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Autore: MICHAELSMILE    13/07/2014    1 recensioni
Amerika era distrutta. Si sentiva persa e non aveva idea di come andare avanti. Ma qualcuno entra nella sua vita e la cambia definitivamente. In quegli occhi lei si potrebbe perdere per ore, e quelle braccia sono il suo rifugio. Per una volta l'Australia è l'unico posto dove vorrebbe stare, e il trasloco ora non lo odia più. Lui è un ragazzo dolce e serio allo stesso tempo, di quelli che ti sorprendono con un bacio improvviso e che ti fanno l'occhiolino per vederti arrossire. Qualcuno è capitato nella sua vita, nel posto giusto al momento giusto. Sarà colpa del destino?
-SE VUOI ANDARE DIRETTAMENTE A QUANDO APPAIONO I 5SOS SALTARE L'INTRODUZIONE VAI AL CAPITOLO 3!
-SE INVECE VUOI ARRIVARE ALL'INIZIO DELLE VARIE STORIE AMOROSE VAI AL CAP 5
Se avete tempo recensite, va bene sia negativamente che positivamente perche essendo la mia prima ff ho bisogno di consigli lol per esempio se non andate avanti a leggere scrivete il perchè, grazie :3
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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CIAO SCUSATE IL RITARDO MA SONO STATA DAVVERO IMPEGNATA. CERCHERò DI IMPEGNARMI AD AGGIORNARE PIU FREQUENTEMENTE. SPERO QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA E VI DIVERTA TANTO QUANTO HA DIVERTITO ME SCRIVERLO. CIAOOO <3



Calma. Dovevo solo rimanere calma. Trattenni il respiro per qualche secondo, fissando il cellulare. Avevo le orecchie tappate, ero quasi isolata dal mondo che mi circondava. Sentivo solo in lontananza il verso dei gabbiani. I battiti del mio cuore rimbombavano, e stavano accelerando. Dovevo trovare una spiegazione plausibile all’assurdo messaggio di Ashton. La prima cosa che mi venì in mente fu che era ubriaco già alle 2 del pomeriggio. Si doveva essere così. Poi però mi accorsi di quanto forse ridicola quella spiegazione, e iniziai a pensare che fosse effettivamente come diceva il messaggio, che interessavo a Calum. Solo il pensiero mi fece rabbrividire.  È vero, lo avevo fissato per la maggior parte del tempo, in spiaggia, e avevo pensato che fosse davvero molto carino, ma non mi piaceva “seriamente”, stavo solo guardando. E non avrei mai pensato che gli sarei potuta piacere io. Magari Ashton aveva capito male.. Non potevo saperlo, avrei dovuto aspettare qualche giorno. Affondai la faccia nel cuscino e sospirai. Dovevo rispondere ad Ashton. Scrissi semplicemente:
-A davvero? Non me l’aspettavo- per essere molto vaga e non fargli capire che ero agitata.
Posai il cellulare sul comodino. Mentre aspettavo la risposta al messagio, mi alzai me mi cambiai, togliendomi il costume che ormai era quasi senza perline, e tirai fuori dalla tasca della borsa quelle raccolte in spiaggia. Ero riuscita a prenderne pochissime, perché mi ero subito trovata il viso di Calum davanti al mio. Sbuffai e buttai il mucchietto di perline nel cestino di fianco alla scrivania.
Il telefono vibrò, e io feci uno scatto verso il comodino, inpaziente di vedere la risposta.
-Lui mi ha detto così, prima. E sembrava anche sincero. Tu cosa ne pensi di lui?-
Merda. Merda, merda, merda. Io non lo sapevo proprio. Era davvero carino, sì, ma non lo conoscevo quasi per nulla. Scrissi questo ad Ashton, che subito rispose: -non c’è problema, vi conoscerete. Il modo per farvi incontrare lo trovo io, non ti preoccupare. Mi diverte un sacco creare nuove coppiette ahah. Se poi si tratta di uno dei miei migliori amici..-
Ashton era piu emozionato di me. La cosa mi fece sorridere. Decisi di stare al suo gioco, dopo tutto non ci perdevo nulla a conoscere meglio Calum. –E come faremmo a incontrarci?- scrissi.
Mentre aspettavo la risposta andai in bagno. Avevo ancora la salsedine sulla pelle e volevo farmi una doccia rinfrescante, che mi avrebbe aiutata anche a schiarirmi le idee su questa storia. mi tolsi i vestiti e rimasi in biancheria intima. Mi guardai intorno: la mattina non avevo notato quanto il sole risplendesse sulle piastrelle arancioni iridescenti delle pareti, che riflettevano sul soffitto, in tinta con la tendina della finestra in fondo alla stanza e i mobili. Il cellulare vibrò a lungo sul mobiletto di fianco al lavandino. Guardai lo schermo. Ashton mi stava chiamando. Risposi un po’ sorpresa:
-Ei Ashton!-
-Ei Mer-
-Non me lo aspettavo proprio quello che mi hai scritto riguardo a Calum. Sono davvero sorpresa.
-Se non te l’aspettavi allora sei ceca- disse lui con una risatina
-Non prendermi in giro dai-
-Ma ti interessa o no?-
-Credo, cioè non ne sono sicura, ma non costa nulla provare- dissi vaga
-Benissimo. Allora ho fatto bene a chiamarti. So come farvi incontrare.-
-Mi preoccupi- dissi ridendo
-Calum mi ha detto che voleva ridarti le perline del costume che aveva raccolto in spiaggia e che si era dimenticato di consegnarti, e che magari potevo portartele io-
Non mi importava proprio nulla di quel costume, ne tanto meno delle perline, le avevo appena buttate, ma feci finta di essere interessata
-ah giusto! Le mie perline!- dissi
-Appena me l’ha scritto ho preso la palla al balzo e gli ho detto che ci potevamo incontrare questa sera, e visto che un gruppo di nostri amici organizza una festa in spiaggia, potevamo approfittare per stare lì un po’-
-Sono felice per voi, ma come potrebbe interessarmi la cosa?- dissi incuriosita
-Quando arriverà in spiaggia, insieme a me ci troverà anche te-
Ok, mi doveva spiegare come facevano a venirgli in mente piani tanto assurdi. Sembrava una scena di un film! Troppo poco credibile, avrei fatto la figura dell’idiota con Calum, e non mi andava.
-Ash, apprezzo che ti interessi tanto per quello che fai, ma..-
Dal telefono uscì un frastuono allucinante, che mi costrinse a staccarlo dall’orecchio. Ma mi sembrò di sentire il rumore ancora più forte venire da fuori, anche se avevo allontanato il cellulare. Non era possibile, probabilmente ero solo rintontita. Riavvicinai il telefono all’orecchio, e sentii delle voci e poi Ashton che urlava in lontananza “perfetto”, e poi riprendeva in mano il cellulare.
-Mer ho avuto un idea, o meglio: HA avuto un’idea-
Ashton ti stavo dicendo che.. aspetta un attimo. Cosa vuol dire “ha”?
-Ti spiega tutto Michael-
Michael? MICHAEL? Non ci potevo credere, aveva messo in mezzo anche lui! Per quanto poco lo conoscessi, non mi sarei sorpresa se avesse cercato di sabotare tutto, facendomi fare figure da idiota e prendendomi in giro per il resto della mia vita. Non feci in tempo a replicare, che si sentii la voce di Michael:
-Eilà ragazzina! Cotta estiva in corso?-
-Cosa vuoi?- dissi sospirando.
-Sto solo aiutando Ashton a organizzare un appuntamento tra te e Cal, stai calma. È Ash che mi ha messo in mezzo, e visto che centri tu, non mi sono tirato indietro-
La cosa mi suonò alquanto confusa. Era una cosa positiva o negativa quella che aveva appena detto? Intendeva che si sarebbe divertito a farmi sembrare un’idiota, o che..
-Ah, e belle mutandine, comunque- disse.
-Ah ah. Non sei spiritoso- dissi. Scherzi idioti per far imbarazzare le ragazze. Ma quanti anni aveva, cinque?! Non pensava mica che me la sarei bevuta..
-Il rosa ti dona molto- aggiunse con una risatina.
Merda. Come cavolo faceva a sapere che avevo le mutandine rosa? Solo fortuna, ma decisi comunque di accertarmene.
-Guarda che non mi fai ridere. So bene che non mi stai guardando-
-Girati, scosta la tenda e guarda-
A quelle parole rimasi di stucco. Mi voltai verso la tendina arancione, tenendo il cellulare all’orecchio, la scostai e, affacciato alla finestra dei vicini, c’era Michael che mi salutava, con un sorriso idiota sulla faccia. Richiusi di scatto la tendina, che mi accorsi era semitrasparente, e appoggiai la schiena al muro di fianco alla finestra. Cosa ci faceva Michael nella casa dei vicini? Era un delinquente o qualcosa di simile? Così si sarebbe spiegato il rumore assordante che avevo sentito, magari era la porta scassinata. Ecco, lo sospettavo. Solo un delinquente poteva versare il caffè addosso a una signorina come me, all’aeroporto. Oppure..
-Ciao vicina­- sentii provenire dall’altoparlante del telefono.
Oh cazzo. Non ci potevo credere. Mi ricordai di quello che aveva detto Ash la prima volta che lo avevo incontrato, sull’autobus. Aveva detto che anche un suo amico abitava nella mia zona, vicino a me. Ma non avrei mai pensato che quell’amico fosse proprio Michael, e neanche che fosse COSì vicino.
-Dai Michael, non infastidirla e arriva al punto- sentii dire da Ashton, in lontananza –dobbiamo finire di provare, e non abbiamo tanto tempo da perdere-
Sentii ancora quel rumore assordante, che doveva essere una chitarra elettrica, e poi una batteria.
-Va bene ragazzina, cioè, Amerika. Ashton ha detto che devo accompagnarti io alla festa in spiaggia, perché lui sarà impegnato a portare Calum, e Luke magari sarà a casa tua a farsi quella fighetta della tua amica. Sai,verrà lì sta ser..- a sentire quelle parole mi venne un senso di ribrezzo
-Smettila!-
Il fatto che chiamasse Keira “fighetta” e me “ragazzina” mi diede un po’ fastidio. Appena mi accorsi della mia reazione esagerata, mi schiarii la voce e dissi.
 -Non mi devi raccontare i dettagli, grazie. Comunque no, posso andarci da sola alla festa-
-Dai, metti da parte l’orgoglio per un secondo. Non sai la strada, e non conosci nessuno, e sai bene che ti sentiresti a disagio da sola. Posso essere la persona che non ti sta  più a genio in questo momento, ma una tregua per una sera non ti costa nulla-
Aveva ragione. Come cavolo aveva fatto a capirmi? Sospirai –va bene, mi hai convinta. A che ora vieni?-
-Visto che Luke si è già messo d’accordo con la tua amichetta di venirla a prendere alle nove, vengo con lui. Per te va bene?-
-Perfetto-

 
   
 
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