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Autore: Nischino    31/08/2008    5 recensioni

Guardandomi indietro, frugando tra i miei ricordi, non riesco a trovare nulla che valga la pena di essere salvato.
A parte te, naturalmente.
Fic breve e malinconica, dal punto di vista di Draco.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREMESSA


Il monologo interiore che state per leggere non è nulla di allegro o spensierato, leggero o divertente. Scordare le battute, la mia solita ironia, il romanticismo.

Draco parla con qualcuno, un qualcuno volutamente celato, perché non è una storia che celebra la passione o l’erotismo. E’ una storia che parla d’amore. 

Nella forma che preferite.


Le storie d’amore piacciono di più di quelle d’amicizia

Perché sono più rare e preziose.

Ma quando una storia parla dell’amicizia vera,

Allora questa storia diviene sacra,

Perché nemmeno un innamorato è, sempre,

Un vero amico.


Mi sono sempre ritenuto il migliore, in tutto.

Il più dotato, il più intelligente, colui che avrebbe fatto cose così grandi da cambiare il mondo. E, invece, dopo la morte di Silente, quella del Signore Oscuro e l’incarcerazione di mio padre, non credo più in niente.

Soprattutto in me stesso.

Mi sono reso conto che la mia vita non è altro che un ammasso di scelte, la maggior parte delle quali, sbagliate.

Guardandomi indietro, frugando tra i miei ricordi, non riesco a trovare nulla che valga la pena di essere salvato.

A parte te, naturalmente.

Ma da quando te ne sei andato, anche tu, come tutti gli atri, comincio a credere di aver perso anche l’ultimo appiglio, in questo mondo,  che mi sembra sempre più stretto e soffocante, e non mi lascia respirare.

Ogni volta che penso a te, ho paura.

Paura di non farcela, se non ci sei tu a dirmi che va tutto bene.

Mi sembra così ironicamente infantile -quasi stupido- accorgermi che, negli ultimi sette anni, sei stato tu, inconsciamente, ad influenzare la mia vita.

Mi piaceva credere di essere migliore di te. Era estasiante la sensazione che mi dava la consapevolezza che, qualunque cosa fosse successa, tu non mi avresti abbandonato, e avresti continuato ad assecondarmi nei miei assurdi capricci.

Ma ora, ora che sono solo, terrorizzato e vuoto, un’idea è scesa, dolce e soave, nei miei pensieri.

Il suicidio.

E mentre ci penso, rigirandomi una lama tra le dita, mi chiedo se importerebbe davvero a qualcuno.

Dispiacerebbe, certo, ma sarebbe così importante?

Qualsiasi sarebbe la riposta, non farebbe troppa differenza: temo entrambe.

Perché se, da qualche parte, ci fosse anche una sola persona che non potrebbe vivere senza di me, allora questa persona diverrebbe la mia ancora. La mia scusante, in quanto se, al contrario, a nessuno importasse, sarei costretto ad ammettere che ho una paura folle del dolore che proverei nel macchiare di rosso questo coltello e di lacerare la carne del mio ventre.

Comunque, sarebbe una morte molto poetica, degna di me. Di quello che vorrei essere.

Eppure, non riesco a farlo, al solo pensiero, mi si attorcigliano le budella e scoppio in lacrime.

Come se non piangessi già abbastanza, in questi ultimi tempi. La triste verità è che non riesco a farne a meno e, senza un apparente motivo, la tristezza mi riempie, e trabocca dai miei occhi.

E ripenso al suicidio. E’ eclatante il rendersi conto che i pensieri di morte sono come il sesso: non riesci a smettere di farli, finché non sei troppo esausto anche per respirare.

Fisso il marchio che deturpa il mio braccio: l’ennesima scelta sbagliata, che tu non hai mai approvato.

E più ci ripenso, più capisco che il mio futuro non potrà essere meno buio del mio passato, e mi chiedo che diavolo ci faccio ancora qui, se devo soffrire così tanto.

A che serve vivere? A che serve una vita inutile come la mia?

Forse, se mi abbracciassi, sarebbe diverso.

Ma tu non ci sei e, allora, forse, farei molta più scena a morire.

Almeno mi ricorderebbero per qualcosa.

Sogghigno, e passo un dito sulla lama gelida. Sospiro; mi trovo davanti all’ennesima scelta.

E questa volta non sarà quella sbagliata.


eHm…


Per Alice.

Sei la mia vita, Stellina.

Marty

   
 
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