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Autore: Gwenny Shepard    12/07/2014    2 recensioni
-Sei la ragazza del bagno?- avrei preferito fosse la signorina con gli occhiali rossi.
Annuisco silenziosamente.
-Che ci fai qui?- chiede,
-Non riuscivo a dormire.. Perciò sono andata a fare un giro- cerco di sembrare più disinvolta possibile,
-Io invece sono appena tornato.. Ti offro qualcosa?-
-Ehm.. In realtà io farei meglio a tornare in camera!- dico prendendo il cappuccino dal bancone.
Trattenevo il respiro per non tradire l'emozione.
Mi girai per andare via ma
-Non mordo mica!- esclamò.
******************************************************
Sono una cacca e per sbaglio ho cancellato la storia T.T
A tutte coloro che avevano messo la storia tra preferite, seguite, ricordare o recensito, chiedo gentilmente di rifarlo!
BUONA LETTURA :*
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ci sono certi giorni in chi l'unica cosa che ho voglia di fare è starmene sul letto, con un paio di cuffiette, a ripensare e scrivere di quei giorni bellissimi in Inghilterra, quelli a Milano, e arrivo sempre a dire che sono stata davvero fortunata. Ma ci può stare! In vita mia non ho mai vinto nulla, neanche un ambo a Natale, o le caramelle alle gru. Perciò a prescindere se fosse il Karma o Dio, chiunque stesse muovendo la mia pedina, finalmente, lo stava facendo in maniera impeccabile. 
Quell'anno infatti era iniziato alla grande, e la piega che aveva preso non era da meno. 

Una giornata piuttosto soleggiata quella in cui i miei mi annunciarono che avrei passato le vacanze a Londra, un cugino di mio padre si era trasferito lì da giovane e aveva aperto un bar. Un buco che fruttava molto, e, data l'età avanzata, mi aveva proposto vitto e alloggio per l'estate in cambio di una mano. Io ovviamente avevo accettato!
Avrei anche conosciuto cugine di cui sapevo a malapena i nomi e che avevo visto solo in foto. 
Sapevo poco anche di questo zio. Mio padre aveva detto che era sempre stato un tipo strano, voleva fare l'artista, il musicista e inizialmente a Londra c'era andato per questo, ma poi un giorno decise di fare qualcosa di più concreto così aveva aperto questo bar che come specialità faceva i caffè italiani, per gli inglesi l'"espresso". 

-Ricorda di chiamare almeno una volta al giorno! E se ti chiamo io rispondi!- 
-Si mamma!- 
-E non andare con gli sconosciuti!- 
-Sta tranquillo papà!- 
-Non combinare casini!-
-Tranquilliii!- 
-Per qualsiasi cosa chiama non importa del fuso orario!- 
-Mamma è solo un'ora di fuso orario! E non avrò bisogno di nulla, ci sarà comunque lo zio Roberto!- 
-Si ma..- 
-Eddaiii shallaaaa!- esclamai ridendo,
-Vabè va..- concluse papà abbracciandomi, e stampandomi un bacio sulla fronte, -Mi raccomando!- sussurrò, annuii. Mamma fece lo stesso con tanto di ri-raccomandazione. Mi avviai al check in, la mia estate stava per iniziare. 
-Ah ELLYYY!- mi urlarono mentre camminavo, mi girai con sguardo stanco, -DIVERTITII!- sorrisi e gli mandai un bacio con la mano. 
Passai i controlli e salii in aereo. 

Il viaggio durò circa un'ora e mezza e fu piuttosto tranquillo. 
Arrivata in aeroporto riconobbi lo zio perché aveva un cartello con scritto "Banda di matti", ci definivano così nella nostra famiglia, una banda di matti, non si salvava proprio nessuno! 
Mi presentò sua moglie e le figlie: Charlotte e Francesca. La prima, aveva 10 anni, i capelli biondo miele e ricci, Francesca invece aveva un anno in più di me, i capelli biondi cenere e mossi, era una ragazza molto solare. 

Mi avevano sistemata nella camera di Francesca anche perché facevamo tutto assieme. La nostra routine era:
Sveglia alle 6:00, colazione con i waffle che la madre ci preparava la sera prima e lasciava da riscaldare nel fornelletto, metro fino al bar, alle 7:30 apertura, fino alla sera alle 20:30 circa in cui veniva a darci il cambio il padre e noi tornavamo finalmente a casa. 
Le prime sere non uscivamo per la stanchezza, -anche lei aveva appena iniziato a lavorare li, non voleva farlo da sola e infatti era anche per lei che lo zio aveva chiesto di me-.
Solo il venerdì era fisso uscire, a volte il sabato, mentre la domenica avevamo il giorno libero e lei mi portava in giro a vedere quella città magnifica. 

-Sai che mio padre voleva fare l'artista no? E beh un giorno, mentre usciva dagli studi della Syco, rattristato per l'ennesimo rifiuto, voltato l'angolo, andò a sbattere contro una giovane bionda! Lei era così arrabbiata, la sua vendita non era andata a buon fine.. Papà ne rimase affascinato nonostante lei non fosse al meglio, e le chiese di andare a prendere un caffè..- 
-Ma?- chiesi curiosamente,
-Ma lei rispose che non voleva sentirne di caffè perché i suoi clienti avevano appena rifiutato di acquistare un piccolo bar, e il suo capo l'avrebbe sicuramente licenziata! Così lui si offrì di vedere il bar.. Che adesso è il nostro bar!- 
-Oooow che cosa romanticaaaaa!- 
-Si da diabete!- rispose ridendo, -E quindi niente.. Eccoti spiegate le foto nel muro delle star! Praticamente ogni tanto, quando hanno qualche riunione o cose del genere, si fermano da noi a fare colazione..-
-Wow! Avete conosciuto Olly murs, e Cherr! Non posso crederci!!- 
-E non solo.. Guarda li su!- 
-NOOOOOOO! Non ci credo!!!!- scoppiò a ridere, 
-Si vengono qui poche volte.. Cioè venivano spesso, ma ora non si vedono più... Ah no aspetta, Niall è venuto qualche venerdì fa con il fratello!- esclamò entusiasta. Ma poi lo sguardo andò sull'orologio della parete, era tardissimo e dovevamo aprire il locale. 
Ci affrettammo a pulire i tavoli e passare l'aspirapolvere per poi voltare il cartello "open" sopra la scritta in italiano "benvenuti".

Più passavano i giorni e più cose riuscivo a fare. Quel giorno francesca aveva promesso di insegnarmi a fare il cappuccino con quella assurda macchinetta. Disse allo zio che avremmo chiuso noi e che non sarebbe dovuto venire lui, così da avere tempo per fare pratica, ma le cose ci erano sfuggite parecchio di mano e senza neanche capire come e quando ci ritrovammo con la passerella dietro al bancone completamente allagata. Entrate nel panico iniziammo a cercare più asciugamani possibili e pregare di non aver rotto nulla. 
Tanto eravamo concentrate a sistemare quel disastro che né io, né Francesca udimmo la porta aprirsi. Poi sentimmo qualcuno tossire ed esclamare 
-Oh scusate pensavo foste aperti!-

Seguirono la mia testata al bancone, le risate di Francesca e del cliente, e il mio imbarazzo, non tanto per la botta, piuttosto per l'incontro. Sgranò gli occhi, io corsi in bagno. 
Che cosa stupida quella di scappare, magari neanche mi aveva riconosciuta, magari aveva sgranato gli occhi per l'enorme bernoccolo che mi stava spuntando, o per il disastro dietro il bancone, o.. 
-Elisabetta tutto apposto?- 
-Sisi Francesca.. Solo.. Un problema intimo.. Si.. Torna dal cliente.. No-non farlo aspettare.. È-È un cliente importante!- 
-Si ma.. Vieni anche tu! Quando ti ricapita di conoscerlo?-
-NO!- urlai, -C-cioè io.. Non.. Ok arrivo!- ero immobile davanti allo specchio, le scarpe e le punte dei pantaloni erano zuppi, la maglia chiazzata di giallognolo dal vapore del cappuccino, provai a sistemare almeno i capelli ma sarei rimasta impresentabile. Alla fine, dopo circa 15 minuti di respirazione, uscii dal bagno per tornare in sala, ma lui era seduto nella poltrona di attesa del bagno e quando uscii scattò in piedi. Mi agitai e iniziai a giocare con i capelli, poi a sistemarmi la maglia, finché non parlò, 
-Tutto bene? Ti sei fatta male?- chiese. Feci cenno di no con la testa. -Bene.. Che ci fai qui?- chiese quasi con riluttanza. 
-Ci lavoro!- risposi cercando di non mostrare quanto fossi stranita dal suo tono. 
-Si? Da quando?- continuava con quel tono..
-Dall'inizio dell'estate!- risposi allo stesso modo, 
-Ah, quindi non da quando siamo tornati da Milano?- 
-Scherzi vero?!- chiesi sbalordita dalla sua insinuazione, -Pensi davvero che io sia qui per te?! È da pazzi lo sai?!- 
-Io lo so, ma c'è anche chi è altrettanto pazzo da farlo!- 
-Non è questo il caso!- 
-Lo spero!- 
-Puoi starne certo! E ora scusami ma devo andare a lavorare!- gli diedi una spallata andando in sala ma non mi voltai neanche per chiedergli scusa. 
-Allora mettetevi li che scatto la foto!- disse entusiasta francesca quando anche lui rientrò in sala, 
-Non sono in vena di foto! Buonasera!- esclamò lui prima di andarsene.
Francesca rimase imbambolata con il cellulare in mano a guardare il pennacchio sulla porta dondolare.


Dovrei fare più attenzione.










 
Scusateeeeeeeeeeeeeeeeee
se posto dopo tutto questo tempo, ma tra scuola, concerto e lavoro,
non ho proprio avuto tempo di scrivere, mettiamoci anche la mancanza di idee
eeee boom!!!
Passano i mesi..
Comunque so che questo capitolo non è un granche ma è solo di passaggio,
già dal prossimo si capirà di più la storia..
Comunque fatemi sempre sapere cosa ne pensate,
e GRAZIE a tutte coloro che hanno recensito, messo tra seguite, ricordate e favorite,

GRAZIE GRAZIE GRAZIE! 
A presto (sul serio stavolta, ho già scritto u.u)
Ali :*


ps
Mi scuso per eventuali errori grammaticali,
non ho riletto bene,
se ne trovate avvertitemi,
Thanks!







 
  
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