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Autore: Inmichaelarms    13/07/2014    2 recensioni
Hayley ha paura del pericolo, del buio, del rumore. Cose che per Luke sono all'ordine del giorno.
Lui è pronto a rischiare, pronto per vincere un gioco che non ha regole.
La storia NON è mia, l’autrice mi ha dato il permesso di pubblicarla, la storia è originaria di watt-pad: http://www.wattpad.com/story/13607023-disconnect-luke-hemmings l’autrice è: http://www.wattpad.com/user/inashtonsarms
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                               Yell
Hayley guardava il suo polso incantata, neanche si accorse delle parole della madre.
Non che fossero importanti, per Hayley non lo erano mai. Sentiva la voce senza ascoltare, ma non gli sembrava un dispiacere per sua madre.
La pelle di quel viso stanco e grigio era nascosta sotto poco trucco, inutile. Secondo Hayley non potevi fregare madre natura, se una cosa era così, doveva andare così. Ecco perché non se la prendeva se le sue compagne la infastidivano, non se la prendeva quando la spintonavano giù dalle scale facendole male.
Hayley stava zitta.
Per un motivo che neanche lei sapeva, stava zitta semplicemente perché, forse, credeva che alla gente non importasse quelle che avesse da dire.
Come una pedina contò i passi che dividevano la cucina da camera sua, passando davanti a sua madre.
La casa era silenziosa e solo da quando Evie aveva iniziato il College lo era. Hayley guardava sempre la sorella più grande  come un modello, la osservava uscire con i ragazzi e pettinarsi i capelli.
Lei era cresciuta nell’ombra, e  quell’ombra poteva essere tutto e tutti.
Poteva essere l’ombra di una sorella perfetta, di un padre assente, di una madre spenta e addirittura di un ragazzo.
Riusciva ad intrufolarsi nelle ombre di tutti, ormai era esperta e nessuno la scopriva. Nessuno la andava a cercare dietro queste ombre.
Si buttò sul letto e, dopo aver mugugnato per à atterrata su un libro, si portò di nuovo il polso davanti agli occhi.
Lo faceva ruotare lentamente osservando come la tonalità di colore cambiasse a seconda della luce.
Quella leggera striscia più scura che circondava il suo polso come una mappa geografica, andava dal rosa naturale della sua pelle ad un rosa più carico e marcato.
Ridusse le palpebre a due fessure e riuscì a intravedere cinque leggeri cerchio lini, uno più scuro.
Le sue dita erano su di lei, e Hayley le guardava come sbalordita di quel gesto.
Come se avesse pescato una carta delle ‘’improbabilità’’.
E quella carta avevi gli occhi azzurri ma scuri, in teoria non sarebbe possibile ma lei li vedeva così, senza riuscire a dargli una spiegazione.
Sfiorò con i polpastrelli il polso facendo una smorfia leggera che fu interrotta dallo sbattere della porta.
Evie era tornata.
 
 
Guardò il muretto pieno di scritte insensate prima di raggiungere il ragazzo moro, si lanciarono uno sguardo di intesa e il moro sorrise abbassando lo sguardo su una scritta marcata in rosso scuro, sporco per il passare del tempo.
Il sole stava per fare spazio alla luna, sottolineando il fatto che un altro giorno fosse passato. La sera gli delimitava i contorni, al moro, che da lontano potevano sembrare quasi asiatici.
-Allora?-
La voce di quest’ultimo echeggiò per il parco, illuminato solo da qualche lampione. Il biondo appoggiò i gomiti sul muretto grattando via con l’unghia un pezzo di intonaco. Sapeva che adesso le domande sarebbero partite dalla bocca dell’amico senza pietà.
-Hayley.-  biascicò.
Il moro si mise al suo fianco appoggiando, però, la schiena contro il muretto.
-Sai qualcosa su d lei?-
Il biondo si passo una mano tra i capelli e subito fu ripreso dall’amico che era, ovviamente, impaziente.
-Luke.- lo richiamò il moro.
-Va alla Baltimora High School.-
-Che scuola del cazzo.-
Il biondo lo fulminò con lo sguardo, non gli piaceva essere interrotto. Il moro ghignò facendo un leggero segno con la mano per farlo andare avanti.
-E’ bionda e- si fermò un secondo sbuffando – non lo so.-
-In poche parole non sai un cazzo di lei.-
-Calum!-
Il moro alzò le braccia i segno di difesa facendo poi forza su di esse per sedersi sopra il muretto con un piccolo salto.
-Dico solo,- riprese -che per giocare allo Yell devi sapere di più su di lei.-
Luke incrociò le braccia al petto approvando, con un colpo di testa, la tesi del ragazzo davanti a lui.
Lo Yell ormai andava avanti da anni, era una sfida tra loro due. Un gioco.
E Luke era il più forte, il più coraggioso.
Smise di giocare con il piercing che stava mordicchiando, mettendosi le mani in tasca.
Subito dopo le tirò fuori appoggiando sul muretto una cartina e del tabacco.
-E tu?-
Calum si girò verso il biondo corrugando la fronte.
-La rossa?- Chiese ancora.
Gli occhi scuri del moro si accesero leggermente.
-Ah, no non va bene per lo Yell. E’ troppo piccola.-
Luke interruppe il suo lavoro manuale trattenendo una risata.
-Da quando ti fai questi problemi Cal?-
Il ragazzo scese dal muretto tirandoci un leggero calcio.
-Da quando tu stai facendo la figura del pedofilo, Lukey.-
Il biondo tornò a concentrarsi sulla sua sigaretta prendendo i due lati della cartina e facendoli strusciare tra di loro per far raggruppare tutto il tabacco verso il centro, dopo ci passò lentamente la punta della lingua umida per chiuderla.
-Hayley non è piccola.-
Rispose secco facendo alzare gli occhi al cielo Calum
-Ma è piccola per lo Yell, andiamo, quanti anni avrà? 14? 15?-
-Non lo so.-
Rispose semplicemente Luke, e non gli importava neanche tanto saperlo.
A lui serviva lei per vincere.
Non volendo continuare il discorso con Calum, Luke gli porse la sigaretta con sguardo complice.
-Allora, ci mettiamo la magia in questa sigaretta?-
Calum sorrise e tirò fuori dal taschino del giubbotto di jeans una bustina scura
-Prima,- disse sventolandola davanti agli occhi chiari di Luke - dimmi cosa farai con quella.-
Luke alzò gli occhi al cielo strofinandosi gli occhi con il dorso della mano.
-Credo che domani andrò davanti alla sua classe.-
Calum annuì.
-Vengo anche io.-
-E perché mai?-
Il moro sbuffò, Luke era sempre stato così.
Il classico ragazzo con la domanda pronta e voglioso di una risposta.
E senza quella risposta non poteva vivere. Ed era il contrario di Calum, anche come carattere.
Il moro non chiedeva, faceva e basta senza pensare.
Luke, invece, ci pensava più volte prima di fare qualcosa e la cosa più triste era che, tutte le scelte sbagliate e gli errori, li faceva per sua volontà.
Tutte le volte che si era avvicinato ad una ragazza per lo Yell,lo aveva fatto per suo volere.
E Calum lo guardava e lo aiutava.
-Perché ho bisogno di una ragazza anche io per lo Yell, genio.-
Luke alzò le spalle contraendo leggermente le labbra.
Calum non aggiunse altro, voleva parlare di quanto tutto fosse sbagliato ma aveva 18 anni e, semplicemente, non gli importava.
  
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