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Autore: Haifeng    12/07/2014    3 recensioni
Una fiaba, non so perchè, ma le ho sempre amate. E' una fiaba un po' diversa dalle altre, divisa in capitoli(anche se pochi) e che vi lascerà con la curiosità a fine di ognuno di esso.
Non voglio più dilungarmi. Spero che la leggiate e che vi piaccia.
Buona lettura, aspetto ansiosamente dei vostri commenti! :)
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fatemi passare! gridò. – È mia sorella, per favore, lasciatemi andare da lei.
Le fecero spazio e Genevieve poté correre dalla sorella.
Anny, Anny, Anny. –gridava, scuotendo la sorella. –Anny, ti prego, rispondimi. Per favore, sorellina. Per favore!- E così dicendo le scesero delle lacrime.
Genevieve… –sussurrò la sorella. –…mi dispiace.
Genevieve fissò la sorella: era pallida, le sue labbra erano violacee e respirava faticosamente.
Smettila Anny. –disse dolcemente Genevieve. –Non devi affaticarti, ora ti porto a casa e… –No! –la interruppe l’altra. –Genevieve, lasciami parlare. Per favore. –supplicò.
Genevieve abbassò lo sguardo e stette ad ascoltare.
Sono stata così crudele. –incominciò a dire Anastasia. –Sono stata una pessima sorella, figlia e… persona. Non ho mai pensato altro che a me stessa. Credevo che il mondo girasse solo ed esclusivamente intorno a me stessa, ma non è così. –Fece un respiro e continuò. –Ho disprezzato tutto ciò che la vita mi offerto, compresa la stessa vita. Non ti ho mai odiato Genevieve, ti ho semplicemente invidiato. Sempre. Ho sempre invidiato la tua bellezza, esterna e interna. Ho invidiato la tua bontà, semplicità, generosità, onestà. Ho sempre invidiato e amato come ti perdi facilmente in un libro; è come se intorno a te si creasse una platina trasparente che ti allontana dalla realtà. Genevieve, io me ne andrò. Sono stata crudele e la vita mi sta punendo, com’è giusto che sia. Prenditi cura di papà e di te stessa. Ama e fatti amare. Ti auguro una vita piena di gioie e priva di tristezze. Io veglierò da lassù. Ti voglio bene, piccola Genevieve.
E così dicendo, Anastasia esalò l’ultimo respiro e morì tra le sue braccia.
A Genevieve ci vollero un paio di minuti per metabolizzare ciò che era successo.
Si portò una mano al volto, era bagnato. Aveva pianto, ma non se ne era accorta.
La vita mi ha tolto una delle cose più preziose che avevo. Mi ha tolto te, Anastasia. –iniziò a dire. –Resterai sempre nel mio cuore, sorellina.
Alzò la testa e vide innumerevoli persone che la fissavano, con sguardi vacui e tristi.
Riabbassò la testa sulla sorella oramai morta e vide nelle sue mani un pezzetto di pergamena.
Lo prese e notò che combaciava perfettamente a quello che aveva trovato lei poco prima.
Li unì e lesse il continuo di quella filastrocca.

“A chi ha amato solo se stessa,
non ci sarà marito che la considererà la sua principessa.


A chi un cuore marcio ha mostrato,
sarà negato tutto ciò che ha sempre desiderato.


A chi ha fatto solo soffrire,
la vita la punirà con il morire.”


Genevieve rimase immobile, con Anastasia poggiata ancora sulle sue gambe.
Lesse e rilesse quel foglio, incredula. Lo rilesse ancora e alla fine notò la firma.
Non c’era prima, ne sono sicura, si disse. Le sembrò strano, fin troppo strano.
La firma non c’era, era comparsa dal nulla.
Ancora più strano le sembrò quella firma.
Quattro lettere puntate.
Insieme formavano una parola.
D.E.A.D.
   
 
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