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Autore: Yumeha    12/07/2014    6 recensioni
[Dal Capitolo 3]
[...] Un boato, una forte esplosione e infine delle grida.
Mi alzai di soprassalto, cercai di mantenere la calma e scendendo dal letto mi avvicinai alla porta. Le luci erano accese, persone che correvano ovunque. Peccato che non tutte le persone che vi erano all’interno, appartenevano alla mia casa. Figure incappucciate di bianco inseguivano i miei domestici, alcuni venivano presi e portati in camere dove si sentivano grida, altri uccidevano sul posto.
In preda al panico chiusi la porta a chiave, rimanendo così bloccata in quella stanza. La salivazione a zero, la gola secca, le gambe di piombo e il battito accelerato. Questo era tutto quello che sentivo, insieme al rumore delle grida, di vetri infranti ed esplosioni. Mi voltai e disperatamente cominciai a tastare ogni piastrella, ogni mattone, cercando un’uscita segreta.
«Oh, andiamo.» dissi fra i denti.
Poi mi venne un'idea. Presi la chiave dorata della Vergine e sicura di me stessa la brandii davanti a me. […]
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, OC, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nuovi nemici

 
Capitolo 10 ~

Approfittai della loro distrazione per voltarmi e cominciare a correre, ma davanti a me atterrò un’altra figura bianca. Una ragazza. Con un’eleganza che mi sarei potuta scordare, si calò il cappuccio, mostrando una giovane dai mossi capelli azzurri con due grandi occhi bluette. «Juvia vorrebbe fartela pagare per l’altra volta.»
Oh, oh.
Cominciai a sudare freddo, era l’Assassina che disponeva del potere dell’acqua, sfruttato da me per poter evocare Aquarius. Senza pensarci due volte iniziai a correre, evitando per un soffio un suo attacco laterale. Nel frattempo Natsu, Gray ed Erza si erano accorti della mia assenza, però appena sentirono il baccano provenire dalla mia zona, il ragazzo moro corse nella mia direzione, seguito a ruota dai suoi compagni poco dopo.
Ovviamente io non aspettai che i suoi amici venissero a fermarla, anche perché ora del loro arrivo, potrebbe anche non esserci più nulla da salvare. Mentre correvo inciampai, cadendo all’interno di una frattura del terreno. Quando aprii gli occhi, vidi che un turbine d’acqua mi era appena passato a tutta velocità sopra la mia testa. Spostai il mio sguardo verso la fonte del dolore: avevo un ginocchio e un gomito sbucciato. Sbuffai sonoramente, cercai di alzarmi senza fare peso sulla gamba ferita, che oltre al bruciore al ginocchio, non riuscivo a muovere. Non potevo essermela rotta, mi rifiutavo di crederci. Alzai nuovamente il capo e guardai meglio la distanza che c’era tra me e la superficie: troppa. Non ero in grado di arrampicarmi, così proseguii per quel buco che sembrava troppo scuro. Ebbi un po’ di paura, nonostante sapessi di essere al sicuro. Dopotutto cosa sarebbe mai potuto accadere? Sforzando gli occhi, dopo un po’ la mia vista si abituò alla penombra, permettendomi di veder – seppur poco – quello che mi si presentava davanti. Ormai erano dieci minuti buoni che continuavo a camminare, e l’unica cosa che potevo notare erano funghi di uno strano colore azzurrino e strane piante color verde petrolio. Mi abbassai, bilanciando tutto il peso sulla gamba sinistra, quella sana, e toccai un funghetto. Questo immediatamente si illuminò, sembrando una piccola lanterna. Lo osservai affascinata, ma appena allontanai le dita, questo tornò buio. Decisi così di afferrarlo per la base e strapparlo, usufruendo della sua luce, e usandolo a mo’ di torcia. Potevo vedere meglio in quel modo, eppure di un’uscita non vi era ancora traccia. Mentre proseguivo, percepii la temperatura cominciare ad abbassarsi, cercai di stringermi nelle mie braccia, nel vano tentativo di riscaldarmi.
Dopo quasi un’ora di camminata, il canale si aprì in un grande spiazzo, enorme. Il soffitto non era più troppo basso da impedirmi di stare dritta, come prima, ma si alzava per diversi metri. Avevo davanti a me una vasta grotta, illuminata dalle luci di quei funghi che mi avevano fatto compagnia fino a quel momento, con la differenza che questi erano nettamente più grandi ed erano tutti illuminati. Al centro vi era un immenso lago, scuro. Nelle pareti c’erano grandi buchi, dove all’interno sembravano esservi delle costruzioni. Alla fine della grotta, si ergeva quella che sembrava una specie di ziqqurat. I gradoni erano illuminati dalla presenza dei funghi azzurrini che donavano al posto un’aria spettrale. Mi avvicinai titubante, percependo una strana sensazione. Come se qualcosa mi stesse opprimendo l’anima, come se venissi schiacciata. Cercai di ignorare tutto e una volta davanti alla ziqqurat, provai a salire sui gradoni in modo da avere una visuale più ampia una volta arrivata in cima. Fu piuttosto dura, date le mie condizioni e in più per l’altezza dei gradoni. Arrivata in cima, notai che su una specie di podio era appoggiata una strana chiave. Incuriosita, afferrai l’oggetto e me la rigirai tra le dita, facendo attenzione ad ogni più piccolo particolare. Era dorata e attorno ad essa c’era una specie di spirale nera che la circondava. Poco dopo, vidi passarmi esattamente a due millimetri dalla guancia, la lama di un pugnale che sparì nel buio della caverna. Mi girai impaurita e cominciai a guardarmi intorno freneticamente, senza però scorgere nulla. A un certo punto, una mano mi tappò la bocca, impedendomi di urlare. Cercai di voltarmi per vedere chi mi avesse attaccata, ma riuscii a notare solo un cappuccio nero. Rimanendo lucida, gli morsi la mano, gli calpestai un piede e gli tirai una gomitata nello stomaco. Questo mi permise di ottenere di nuovo la libertà e di allontanarmi dal mio nuovo nemico, fornendomi una sua visuale completa. Davanti a me c’era quello che doveva essere un Assassino, ma era differente da quelli che avevo visto fino ad ora, perché era scuro, le sue vesti erano color pece. A giudicare dalle fattezze doveva essere sicuramente un ragazzo.
«Ehi, biondina, se fossi in te lascerei la chiave e scapperei, finché ne hai ancora la possibilità.» disse lui.
«Va bene.» mi girai e cominciai a correre, senza però lasciare l’oggetto da me trovato. Qualcosa mi diceva che aveva a che fare con me, ma non seppi precisamente cosa.
Sentii l’aria spostarsi vicino a me e in un attimo mi ritrovai davanti la figura nera. «Forse non ci siamo capiti, ma la chiave deve rimanere al suo posto.» la sua voce minacciosa mi fece per un attimo tremare.
Deglutii, non sapendo bene cosa fare. Ero da sola, senza più magia e per di più con un Assassino nero. Volevo proteggere quella chiave, ma come potevo? Con la coda dell’occhio vidi il lago scuro, pensai di avvicinarmi e provare a richiamare Aquarius, ma non ero sicura di riuscire a compiere l’evocazione.
«Quindi? Non ho tutta la giornata, biondina.» sbuffò lui. «Conto fino a tre, se non mi restituisci la chiave sarò costretto ad ucciderti.»
Uno.
Mi guardai in giro più volte, prima a destra poi a sinistra, cercando invano un aiuto che mi permettesse di salvarmi.
Due.
Strinsi i denti e afferrai le mie chiavi dorate, tentando un’ultima evocazione disperata, ma indugiai, sfiorandole soltanto. Non potevo essere certa che il mio corpo avrebbe potuto resistere.
Tre.
Serrai gli occhi e mi raggomitolai su me stessa, aspettando il colpo.
Ma questo non arrivò.
Avvertii uno spostamento d’aria, e qualcosa deviare. Aprii piano gli occhi e per la prima volta in tutta la mia vita fui felice di vedere un Assassino. Aveva il cappuccio calato, ma ormai ero in grado di riconoscerli, perché tutti diversi fra loro.
Natsu, era venuto in mio soccorso.
Osservai rapita la scena di quei due che si davano battaglia, ma mentre guardavo assorta, una domanda fece capolino nella mia mente. Come aveva fatto Natsu a trovarmi? Continuai a osservarli, prendendo le distanze per non venir coinvolta nella lotta. Natsu aveva ricoperto le braccia con la sua magia, colpendo successivamente l’avversario. Questo parò usando un braccio, i quali contorni sembrarono perdere nitidezza. Sentii nuovamente quella strana sensazione che mi opprimeva l’anima, facendomi per un momento traballare. Dopo un po’ che combattevano, notai che erano alla pari, ma l’Assassino nero rimaneva sempre sulla difensiva, non lo avevo ancora visto usufruire dei suoi poteri. Natsu decise di cambiare tattica, lanciando un pugnale che colpì la gamba del nemico. Quest’ultimo emise un lamento e imprecò, lanciando un’occhiataccia a Natsu. Sotto lo sguardo incredulo di entrambi, si accovacciò e toccandosi la gamba, emise un bagliore nero, che fece rimuovere il pugnale e rimarginare la ferita. Sentii le gambe cedermi e caddi in ginocchio, mentre la testa mi girava. Non riuscivo a capire il perché di questo mio malessere, doveva essere sicuramente collegato alla magia di quell’Assassino, ma non era normale. Vidi Natsu sbilanciarsi, evidentemente anche lui percepiva le stesse cose che sentivo io, sicuramente però, in modo limitato rispetto a me. Il nero allargò le braccia, come se fosse un invito a raggiungerlo, subito dopo queste vennero circondate da un’aura nera, che mi fece piegare su me stessa dal dolore. Natsu si voltò verso di me, udendo i miei lamenti, ma il nemico approfittò di questa sua distrazione per colpirlo con un raggio nero. A quel colpo il ragazzo venne scaraventato nel lago scuro.
«Natsu!» gridai, in preda al panico.
«Natsu? Ti riferisci al famoso Salamander?» chiese, storcendo il naso disgustato. «Questo non era lui, mi rifiuto di credere che sia così debole.» commentò cattivo.
Aggrottai le sopracciglia. «Maledetto.» sibilai.
Sorrise. Un sorriso per nulla rassicurante, che mi fece rabbrividire. «Ora che lui non c’è più, posso dedicarmi a te.» L’Assassino si avvicinò e mi prese per la camicetta, tirandomi su di peso. «Cosa posso farti? Vorrei divertirmi un po’ prima di ucciderti.» La vicinanza tra i nostri visi era minima, tanto che questo mi permise di poter vedere sotto al cappuccio. C’era un bellissimo ragazzo dagli occhi scarlatti e pelle nivea. I capelli mi era impossibile vederli, data la presenza del cappuccio.
Cercai di ribellarmi, cosa che costrinse al ragazzo di tenermi con due mani. «Lasciami.» scandii bene.
«Se no?» chiese, con espressione maliziosa. Il mio pensiero fu rivolto a Natsu, che non era ancora tornato in superficie. Con la coda dell’occhio osservai il lago, sperando di vedere un cappuccio bianco, ma nulla. Cominciai ad agitarmi. «Preoccupata per il tuo amichetto?» ghignò. «Non ti preoccupare, se le voci sono vere quello è ancora vivo.» rise.
Feci pressione sulle sue mani, iniziando anche a graffiarlo. «Ho detto di lasciarmi!»
«Ma che temperamento.» ghignò nuovamente lui. Quando però notò il tatuaggio che avevo sulla spalla, la sua espressione si fece cupa. «Sei di White Lily, eh?»
«E con questo?» risposi, cercando di allontanarmi da lui, senza riuscire a smuoverlo. Era troppo forte per me.
Lui scrollò le spalle, facendomi innervosire ancora di più. Subito dopo, emerse la testa rosata di Natsu, che respirò a pieni polmoni, avidamente. Nuotò velocemente fino a riva e col fiatone, cercò di ricomporsi.
«Che delusione, pensavo fossi più forte.» commentò l’Assassino, guardandolo disgustato.
«Ora te la faccio pagare!» urlò, scagliandosi contro di lui.
Cominciò a colpirlo talmente velocemente che a un certo punto non riuscivo a vedere nemmeno dove erano le mani e se i colpi andavano a segno o meno. Io ero finalmente libera, mi sistemai la maglietta e pensai di aiutare Natsu richiamando Aquarius. Non disponevo di molto potere magico, per esempio Loki e Virgo, che erano gli Spiriti che richiedevano più magia, non ero in grado di evocarli, ma con lei potevo ricorrere a un ultimo disperato tentativo. Quando però abbassai lo sguardo e non vidi più le mie chiavi persi un battito. Andai nel panico. Nel vero senso della parola. Mi guardai in giro, sperando che mi fossero solo cadute nei dintorni, ma di loro non vi era traccia. Mi voltai, feci un passo e sentii che sotto la mia scarpa c’era qualcosa di gelatinoso. Alzai il piede, vedendo attaccata una strana colla verde che mi teneva bloccata. Dovetti fare un salto all’indietro per liberarmi. Osservai meglio la scia, che prima non c’era, e la seguii. Proseguiva dentro il lago. Poco prima dell’acqua vidi il mio piccolo marsupio. Lo raccolsi e cominciai a sudare freddo. Mi voltai verso i due Assassini: Natsu aveva sputato del fuoco, facendo andare a sbattere contro la parete il suo avversario. Senza pensarci due volte mi tolsi le scarpe, le calze e cercando di raccogliere aria il più possibile, mi riempii i polmoni di ossigeno. Presi una piccola rincorsa e saltai in acqua. L’acqua era nera. Lì sotto c’era il buio più totale, non riuscivo a vedere nulla. Presi il mio funghetto e illuminai la zona: anche se la luce era piuttosto forte, il buio che la circondava sembrava volerla inghiottire. Nuotai più a fondo, guardandomi in giro. L’idea di aver perso le mie chiavi mi terrorizzava. Sentii qualcosa sfiorarmi il piede nudo, inizialmente mi fece il solletico, dopo qualche secondo però, sentii una scossa che mi arrivò anche al cervello. Per poco non persi la mia boccata d’aria. Mi voltai di scatto e usai il fungo azzurro per farmi luce, ma vedevo soltanto alghe. Fu una frazione di secondo, ma nel buio vidi qualcosa brillare, due piccole lucine. Aguzzai di più la vista, cercando di avvicinarmi, mentre il mio cuore batteva velocemente e la mia testa mi urlava di scappare. Appena fui abbastanza vicina, alzai il fungo per illuminare la zona, ma appena lo feci, vidi davanti a me quella che sembrava il muso di un enorme murena. Per lo spavento bevvi dell’acqua, strozzandomi anche. Le lucine che avevo intravisto erano i suoi occhietti piccoli e gialli. Velocemente, cercai di tornare in superficie. Presi una boccata d’aria e respirai avida a pieni polmoni.
«Lucy! Via da lì! Esci!» urlò Natsu.
Appena finì di parlare sentii qualcosa legarsi intorno alla mia caviglia e tirarmi verso il basso. L’oscurità mi avvolse, per un attimo persi la presa sul mio fidato funghetto, ma fortunatamente riuscii a recuperarlo muovendo le mani a vuoto subito dopo. Si accese e notai che non altro che un’alga. Però quell’alga mi stava trascinando verso fondo. Il lago era molto profondo, cominciai a sentire le orecchie dolermi e a sentirmi male. La pressione stava cominciando a diventare troppa da sopportare, al contrario dell’ossigeno che ormai scarseggiava. Mentre mi agitavo, nel vano tentativo di liberarmi, sentii un’altra alga sfiorarmi, ma grazie al bagliore azzurrino di cui disponevo, vidi che questa specie di tentacolo verde, teneva il mio mazzo di chiavi. Improvvisamente il mio cuore si fece più leggero e avrei sospirato se avessi potuto farlo. Allungai la mano nel tentativo di prenderle, ma l’alga si allontanò. Cominciai ad alterarmi. Provai a nuotare verso le mie chiavi, anche se l’alga mi teneva ferma. Quando fui abbastanza vicina, invocai Aquarius telepaticamente. Quando la porta si aprì per poco non svenni, ma cercai di tenere gli occhi aperti. Cercare di aprire un portale senza toccare la chiavi e per di più senza pronunciare la formula, fu quanto di più difficile che abbia mai fatto. Lo Spirito con un gesto brusco recuperò le chiavi e me le porse, guardandomi malissimo, subito dopo mi riportò in superficie e poi a riva. Appena si era presentata Aquarius, l’alga non aveva fatto più pressione sulla mia caviglia, lasciandomi.
«Se perdi ancora le chiavi, giuro che ti ammazzo.» fece minacciosa la sirena.
«Come fai ad ammazzarmi se perdo le chiavi?» nonostante fossi provata, la forza per fare la strafottente ce l’avevo ancora.
«Vogliamo farlo subito?!» sbottò lei adirata.
«No, grazie.» sospirai. «Per favore occupati di quel tizio.» dissi indicando l’Assassino nero.
«E magari già che ci sono prendo anche te.» ghignò.
«Cosa?!» urlai io terrorizzata.
Non feci in tempo a fermarla, la sirena alzò il vaso, da cui sgorgarono ingenti quantità d’acqua. Deglutii e trattenni il fiato, mentre un cavallone di diversi metri prendeva me, Natsu e l’Assassino nero. Bevvi diverse volte, ma riuscii a tornare in superficie.
«Oh per amor del cielo! Basta acqua!» strillai tossendo.
Natsu era finito cinque metri più in là di dov’era prima, mentre il nostro nemico giaceva a pancia in giù non molto distante da me. Vedevo il suo petto alzarsi e abbassarsi a ritmo piuttosto veloce, però gli occhi erano chiusi. Il rosato si alzò con uno scatto, guardandosi in giro con un’espressione omicida.
«Quella dannata tizia con la coda di pesce!» sbottò infastidito.
Scoppiai a ridere, in effetti per il ragazzo era la seconda volta che rischiava di venire affogato dal mio Spirito.
«Come mi ha chiamato, ah?» si avvicinò pericolosa Aquarius.
Natsu fece uno scatto e si nascose dietro di me. «A-assomiglia ad Erza… È inquietante.» risi di nuovo. «Ma che ti ridi?» fece lui assumendo un’espressione imbronciata troppo tenera. Rimisi ad osservarlo per un po’ troppo, quando me ne resi conto avvampai. Natsu mi guardò malizioso. Il ragazzo si alzò, sorridendomi e poi si diresse verso l’Assassino nero.
«Cos’è? Non ti piace l’acqua?» ghignò appoggiandogli un piede sullo stomaco, causandogli della tosse.
«V-vai al Diavolo.» sibilò.
Natsu si abbassò, afferrandolo per la divisa e attirandolo a sé. «Chi sei? Qual è la tua gilda?»
I contorni del ragazzo sembrarono perdere nitidezza, iniziando poi a sparire. «Morirai nel dubbio.» ghignò. L’Assassino portò poi la sua attenzione su di me. «Mi vendicherò, biondina.»
Quando sparì, il rosato imprecò. «Perfetto…» Natsu si voltò, puntando il suo sguardo nel mio. «Cosa voleva da te?» chiese, avvicinandosi e osservandomi meglio per scorgere meglio le mie ferite.
Sentii le gote riscaldarsi quando lo vidi avvicinarsi così tanto. «Ho trovato una chiave, lui la rivoleva ma non gliel’ho più restituita.» dissi prendendo l’oggetto e mostrandoglielo.
Natsu prese la chiave e la studiò, scuotendo la testa dopo poco. «Non so cosa sia.»
«Io sì.» risposi aggiungendola tra le mie chiavi.
«Cos’è?» chiese, inarcando un sopracciglio.
Prima di chiudere il marsupio le diedi un’ultima occhiata, sfiorando la spirale nera con il polpastrello dell’indice. «È la tredicesima chiave dello Zodiaco.»






Angolo “Autrice”
Bene, ecco il decimo capitolo! Sono arrivata a dieci, non ci credo. *^* Cosa ne pensate di questo capitolo invece? Qui per la descrizione del luogo, mi sono ispirata a una storia che mio padre mi aveva raccontato alcuni anni fa. Anche se non era proprio così, ma il tipo di luogo era quello, dai. Qualcuno gioca a D&D? ♥_♥ Gioco meraviglioso. u.u Le storie sono magnifiche. *^*
Comunque, tornando a noi. Chissà chi è ‘sto tizio nero. °^° E Lucy ha trovato la 13° chiave! Arriva il Messaggero del Serpente, signori! xD
A proposito di lei… Qui sta succedendo qualcosa tra Natsu e Lucy, neh? eue
Chissà cosa combineranno più avanti... Ehuehuehue.  

Natsu: Non vedo l’ora, ehehe.
Lucy: M-ma che-?! °////°
Essere la scrittrice della storia è bellissimo. Buahahaha. 3:)
Non sono normale, lo so. i.i
Anche questo capitolo mi fa rabbrividire per come è scritto... çwç Spero non vi siate sentiti male. D:
Prima di andare via ringrazio Ia-chan, Silvia nalu4life, Ga-chan (Soprattutto lei dato che ha avuto la pazienza per recensire tutti i capitoli in due giorni. Sei un amore. *^*) e Fede-chan per aver lasciato un commentino. ♥ Sapete che vi voglio tanto bene, sì? *w* ♥

Bene! Sparisco nella nebbia. (?) Cit. una delle mie migliori amiche. xD
Lilith
 
   
 
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