da una fogliolina verde. «Sta fiorendo! Riesci a crederci? L’albero che abbiamo piantato insieme… finalmente quest’anno darà frutto!» Può a stento contenere la propria eccitazione mentre gli spinge la cosina sotto il naso.
Il suo è un genere contagioso di gioia che immediatamente coinvolge anche lui. Il modo in cui lei gli sorride radiosamente supera le sue aspettative per questo momento – un momento che aspettava da quando lui stesso se n’è accorto questa mattina.
«Sembra che sia stato spezzato – da un qualche uccello goffo, credo» rimugina lei.
Questo riempie il collegamento mancante che stava aleggiando confusamente nella mente di Daniel – l’idea che Regina avesse colto la cosa preziosa dall’albero non quadrava.
«Ma ce ne sono altri» continua lei allegramente.
«Ce ne saranno ancora di più la prossima volta, e quella dopo» dice Daniel.
Lei gli rivolge un sorriso di scusa. «È solo che non riesco a capacitarmene».
«Lo capisco molto bene» dice lui con un ampio sorriso.
«È buffo, però, non è vero? Quest’albero sotto il quale siamo seduti ha dozzine di fiori, ma per me questo qui è più prezioso di tutti quelli messi insieme».
«È tuo» dice semplicemente lui.
«In ogni modo… così tanti semi di mela nel mondo, e il nostro albero li supera tutti».
Siedono in un silenzio amichevole per un po’.
«Hai portato un libro diverso» nota Daniel. «Sei così arrabbiata con quello di prima?»
«Sì» dice lei in modo molto pratico. «Mi piaceva, sai». Una nota di abbattimento s’insinua nella sua voce. «Ma questo era prima che i personaggi che pensavo mi piacessero iniziassero a prendere decisioni orribili e pretenziose».
«Qualcosa in particolare?» In realtà, sospetta di saperlo.
Per un po’ lei sembra cercare le parole giuste, poi prorompe: «Perché uno dovrebbe scegliere la società anziché l’amore?» C’è una perplessità genuina nella sua domanda ed anche pizzico di ribellione.
Lui si sposta un po’ per sedersi guardandola in faccia. Per quanto odi ammetterlo, le sue parole sono un balsamo per la sua anima. Regina può anche esserne inconsapevole la maggior parte delle volte, ma recentemente l’abisso sociale tra loro è gravato su di lui con particolare intensità – specialmente dal famigerato incidente del principe. Il principe fa parte del passato, ricorda a se stesso. Per quanto ci provi, però, non riesce ad ignorare l’inevitabile fatto che, anche se questo può essere passato, presto o tardi ne arriverà un altro.
La sua mente vacilla, portando in superficie pensieri su cui ha rimuginato per giorni.
«Non lo so… Dev’essere stato imbarazzante». L’ha detto ad alta voce? «Non lo status sociale», scuote la testa davanti allo sguardo confuso di Regina. «Voglio dire la loro relazione…» Ma le parole giuste sono difficili da trovare, e Daniel inizia a desiderare di non aver cominciato questo discorso in primo luogo. «Erano amici, giusto? E poi qualcosa è cambiato. Quando la loro amicizia ha iniziato a trasformarsi in qualcos’altro… Credo solo che debba essere stato imbarazzato, ecco tutto» conclude bruscamente, adesso desiderando definitivamente di essere stato zitto a questo proposito, e domandandosi se ha detto troppo.
«Forse è semplicemente successo in modo naturale – forse è così che va questo genere di cose». Lei guarda Daniel, poi il libro, poi torna a guardare di nuovo Daniel. Un’espressione curiosa prende posto sul suo volto. Lo stomaco di Daniel è annodato – non sa se questo sia naturale, ma di sicuro è estremamente imbarazzante.
«Daniel?» Lei posa una mano sul suo braccio. «Stai bene?»
La sua preoccupazione lo tocca profondamente, e lui si obbliga a sorridere.
«Ricordo una filastrocca» dice. Gli tormenta la mente da giorni ormai. «Uno scioglilingua che avevamo l’abitudine di ripetere».
«Quale?»
«Un ranocchio degli alberi amava una ranocchia che abitava su un albero». Cercando i suoi occhi per un segno di riconoscimento, lo trova. Quindi anche lei lo ricorda. «Era un ranocchio con due dita ma una ranocchia con tre dita era lei». Regina inclina la testa ed un piccolo cipiglio le corruga la fronte. Daniel vorrebbe che lei non avesse tolto la mano dal suo braccio mentre continua con pesantezza crescente. «Il ranocchio degli alberi con due dita provò a conquistare il cuore della ranocchia con tre dita…» Si deve costringere a proseguire, e maledice la propria mancanza di autocontrollo. «Poiché il ranocchio degli alberi con due dita amava il terreno che la ranocchia con tre dita calpestava. Ma il ranocchio con due dita provò invano. Non poteva soddisfare il suo capriccio. Dal suo pergolato da ranocchia degli alberi col suo potere di ranocchia con tre dita la ranocchia gli pose il proprio veto».
Desidera di poter evitare l’acuto sguardo indagatore di lei ma teme che potrebbe essere proprio quello a tradirlo.
«Va bene, questo è uno scioglilingua detestabile» dichiara lei. Daniel non può evitare di sorridere alla sua indignazione. «Be’, è vero! Le loro differenze non li avrebbero fermati se si piacevano».
«No, credo che non avrebbero dovuto. Ma effettivamente nella filastrocca lei lo rifiuta».
«Forse è solo che lui non le piaceva» suggerisce lei. «Forse non ha niente a che fare col suo status».
Daniel si sente come se un gran pugno lo avesse appena colpito nello stomaco. Lei ha ragione, certo: le differenze si possono superare, ma i sentimenti non corrisposti? In quel caso non c’è speranza.
«Giusto. Be’, allora lui dovrà solo conviverci, non è vero?» Di nuovo, maledice il sussulto nella propria voce, e desidera con tutta la propria forza che lei non abbia notato niente – stanno semplicemente discutendo di una filastrocca, dopotutto.
La mano di Regina si muove istintivamente per offrire conforto. Lei si ferma a metà strada, comunque, si copre brevemente la bocca, e torna lentamente ad abbassare la mano. «Ma…» inizia flebilmente, e il cuore di Daniel sembra essersi fermato per la paura. Ha appena rovinato tutto? «Ma se lei provasse dei sentimenti per lui?»
Una scintilla di speranza è tutto ciò che serve per accendere un fuoco; il suo cuore si alza in volo brevemente ma lui si sforza immediatamente di spingerlo di nuovo a terra. Non essere uno stupido, si rimprovera, non significa niente. Lei non vuol dire nulla – è solo la filastrocca. Sta parlando della filastrocca. «Pensavo avessimo appena concordato che non è così» riesce a dire cautamente.
Gli occhi di Regina saettano rapidamente da oggetto a oggetto come a cercare un appiglio metaforico prima di tornare a guardarlo. «Forse in un’altra versione lo è».
«C’è un’altra versione?» Le parole vengono da sole mentre lui cerca di guadagnare tempo per riprendersi.
Le scappa un sospiro brusco. Lei cerca di parlare e cambia idea numerose volte prima di alzare le braccia in modo esasperato. «Importa che non ci sia? Possiamo sempre crearne una».
«Crearne una?» Ora lui si sente abbastanza smarrito, la sua mente completamente intorpidita.
«È semplice, davvero. Vuoi che ci provi?» Fissandolo col proprio sguardo, lei parla senza aspettare risposta. «“Così il ranocchio degli alberi con due dita cerca e cerca di soddisfare ogni suo capriccio». Si ferma, pensando, e gli angoli della sua bocca si contraggono mentre una scintilla vittoriosa le balena negli occhi. «Nel loro pergolato da ranocchi degli alberi… col suo compagno ranocchio con due dita… la ranocchia vive il loro sogno”. Vedi?» Lei sorride un mezzo sorriso. «Potevo farlo in un momento». Deglutisce prima di aggiungere solennemente: «Tutto ciò che dovevi fare era chiedere».
Pensieri frammentari gli corrono attraverso la mente in una frenesia selvaggia. Lui si obbliga a pensare chiaramente anche se ciò minaccia di ucciderlo. «Ma se tu non avessi potuto farlo, o voluto? Potrebbe rovinare la nostra… Voglio dire, la filastrocca esistente» sottolinea quietamente a dispetto del proprio caos interiore. «Anche quella mi piace davvero».
«Di cosa stai parlan…? Ah…» Le guance di lei bruciano di un fucsia profondo. Daniel sente il panico ergersi dentro di lui. Lei ha capito? Ora come fa a rimangiarselo?
Regina non dice niente; in effetti, non fa niente. Continua a sedere immobile, il suo sguardo impassibile, il suo petto che si alza e si abbassa rapidamente ad ogni brusca inspirazione.
«Regina…» La disperazione minaccia di avvolgerlo mentre cerca febbrilmente un qualsiasi mezzo di salvataggio. Non riesce a farsene venire in mente nessuno.
E poi alla fine la sua espressione cambia; lei si morde il labbro. Si sposta lentamente più vicina a lui, e lui si limita a guardarla, pietrificato eppure colmo di trepidazione. Lei si fa sempre più vicina, finché le loro spalle quasi si toccano, e solo allora rompe il contatto visivo. Il cuore di Daniel manca un battito mentre lei appoggia la testa sulla sua spalla, e gli avvolge cautamente le braccia attorno alla vita.
Dura solo un momento: il canto degli uccelli e il sussurro del vento tra le foglie, il rumore giocoso del torrente e tutti gli altri suoni sembrano farsi muti, e i loro dintorni diventano una macchia.
È finito prima che lui abbia anche solo la possibilità di comprendere cos’è successo. Regina si ritira e il pessimo presentimento torna peggiore di prima. Daniel si sforza di incontrare il suo sguardo, sperando in una spiegazione, ma tutto ciò che trova è paura. Potrebbe anche star guardando in uno specchio. Ma non proprio.
È allora che lo realizza. Per Regina, non è lo stesso. Mentre a lui non è mai mancata la sensazione di essere amato dalla sua famiglia, tutto ciò che Regina ha sempre dovuto sopportare sono dubbi e dubbiose rassicurazioni di un amore che manca di mostrarsi. Nonostante i suoi migliori sforzi – sforzi a cui nessuno dovrebbe essere condotto in primo luogo – il rifiuto è stato un compagno costante per Regina.
C’è più della paura a ricambiare il suo sguardo; c’è una vita di rifiuto che aleggia. L’ansia di Daniel scompare sotto lo sguardo supplice di Regina. Deve essere lui. Deve correre il rischio.
Perso anche dopo aver preso la propria decisione, Daniel alza una mano e fa scorrere gentilmente il pollice lungo la guancia di Regina. Lei si abbandona al suo tocco con gli occhi chiusi.
«Regina…?» domanda lui, confuso, ansioso, colpevole – ma soprattutto, speranzoso. Gli occhi di lei si aprono. E se lui si sbagliasse? «Sei…? Siamo…? Tu…?» Questo non sta portando da nessuna parte. «Non voglio fare qualcosa che non vuoi». Lei sembra sul punto di parlare ma si limita a deglutire e lo guarda ansiosamente. Lui ha bisogno di essere sicuro. Come può farlo? «Io sono il ranocchio con due dita» dice disperatamente, sentendosi un folle completo, «e tu la ranocchia con tre dita. Se io cercassi di… “soddisfare ogni tuo capriccio”…» Nonostante la gravità della situazione, non riesce a trattenersi dal sorridere, mentre lei dà una risatina. Il resto delle parole si riversa fuori dalla sua bocca: «In che modo finirebbe la filastrocca?»
«Nel modo nuovo» sussurra lei senza esitazione con una lacrima che le riga la guancia e il sorriso più luminoso. «Non è per questo che l’abbiamo riscritta?»
Daniel le mette attorno un braccio e la trae vicina, e Regina seppellisce il viso nella sua maglia.
«Sai, è proprio una novità corteggiare qualcuno chiamandolo ranocchio» arriva dopo un po’ la sua voce soffocata e divertita.
«Non un ranocchio qualunque – una ranocchia degli alberi, bellissima e a tre dita» replica Daniel col cuore che si alza vertiginosamente.
Lei solleva il volto per guardarlo con gli occhi che scintillano. «Penso che dovresti baciare dei ranocchi, non è così?»
Il sorriso di lui si allarga da orecchio ad orecchio. Nonostante il sussulto incontenibile del suo stomaco riesce a ricambiare lo scherzo. «Dove è scritto? Inoltre, non voglio cambiarti in nulla – mi piaci così come sei».
Sente un impeto d’affetto mentre lei lotta visibilmente per elaborare la propria pura delizia alle sue parole ma allo stesso tempo mantiene la leggera canzonatura che hanno instaurato. «Ma volevi compiacere ogni mio capriccio, ricordi?»
«Questo non è esattamente un gran sacrificio» sussurra rocamente lui appena prima che le loro labbra si incontrino.









NdT:
Alias il capitolo che ha reso incontenibile la mia voglia di abbracciare Daniel (e Regina).
Scusate il rinvio dell’aggiornamento, ma ieri – incredibile ma vero – sono stata un po’ in giro, e anche se tecnicamente avevo già tradotto il capitolo dovevo ancora rileggerlo e correggere eventuali errori.
Riguardo lo scioglilingua, io ne ho fatto una traduzione piuttosto letterale, ma magari in futuro ci tornerò sopra e cercherò di rendere almeno qualche rima.
Per finire, cercherò di aver pronto il nuovo capitolo per mercoledì 16 luglio (ma è abbastanza lungo, quindi non so se ce la farò). Alla prossima!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: SparklingLetters