wakin’ up
(
I see that everything is okay )
Si
sveglia lentamente, senza fretta. Senza fretta è il modo in cui la mano di lei
gli scosta i capelli dal viso. Resta a occhi chiusi a sentirne il contatto, l’odore,
l’esistenza stessa – non importa quanto tempo sia passato, l’imbarazzo è sempre
lo stesso, così come il senso di serena realizzazione che lo riempie ogni volta
che lei lo tocca o gli parla o anche soltanto lo guarda – ma Sakura, come
sempre, si accorge da sola che è sveglio.
«Buongiorno,
Shaoran.»
«Mh.» Si passa il braccio libero, quello che non le circonda
i fianchi, sulla fronte e sugli occhi. È solo un pretesto per prendere la sua
mano e portarsela alle labbra. A occhi chiusi è più facile, è sempre più
facile. «Che giorno è?»
Sakura
ridacchia piano nel suo orecchio sinistro. «Sapevo di mandarti in confusione,
ma non fino a questo punto.»
Shaoran neanche si
preoccupa di nascondere il rossore che si sente in volto – tanto, il tempo e
una realtà che trascende qualsiasi tipo di sogno gli hanno insegnato che quella
è la prima cosa che lei ama di lui al mattino.
«Comunque»
bisbiglia ancora Sakura, accoccolandosi meglio al suo fianco, «è il tredici
luglio. Buon compleanno.»
Le
risponde con un mezzo sorriso addormentato a metà.
«Se
mi lasci andare vado a prendere il tuo regalo» continua lei, divertita.
Shaoran non ci pensa
nemmeno, a lasciarla andare. La circonda con tutte e due le braccia e la tiene
ben stretta, gli occhi ancora chiusi, il naso che le preme sulla fronte. Si domanda
se riuscirà a dirle ad alta voce che non ha bisogno di nessun regalo, che questo – lei, lei abbracciata a lui, lei
in un letto abbracciata a lui – gli basta e gli basterà per tutta la vita e
anche oltre.
«Guarda
che ho fatto le cose per bene, stavolta.» Sakura non desiste. Avrà anche
imparato a giocare con il suo imbarazzo, ad avvolgere il proprio dentro una
risata consapevole, ma in questo non è mai cambiata. «Tomoyo
me ne ha parlato per prima, e quando mi ha detto dei lupi me ne sono
innamorata...»
Shaoran apre un occhio,
incuriosito suo malgrado. «Lupi?»
«Allora
ti interessa» sorride Sakura trionfante
contro la sua spalla.
Shaoran sbuffa piano. Di
nuovo, resta fermo ad ascoltarla parlare di libri che parlano di lupi, di
uomini dal destino legato indissolubilmente ai lupi, ma pare che i libri siano
tanti e alcuni non sono stati nemmeno ancora pubblicati e «speriamo che la
storia non finisca male»; e ancora una volta non ci sono parole per dirle ad
alta voce che l’importante è vivere questa,
di storia, giorno dopo giorno.
«Mi
senti?» è l’ultima parola di Sakura, in un silenzio prolungato.
«Sempre»
è la risposta sincera di Shaoran.
Anche
se non lo vede, riconosce il sorriso che viene appena prima del bacio.
Tredici
luglio, riflette distrattamente – pronto a smettere del tutto di pensare non
appena si sente le sue mani addosso.
Tra
un mese sarà un anno da che vivono insieme. Il momento preciso in cui si è
innamorato di lei, invece, non se lo ricorda più.
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Spazio
dell’autrice
È il compleanno del mio
primo amore e io non scrivo niente? Non se ne parla.
Questo era il
pensiero iniziale. Il risultato poi non è stato dei migliori, me ne rendo conto,
ma a essere sincera ormai ci tenevo a focalizzarmi lo stesso sulla prima
immagine che mi era affiorata alla mente: questi due sono cresciuti, vivono
insieme, si amano ancora come il primo giorno e Sakura pensa di regalare a Shaoran Il Trono di
Spade (a proposito, lei spera che la saga finirà bene perché è una spudorata
figlia dell’estate u__ù) perché Tomoyo
le ha parlato di questa bellissima famiglia letteraria dalla sorte legata a
quella dei lupi che la rappresentano. Oh, insomma. È tutto molto ingenuo e
semplice e fluffoso, ma volevo che Shaoran restasse Shaoran, per
così dire. E spero di esserci riuscita.
Buon compleanno,
tesoro mio. Sei sempre l’amore della mia vitaH (cit.)
♥
Il titolo è il verso
iniziale di Innocence
di Avril Lavigne. Che ho usato tipo dappertutto ma, boh, quella canzone è il fluff.
Aya ~