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Autore: solonely182    13/07/2014    4 recensioni
La storia è ambientata a Poway, California, nel 1991. La sedicenne Josie, citata dai Blink in una loro canzone, è appena tornata in città pronta per un nuovo inizio e per il liceo, dove conoscerà successivamente Mark e Tom, amici da sempre.
Ho cercato di rendere la ff quanto più reale possibile (origini dei Blink, canzoni per data e altri avvenimenti). Tratta anche tematiche piuttosto delicate che fanno parte dell'adolescenza sia dei protagonisti che in generale.
Per il resto è la mia prima ff (siate davvero clementi) e spero vi piaccia!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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A metà strada tra biblioteca e casa mi accorgo di aver dimenticato gli appunti di matematica in classe.
Che palle.
Cambio strada e taglio per luoghi poco frequentati.
Arrivo dinanzi al liceo, dove nelle ore pomeridiane si tengono i corsi legati allo sport.
Sorrido quando vedo le ragazze pompon sgobbare sotto il sole, per fortuna non sono mai stata un’amante dello sport.
Entro velocemente in classe e raccolgo i miei fogli sparpagliati un po’ ovunque.
Al ritorno decido di passare per il campo di basket, lì almeno ho un po’ di riparo dal caldo.
A circa una decina di metri da me intravedo il coach protendersi in avanti e urlare contro un ragazzo.
Cerco di fare il giro più largo, non voglio mettermi nei casini, ma riconosco la risata.
Fresca, fragorosa e piena di vita.
E’ Tom.
Non riesco a fingere di non aver visto niente quando qualcuno gli sferra un destro su uno zigomo.
-Ehi!- urlo procedendo velocemente verso Tom.
Adesso l’attenzione è totalmente rivolta a me.
-Tu saresti?- chiede un ragazzo in tono più che acido.
Mi squadra dalla testa ai piedi e subito dopo sputa a terra come se volesse massacrarmi di botte.
Noto la sua corporatura robusta.
Il coach gli poggia una mano sul petto, come per tenerlo a bada, e l’intero gruppo scoppia a ridere.
Anche Tom ride, mi volto per lanciargli un’occhiataccia e mi rendo conto che è ubriaco fradicio.
-Cos’è successo?- domando ignorando il tizio che mi fissa.
-Si dia il caso che il sottoscritto si sia presentato ubriaco alla partita- mi spiega il coach.
-Ah, e questo dà il permesso ad un suo compagno di tirargli un pugno?- chiedo in tono sarcastico.
-E’ la millesima volta che succede, ho chiesto una sospensione immediata-
-Ma…- sto per ribattere quando Tom scoppia a ridere, ancora.
-Liam, com’è succhiare cazzi? Eh?- dice cantilenando.
-Vaffanculo DeLonge, ti spacco quella faccia da coglione- contesta il ragazzo insultato.
-Adesso basta! Voi due, fuori!-
-Ma non può cacciarlo!- obietto.
-Ah sì? L’ho appena fatto!- mi sbraita contro.
-Liam, Liam, Liam, si scopa anche…- non riesce a terminare la frase che un altro pugno lo stende a terra.
Mi pongo dinanzi al ragazzo.
-Smettila! Non vedi che non è in lui?!-
-E’ un coglione anche quando è sobrio- sputa per una seconda volta.
-Avanti ragazzi, dieci giri del campo- ordina il coach.
Resto allibita.
-E’ appena stato preso a… -
Ma a nessuno importa, così mi piego nel tentativo di sollevarlo di peso.
-Aspetta, ma tu sei Josie Harries, vero?- fa Liam in tono odioso.
Lo osservo, ha voglia di provocare.
-Ho sentito parlare di te, non sei quella che si scopava tutti e che spacciava? Che ne diresti di una bottarella eh? Dieci minuti al massimo-
Sorrido.
-Quanto mi dai?- mi mordo labbro.
-Quello che vuoi- sorride malizioso.
Scoppio a ridere.
-Sai, ci sarà sempre un parte di me smandrappata e un po’ puttanella, ma mi piace. Insieme alle altre parti di me, puoi dire la stessa cosa di te? O sei solo un porco che corre dietro una palla?-
Rimane in silenzio.
Lentamente carico Tom e lo faccio poggiare con la testa sulla mia spalla, sembra essersi ripreso così ci allontaniamo.
Lo porto nello spogliatoio e noto che la parte destra della faccia è completamente gonfia e sporca di sangue.
-Tom, ci sei?-
Sorride e per un momento il mio cuore sembra rallentare, ringrazio Dio che sia cosciente.
Mi dirigo verso l’armadietto delle emergenze mediche e tiro fuori una specie di bisturi.
-Okay, adesso questo ti farà un po’ male…-
Poggio la lametta sulla parte gonfia e incido un breve taglio.
Il suo volto si contorce in una smorfia di dolore.
Premo ai lati della piccola lacerazione e inizia uscire una marea di sangue, in compenso però il viso non sembra più sfigurato.
Prendo una fascia.
-Tieni premuto- ordino.
Annuisce con fatica.
Mi sciacquo le mani sporche di sangue e subito dopo gli disinfetto la lesione e gliela bendo.
-Ti sei cacciato in un bel disastro- dico tra me e me.
-Lo so- risponde.
-Sei stato espulso-
-Fanculo-
-Picchiato da Liam-
-Fanculo-
-E mi ha anche chiesto di scopare- dico ridendo mentre metto a posto tutte le cose che ho tirato fuori.
-Cosa?! Ora torno e…- tenta di alzarsi ma immediatamente si divincola su se stesso.
Comincia a vomitare.
-Oh cazzo-
-Sta’ fermo, hai preso una bella botta-
-Oh fanculo Josie- si poggia al muro.
Mi fermo dinanzi a lui.
-Cos’hai?- domando.
-E’ molto compassionevole come cosa-
-Il mio aiuto, essere picchiato da Liam o presentarsi ubriaco ad una partita di basket e venire espulso?-
Ho alzato la voce e lui sta sorridendo come un’ebete.
-Cosa c’è di divertente?- contesto tentando di rimanere seria.
-Niente- replica con aria vaga, come se nascondesse qualcosa.
Gli lancio un’occhiata.
-Che ne dici se torniamo casa?- propone.
-Sì, credo che sia un’ottima idea, hai bisogno di riposare-
-E anche di dire ‘’Ehi famiglia, sono stato espulso!’’- aggiunge con sarcasmo.
-Come la prenderà tuo padre?-
Scoppia a ridere.
-Non la prenderà, ormai è come se non fossi più suo figlio. Sono quello che ha perso tutte le speranze-
Ho l’impressione che provi a fregarsene, ma non ci riesce.
Ci incamminiamo verso casa sua.
-Sto cercando qualcosa di rassicurante da dirti- dichiaro ridendo, come per sdrammatizzare.
-Sì, l’avevo capito- conferma.
-Come?-
Ci fermiamo dinanzi il suo giardino.
Sospira e poi ridacchia.
-Beh, ti sei morsa la guancia per tutto il tempo e non hai mai alzato lo sguardo-
-E’ da questo che fai la tua deduzione?-
-Mi piacciono i particolari, tutto qui- spiega.
 
 
Eccoci qui, scusate l’attesa ma ho avuto un po’ di problemini ahah
Tom quindi viene espulso, cosa accaduta veramente durante una partita di basket, e come potete vedere Josie si trova a passare di lì.
Il titolo del capitolo è orribile, lo so, ma non avevo fantasia ahah cwc
Spero vi sia piaciuto, recensite anche solo per dirmi che il capitolo vi fa schifo o qualsiasi altra cosa!
Al prossimo capitolo c:
  
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