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Autore: harryskatniss    13/07/2014    2 recensioni
-Vuoi fare un accordo con me?- domanda.
-Che genere di accordo?- chiedo incuriosita
-Devi metterti con Niall.- 
-Cosa?-
Ora è tutto chiaro. Sono ferita, nel profondo. Come potrebbe mai un ragazzo a cui piaccio permettere che mi fidanzi con un altro? Però devo farmene una ragione. Ad Harry non piaccio, e nemmeno lui piace a me, punto. Vorrei che fosse vero. Devo levarmelo dalla testa.
-Niall ha preso una sbandata per te, non chiedermi come sia successo. Ti ha guardata per qualche secondo e ha detto che è cotto.-
-Harry, non è giusto. Non si fanno queste cose.- dico io. Se Però se stare con Niall vuol dire viaggiare, andare via da qui e vivere allora lo farò. All'improvviso ferma bruscamente la macchina, si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi. Deve smettere di farlo.
-Va bene, lo farò.- dico tutto d'un fiato. Gli si apre un sorriso sul volto facendo spuntare quelle sue magnifiche fossette.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo diciannove.


-Incinta? Che cosa intendi con "incinta"?- domando facendo il segno delle virgolette con le dita sull'ultima parola. 

Non ci credo che la mia migliore amica sia incinta e che non me l'abbia detto. Sono stata così distratta nel pensare a me stessa e al casino tra Harry e Niall che non mi sono minimamente importata di lei. Di come stesse, di come consolarla per il fatto di Drew, di come aiutarla. Niente. Che migliore amica di merda che sono.

Lei sorride debolmente alla mia affermazione impanicata e risponde con molta calma. Ingrid è una delle persone più isteriche e melodrammatiche che io conosca, sopratutto in alcune situazioni, sopratutto in una come questa e sono sconcertata nel vederla così calma e pacata. Non è affatto da lei.

-Intendo esattamente "incinta". C'è un qualcosa qui dentro.- dice abbassando lo sguardo sorridente sul suo ventre mentre ha una mano appoggiata su di esso.

-Ma come? Cioè, come è successo? Quando?- continuo a domandare a dir poco sconvolta. È tutto troppo strano.

-Devo farti una lezione di biologia per dirti com'è successo Jennifer?- domanda quasi ridendo.

-No, Ingrid.- rispondo innervosita per il suo tono derisorio. Sto solo cercando di rimettere insieme i pezzi di quello che mi sta succedendo intorno, cazzo.

-Perchè non me l'hai detto prima?- domando quasi piangendo per il dispiacere, mentre lei si ricompone e mi prende entrambe le mie mani nelle sue rassicurandomi.

-Jen, non te l'ho detto semplicemente perché eri così presa da Niall, poi Harry ed eri così presa. Non volevo darti altri pensieri e poi l'ho scoperto solo una settimana fa.- risponde guardandomi dritta negli occhi e le lacrime iniziando a scendere formulando la domanda successiva.

-È di Drew?- domando mentre le lacrime continuano a scendere.

-Purtroppo si.- risponde continuandomi a guardare dritta negli occhi, iniziandomi ad accarezzare le guance per togliere il bagnato causato dalle lacrime.

-Io avevo intenzione di dirglielo quando sarei andata da lui a fargli la sorpresa, ma diciamo che non è andata a finire come credevo.- dice con una risata nervosa, mentre iniziano a scendere anche a lei le lacrime.

-Oh Ingrid.- dico per poi attirarla in un abbraccio. Lei inizia a piangere sulla mia spalla molto pesantemente, tanto che inizia anche a singhiozzare. 

-E il bello è che Liam mi fa stare così bene e mi piace tanto ma non voglio dirglielo. Mi odierà. Crederà che sono una poco di buono che si fa mettere incinta a diciannove anni!- quasi urla staccandosi da me e nascondendo il suo viso tra le mani continuando a piangersi addosso.

-Ingrid non piangere. Lo risolveremo, te lo prometto.- dico facendole scoprire il viso.

-Sono alla settima settimana Jennifer. Tra poco sarà tutto evidente. Come farò?- domanda disperata continuando a piangere.

-Come lo dirò ai miei? E poi dovrei dirlo a Drew? Quel coglione. Anzi la più cogliona sono io perché mi sono fatta mettere incinta da uno stronzo come lui!- adesso sta urlando e sta continuando a piangere.

Ecco di nuovo la vera Ingrid.

-Ingrid, ti ho detto che riusciremo a risolvere tutto. Te lo prometto, davvero.- dico afferrandole il viso, guardando dritto negli occhi per convincerla.

-Grazie.- dice soffocando altre lacrime prima che la stringa ancora in un ultimo abbraccio.

 

 

**

 

 

-Ehi siete pronte? L’auto ci aspetta fuori.- sento la voce di Niall provenire dal centro della nostra camera mentre sono in bagno. Mi guardo allo specchio un’ultima volta, prendo un bel respiro ed esco ignorando il permanente dolore al petto che ho quando sono in compagnia del bel biondino irlandese.

-Ehi.- gli si illumina il viso per il sorriso che gli spunta appena mi vede apparire dal bagno.

-Ehi.- ricambio il sorriso, cercando di sembrare più spontanea possibile.

-Come ti senti? Stai bene? Come va la cicatrice? Vuoi rimanere qui e poi raggiungerci nel corso della settimana? Se vuoi posso chiedere a Paul e…-

-È okay, Niall.- lo interrompo rassicurandolo, ridendo per la raffica di domande che mi ha posto in qualche secondo.

-Allora andiamo?- domanda porgendomi il braccio.

-Certo.- affermo sorridendo mettendomi a braccetto con lui, mentre Ingrid è dietro di noi. Non ho il tempo di domandarmi chi porterà le nostre valige che vedo due impiegati in uniforme entrare nella nostra vecchia camera e portare via le valigie.

Una volta arrivati nella hall, ovviamente Harry non c’è. 

-Gli altri?- domando vaga.

-Oh, Harry, Louise, Tom e altri della crew si sono già avviati all’aeroporto.- risponde noncurante, come se non si fosse neanche accorto di aver formulato una risposta.

-Jennifer come stai?- mi si avvicina un Louis abbastanza preoccupato.

-Ehy, tutto bene per adesso. Liam e Zayn?- gli domando poco prima di vedere Ingrid vicino l’entrata girevole parlare con Liam e Zayn intento ad fissarmi da seduto su uno dei divanetti della hall, che però appena incrocia il mio sguardo lo distoglie immediatamente.

-Ragazzi forza, ci sono le macchine che aspettano fuori.- dice un uomo alto e abbastanza robusto, tutto vestito di nero, del quale non riesco a ricordare il nome. Nonostante ci provi, i componenti della loro crew sono talmente tanti che non riuscirò mai a ricordarmi tutti i loro nomi. Credo si chiami Jerry ma non ne sono sicura.

Le fan fuori l’hotel non ci sono e non ho idea di come siano riusciti a tenerle lontane o a far in modo che non ce ne siano nei paraggi. Forse avranno dato indicazioni sbagliate per quanto riguarda l’hotel oppure non ne ho la più pallida idea.

Entriamo velocemente tutti in diverse macchine e raggiungiamo l’aeroporto in circa mezz’ora. Avremmo dovuto metterci molto di meno ma c’è molto traffico.

Arrivati all’aeroporto mi rendo conto che tutte le fan che non c’erano fuori l’hotel ci sono qui. Per farci uscire dalla macchina ci vogliono tre guardie del corpo per ognuno. È pressante e la cicatrice inizia a farmi male di nuovo per via delle numerose spinte e gomitate. Niall non lascia la mia mano nemmeno un secondo per assicurarsi che io stia bene e non posso fare a meno di pensare ad Harry. Dove diavolo è? Perché sparisce così all’improvviso? Perché non fa altro che comportarsi in modo così dannatamente strano?

Appena riusciamo ad entrare dentro metto a fuoco delle figure in lontananza che corrono verso la nostra direzione e solo dopo mi rendo conto che sono la mia famiglia con i miei amici.

-Oh bambina mia!- esclama mia madre abbracciandomi.

-Ti hanno davvero operata? Avevano bisogno del nostro permesso, della nostra firma! Nessuno ci ha chiamati o avvisati in nessun modo!- dice mentre mi tiene sempre più stretta.

-Signora, abbiamo preferito tenere tutto segreto per evitare di attirare l’attenzione dei media.- le spiega Paul, ma non sa che è inutile quando si tratta di mia madre.

-Lei è mia figlia! E io sono la madre! E ho il diritto di sapere se la operano o se è in fin di vita!- urla e giuro di aver visto Paul diventare piccolo quanto un chicco di riso.

-Mi scusi signora, ha tutte le ragioni del mondo. Appena capiterà qualcosa lei sarà la prima a saperlo.- si scusa immediatamente Paul.

-Sarà meglio.- risponde sgarbatamente, ancora, mia madre.

-Tu come stai tesoro? Ti fa male qualcosa? Dove ti hanno operata? Cosa hai avuto?- domanda preoccupata afferrandomi il viso tra le mani stringendolo, non dandomi la possibilità nemmeno di muovere la mascella.

-Mamma.- cerco di dire nonostante i miei occhi e le mie guance siano quasi diventati un tutt’uno.

-Scusa tesoro, hai ragione.- risponde lasciandomi finalmente.

-Ora non credo di avere tempo di parlare ma ti prometto che appena arriviamo a destinazione ti chiamo e ti spiego tutto. Promesso.- le dico poco prima di abbracciarla.

-Jenny fa buon viaggio e chiamaci qualche volta.- dice mio padre poco prima di tirarmi anche lui in un grande abbraccio in cui io mi perdo annusando il suo odore di mente mischiato al fumo. Ho sempre amato il suo odore. 

-E tu, biondino, tratta bene mia figlia.- dice per poi lanciare un’occhiata torva al povero Niall, che in realtà non dovrebbe essere il destinatario di questa raccomandazione.

-Lo farò.- risponde un Niall abbastanza intimidito quanto imbarazzato.

-Jenny se ora te ne vai, quando torni? Non rimani via tanto tempo come l’ultima volta, vero?- domanda Meddie mentre mi guarda dal basso con i suoi occhioni marroni.

-Certo che no. Starò via pochissimo sta volta e quando tornerò avrò un grosso regalo per te.- dico abbassandomi sulle ginocchia per avere la sua stessa altezza, o quasi. Lei mi sorride e si fionda tra le mie braccia. Mi è mancata moltissimo in questo periodo.

-Fai attenzione Jennifer, non mi sono mai piaciuti gli italiani.- mi dice zio Jake prima di pormi la mano in modo che io la stringa e rimane esterrefatto quando invece lo tiro in un grande abbraccio che però, nonostante tutto, ricambia.

-A me invece piacciono eccome. Mandami tante foto!- esclama Isabelle prima di abbracciarmi anche lei. 

-E sta attenta. Mi hai fatta morire di paura.- mi dice all’orecchio prima di lasciarmi definitivamente.

Li saluto con la mano un’ultima volta prima di avviarmi frettolosamente insieme a Ingrid e Niall verso il nostro Jet. Quasi corriamo per poi arrivare al piazzale di decollo degli aeroplani dove in bella vista è parcheggiato il nostro, o meglio, loro Jet. 

Saliamo la rampa e vedo che sono tutti presenti. Il mio cuore fa una capriola appena vedo Harry seduto affianco al finestrino. Indossa una camicia a quadri blu, parzialmente sbottonata in cima, rivelando parte dei suoi tatuaggi, un jeans stretto nero e gli occhiali da sole della RayBan. È intento a fissare fuori dal vetro, nonostante siamo ancora fermi. Ci ha visti entrare di sicuro e non si degna neanche di guardarmi. Dio santo, nonostante ci siamo confessati il nostro amore reciproco e io gli abbia donato la mia amichetta, continua a comportarsi da stronzo. Bene, lo farò anch’io. Se lui mi ignora, lo ignoro anch’io.

Prendiamo tutti posto. Io sono seduta accanto al finestrino affianco ad Ingrid. Di fronte a me c’è Niall e affianco a lui c’è Liam. Nei sedili dietro ai nostri ci sono il resto dei ragazzi mentre in quelli alla mia sinistra ci sono Harry, Louise, Tom e Lux. Ingrid è presa nella lettura del suo romanzo o che so io, Liam la fissa ed è abbastanza….inquietante e io non faccio altro che guardare fuori dal finestrino le nuvole che compaiono e scompaiono al di sotto le ali del Jet. Niall si addormenta quasi subito, era davvero stanchissimo. In realtà dovrei esserlo anche io ma la rabbia che mi ha fatto salire Harry mi ha fatto passare il sonno. Come si fa ad odiare ed amare allo stesso tempo una persona così immensamente tanto? Alterno sguardi a lui e al finestrino e ad un certo punto mi coglie in flagrante e distolgo quasi immediatamente lo sguardo. Basta, ho bisogno di sciacquarmi la faccia per calmarmi. Vorrei andare lì tirargli un ceffone e poi baciarlo. Strano eh? Eppure è proprio quello che vorrei fare in questo momento ma decido che forse è meglio optare per una lavata di faccia con acqua gelida per calmarmi. Quando mi alzo e mi dirigo verso il bagno sento i suoi occhi ardere come fuoco sulla mia pelle. Sposto leggermente la tendina che separa l’aera di “relax” dai due bagni situati uno di fronte all’altro ed entro. Non è brutto come me lo aspettavo. Tutt’altro! È grande quasi quanto quello che abbiamo io e Ingrid nel nostro appartamento. Accendo l’acqua del rubinetto e la regolo in modo che esca quasi gelata, metto le mani a coppa in modo da riempirle ben bene e mi sciacquo la faccia. È una sensazione magnifica. Mi sento già meglio, lo rifaccio ma mi strozzo quasi col mio stesso respiro quando sento la porta del bagno aprirsi e vedo Harry in piedi di fronte a me. Richiude immediatamente la porta dietro di sè e mi maledico per essere un’emerita idiota che rimane la porta del bagno aperta.

Sto quasi per urlargli contro quando mette la sua mano sulla mia bocca per zittirmi. Avvicina il suo viso mostruosamente al mio, sento il suo respiro sulla mia pelle e sento le ginocchia cedermi. Sono ancora arrabbiata con lui, ma non posso impedire a me stessa di provare determinate cose per lui. Ancora determinata ad essere stronza gli lecco il palmo della mano per fargliela rimuovere ma non cede, anzi, sorride e mi sussurra qualcosa nell’orecchio.

-Dovresti usarla per scopi migliori quella tua lingua Jenny.- quasi non svengo all’uso delle sue parole, nonostante mi accigli per l’uso del nomignolo che odio e che usano solo i miei familiari.

A questo punto gli mordo il palmo e dopo un ennesimo sorrisetto toglie la sua mano dalla mia bocca. Continua a fissarmi le labbra adesso e io non posso fare a meno di sentire gli stormi di farfalle nello stomaco anche solo per un suo sguardo.

-Harry esci.- dico convinta indicando la porta con un cenno della testa, incrociando le braccia.

Lui ignora quasi completamente il mio ordine e appoggia le sue mani sulla parrete dietro di me, un po’ più sopra della mia testa. Ora sono in trappola.

-Non è quello che vuoi realmente Jenny.- mi sussurra ancora nell’orecchio.

-E smettila di chiamarmi così!- cerco di sembrare decisa ma quando inizia a lasciare baci dietro il mio orecchio, per poi percorrere la lunghezza del mio collo il mio tono si riduce ad un sussurro.

-Volevo baciarti da quando sei salita.- dice continuando a frugare nel mio collo mentre io cerco di mantenere la mia posizione.

-Tu….tu mi hai … ignorata.- non riesco neanche più a formare una frase continua mentre lascia umidi baci stavolta sulla mia mascella.

-È quello che credi tu.- dice sempre con la sua voce roca e seducente. Io sono ancora a braccia incrociate mentre lo guardo una volta che ha finalmente posizionato il suo viso di fronte al mio.

-È la verità.- lo dico con voce talmente bassa che non credo abbia sentito ma comunque i miei pensieri vengono annebbiati quasi completamente quando le sue labbra incontrano le mie. Non riesco più a mantenere la mia posizione indifferente quando mi afferra per i fianchi poiché incrocio le mani dietro al suo collo e le gambe attorno alla sua vita. Non riesco a pensare più a niente ora che il suo sapore mi invade la bocca e mi inebria i sensi. Mi sento quasi come se fossi sulla luna quando anche ho solo il minimo contatto con lui. 

-Ti amo così tanto.- dice staccandosi dal bacio e non posso fare a meno di sorridere contro le sue labbra. 

-Però sei uno stronzo.- continuo io.

-Sei tu che mi rendi così.- continua guardandomi le labbra.

-Stronzo?- domando ridendo, alzando gli occhi verso di lui.

-No, folle.- risponde sorridendo contro le mie labbra anche lui.

Posa nuovamente le sue labbra sulle mie e dopo un po’ avvicina la sua bocca al mio orecchio.

-Non so cosa mi fermerà dallo scoparti qui dentro se non ci fermiamo adesso.- al suono delle sue parole spalanco immediatamente gli occhi dallo stupore e lui inizia a ridacchiare per poi poggiarmi per terra.

-Andiamo, devo farti vedere una cosa…- dice afferrandomi per mano e aprendo la porta. Lo blocco prima che possa aprirla del tutto.

-Harry! C’è Niall. Non possiamo farci vedere che usciamo dallo stesso bagno, ti pare?- domando sussurrando.

-Niall dorme e poi c’è la tenda.- risponde sicuro di se.

-Esci prima tu e poi esco io.- istruisco, e lui fa come dico, non prima di aver alzato gli occhi al cielo.

Esce e dopo qualche secondo esco io. La tendina è ancora chiusa quindi non ci ha visti nessuno. Mi prende per mano e mi dirige lungo un corridoio fino ad arrivare davanti ad una porticina bianca con un vetro a forma circolare in cima. Credo che sia la camera di pilotaggio ma non ne sono sicura.

Harry digita qualche numero su un piccolo schermo affianco alla porta, dopodiché abbassa la maniglia della porta e ci ritroviamo nella camera di pilotaggio e quasi svengo quando vedo che non è presente né un pilota né un copilota. Le cuffie sono appoggiate sulle sedie e quella specie di joystik si muovono da soli. Harry forse nota che sono sbiancata e si affretta a spiegare.

-C’è il pilota automatico. Matthew e Ryan saranno in pausa.- dice guadandomi divertito. 

C’è un intero ripiano pieno di pulsanti, leve e tastierini di ogni genere e colore. E la vista da qui è semplicemente qualcosa di magnifico. Davanti a me ho un’intera visuale del cielo intorno a me. Sembra di star volando, e non su un aereo. Vengo distratta dai miei pensieri quando vedo Harry sedersi al posto del pilota e mettersi le cuffie.

-Che diavolo fai?- domando con un tono più rude di quanto volessi.

-Piloto.- dice poco prima di iniziare a parlare a vanvera in un aggeggio, per poi iniziare a toccare qualche pulsante colorato e qualche leva.

-Cosa? Tu…cosa? Sai pilotare un aereo? Io credevo che a malapena sapessi guidare un’auto!- esclamo sconvolta, mentre lo guardo armeggiare con quella roba. È dannatamente sexy.

-Ci sono molte cose che non sai di me, Jenny.- dice voltandosi verso di me, sorridendo come un bambino.

-Smettila di chiamarmi così. Odio quel soprannome.- dico continuandolo a guardare mentre ora credo stia chiedendo l’autorizzazione di prendere il controllo. Non è serio.

-Vieni e siediti affianco a me. Ti proclamo mia copilota.- dice senza distogliere lo sguardo dal cielo difronte a lui.

-Io cosa? No, te lo scordi.- dico incrociando le braccia fissandolo.

-Dai sarà divertente. Giuro che non dovrai fare niente. Solo guardarmi.- Oh, questo va bene.

-Okay, ma guai a te se mi fai fare qualcosa.- dico poco prima di sedermi alla sua sinistra e mettendomi le cuffie.

-Mi senti?- domanda e sento la sua voce rimbombarmi nella testa per via forse del volume troppo alto delle cuffie. Sorrido e non so neanche il perché e dopo avermi vista sorride di rimando anche lui. Dopo qualche secondo sento che hanno autorizzato Harry a prendere il controllo.

-Ci siamo piccola.- dice, credo riferendosi all’aereo, o forse… afferra il volante e vedo adrenalina crescere nel verde dei suoi occhi. È così dannatamente bello. Vedo i muscoli delle sue braccia e del suo volto contrarsi per la tensione e per la concentrazione e giuro di non aver mai visto niente di più bello in vita mia.

-Ora devi aiutarmi.- sento di nuovo la sua voce propagarsi nelle cuffie dopo qualche minuto.

-Cosa? No!- esclamo senza neanche pensarci. Di certo non mi metto a pilotare un aereo mettendo a rischio delle vite umane.

-Sai Jenny, mi sto davvero annoiando a pilotare e credo che tra qualche secondo premerò questo pulsante che darà a te il controllo e se non piloterai, purtroppo, l’aereo precipiterà.- dice con tono cantilenante, indicando un pulsante giallo abbastanza grande con su scritto “passaggio di controllo”. Non è serio. Ne sono sicura, ma le mie sicurezze vengono abbattute quando lo vedo premere il pulsante. Questo ragazzo è pazzo. Dannatamente, fottutamente pazzo. Dopo averlo guardata persa per qualche secondo mi rendo conto della situazione e afferro immediatamente il mio.. volante?

-Harry che cazzo. Aiutami! Che cazzo faccio? Oh mio Dio. Moriremo tutti.- inizio a sbraitare nel panico mentre lui è seduto tranquillo che mi guarda dal suo posto con un sorriso coglione sulle labbra. 

-Stai tranquilla Jennifer, rilassati.- dice poggiando i gomiti sulle sue ginocchia mentre mantiene la sua testa rispettivamente con le mani.

-No cazzo Harry, non sto tranquilla.- esclamo sconvolta mentre cerco di… pilotare?

-Stai pilotando comunque. Aspetta ora ti aiuto.- dice alzandosi finalmente da dov’era prima e posizionandosi in piedi dietro la mia sedia. Si abbassa parzialmente appoggiando le sue mani sulle mie sul volante.

-Rilassati. Sei troppo tesa. È una cosa bellissima se ti rilassi facendola.- mi sussurra all’orecchio e sento i nervi sparire nel nulla. 

-Ok, devi semplicemente mantenere dritto il volante e per il resto l’aereo fa tutto da solo.- dice continuando a tenere le sue mani sulle mie e solo dopo poco mi rendo conto di quello che sto davvero facendo.

-Oh mio Dio, sto pilotando un aereo.- esclamo sorridendo come un’idiota. È una sensazione fantastica.

-Si che lo stai facendo, piccola.- sento degli animali indistinti camminare dentro di me quando lo sento pronunciare quel nomignolo riferito a me. 

Inizia ad avvicinare la sua bocca ancora di più verso il mio orecchio e sento la solita elettricità scorrere in me.

-Harry mi….mi distrai.- dico mentre mi beo del suo tocco. Inizia a baciarmi il mio punto sensibile sotto l'orecchio destro e poi mi mordicchia il lobo.

-Harry smettila.- dico quasi in un sussurro. Quando inizia a soffiare sul bagnato provocato dai suoi baci quasi non svengo. E sono seria.

-Ok, ma solo perché non voglio morire.- sussurra prima di allontanarsi da me. Preme qualche bottone e sento il volante vibrare e poi irrigidirsi sotto le mie mani.

-Ho rimesso il pilota automatico. Ora puoi respirare.- dice sorridendo e io rilascio un respiro che non sapevo di star trattenendo.

-Che sta succedendo qui?- sento la porta aprirsi e scatto con la testa verso quella direzione. Oh cazzo.

-Le stavo semplicemente mostrando la camera di pilotaggio. Niente di più.- risponde Harry, ovviamente con tono noncurante, all'uomo pelato appena entrato in cabina.

-Va bene Styles, però ora dobbiamo prendere noi il comando, almeno che non vuoi pilotare tu stavolta.- continua l'uomo che credo sia Ryan per via della "R" cucita sulla sua divisa.

-Non mi va ora. Noi andiamo.- gli risponde Harry senza alcuna emozione nella sua voce mentre esce dalla camera e io lo seguo.

-Potresti anche essere un po' più cortese.- sussurro una volta chiusa la porta dietro di me.

-Potrei. Ma non mi va.- dice sorridendo alla fine della frase.

-C'è solo una persona con cui voglio essere cortese. E non è Ryan.- dice poco prima di uscire dalla tenda e rivolgermi un ultimo sorriso.

-Si ricomincia.- sussurro a me stessa. Prendo un bel respiro ed esco. Liam si è addormentato, come anche Ingrid ma non vedo Niall seduto al suo posto. Harry si risiede, impassibile, e io non so se risedermi o andare a cercare Niall dato che molto probabilmente lui starà cercando me, dato che sono stata via per una buona mezz’ora. Cosa potrà pensare? E se mi ha visto o mi ha sentita? E se ha visto Harry uscire dal mio stesso bagno? Oh mio Dio che cosa potrebbe accadere? Perderei Harry e Niall. E tutti mi odierebbero e mio Dio mi odierei anch’io.

-Indovina chi è?- domanda una voce alle mie spalle quando due mani mi oscurano la vista. Dato il suo umore, non credo che abbia visto niente riguardante me e Harry e tiro un respiro di sollievo. Ma poi perché deve essere sempre così dannatamente felice quando invece io lo sto tradendo con uno dei suoi migliori amici? Oh già, lui non ne è consapevole. 

-Mhh, un biondino irlandese con begli occhi?- domando ridendo. Risata finta, inutile dire.

-Forse.- risponde la sua voce dietro di me poco prima di baciarmi velocemente e togliere le mani ad ostruirmi la vista.

-Dov’eri?- domando avviandomi al mio posto con lui al mio fianco.

-A fare una…cosa. E tu?- domanda a sua volta.

-In bagno.- rispondo in fretta. 

-Aspetta, vieni con me.- dice quasi proprio nel momento in cui sto per sedermi al mio posto. Annuisco e afferro la mano che mi sta porgendo. Quando iniziamo a camminare nel corridoio opposto a quello dove ci sono i bagni inizia a salirmi l’ansia. Dove diavolo stiamo andando? Dopo aver attraversato la tendina oltrepassiamo un paio di porte prima di fermarci davanti ad una parta in legno che sembra quasi la porta di una casa. È impressionante quando sia grande questo jet. La apre e mi ritrovo davanti un enorme letto matrimoniale ricoperto di petali di rose, le finestre scoperte dalle tende in modo da poter mostrare il magnifico paesaggio composto da nuvole al di fuori. Si sente un odore di lavanda magnifico ma appena mi rendo conto tutto questo a che fine è stato preparato inizio ad andare nel panico. Mi fermo nel bel mezzo della camera e a malapena percepisco la presenza di Niall dietro di me. Mi giro di scatto e quasi non gli do una testata per quanto siamo vicini.

-Niall è tutto bellissimo… e…. ma…- inizio con voce tremolante mentre continuo a guardarlo avvicinarsi lentamente. Dio ti prego aiuto. Come faccio ora? Non ho intenzione di andare a letto con lui. Nè ora né mai.

-Jennifer è solo che mi sento così bene a stare con te. Tu mi fai stare così bene. Era da un secolo che preparavo tutto questo per te e speravo solo che saresti stata d’accordo. Ma con l’operazione e il resto, l’ultima cosa che voglio fare è pressarti ma io ti desidero così tanto.- dice una volta arrivato difronte a me e avermi preso entrambe le mani nelle sue. Il mio cuore affonda all’idea di un Niall impegnato a preparare tutto questo per me ma non posso assolutamente. Mi sento così male con me stessa per tutto quello che sta accadendo ma proprio non posso. L’ansia continua a salire quando inizia a baciarmi il collo nello stesso punto dove poco prima mi ha baciata Harry.

-Niall i-io non so… io.- sono nel panico. Completamente nel panico e non ho idea di come andrà a finire tutto questo. Quasi urlo di gioia quando sento bussare alla porta e Niall si stacca a malavoglia dal mio collo.

-Chi è?- urla rimanendo ancora di fronte a me.

-Niall amico sono Harry.- grazie al cielo. Questo ragazzo è la mia salvezza. In tutti i sensi.

-Cosa c’è?- domanda ancora Niall infastidito. Ti prego Harry tirami fuori da qui.

Dopo qualche istante di silenzio finalmente Harry risponde.

-Lux ha… ha vomitato e non.. non riusciamo a tenerla buona. Sai com’è fatta. Solo tu in questi casi la riesci a far divertire. Sta facendo impazzire tutti.- sento Harry dire dall’altra parte della porta e prego in silenzio che Niall venga preso dalla compassione anche in un momento del genere.

Lo guardo chiudere gli occhi e decidere cosa fare. Ci sarà in atto una battaglia interiore in questo momento che non riesco nemmeno ad immaginare solo per decidere cosa fare.

-Okay.- dice esasperato poco prima di darmi un leggero bacio sulle labbra e voltarsi per uscire. 

Appena lo vedo uscire e dirigersi verso la sala “relax” mi siedo sul letto e rilascio un respiro che non mi ero nemmeno resa conto di trattenere. Harry è fermo sulla soglia della porta, entra per un secondo e, dopo aver osservato per bene la camera e avermi dato un ultimo sguardo, si gira di spalle e se ne va. Ma che cazzo c’è di sbagliato in lui? 

-Jennifer… Jennifer svegliati. Siamo atterrati.- sento una voce sussurrare al mio orecchio. Spalanco immediatamente gli occhi e mi ritrovo stesa in mezzo a una dozzina di petali di rose. Mi ci vuole qualche secondo per ricordarmi dove mi trovo e come ci sono arrivata. Poco dopo riesco a mettere a fuoco la figura di Ingrid inginocchiata alla mia altezza davanti al letto.

Mi strofino lentamente gli occhi prima di alzare la schiena dal materasso.

-Bel lavoretto ha fatto il biondino.- ride lei guardandosi intorno.

-Già… peccato che non sia stato ripagato come sperava.- rispondo abbassando lo sguardo sul mio grembo. 

-Ehi, non pensarci. Ora corriamo in hotel che dobbiamo prepararci al meglio per la sfilata di stasera!- esclama eccitata iniziando a battere le mani. 

-Wow, calma. Quale sfilata?-

 

 

**

 

 

-Tanto non ci vengo. Non so quante volte dovrò ripetertelo ancora.- dico mentre sono seduta a gambe incrociate al centro del letto matrimoniale della nostra stanza e la guardo andare avanti e indietro tra il bagno e il centro della camera per trovare il vestito che sta cercando.

-Dai Jennifer, ti prego.- mi chiede continuando a correre per la stanza. Almeno si è ripresa da ieri e non sta avendo nessun attacco di nausea, ed è un bene. Almeno credo. Mi fa piacere che lei sia felice ma sono davvero troppo stanca. Poi andrà Harry e ci sarà ovviamente anche Niall e non so se ho voglia di rimanere nella stessa stanza in compagnia di uno mentre c’è l’altro. In realtà starei nella stessa stanza in cui si trova Harry senza problemi. Ma non so se per oggi ho ancora pazienza per continuare a sopportare i suoi sbalzi di umore e la sua freddezza, mentre sono con Niall per di più! Vorrei solamente stare con Harry ed essere serena ma non so se sarà possibile. Non credo proprio.

-Ti prego Jennifer e poi sono sicura che se tu non verrai non verrà neanche Niall. E dovrete stare insieme. E non sai cosa accadrà.- continua lei mentre ora è in bagno.

-E se invece rimanesse Harry al posto di Niall?- domando immaginandomi che accada così. Sarebbe perfetto anche se so che è una cosa impossibile.

-Non credo sia possibile. Harry lo farebbe di certo, ma credo che abbia almeno un minimo di cervello e che capirebbe che Niall sospetterebbe qualcosa vedendolo restare qui con te mentre gli altri escono.- ragiona lei e io le do ragione in silenzio. In fondo sapevo che era una cosa impossibile ma era bello almeno solo immaginarla.

-A proposito di Harry. Oggi l’ho visto abbastanza nervoso e irrequieto. È successo qualcosa?- domanda per poi tornare in camera, una volta uscita dal bagno.

-In realtà si ma è talmente strano. Prima viene in camera mia e mi bacia, poi se ne va e mi ignora per il resto del tempo, poi in aereo vado in bagno, lui mi segue e mi bacia ancora, poi mi fa pilotare un jet e poi mi ignora ancora e sembra quasi furioso con me. È qualcosa di ingestibile. Non so cosa gli gira per la testa e non ho idea del come faccia a cambiare umore così velocemente. Prima mi apre tutto il suo cuore e poi si comporta da stronzo totale. Non so cosa fare con lui a parte assecondarlo.- dico tutto d’un fiato e poi noto che Ingrid mi sta guardando con un’espressione a dir poco sconvolta.

-Tu hai pilotato cosa? Sei seria?- domanda sconvolta guardandomi quasi con gli occhi che le fuoriescono dalle orbite.

-Io ehm… beh si. Però comunque ho deciso di venire.- cambio argomento per evitare altre domande e appena informo la mia migliore amica di voler partecipare all’evento di stasera, o meglio, stanotte, poiché sono le nove passate e la sfilata dovrebbe iniziare alle dieci, il viso le si illumina e mi getta addosso un vestito color menta da indossare.

Mi alzo dal letto e corro in bagno a prepararmi dato che tra mezz’ora saremmo dovuti partire. Non ho idea del perché la sera prima di un concerto debbano partecipare a questi eventi a mio parere insignificanti. Odio le sfilate e odio ancora di più le modelle. Credo che siano degli essere umani privi di grasso e senza anima. Forse esagero ma le vedo così. Scarne, inespressive e tristi. Molto tristi. Però Milano è anche la città della moda e in questo periodo ci sono le sfilate della “settimana della moda” in cui vengono presentati i capi dei migliori stilisti al mondo e non mi sorprende che i ragazzi debbano partecipare.

Mi lavo velocemente i denti, mi spazzolo i capelli facendo la fila a lato e mi infilo il vestito color menta che mi ha prestato Ingrid. È molto carino. Ha una sola spalla, quella destra, è attillato sul petto e proprio sotto il seno c’è un elastico doppio nero dopo il quale l’abito scende in modo molto leggero e fluente, creando delle piccole onde, arrivandomi poco più su all’altezza del ginocchio.

Decido di mettermi un po’ di mascara e di coprire le vistosissime occhiaie con del correttore.

Esco dal bagno e trovo un Ingrid in uno stupendo abito da sera rosso lungo fino ai piedi. Stretto sul seno, senza spalline e poi liscio fino al suolo. È mozzafiato con i suoi capelli biondi cenere arricciati alla perfezione e gli occhi grigi contornati da una sottile linea nera.

-Sei bellissima Ingrid.- le dico sorridendo.

-E tu non sei da meno tesoro.- esclama venendomi accanto.

-E poi ho dovuto mettere questo per nascondere queste.- dice allungando il piede, mostrandomi le sue Toms nere.

-Meglio evitare i tacchi… almeno per i prossimi sette mesi.- dice ridendo. Sono contenta che la stia puntando sul ridere e che si stia responsabilizzando, pensando al bene della creatura dentro di lei.

Chissà se sarà un maschietto o una femminuccia. Come lo\a chiamerà? Voglio assolutamente partecipare alla scelta del nome. 

-Io che scarpe metto?- domando guardandomi in giro.

-Ovvio! Quelle che non posso mettere io.- dice porgendomi un paio di vertiginose scarpe col tacco in tessuto nere.

-No.- esclamo allontanandomi, quasi impaurita.

-Jennifer, sono le uniche scarpe adatte a questo vestito. Fallo per me. Almeno che non ti facciano male per via dell’operazione.- continua lei. A dire il vero mi ero quasi dimenticata dell’operazione di oggi. Il dolore alla schiena è quasi del tutto sparito e la cicatrice non fa nemmeno molto male, quindi non è questo il problema.

-E va bene, però metti nella tua borsa un paio di Toms in più per me nel caso non riesca a sopportare il dolore.- le dico poco prima che qualcuno bussi.

-Vado io.- dice lei porgendomi le scarpe.

Saltello per  la stanza infilandomele fino ad arrivare anch’io davanti la porta e quasi non cado a terra quando vedo Harry in piedi lì. Indossa dei jeans neri stretti, come sempre, una camicia nera in tessuto completamente trasparente che lascia intravedere il suo torace tonico e tutti i suoi tatuaggi, una giacca nera da smoking e un semplice foulard nero a pois bianchi. Quasi non soffoco alla sua vista. È troppo bello per essere reale e l’odore della sua colonia che arriva fino a me senza problemi non aiuta molto.

-Volevo solo sapere se venivate entrambe.- dice freddo.

-Viene anche Jennifer se è questo che vuoi sapere.- gli dice Ingrid e lui si limita a guardarmi, stringersi nelle spalle e andarsene. Giuro su tutto che se stasera mi ignora come sta continuando a fare ora non gli parlo più. Mai più.

Ingrid chiude la porta e si gira perplessa verso di me

-Lo vedi? Io non riesco a capirlo. Mi manda all’esaurimento!- esclamo arrabbiata.

-Jennifer, lo so che è dura ma io ho visto come vi stuzzicate entrambi. Ho visto che sai tenergli testa. Continua così.- dice avvicinandosi a me.

-Oh certo che gli terrò testa a quella testa di cazzo!-

 

 

**

 

 

Siamo tutti arrivati nella sala dove si terrà la sfilata. Vedo persone che continuano a salutarne altre mentre si vede perfettamente che lo fanno solo per educazione o per fare bella figura dato che in realtà si odiano a morte. È una cosa odiosa. 

Prendiamo posto in prima fila. Alla sinistra della passerella. Io sono seduta tra Louise e Niall, affianco al quale c’è Liam. Harry non l’ho più visto da quando ha bussato alla nostra porta. Forse non è venuto. E se non è venuto, dov’è? Con chi è? Decido di indagare. Approfitto del momento dato che Niall è in piedi a parlare con non so chi e mi rivolgo a Louise.

-Louise, non vedo Harry. Non è più venuto? - domando sembrando più disinteressata possibile.

-No è venuto. È proprio lì.- mi dice indicandomi un posto dalla parte opposta della passerella. Proprio di fronte a me c’è seduto Harry che era intento a guardarmi, almeno finché non mi sono girata verso di lui ed ha distolto lo sguardo. Non posso fare a meno di sentire una scarica non indifferente di rabbia quando noto la ragazza dai capelli color argento seduta affianco a lui, intenta a conversare e a toccargli perennemente la gamba. Quella gamba è mia, stronza.

-Oh e quella ragazza? Avete lo stesso colore di capelli!- continuo riferendomi a Louise nel modo più disinteressato possibile. Sperando di essere una buona attrice. 

-Credo si chiami Alex ma non ne sono sicura. Suo padre è uno stilista che presenterà la sua nuova stagione primavera-estate stasera.-mi informa. Dio è figlia di uno stilita. Brutta ricca puttana leva le mani dal mio ragazzo.

-Ah, capito.- rispondo per poi rivolgere la mia attenzione a Niall che torna a sedersi accanto a me. La sfilata inizia nel giro di qualche minuto e cerco con tutta me stessa di non sbadigliare durante a sua durata. Le modelle, ovviamente, sono smorte e senza espressione e i capi non mi entusiasmano affatto. Non sono mai stata una grande appassionata di moda, eppure eccomi qui. Provo con tutta me stessa ad ignorare Harry che per buona metà della prima ora continua a fissarmi e me ne accorgo per quelle poche volte che ho cercato di guardarlo e l’ho colto in flagrante. La sfilata continua e adesso non mi sta più fissando. Sta davvero guardando le modelle? Oh mio Dio. Le sta davvero guardando sfilare porca puttana. Lasciando perdere che i suoi sguardi sono annoiati e stanchi ma le sta pur sempre guardando. Cazzo. Presa dalla rabbia afferro la mano di Niall e la appoggio sul mio ginocchio. Così vediamo chi fa ingelosire chi. Inizio a guardare anch’io gli abiti e dopo poco sento lo sguardo di Harry su di me. Posso percepire la sua gelosia da qui e quasi mi esce il sangue per quanto mordo l’interno della mia guancia per evitare di sorridere.

Quando sposto lo sguardo su di lui sta sussurrando qualcosa all’orecchio di quella Alex e lei ride e gli appoggia una mano sul ginocchio e lui le sorride e le permette di farlo.

No. 

No.

No.

Questo è troppo.

La sfilata dura ancora una quindicina di minuti e io ho ignorato Harry tutto il tempo dopo l’ultima cosa che ho visto. Sono troppo arrabbiata. Non ho cercato nemmeno di scoprire se mi stesse fissando o cose del genere. Sinceramente, sono talmente accecata dalla rabbia che non mi interessa neanche più se mi guarda. 

Ingrid e Liam dopo la sfilata vanno a fare una passeggiata non so dove. Da come dice Liam deve essere un posto davvero tranquillo e credo che forse Ingrid coglierà questa occasione per parlargli.

Io e gli altri, tranne Harry che non vedo dal termine della sfilata, arriviamo in hotel in poco tempo. Alcuni di loro decidono di fermarsi nella Hall a rilassarsi un po’ mentre io e Niall saliamo di sopra. Spero solo di non ritrovarmi in una situazione simile a quella di oggi pomeriggio.

Arriviamo al nostro piano con l’ascensore e ci avviamo verso il corridoio. La sua camera è proprio all’inizio mentre la mia si trova in fondo.

Giunti di fronte alla sua porta gli do un piccolo bacio della buonanotte e poi mi avvio verso la mia camera. Fortunatamente non ha fatto domande riguardo oggi e non ha messo l’argomento in mezzo. Se l’avesse fatto non so come me la sarei cavata.

Prima di continuare a camminare lungo il corridoio mi fermo un secondo per togliermi le scarpe. Non le riuscirei a sopportare neanche un secondo di più. Mi appoggio con una mano al muro reggendomi e con l’altra me le sfilo lentamente. Dopo essermele tolte entrambe tiro un sospiro di sollievo e sento la porta dell’ascensore aprirsi ma decido di non girarmi. Non credo che ci siano pazzi assassini assetati di sangue a quest’ora in questo albergo. 

Continuo a camminare verso la mia camera e proprio mentre metto una mano nella borsa per trovare la chiave magnetica qualcuno mi copre la bocca con la mano e, dato l’odore che emana che mi mette i brividi, ci metto poco a capire chi è. Cosa diavolo sta facendo. E perché sta prendendo l’abitudine di mettermi una mano davanti alla bocca? Lo odio in questo momento e non voglio nemmeno stargli vicina. O meglio, certo che lo voglio ma vorrei non volerlo dato il modo in cui si è comportato con me questa sera.

-Shh Jenny.- dice voltandomi in modo che ci ritroviamo faccia a faccia, tenendo ancora la sua mano davanti alla mia bocca. Perché continua a farlo? È talmente idiota che crede che urlerei e ci farei scoprire da tutti? Mi imbroncio di più di quanto fossi prima per via del nomignolo che usa.

-Ora tolgo la mano ok?- domanda guardandomi ancora sorridendo e faccio fatica a non sorridere di rimando anch’io. Non faccio nessun cenno di assenso ma lui mi scopre comunque la bocca.

-Vattene.- dico girandomi.

-Cosa? No! Tu vieni con me.- dice afferrandomi per il polso ma lo strattono convinta rimanendo dove sono, senza fare nemmeno un passo. È ovvio che in realtà vorrei andare con lui ma deve capire che deve smetterla di comportarsi da stronzo con me per far sì che la nostra “relazione” possa funzionare.

-Se la metti così…- dice per poi avvicinarsi mostruosamente a me. Accade tutto così velocemente che non mi rendo nemmeno conto che mi afferra per i fianchi, caricandomi in spalla e dirigendosi verso quella che dovrebbe essere la sua camera.

-Harry mettimi giù!- esclamo tirando la sua giacca da dietro la schiena per farlo fermare ma i miei tentativi di fermarsi sembrano del tutto vani poiché tutto ciò che fanno è divertirlo. 

-Shh non vorrai svegliare tutti.- dice per poi darmi uno schiaffo giocoso sul sedere. Sussulto al suo tocco e sento il suo petto vibrare sotto di me, cosa che mi fa capire che sta ridendo in silenzio.

Sorrido sapendo che non può guardarmi ma il sorriso svanisce quando ricordo quello che ha fatto.

Non mi sono neanche resa conto che siamo arrivati fuori l sua camera. Lui da un calcio alla porta che probabilmente aveva lasciato apposto aperta e una volta entrato dentro e aver chiuso la porta dietro di lui mi poggia a terra. Io do le spalle alla porta e lui è proprio di fronte a me.

-Voglio andare in camera mia.- dico incrociando le braccia, evitando il suo sguardo.

-Sei sicura… Jenny?- domanda con un tono stuzzicante mentre si avvicina di più a me. So cosa ha intenzione di fare e sta volta sono più che motivata a non dargliela vinta.

-Si.- rispondo fredda alzando lo sguardo verso di lui.

-Non fare così Jenny.- continua ad avvicinarsi.

-Ti ho detto che non devi chiamarmi così!- esclamo innervosita. Credo che inizi a rendersi conto del mio umore dato che vero del dubbio lampeggiare nelle sue iridi verdi.

-Perché non ti sei portato in camera quella Alex? Oppure, perché non una di quelle bellissime modelle che continuavi a fissare mentre sfilavano sulla passerella?- le parole ruzzolano via dalla mia bocca per via della rabbia. Magari così sembrerò una tipica fidanzata psicopatica presa da un attacco di gelosia ma in questo momento non mi importa. 

Alla mia domanda, ovviamente, sorride compiaciuto e continua ad avvicinarsi.

-Sei gelosa, Jennifer?- domanda. Adesso sento il suo alito che sa perennemente di meta pizzicarmi la pelle e anche se dentro sto facendo una gran fatica per non baciarlo fuori riesco a rimanere impassibile.

-No.- mento continuandolo a fissare negli occhi. Non gli darò questa soddisfazione

-A me sembra il contrario.- continua lui.

-Tu di certo lo sei.- continuo io, stuzzicandolo.

-Si ma io lo ammetto.- dice. Adesso i nostri petti sono completamente attaccati e lui alza le sue braccia a livello della mia testa, poggiandole sulla porta.

-Beh, io no.- continuo.

-Volevo tirarti fuori da questo vestitino da quando ti ho vista entrare nella sala. Ci saresti dovuta essere tu su quella passerella. Non quelle modelle smorte senza vita.- mi sussurra all’orecchio e quasi non svengo per le sue parole. Chiudo gli occhi mentre continua a parlare.

-Le osservavo solo cercando di immaginarmi ogni singolo abito addosso a te. Perché sicuramente avrebbero fatto più effetto. Ma guardandolo più da vicino, questo che hai è perfetto.- continua a sussurrare per poi darmi baci lungo il collo.

-E che mi dici di Alex?- domando quasi in un sussurro.

-Volevo farti ingelosire. E a quanto pare ci sono riuscito.- sussurra ancora.

-Tu menti.- dico aprendo di nuovo gli occhi poiché l’immagine di lei che ride ai suoi sussurri e gli mette una mano sul ginocchio proprio non vuole abbandonare la mai mente.

-Oh Jennifer, Jennifer, Jennifer. Tu sei l’unica che voglio. L’unica che da ora in poi porterò in camera con me. L’unica che mi interesserebbe guardare sfilare per delle ore su una passerella. L’unica che voglio far ridere. L’unica che voglio rendere felice. L’unica di cui mi interessa qualcosa. L’unica che amo.- dice spostando il suo sguardo sul mio e quasi non soffoco nell’udire le ultime tre parole “l’unica che amo”.

-E allora perché continui a comportarti da stronzo?- domando prima di rendermene conto.

-Perché non so come altro comportarmi. E poi è più eccitante e anche tu fai la stronza con me.- continua sorridendo. In effetti ha ragione ma deve smetterla lo stesso.

-Si ma tu mi confondi così tanto con i tuoi sbalzi d’umore continui.- 

-E tu invece mi fai impazzire con la tua indifferenza.- continua lui con il mio stesso tono.

-Sei anche tu indifferente.- continuo io.

-Ma tu lo sei di più.- ribatte lui.

-Si ma..- vengo interrotta dalle sue labbra sulle mie. Senza rendermi conto di quello che facessi gli afferro velocemente il collo e lo attiro più vicino a me. Lo amo e ho bisogno di lui. Ne ho davvero bisogno, più di quanto vorrei. 

Harry mi afferra peri fianchi, attirandomi più verso di lui a sua volta.

-Indossa vestitini più speso Jennifer.- dice staccandosi dal baci mentre con la mano inizia a risalire la mia coscia destra. Sento la mia pelle bruciare sotto il suo tocco. E sta per posizionarmi sul letto quando qualcuno bussa alla porta. Ci fermiamo entrambi immediatamente e ci voltiamo in sincronia verso l’entrata.

-Chi è?- urla Harry. Che deja vu.

-Harry sono Niall.-

Merda. Merda. Merda.









eeeeeehi babies, eccomi qua dopo tanto, tantissimo tempo. Mi dispiace che sia passato così tanto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato ma vi ho detto il perchè, lol. Sono stata a milano e poi sono stata nella mia "depressione post-concerto" che è durata un bel po'. Non l'ho ancora smaltita del tutto ma vabbè, comunque eccomi qui. 
Per farmi perdonare di quanto vi ho fatto aspettare il capitolo stavolta è bello lungo. Spero vi piaccia.
Accadono un bl po' di cose e non vedo l'ora di scoprire cosa ne pensate!
Fatemi sapere tutto nelle recensioni, vi raccomando!
Alla prossimaaaaaaa
Ah, io domenica parto per dublino e spero di riuscire ad aggiornare entro le prossime tre settimane. Ma sperso di farcela.
Anyway, detto questo.
ci si vedeeeeee (:

  
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