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Autore: _Heartland_    13/07/2014    5 recensioni
Sessanta secondi. Se non resti nel cerchio per sessanta secondi, salterai in aria. E’ questa la prima regola degli Hunger Games. I tre figli dei Pezzi Grossi, Percy, Jason, e Nico, però, ne sanno ben poco. Conoscono le basi principali, ma non hanno mai abitato a Panem, che in fondo, è fondata sulle macerie delle loro città. Si trovano catapultati nel futuro, davanti alla Cornucopia, che scintilla sotto i raggi del sole. Venti secondi. Ne restano solo venti, e loro non sanno cosa fare. Ma devono vincere. E’ l’unico modo per sopravvivere! Dieci. Nove. Otto. Sette. Sei. Cinque. Quattro. Tre. Due. Uno. Benvenuti ai settantaseiesimi Hunger Games!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4  - “Alleanze.”

 
<< Come quei numeri speciali, che i matematici chiamano “primi gemelli” : separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero. >>

-La solitudine dei numeri primi.
 
{ Nico }
 
Le ombre si aprono di nuovo attorno a me, mentre con passo felpato percorro una radura nel bel mezzo della notte. Al centro troneggia un albero dalle forme spesse e tondeggianti, dove poco sopra individuo il figlio di Poseidone.
Sta sonnecchiando tranquillamente in un sacco a pelo, senza preoccupazioni. Non sembra essere vittima di incubi in questo istante, perché il solito rivolo di bava cola dalla sua bocca.
“Disgustoso”, penso, ma non ho tempo per disprezzarlo. Mi chino a raccogliere un sasso per lanciarlo verso di lui. L’oggetto pare cozzare contro la sua fronte, e in un attimo quello si sveglia, scuotendosi dal suo torpore.
 
{ Percy }
 
Mi sveglio mentre l’immagine di Annabeth e dei suoi boccoli color del sole si dissolvono, facendomi tornare alla realtà. Mi drizzo a sedere, massaggiandomi la fronte, che non pare smettere di voler pulsare. Un rivolo di sangue mi cola dalla ferita.
Trovo sul tronco su cui ero tranquillamente addormentato un sasso piuttosto tagliente, anche se dalle dimensioni piccole, e volgo lo sguardo attorno.
Vigile, cerco chi mi ha tirato addosso quell’oggetto. Eccolo, lo vedo. Inizialmente pare essere un tutt’uno con le ombre, ma mano a mano diventa più visibile. I suoi occhi scuri, la pelle quasi bianca, come quella dei cadaveri, riluce del pallore delle poche stelle che ci sono.
-Jackson, buongiorno. – sussurra lui, ironico. – Bentornato. Si stava bene nel mondo delle favole? –
Sento i miei muscoli fremere di rabbia. Prima mi sveglia, mi ferisce, e ora si rivolge anche così? Ma mi impongo di restare calmo. L’Arena mi ha fatto saltare i nervi.
“Tu sei sempre Percy, il solito ragazzo gentile e fedele ai suoi amici.”, mi ripeto, sospirando ad occhi chiusi.
-Sì, Annabeth è stata gentile. Mi aveva preparato dei biscotti blu. Ne stavo per addentare uno, ma poi tu mi hai svegliato. –
Rispondo, con una punta di malinconia nella voce. Lui pare rendersene conto, e si avvicina.
-Scusami, è solo che questo non mi pare il posto adatto per… ecco, pensare alle… - deglutisce, come se quella parola gli pare difficile da pronunciare. – Ragazze. E ai biscotti blu. – Aggiunge poi frettolosamente.
Annuisco, portando lo sguardo in basso ed incontrando i suoi occhi neri.
-Già, amico, hai ragione. – detto questo scendo con cautela l’albero. – Menomale che mi hai trovato.
Lui annuisce, mentre un mezzo sorriso si impossessa delle sue labbra. – Già. Senti, dobbiamo trovare Grace. 
Mi mordo il labbro inferiore. La felicità di aver trovato uno dei miei compagni svanisce nel momento in cui mi rendo conto che uno sta ancora vagando solo nell’Arena.
-Sta’ tranquillo, amico. Jason è figlio di Giove. E’ forte, se la caverà bene da solo, finchè non lo troveremo. –
Lui pare tranquillizzarsi un po’, e mi guarda.
-Allora, che hai trovato di bello alla Cornucopia? Gioielli e deja-vù? –
Sorrido alla sua ironia, mentre lo osservo sedersi ai piedi dell’albero. – Ho trovato varie cose interessanti. Magari te le faccio vedere domani, eh? Mi sembri parecchio stanco. –
Lui liquida la mia osservazione con un gesto della mano. – Io sono sve-...- Uno sbadiglio interrompe la sua frase. - …Sveglio. –
Ridacchio. – Sì, certo, amico. Pieno di energie. –
Mi siedo accanto a lui.
-Quindi ti posso definire “alleato”? – mi chiede poi, alzando un sopracciglio.
-Ci puoi contare! – esclamo, ma poi mi tappo la bocca con una mano. Dannazione, devo abbassare la voce.
Nico mi lancia un’occhiata di rimprovero. Restiamo in ascolto per un po’, ma dato che non sentiamo potenziali pericoli, lui scrolla le spalle.
-Fai tu il primo turno di guardia? –
Annuisco alla sua domanda, mentre lo vedo sgattaiolare sopra e rifugiarsi nel mio sacco a pelo. Quindi decido di salire anch’io, due biforcazioni più sopra, dove posso controllare il territorio circostante ma dove i miei nemici non mi possono vedere.
 
-***-
 
Quando mamma mi scrolla pesantemente con una mano decido finalmente di aprire un occhio, borbottando.
-Ancora un momento, mamma… Sai che è prest-…-
Il resto delle parole mi muoiono in gola quando un tonfo mi fa drizzare a sedere. Mi strofino velocemente gli occhi, in ascolto.
-Mamma, che succede? –
Eppure non sono in camera mia. Il mio letto è stranamente ruvido… e le mie pareti sembrano foglie e alberi… la mia scrivania e tutti i miei mobili sono spariti…
Ma non mi interessa, sono troppo stanco per alzarmi adesso.
-Jackson! Ma ti vuoi svegliare?! –
Una voce brusca che non appartiene decisamente a mia madre m scuote dal mio torpore. Giro la testa, e i miei occhi mettono lentamente a fuoco…
-Nico! Che diavolo ci fai nella mia stanza? –
Lui mi tappa la bocca, facendo segno di abbassare la voce.
-Che diavolo dici tu, piuttosto! – E’ impressionante come riesca a sbraitare anche sussurrando. – Siamo nell’Arena, sciocco, e un tributo piuttosto grosso e potente è proprio lì sotto! –
Le immagini prendono vorticosamente forma nella mia testa. L’Arena, il deserto, i tributi, la corsa, l’albero, l’alleanza…
-Come scusa? – Dico infine, non riuscendo a capire l’ultima cosa che ha detto.
-Simon, il tributo maschio del Distretto 11. E’ proprio qui sotto. Non si è ancora reso conto di noi. –
Spiega pratico il figlio di Ade, facendomi segno di affacciarmi per guardare sotto senza però fare rumori. Quindi mi sporgo, e lo vedo.
Lo associo subito a quel tributo della settantaquattresima edizione, Tresh. E’ molto simile a lui di statura, ma già da come mangia quello che sembra un coniglio cotto male mi sembra un tipo piuttosto aggressivo.
-Dannazione. –
Mi lascio scappare, per poi tornare a guardare Nico.
-E ora che si fa? –
Lui abbassa lo sguardo, studiando Simon. Capisco dal suo sguardo attento che anche lui ha capito che Simon non ha niente di buono in sé. Non l’ha avuto neanche prima dei Giochi.
-Allora? –
Lo incito a rispondermi, impaziente.
Un movimento secco mi fa sussultare sul ramo. Abbasso lo sguardo, e lo vedo squartare il prossimo coniglio con una grande falce molto, ma molto tagliente.
Deglutisco, mentre osservo bene i conigli. Hanno il collo stirato e, oltre a quello, nessuna ferita. Questo può significare una sola cosa. Simon…
-Li ha strozzati. Con la sua stessa forza, come se niente fosse. –
Nico dà voce ai miei pensieri, mentre io annuisco preoccupato.
E’ in quel momento che Simon si gira, alzando lo sguardo, e ci individua. La sua espressione passa dallo stupore più assoluto a una faccia che pare dire: “Come ho fatto a non accorgermene prima?!”, fino a un’espressione che dice chiaramente: “Io vi faccio fuori! Qui e adesso!”.
Mi ritiro, imponendomi di respirare con calma. Io e Nico abbiamo ucciso tanti di quei mostri che questi Giochi dovrebbero sembrare solo un allenamento per noi.
Ma è quello il problema. Erano mostri , quelli. Non persone vere, con sangue divino o meno nelle vene.
Vedo Simon che comincia ad arrampicarsi agilmente sull’albero.
“Distretto 11”, penso. “Ma certo.”
Rimetto il sacco a pelo nello zaino con furore, e mi appresto a scendere dall’altro lato del tronco, dietro Nico.
A una biforcazione dal terreno, ci lasciamo andare, saltando. I nostri piedi incontrano il terreno e cominciamo subito a correre.
Beh, finchè Nico non si rende conto che non si sta muovendo di un millimetro.
Mi giro, e vedo Simon prenderlo per la collottola come fosse un cucciolo di gatto e lanciarlo da qualche parte.
-Nico! –
Grido, ma devo rotolare di lato per evitare Simon che già mi si avventa addosso. Sarò anche un ottimo spadaccino, ma quello… quello ha la rabbia nelle vene.
Ha appena stretto le sue dita attorno all’elsa della falce, quando mi rendo conto che non devo per forza diventare il suo prossimo coniglio. Cerco freneticamente Vortice nella mia tasca, e la trovo.
Simon scoppia in una risata ironica.
-E con quella che vorresti fare? Scrivermi sulla fronte? –
-Oh, beh… lascio a te la scelta! –
Esclamo, prima di togliere il cappuccio alla mia penna e farla diventare una spada.
E’ solo allora che mi rendo conto che Simon è un mortale, e che la mia arma è di bronzo celeste. Simon mi si avventa di nuovo addosso, ma riesco a bloccare il suo affondo sfoderando il pugnale che ho alla cintura.
Cominciamo ad avanzare ed indietreggiare. Anche se quel ragazzone non si è mai allenato, le sue mani sembrano fatte per maneggiare armi e falci.
“Sciocco!” mi dico, mentre mi chino per evitare di diventare fettine di semidio. “E’ una falce! Sarà abituato ad usarla, nel suo distretto!”.
Il problema è che io non sono abituato ad usare un pugnale. Me la cavo, sì, ma c’è sempre qualcosa che mi blocca dal pugnalarlo… lui, lui non è un mostro.
E’ adesso che Nico gli si avventa contro, prendendolo da dietro e puntandogli la sua spada alla gola.
Quella, stranamente, la vede.
-E va bene! – Alza le mani, lasciando cadere la falce. –Che ne dite di essere alleati? –
“No.” Penso subito, ma poi preferisco di sì, perché non me la sentirei di ucciderlo. Mi rendo conto che, seguendo questa logica, non vincerò mai i giochi.
Sposto lo sguardo su Nico, lasciando a lui la scelta.
-Okay. – Dice lui, senza però allentare la presa sul suo collo. – Possiamo definirci alleati. –
E nel suo sguardo leggo qualcosa, che però non riesco a decifrare.
 
-***-
 
Mi rigiro nel sacco a pelo senza riuscire a dormire. I miei occhi si rifiutano letteralmente di chiudersi.
Mi drizzo quindi a sedere, e ci metto un attimo a rimettere a fuoco l’interno della tenda.
Siamo stati fortunati, dato che Simon aveva un sacco di cose utili. Una tenda, due sacchi a pelo, due armi, un po’ di cibo di scorta. Quindi ci siamo accampati qui, a molti chilometri dalla mia radura.
Siamo molto più vicini al fiume adesso, sento che manca sempre di meno. Eppure non riesco a dormire. Sarà la vicinanza col fiume? Non credo. Però potrei usarla come scusa. Mi alzo lentamente stando ben attento a non svegliare quel bestione e, superando i pochi viveri che abbiamo, esco dalla tenda.
Fuori, seduto su un tronco caduto, con la spada al fianco, c’è Nico. Mi dà le spalle, e sta osservando il folto della foresta. Sento un irrefrenabile impulso di mollargli un pugno, ma tutto ciò che faccio è sedermi dalla parte opposta, osservandolo.
Appena si rende conto di me, si gira.
-Che ci fai qua, Jackson? –
Lo osservo, mentre sento rodere la mia mano. Eppure la strofino sul legno ruvido del tronco, e riesco ad ottenere di nuovo il mio autocontrollo. “Tu sei fedele agli amici, Percy.” Mi dico, ma un’altra voce mi interrompe. “Tu quello lo chiami amico? Ti ha portato dietro un mostro che potrebbe uccidervi da un momento all’altro!”.
Effettivamente, ho parecchie domande da fare a Nico. Mi strofino quindi le mani, sedendomi comodo.
-Non riuscivo a dormire. –
Nico alza gli occhi al cielo.
-E’ vero, santo Poseidone! Non riuscivo ad addormentarmi. –
-Ah, certo. Sarà stata…” la vicinanza con l’acqua.” – suppone lui, prendendomi in giro e rubandomi la scusa. – Avanti, parla. Lo so che hai qualcosa da chiedere. – Mi dice poi.
Mi sforzo di cominciare. - Come mai è riuscito a vedere la tua spada e non la mia? -
Lui mi porge la sua spada in Ferro dello Stige, e solo ora me ne accorgo. E' come Vipera, la spada di Luke. Metà mortale e metà divina. 
-Ma come... e dove...- La domanda mi muore in gola.
Nico mi strappa l'arma di mano. -Mio padre a volte è utile.- Poi si posiziona meglio. -Su, va' avanti. -
–Voglio sapere perché ti sei portato quel bestione dietro. –
Le sue labbra si esibiscono in un sorriso amaro, mentre finalmente mi guarda.
-Perché è buono come alleato. –
-Che intendi dire? –
Domando io, senza capire. – Insomma, l’unica cosa che potrebbe fare è ucciderci da un momento all’altro! –
Lui scuote la testa, alzando lo sguardo verso le stelle. –E’ forte, e ha preso un sacco di cose dalla Cornucopia. Lo possiamo utilizzare. –
Solo adesso lo capisco. Lui non ha mai voluto salvarlo. Nella sua agenda, riguardo a Simon ci sono solo due cose. Una è l’usarlo, come un oggetto materiale.
-E una volta che i viveri saranno finiti e molti tributi uccisi? –
Lui torna a guardarmi, inchiodando il suo sguardo nel mio.
-Non possiamo permetterci di tenerlo come alleato dopo che tutti i tributi saranno morti. Dovremmo sbarazzarcene prima, un po’ prima. –
Il suo tono sembra indifferente, ma io ho paura di quello che sta per dire.
-Ovvero? –
-Oh, beh… sbarazzarcene. – Ripete lui, e adesso capisco qual è la seconda cosa da fare nella sua agenda, per quanto riguarda Simon. Volgo lo sguardo al cielo, inchiodandolo nelle stelle. Non voglio indovinare. Ma è lui stesso a confermarmelo, finendo la sua frase. – Ucciderlo.
 
-***-
 
Torno nella tenda senza tanti indugi, ranicchiandomi nel sacco a pelo.
Ecco cosa vuole fare. Usarlo, e poi? Ucciderlo, farlo fuori. “Sbarazzarsene”, come dice lui.
Improvvisamente ho una voglia tremenda di dormire, rifugiarmi nel mio piccolo “paese delle favole” e scappare da qui, perché so che non riuscirò ad accettarlo.
 
 
 
 
 
 
…Continua…
 
 
 
{ Spazio Autrice }
 
Okay, beh… abbiamo appena conosciuto “l’adorabile” Simon.
Anzi, voi non l’avete ancora affatto conosciuto.
Spero di avervi inquietato abbastanza. Adesso… devo ringraziare varie persone.
Per aver messo fra le seguite la mia storia, quindi:
DiamanteLightMoon, elly_foti, FoxFace00, KokoroChuu, marcomoratto98, ran1997, sissi_nox, Vernalis, percabeth_01 e _Enerie231.
Poi, ringrazio Savannah Anastasia per averla aggiunta tra le ricordate.
Inoltre, ringrazio Beforeyou_Go, Ilgladiatore999, Martina Sapientona, xGhostQueen e _Enerie231 per averla aggiunta tra le preferite.
Ringrazio Ilgladiatore999 per avermi aggiunta fra i suoi autori preferiti.
Adesso mancano solo le persone che hanno recensito.
-KokoroChuu: Una tua recensione non manca mai! Ti ringrazio, soprattutto perché sei l’unica che riesce a spiegare dettagliatamente tutto e… beh, adoro le tue recensioni, dato che sono dialoghi con i personaggi stessi!
-kiara00: So chi sei ewe. Temimi, ragazza, perché non ho finito qui.
-FoxFace00: Ti ringrazio per la recensione! Ma Piper e Jason non hanno ancora subito niente rispetto a quello che accadrà dopo! *Risata sadica*
-_Enerie231: Grazie per la bellissima recensione!
 
E… bene, per stavolta ho finito! Alla prossima, penso di pubblicare il capitolo minimo verso fine luglio!
_Heart_
 
  
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