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Autore: _Misery    12/07/2014    2 recensioni
Una raccolta di storie piccole piccole (perlopiù drabbles).
#13: Quant’è vuoto il corpo degli artisti! Almeno i clavicembali hanno corde e persino nei macellai e nei cardinali di Roma – ad aprirli – batte un cuore.
[genere e rating potrebbero variare col tempo]
Genere: Generale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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II.    Come il fiume d’argento nel cielo notturno

« Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza dar risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire »

Madama Butterfly



 
Si chiamava John Lynn; dopo aver vissuto con una famiglia di San Francisco, era tornato nel suo paese natale per frequentare una scuola di teatro.
Ren si svegliò di buon’ora, sola a casa, con il cuore gonfio di qualcosa che le pareva tanto fango: era felice, aveva caldo, si sentiva in colpa. Osservò la luce verde del mattino tra i canneti strisciare fino alle sue gambe nude, poi si preparò per uscire.
All’ombra dei portici un bambino suonava il suo flauto – proprio come potrebbe suonarlo un bambino: perlopiù fischiando perché i toni bassi sono troppo difficili, senza rispettare i tempi, eppure così dolcemente. Ren scorse John Lynn alla finestra, con una sigaretta in bilico tra le belle labbra di cantante e lo spesso pennello da trucco in una mano. Anche lui era nervoso e pentito, ma ciò sembrava avvicinarli ancora: come se stessero cercando le radici che non avevano mai avuto tra le loro povere ossa.
Quella sera stessa, Ren attraversò la strada di lucciole e
 si recò a casa dell’uomo per restituirgli l’orologio che aveva dimenticato nel piccolo studio medico di suo padre e suo marito. Tra i fiori vivaci e le strane creature della tappezzeria, mentre il grammofono gracchiava di concubine reali, disse che – semmai avesse avuto una figlia – l’avrebbe chiamata come il fiume d’argento nel cielo notturno.






 

La seconda era già pronta, perciò BAM! Ecco un'altra slice of life senza particolare significato (a parte il fatto che tengo parecchio a questi due protagonisti perché, di nuovo, appartengono ad un progetto più grande che ora non ho voglia di mettere su carta).
In realtà questo è uno dei casi in cui, riportando la storia al computer, pur con tutte le correzioni non riesco a sentirla scorrere bene. E' stonata, come se avessi appena imparato l'italiano. Mi odio un po'.
Poi non è che apprezzi particolarmente l'opera pucciniana, più che altro perché sotto certi aspetti la storia è un po' sciocchina (ma essendo stata scritta agli inizi del Novecento non ci si può aspettare chissà quale precisione); preferisco le varie reinterpretazioni che le si danno col tempo. Ma il punto, come dice Song Liling (vaghi riferimenti all'Opera di Pechino ovunque ♥‿♥), è la musica, non la storia.
   
 
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