Liquido
vermiglio scorreva tra le intercapedini del pavimento, colava
dalle pareti, ed un odore di ferro impregnava la stanza.
"Dove
sono?" pensò Ania, riaprendo gli occhi, il corpo
circondato
dal buio. Vide se stessa uscire da una casa, calpestando due corpi
acasciati sulla soglia, i loro occhi vitrei spalancati verso il
soffitto. Il sangue le riempiva le mani, che terminavano in lunghi
artigli. I primi raggi del sole le colpirono il viso, illuminando
macchie rossastre sugli steli d'erba . "Quella...non sono
io..".
Ania aprì la bocca per urlare, ma la morsa
dell'oscurità la
immobilizzava. "Yurei, lasciami andare! Hai raggiunto il tuo
scopo!"
Una
risata le riecheggiò nella mente. "Pensi davvero di essere
libera, ora? Vivrai lo stesso, sapendo di aver ucciso delle persone?"
Ania
spalancò le labbra, le parole le uscirono dalla bocca, e
l'oscurità
che la circondava lasciò spazio al prato avvolto dal sole.
«Non li
ho uccisi io...» disse, posando lo sguardo sulle sue mani,
coperte
di sangue. Sussultò, la pelle delle sue braccia era aperta
da
squarci che lasciavano intravedere le carni.
"Come
promesso, ragazza. Me ne sto andando"
«Aspetta!
La mia pelle...»
"Per
quello non posso farci niente. Il tuo corpo si è indebolito
mentre
mi conteneva. In verità, non mi aspettavo si consumasse
così tanto"
Una
sensazione di bruciore le attraversò gli occhi.
«Maledetto, cosa
aspetti ad andartene, allora!»
"E
sia. E' stato un piacere, ragazza". La voce dello spirito
sibilò
alle sue orecchie, per poi allontanarsi dal villaggio. Un soffio di
vento si levò, arruffando i capelli di Ania, e raggiungendo
la
foresta in lontananza.
«Se
n'è andato..» sussurrò Ania, muovendo
un passo avanti. Gemette,
una fitta le attraversò la schiena, il suo corpo cadde a
terra.
L'erba sotto di lei l'accolse, e rivoli di sangue ancora cadevano
dagli steli. Le lacrime uscirono dai suoi occhi, scorrendo sul viso.
«Devo rialzarmi..» disse, stringendo le mani
attorno all'amuleto
avvolto attorno al suo collo, e strisciando le ginocchia sull'erba,
mentre un bruciore le attraversava ogni centimetro della pelle.
«Oh,
ma guarda come sei ridotta...» esclamò una voce
alle sue spalle.
Ania si voltò, puntando gli occhi contro due iridi verdi,
illuminate
dai raggi del sole. «Mephisto...»
«Un
punto a tuo favore, devo ammetterlo. Sei riuscita a scacciare lo
yurei» disse Mephisto, carezzandosi il mento.
«Tu
sapevi ogni cosa, non è vero? Sapevi che questo villaggio
faceva parte del mio passato..». La ragazza strinse l'erba
tra le
mani, mentre il sangue sgorgava dalle sue ferite. «Sapevi
anche che
il mio corpo si sarebbe ridotto così?»
Mephisto
levò lo sguardo verso il sole. «Avresti dovuto
immaginarlo, avresti
dovuto conoscere i tuoi limiti. A volte voi mortali siete proprio un
caso disperato.» Di nuovo quel sorrisino comparve sul suo
viso,
facendo accellerare il cuore della ragazza. L'unica cosa che vi
riusciva, ormai.
«Stronzo...e
pensare che io mi fidavo...» sussurrò Ania,
sollevandosi sulle
ginocchia. Un gemito le uscì dalle labbra, mentre stringeva
con una
mano le ferite sul braccio. Sollevò lo sguardo verso
Mephisto. «E'
finita, allora...» i muscoli le si contrassero, attraversati
da
un'altra fitta.
«Avresti
vinto tu, Ania...» - Mephisto si chinò su di lei,
sfiorandole le
guance - «Ma a quanto pare il tuo corpo è
diventato troppo debole
per sostenere la tua vittoria».
Il
prato, le abitazioni, i corpi accasciati sui pavimenti ed Aokigahara,
scomparvero dalla sua vista. Un braccio le scivolò
sull'erba,
l'azzurro del cielo apparve sopra di lei. "E' finita..."
pensò, posando lo sguardo sugli occhi di Mephisto. Un
sorriso le
comparve sul volto, ed il buio l'avvolse, di nuovo.
-
- -
Un
sentore di rose le arrivò alle narici, i suoi occhi si
spalancarono.
Ania sussultò, una superficie soffice le solleticava la
pelle delle
braccia. Si mise a sedere con uno scatto. «Dove
sono?» - roteò le
mani, e balzò in piedi - «Il mio
corpo...». Si sfregò gli occhi,
guardandosi attorno. Davanti a lei, si stendeva un tappeto d'erba
colmo di cespugli di rose dai petali bianchi. Ania
s'incamminò, la
bocca spalancata, sfiorando una pianta colma di foglie violacee, che
scendevano a grappolo.
«Non
capisco, ero al villaggio, avrei dovuto essere morta..»
pensò, fermandosi di scatto. A pochi passi più
avanti si stagliava un
ponte tinto di rosso, e da sotto proveniva lo scroscio dell'acqua.
«A
quanto pare il mio amuleto ha funzionato!» esclamò
una voce rauca
alle sue spalle. Ania si posò una mano sulla bocca,
voltandosi.
Sazuki era in piedi davanti a lei, sfiorandola con la sua mano
rugosa. «Sei stata coraggiosa, Ania!»
La
ragazza scosse la testa. «Ho scacciato lo spirito, ma cosa ho
ottenuto? Ho dovuto uccidere ancora per accontentarlo...e Mephisto mi
ha lasciata morire, anche se avevo vinto la scomessa..»
Sazuki
la tirò per la mano. «Non hai nulla da
rimproverarti, ora.
Piuttosto, sai dove siamo?» le strizzò l'occhio,
incamminandosi
verso il pontile.
«Ricordo
il mio corpo pieno di ferite...dovrei essere morta...» disse
Ania,
corrugando la fronte. Sazuki ridacchiò.
«Quell'amuleto che hai
portato al collo ti ha protetta. Sai, alcuni esorcisti usavano quei
sassi purificati, ponendoli accanto ai corpi di defunti, in modo che
potessero raggiungere l'altro mondo in pace» l'anziana
allargò le
braccia davanti a lei. «Qui, nel giardino di
Amahara!»
Dopo
il pontile, una fila di piante coperte da boccioli rosa si alzava
da terra, ed i fili d'erba erano avvolti da una luce azzurrina.
«Amahara? Credo di aver letto quel nome su qualche libro che
studiavo all'Accademia...» disse Ania, abbassando la testa
non appena un
uccello dalle piume verdi sfrecciò sopra di lei.
«Questo
posto è un limbo, nel quale risiedono le anime che aspettano
di
reincarnarsi e vivere di nuovo! Andiamo, qualcuno ti sta
aspettando!»
Sazuki s'inoltrò tra i rami dei ciliegi fioriti.
Un
bambino sbucò da dietro uno dei ciliegi, sventolando la mano
in
aria. «Sazuki!» esclamò, correndo verso
di lei.
«Chi è?» chiese
Ania, fissando il ragazzino sorridente.
«Qui
è pieno di anime come le nostre, vedi?» disse
Sazuki, indicando un
gruppo di ragazze in kimono bianco sedute sul prato, intente a
raccogliere fiori. Accanto a loro, due ragazzi sguazzavano in un
torrente, sollevando spruzzi d'acqua.
«Ania!»
Una
voce le arrivò alle orecchie da lontano, Ania
s'irriggidì, il cuore prese a
batterle all'impazzata. «M-mamma?».
Una donna correva sul prato,
nella sua direzione, sollevando il kimono da terra. Ania
spalancò la
bocca, correndo verso di lei, e lasciandosi avvolgere dal suo
abbraccio. «Ania, figlia mia..» sussurrò
la madre, carezzandole la
testa.
«Mamma,
mi dispiace tanto...». La madre le sollevò il
mento, sorridendo.
«Sazuki mi ha detto quanto sei stata coraggiosa. Io e tuo
padre
eravamo accecati dalla paura verso il tuo demone...non sai quanto mi
faceva star male. Ti ho sempre vista come una figlia, ma non riuscivo
ad uscire dalle mie paure»
«Allora
dovremo imparare ad amarci qui» disse Ania, curvando
le labbra verso
l'alto.
«Andiamo
a cercare tuo padre!» esclamò la madre,
prendendola per la mano.
La
luce giallastra, che inondava il cielo, sparì dietro le
chiome degli alberi, e una miriade
di puntini luminosi ricoprì il prato, volteggiando nell'aria.
«Lucciole!» esclamò la madre, afferrandone una con il dito. «Quando eri piccola
adoravi rincorrerle».
Ania corse sull'erba, aprì il palmo della
mano, e quei puntini si posarono sulla sua pelle, riempiendola di una
luce fosforescente.
«Mamma...»
- si distese sul prato, corrugando la fronte - «Sazuki ha
detto che
questo posto è un limbo, dove le anime aspettano di
reincarnarsi. Mi
chiedo, per quanto ancora possiamo stare qui, insieme?»
«Chi
lo sa, chi lo sa...» - la madre volteggiò
sull'erba, soffi di vento
le scompigliarono i capelli - «Forse ore, giorni,
oppure anni? Il
tempo non esiste, per noi». Si sdraiò accanto ad
Ania, prendendole
la mano. «Per questo dobbiamo fare tesoro di questi momenti,
figlia
mia. L'eternità non esiste, nemmeno per noi».
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Eccoci
alla fine di questa storia, spero vi sia piaciuta e che sia stata
piacevole da leggere! Ringrazio chi l'ha seguita\preferita, e chi ha
lasciato la sua recensione. Ania mi stava troppo a cuore per
abbandonarla al suo destino .__. e così ho aggiunto l'ultimo
pezzo, che mi è venuto in mente così,
all'improvviso. :)
Mi è davvero piaciuto scrivere questa storia, cercare i
luoghi dove ambientarla, far agire i personaggi...ah, quanto mi
mancava!
Bene, non ho più altro da dire, ditemi se vi è
piaciuta\se non vi è piaciuta, e non fatevi problemi
nell'inserire le vostre critiche!
Hallo, hallo!