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Autore: benmirw    12/07/2014    0 recensioni
Musica, magari un bel foglio di carta, possibilmente bianco e grande, ed una penna. Ecco cosa serve per fare attenuare quei pensieri, per un po'. Perché poi tornano.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrebbe scomparire e tornare quando tutto sarà finito. Si sente dannatamente stupida mentre pensa a ciò che sta succedendo. Ma Sophia è così. Non si accorge mai di cosa stai succedendo finché non succede qualcosa di troppo importante per lasciarlo succedere. Il problema di Sophia è che, probabilmente, si preoccupa troppo poco delle persone e di ciò che pensano e provano. Solo che lei proprio non le capisce, le persone. Se la prendono per tutto. Si offendono per parole dette a caso. Sophia pensa che sia una stupida mentre rilegge la conversazione con i suoi amici. Amici? Sono suoi amici quelli che la trattano di merda? E nessuno sa del casino che Sophia ha in testa. Nessuno sa dei pensieri che le fanno mancare le forze. Musica, magari un bel foglio di carta, possibilmente bianco e grande, ed una penna. Ecco cosa serve per fare attenuare quei pensieri, per un po'. Perché poi tornano. Sophia non capisce le persone. Sophia non sa come comportarsi. Sophia crede che probabilmente lei pensi con troppa noncuranza. Pensa che le persone proprio non sa come gestirle e che le relazioni siano troppo complicate per lei. Perché non sa gestire nemmeno quelle. Sophia si dà della stupida perché doveva capire prima che tipo di persone fossero quelle che frequentava e continua a frequentare. Sophia odia la sua indifferenza che a volte la salva da situazioni troppo critiche per essere affrontate. Però la odia perché le annebbia la mente e le fa ferire le persone. Sophia cammina spedita con il solito sguardo accigliato per le strade del suo quartiere. Sophia odia camminare ma allo stesso tempo ama farlo perché la fa pensare troppo e lei vorrebbe solo bloccare quella valanga di pensieri che ha nella testa.
Sophia odia quella impassibilità che sfodera sempre quando sta con sua madre. Perché vorrebbe avere un rapporto degno di essere chiamato così, con lei. Pensa che probabilmente sua madre non lo vuole quel genere di rapporto perché già lo ha con le sue altre due figlie e perché, poi, chi la vuole una figlia come Sophia? Si lamenta sempre di lei. Al telefono con Maria, al telefono con sua zia, al telefono con le sue colleghe. Lo fa davanti a lei. E serra i pugni, Sophia, perché sennò darebbe di matto. Nessuno guarda le cose positive che fa, Sophia. Un po' perché sono poche, un po' perché sono insolite. Un po' perché, alla fine, chi cazzo se ne fotte di Sophia? Nessuno. A lei va bene, a volte. Altre volte invece vorrebbe solo sapere che nessuno le stia dando addosso.
E odia quei dannati pensieri che si, le continuano a frullare nella testa. Veloci. Irruenti. Violenti. Frastornanti. Vuole partire al più presto, Sophia. Per prima cosa si iscriverà in un'università all'estero, perché non vuole avere a che fare con le stesse persone. E a lei i cambiamenti piacciono. E magari si troverà in difficoltà ma alla fine: a lei che importa? Le piacciono i casini. E deve farsi piacere anche questo casino qui. Perché prima o poi passa. Spera di non passare l'estate a pensare. Perché pensare le piace fino ad un certo punto, poi però si scoccia e vuole cambiare.
Sophia non capisce le persone. Di conseguenza, Sophia non capisce sé stessa.
  
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