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Autore: HZLNL_1D    12/07/2014    13 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrongance and kisses.

Era seduto sul divano e dopo la lunga serata, provò a rilassare i suoi muscoli e la sua testa, che però fece tutt’altro che smettere di pensare. Involontariamente si ritrovò a pensare a quella ragazza che gli mancava tanto, Kimberly. 
Quel sorriso smagliante, quegli occhi castani che esprimevano gioia, quella ragazza forte che però è finita col cedere. 
La guerriera che ha perso la sua battaglia. 
Calum si sentiva ancora terribilmente in colpa per questo, per non averlo capito prima, ma lei era così brava a fingere sorrisi e a far credere a tutti che tutto andasse bene.
Finì a pensare a quella citazione che Kimberly ripeteva sempre a lui e Ashton, quando erano tutti e tre insieme.

*Flashback
-Ma è possibile che tu stia sempre a leggere!? Su, vieni a divertirti con noi.- 
-Dai, sto leggendo!- si lamentò la rossa, lanciando uno sguardo truce al moro, che le aveva lanciato un cuscino. 
-Uh che novità!- la derise questa volta Ashton.
I due amici tornarono a giocare ai videogiochi dopo aver ricevuto occhiate di fuoco dall’amica.
-Siete due stupidi, io preferisco stare qui a leggere anziché rimbecillirmi davanti a dei stupidi videogiochi.- li riprese la ragazza, facendoli ridere.
-Mi sento offeso.- la prese in giro Ashton, sotto lo sguardo divertito del loro amico Calum.
La ragazza si alzò ridendo, avvicinandosi al ragazzo biondo e sedendosi sulle sue gambe.
-Sentite qui.- 
-Oddio no, eccola con un’altra delle sue citazioni.- si lamentò Calum, sbuffando insieme al biondo.
-State zitti e ascoltate.- li ammonì lei, trattenendo una risata.
-Agli ordini, capo!- dissero all’unisono i due ragazzi.
-“C’è una storia dietro ogni persona. C’è una ragione per cui loro sono quel che sono. Loro non sono così solo perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali, e alcune volte è impossibile cambiarli.” Cosa ne pensate?-
-Mmm… interessante.- disse sarcasticamente Calum, scambiandosi un’occhiata con Ashton.
-E a chi appartiene questa saggia citazione?- disse il biondo, mentre cingeva con un braccio la vita della ragazza. 
-Freud.- 
-E?… - 
-Uno psicanalista.- rispose la ragazza come se fosse la cosa più ovvia al mondo. Ma dall’espressione dei due ragazzi si poteva perfettamente capire che nessuno dei due aveva la minima idea di chi fosse.
-Continuo a chiedermi perché sto ancora con due stupidi come voi.- si lamentò alzando gli occhi al cielo.
-Perché ci vuoi bene, ovvio.- le risposero ancora una volta insieme i due ragazzi, per poi unirsi in una risata di gruppo.


*Fine Flashback*

Rise, ripensando a quei bei momenti.
Gli mancavano.
Gli mancava Kimberly, la sua risata contagiosa, la sua voce limpida e i suoi insulti verso lui e Ashton, la sua testardaggine e la sua passione per i libri e per la psicanalisi.
Gli mancava anche il vecchio Ashton e sentire la sua risata, la sua vera risata. Non era più il vecchio Ashton, da due anni. 
Per quanto gli potesse risultare insignificante due anni fa, quella citazione che Kimberly aveva letto loro, adesso invece la capiva perfettamente. 
Ashton ne era la dimostrazione. 
C’era una ragione se Ashton era quel che era. Qualcosa nel passato lo ha segnato, portandolo a dei cambiamenti. Non è così solo per il semplice fatto di volerlo, è stato spinto a diventarlo e adesso sembra impossibile far tornare l’Ashton di una volta. 
Anche Ashton ha la sua storia e l’unica a conoscerla è Calum.
Il moro si ritrovo a pensare che anche Haley, fosse come Ashton. In realtà non era la prima volta che si ritrovava a pensare quanto Ashton e Haley fossero uguali, anche se diversi. Era una cosa contorta, ma era così. 
Haley non aveva mai raccontato nulla a Calum, ma lui sapeva.
Sapeva che la ragazza non era sempre stata così spaventata, così distaccata dal mondo, così triste. Qualcosa aveva cambiato anche lei, portandola a diventare ciò che è ora. 
Anche lei sembra non poter tornare quella di una volta.

Delle urla distolsero il moro dai suoi pensieri, facendolo tornare con la schiena dritta sul morbido divano in pelle color panna. 
Ci fu un attimo di silenzio e poi altre urla.
Non ci volle molto per capire da dove provenissero.
Calum si alzò di scatto dal divano e cominciò a salire le scale con grandi falcate, fino ad arrivare davanti la porta della sua camera. 
La aprì e si catapultò davanti al letto, sul quale trovò Haley ancora addormentata ma che urlava parole sconnesse e per niente chiare. Le si avvicinò e le prese una mano, nel tentativo di farla calmare. La fronte della ragazza era imperlata di sudore e le guance bagnate per via delle lacrime. 
Continuava a muoversi e Calum non aveva la minima idea di cosa fare. 
-Phill!.. No! Noel!- sentì urlare alla ragazza, mentre stringeva più forte la sua mano.
-Haley, svegliati!- la ragazza continuava a muoversi come se avesse degli spasmi, così decise di svegliarla. Cominciò a chiamarla alzando un po’ il tono di voce e smuovendola un po’.
-Haley è solo un brutto sogno. Svegliati!- le scosse ancora una volta il braccio, mentre con l’altra mano le accarezzava il viso.
La ragazza cominciò a calmarsi. Aprì lentamente gli occhi e senza mollare la mano del ragazzo si tirò a sedere.
-Haley, stai meglio?- la voce del ragazzo faceva trapelare paura e preoccupazione.

Haley non riuscì a dire nulla, era ancora scossa dall’incubo dal quale Calum l’aveva svegliata. 
Quando sembravano sparire, ritornavano. Con scene sempre più forti e tremende per lei. Ai suoi soliti incubi, questa volta, ne aveva fatto parte Noel. I suoi occhi, le sue labbra e le sue mani che vagavano su di lei, le sembrava tutto così reale.
-Io… scusa. Non volevo svegliarti.- disse piano Haley, senza però guardare il ragazzo che adesso sedeva vicino a lei.
-Non preoccuparti, Haley. Ti va di parlarne?- 
-N-no… io…- non riuscì a terminare la frase che il nodo che aveva in gola si sciolse, dando il via ad un fiume di lacrime. 
Era tantissimo tempo che non piangeva così tanto, troppo tempo per spazzare via anni di duro lavoro in una sola serata.
-Ehi, tranquilla. Torna a dormire, dai…- Calum le lasciò un bacio sulla fronte, per poi coprirla nuovamente. 
-Cal… puoi restare?- gli chiese timidamente e il ragazzo annuì.
Si sdraiò di fianco a lei, senza però entrare sotto le coperte.
La abbracciò e cominciò a canticchiarle qualcosa.
-Hai una bella voce…- gli disse Haley, facendolo sorridere.
Passarono svariati minuti così, fino a quando Haley smise di sentire la voce del ragazzo e capì che si era addormentato.
Lei, invece, rimase a guardare le pareti e le varie foto, ancora. Ormai poteva dire di conoscerle a memoria, ma non le interessava, le piacevano. Le piaceva quell’Ashton sorridente e quello strano luccichio nei suoi occhi. 
Sarebbe rimasta una vita a guardare quelle foto, a costo di non addormentarsi ancora. Avrebbe significato riportare a galla vecchi ricordi e ferite mai chiuse, con quegli incubi. Perché ne era certa, se si fosse riaddormentata ne avrebbe avuti altri. Come la maggior parte delle notti, in fin dei conti.


6:30. Haley cercò di alzarsi dal letto nella maniera più cauta possibile, non voleva svegliare Calum ma doveva assolutamente tornare a casa.
Nessuno aveva avvisato Josh e il suo telefono segnava quattro chiamate da parte sua. 
Era preoccupata e si sentiva terribilmente in colpa, non voleva che Josh stesse in pensiero per lei. Era sparita per tutta la notte ed era certa che lui fosse più che preoccupato nel non vederla ritornare. 
Prese un pezzo di carta e ci scrisse sopra un messaggio per Calum, così che lo leggesse una volta sveglio.

“Ehi, buongiorno Cal.
Grazie, per tutto. Sei un grande amico. Io sono tornata a casa, ci si vede a scuola. 
Grazie, ancora. 
xx” 


Posò il pezzo di carta sul comodino e dopo aver preso le sue scarpe e la sua borsa, uscì di corsa da quella casa. 

Arrivò a casa verso le 7.00. 
Aprì piano la porta di casa, con la paura che Josh fosse già in piedi ad aspettarla, ma quando entrò non trovò nessuno lì davanti. 
Tirò un sospiro di sollievo e dopo aver lasciato la borsa e le scarpe all’entrata, corse in cucina.
Josh era lì, che cucinava la colazione mentre dava le spalle all’entrata della cucina.
-Josh…- disse piano, con la voce piena di timore.
-Ehi, Haley!- Josh le andò incontro sorridente, per poi lasciarle un bacio sulla fronte lasciandola confusa.
-Insomma… non sei, che ne so.. Arrabbiato? Furioso? Non mi chiuderai in camera per il resto della mia vita dopo avermi urlato contro?- gli chiese Haley guardandolo ancora confusa.
Adesso fu Josh a guardarla perplessa.
-Insomma, sono stata fuori tutta la notte e… - 
-Ah, si in effetti sono arrabbiato.- disse Josh, guardandola duramente per un secondo - Perché ovviamente avrei preferito che me lo dicessi tu che non saresti tornata a casa o che almeno mi avresti avvisato prima, ma il fratello di Abbie mi ha chiamato e mi ha detto che siete tornate a casa un po’ tardi e che siccome non era in grado di guidare, è venuto a prendervi lui e vi ha portato lì e che siete subito andare a dormire. Questo non significa che tu possa farlo ancora senza chiedermi il permesso, ma sono contento che tu ti stia facendo nuovi amici.- Josh concluse il tutto con un sorriso, tornando poi alle uova che stava preparando.

Haley rimase lì, immobile.
Innanzitutto si aspettava delle urla inferocite da parte di Josh, ma tutto quello che lui le aveva rivolto erano abbracci e sorrisi. 
E la cosa che la lasciava al massimo stato di confusione, era il famoso fratello di Abbie, visto che la ragazza aveva solo una sorella e che tra l’altro non abitava più insieme a loro da un paio di anni ormai. 
-Fai colazione?- le chiese Josh, interrompendo i suoi pensieri.
Haley annuì e prese posto di fronte a lui. Cominciò a mangiare ciò che Josh le aveva messo nel piatto, ma probabilmente neanche si rendeva conto di ciò che stava mangiando.
Continuava a chiedersi chi potesse essere questo “fratello di Abbie”. Forse era stato Calum, era l’unica persona che le veniva in mente. 
-Allora… ti sei divertita alla festa?- le chiese ingenuamente Josh, con uno splendido sorriso sul volto.
Haley lo guardò e i sensi di colpa l’assalirono. Scosse la testa.
Non poteva, non sarebbe riuscita a raccontare tutto a lui. 
Si sarebbero creati tanti problemi e in mezzo ci sarebbe andato anche Ashton. 
Si diede mentalmente della stupida, non capendo perché fosse finita col pensare a lui, anzi di coprire a lui.
Alzò lo sguardo e vide che Josh stava ancora aspettando una risposta.
-Uhm.. Si, era… piena di gente.- 
-Qualcuno in particolare?- 
-No, cioè.. In che senso?- 
-Qualcuno ti ha creato problemi?- le chiese Josh, questa volta serio.
-Ehm.. No, è andato tutto.. bene. Perché?- Haley cercò di sembrare più disinteressata possibile, sorseggiando il succo d’arancia che Josh le aveva uscito nel bicchiere.
-Mi è giunta voce di una certa rissa, abbastanza seria, li alla festa e mi chiedevo solo se a te fosse andato tutto bene.- 
-Ah, no tranquillo. Tutto ok. Una bella festa.- 
-D’accordo. A proposito, la prossima volta che vedrai il fratello di Abbie, ringrazialo da parte mia.- le sorrise Josh, prima di cominciare a consumare la sua colazione.
-Si, certamente.- sospirò.


Haley passò il resto della Domenica a parlare con Abbie e del suo “misterioso fratello”.
Nemmeno l’amica aveva la minima idea di chi potesse essere, così Haley si convinceva sempre di più del fatto che fosse stato Calum. Glielo avrebbe chiesto il giorno dopo a scuola. 

Dopo aver passato gran parte del pomeriggio con Abbie, decise di chiamare Janelle. Le aveva raccontato per messaggi tutto quello che era successo la sera precedente e adesso voleva chiamarla, si sentiva in colpa perché sapeva che sicuramente Janelle era ancora in pensiero per lei.

-Ehi, mosca.- 
-Jane, disturbo?- 
-Ma va, allora come … stai?- le chiese Janelle, pretendendo una risposta sincera da parte della sua migliore amica.
-Io… bene. Tu?-
-Haley!- l’amica la chiamava per intero solo quando la situazione era seria.
-Janelle.- 
-Haley, piantala. Come stai?-
-Ti ho già detto che sto bene, quante altre volte me lo chiederai ancora?- sbuffò la mora, buttandosi sul letto. 
-Fino a quando non mi dirai la verità, Hal.- disse Janelle, questa volta con un tono di voce più dolce.
-Non sto bene, ok. Ma … non lo so. Non sto nemmeno male. Sono solo in pensiero… sono preoccupata. Non voglio rivedere Noel domani e non voglio neanche rivedere Ashton.- 
-Non occorre che tu li veda, Haley.-
-Noel no, ma Ashton si. Devo… ringraziarlo, Janelle.- 
-Potresti dire al suo amico… Calum? .. Beh a lui, di ringraziarlo da parte tua.- disse la ragazza, cercando di persuadere l’amica.
-No, non posso. Janelle…- Haley sospirò afflitta. 
-Ok, come vuoi. Solo… stai attenta. Adesso devo andare, ciao mosca. Ti voglio bene.- 
-Ti voglio bene, Jane.- 

La ragazza posò il telefono sul comodino, per poi ripararsi sotto le coperte. 
Non aveva fatto nulla di che, ma era stanca. Non si era ancora ripresa dalla festa.
Impostò la sveglia per la mattina successiva, crollando poi in un sonno profondo. 

Il rumore della sveglia invase la stanza e Haley aprì gli occhi.
Si sentiva più riposata e molto meglio rispetto i giorni precedenti. Quando però si mise a sedere, si ricordò che sarebbe dovuta andare a scuola e lì avrebbe dovuto affrontare un paio di cose, o meglio persone. 
Cercò di pensarci il meno possibile e senza aspettare oltre, si buttò sotto il getto della doccia. 
Sarebbe stata un’altra lunga giornata. 
Mise un paio di Jeans Denim blu scuro e una maglia leggera di cotone grigia a maniche lunghe. 
Si sistemò i capelli e mise il trucco, per poi scendere da Josh, così che partissero da casa.

Dopo il solito tragitto, Haley non perse tempo e andò alla ricerca dell’amica, che a quanto pare però non era ancora arrivata.
Dopo aver ricevuto un messaggio da parte di Abbie che la informava della sua assenza, entrò di corsa nell’edificio e sbadatamente andò a sbattere contro qualcuno. Alzò gli occhi e un paio di occhi castani la fissavano felice.
-Haley.- la ragazza venne stretta in un abbraccio, che non esitò a ricambiare.
-Era tanto che non ci incontravamo così, vero?- disse ridendo e facendo ridere anche Calum.
-Hai ragione amica, vieni ti accompagno al tuo armadietto.- il ragazzo posò un braccio sulle spalle della ragazza e cominciarono a camminare.

-Come stai?- le chiese Calum, mentre lei prendeva i libri che le servivano.
-Io.. Diciamo che..- qualcosa attirò l’attenzione della ragazza, portandola a non terminare la frase. 
Più precisamente fu una bandana rossa ad attirare la sua attenzione.
-Haley, ci sei?- Calum le passò una mano davanti, cercando di attirare la sua attenzione. 
-Io.. Scusa Calum devo scappare. Devo fare… una cosa. Ci vediamo a mensa.- Haley lascio un veloce bacio sulla guancia del ragazzo lasciandolo perplesso. 
Non fece in tempo a chiedere dove stesse correndo, che seguì la traiettoria della ragazza e quando vide il suo migliore amico, capì. 

-Ashton!- Haley tentò di farlo girare, ma il ragazzo continuava spedito verso la sua meta.
Dopo svariati tentativi, Haley capì che non sarebbe riuscita ad attirare la sua attenzione chiamandolo, così cominciò a camminare in maniera più spedita, quasi correndo, fino a quando riuscì ad arrivare al polso del ragazzo e afferrarlo. 
Ashton si girò e con uno sguardo gelido la immobilizzò sul posto. 
Alla vista dei suoi occhi, Haley dimenticò tutto ciò che avrebbe voluto dirgli.
Rimase ad osservarlo. Le sue gambe erano fasciano perfettamente da uno dei suoi soliti paia di Skinny jeans neri, il suo torace coperto da una maglia nera dei Nirvana che lasciava scoperte le sue braccia e i suoi capelli tirati su da una bandana rossa.
-Cosa vuoi?- la voce del ragazzo era fredda e priva di emozioni.
-Io… io…- Haley si stava sentendo una stupida. In sua presenza non riusciva nemmeno a dire più di due parole insieme. 
C’era qualcosa che scorreva in lei, ma non seppe definire bene se fosse paura o altro.
-Tu?- sul volto del ragazzo adesso aleggiava un’espressione divertita. -Cosa c’è? Hai perso la lingua? Senti.. Ho cose più importanti da fare quindi.- il ragazzo fece per andarsene ma Haley lo afferrò ancora una volta per il polso.
La sua strafottenza e arroganza, le avevano fatto tornare in mente tutto ciò che doveva dire. Soprattutto le fecero ricordare chi aveva davanti e presa da non sa quale coraggio, cominciò a parlare. 
-Volevo solo ringraziarti per ieri. Insomma.. Per Noel e tutto il resto. Saresti potuto metterti nei guai e… Grazie.- la sua voce uscì debole, non come aveva previsto. Ma ringraziò almeno il fatto che fosse riuscita a dire quelle poche parole.
Cominciò a guardarsi intorno, mentre il silenzio regnava tra di loro. Sentiva lo sguardo del biondo bruciarle addosso. Non aveva il coraggio di incrociare i suoi occhi.
Continuò a guardarsi intorno e solo in quel momento si rese conto di trovarsi in un’ala della scuola ancora a lei sconosciuta. 
C’erano tre porte grigie e vari armadietti lungo il corridoio. 
Le pareti erano interamente bianche, eppure Haley in quel momento pensò che fossero molto interessanti.
-Quindi, tutto qui?- ancora quel tono di voce. 
Si girò di scatto a guardare il ragazzo e sul suo viso non c’era nulla. Questo suo atteggiamento di solito la intimoriva, ma in quel momento le stava solo dando fastidio.
L’aveva rincorso per tutto il liceo per ringraziarlo e lui continuava a fare l’arrogante. 
Non che si aspettasse un abbraccio o un sorriso, ma… neanche lei sapeva esattamente cosa si aspettasse. 
Questa risposta non di sicuro.
-Tutto qui? Ti sto ringraziando, ti ho rincorso per quasi l’intero liceo per farlo nonostante tu ignorassi i miei continui richiami! E tu? Tu continui a fare il solito stronzo!- sbottò lei, sbattendogli ripetutamente l’indice contro il petto. 
-Nessuno ti ha chiesto di farlo.- rispose lui, serrando la mascella. 
Haley rimase allibita, non sapeva più cosa dire. 
Cominciò a pentirsi di averlo ringraziato, era sempre il solito stronzo che l’aveva minaccia settimane fa. 
-Hai ragione, ho imparato la lezione.- disse spostandolo da lei, così che potesse passare. -Quasi dimenticavo quanto tu sia stronzo.- 
Fu un attimo e il ragazzo prese per un braccio la ragazza, spingendola contro il muro bianco. I suoi occhi vagavano su di lei, mentre la teneva ferma per il polso.
Il respiro di Haley si fece pesante, mentre osservava il ragazzo farsi sempre più vicino a lei.
-Piccola Bennet, hai ragione. Sono solo uno stronzo e tu non devi dimenticarlo.- il suo tono era calmo e caldo. 
Haley si ritrovò a guardare ogni singolo movimento delle labbra di lui, mentre il battito del suo cuore aumentava. 
Ashton poggiò una mano sul fianco di lei e l’altra a lato del suo viso. 
-Stai tremando, Bennet. Ti faccio paura?- il suo sguardo era serio, i suoi lineamenti tesi ma la sua voce aveva una nota di divertimento.
Haley si rese conto solo dopo che Ashton glielo fece notare, che stesse tremando.
Sapeva di star dicendo una grande bugia, in parte, ma negò con la testa.
-No?- quasi rise lui.
-No, non mi fai paura. Sei solo uno… stronzo.- sibilò tagliente Haley, senza sapere dove trovasse il coraggio di dire tutto ciò.
Il ragazzo rise, gettando la testa all’indietro. 
Haley non potè fare altro che pensare a quanto fosse bello. Di una bellezza unica, quanto il suo essere lunatico e stronzo. 
Ashton tornò a fissarla negli occhi, serio.
-Sembri cosi innocente, Bennet. Invece hai un caratterino, sai. Dovrei zittirti qui, in questo momento.- mormorò lui, eliminando sempre di più la distanza tra i loro due corpi.
Le loro labbra si sfiorano e Haley sente varie parti del suo corpo andare a fuoco. 
-Non..- Haley non riuscì a terminare la frase, perché Ashton portò un dito sulle sue labbra, facendola zittire.
I loro nasi si sfiorarono ancora una volta e prima che Haley avesse il tempo di riflettere, delle soffici labbra si posarono bruscamente sulle sue, facendole spalancare gli occhi. 
Restò immobile, mentre il battito del suo cuore aumentava ancora fino a riuscire a sentirlo per tutto il suo corpo.
Le labbra del biondo si muovevano su quelle di lei, alla ricerca di una sua reazione, ma l’unica cosa che lei riusciva a fare era stare immobile. 
Entrambi le mani di lui si spostarono sui fianchi di lei, avvicinandola di più al suo corpo.
Sentì la lingua del biondo bagnarle il labbro inferiore e senza pensarci, Haley cominciò a ricambiare il bacio. Le sue mani, che pochi attimi prima cadevano deboli lungo i suoi fianchi, adesso stringevano in due pugni la maglia del ragazzo.
Le labbra di Ashton si allontanarono di poco da quelle di lei, i loro nasi si sfioravano ancora. 
L’unica cosa che si poteva udire, era il respiro affannato dei due. 
-Io mi comporto come mi pare e faccio quello che mi pare.- soffiò il biondo sulle labbra di lei scandendo lentamente ogni parola, causandole brividi per tutto il corpo che Haley percepì perfettamente ma che decise di ignorare.
Nella sua testa c’era la confusione più totale. 
Abbassò lo sguardo sul petto di lui e solo in quel momento vide che stava ancora stringendo la sua maglia all’altezza del petto e lo lasciò andare.
Il ragazzo avvicinò ancora una volta le sue labbra a quelle di lei e dopo averle sfiorate, si avvicinò al suo orecchio.
-Spero tu abbia capito.- disse lentamente, sfiorandole di proposito la guancia con le labbra mentre si allontanava.
Le lasciò i fianchi e se ne andò. 
Proseguì per la sua strada, lasciandola lì a chiedersi cosa fosse appena successo.
Haley non riuscì a muoversi, ogni suo muscolo era paralizzato. L’unica cosa che riuscì a fare, fu sfiorare le sue labbra con le dita, cercando di realizzare ancora l’accaduto.


______Spazio Autrice______

Ciao bellissime ♥
Allora, ho cercato di fare il più presto possibile ed eccomi qui.
Spero il capitolo non faccia schifo, anche se a me non piace moltissimo. Spero che a voi piaccia.
Questi ultimi giorni sono stati i più belli della mia vita, ho visto i nove ragazzi più importanti della mia vita dal vivo (One Direction e questi quattro splendori) e ho visto per la prima volta la mia migliore amica a distanza. *-* ♥
Vabbeh, a voi magari non frega niente ahah dicevo… dopo aver visto il magnifico Irwin dal vivo, credo di essermene innamorata ancora di più e… questa storia mi verrà ancora più facile scriverla ahahah :)
Comunque, torniamo al capitolo… l’ho riletto velocemente e ho sistemato un po’, sicuramente ci saranno errori di distrazione e mi scuso.
Spero mi facciate sapere cosa ne pensiate. Sapete quanto tengo ai vostri pareri. ♥
Ah, volevo chiedervi... secondo voi chi è il '' fratello'' di Abbie? ;) 
Spero di sentirvi in tante.
Volevo anche ringraziarvi per le recensioni allo scorso capitolo, siete splendide. ♥
Adesso devo scappare.
Fatevi sentire, mi raccomando. ♥
Baci,
Giada♥
  
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