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Autore: MalandrinaLunastorta    14/07/2014    3 recensioni
...L’attenzione però venne distolta da quest’ultimo poco dopo, quando un baule firmato Chanel passò lì accanto senza aspettare o fermarsi come gli altri comuni mortali ma si diresse spedito in direzione di un vagone.
Alla guida del lussuoso bagaglio si trovava una ragazza di circa 17 anni dall’aspetto curato quanto insolito.
Al caschetto nero arricciato era poggiata una Cloche blu scura, dello stesso tono della maglia alla marinara blu a righe bianche, mentre le gambe erano fasciate da un pantalone bianco a sigaretta.
La pelle lattea non presentava in viso alcun segno di trucco, tuttavia rasentava la perfezione, mentre le labbra erano leggermente tinte di rosa.
Al collo portava tre giri di perle, mentre i piedi calzavano un sandalo gioiello, abbinato alla spilla infissa nel cappellino.
Il tutto era rigorosamente firmato Chanel.
Come diceva l'eterna mademoiselle? La moda passa, lo stile resta.
Uno stile che sta per invadere Hogwarts.
Preparatevi a vivere un anno di amori, amicizie, feste, vendette, abiti, e molto ancora, il tutto firmato Chanel.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                                          Grifondoro!

Durante il viaggio Coco strinse amicizia con quel buffo soggetto che era Elizabeth.
Miscuglio di etnie, nonostante l’aspetto e il modo di fare scomposto e poco cortese era dotata di grande intuito e curiosità, cosa che le fece aprire da entrambi i lati, inoltre Sophie scoprì, abbastanza inorridita, la sua passione per gli sport babbani come la corsa e il salto in lungo.
Faceva parte della squadra di Quidditch della Casata Corvonero e passava i pomeriggi ad allenare il corpo, mantenendo un fisico tonico, asciutto e scattante.
Alla povera Coco l’idea di sudare si presentava raccapricciante, per questo quando la mulatta si offrì di allenarla nella corsa declinò cortesemente l’invito senza il minimo rammarico.
Stavano discutendo intorno a quali alimenti della mensa di Hogwarts fossero più adeguati alla dieta della francesina quando Lizzie gettò un occhio fuori dal finestrino e sollevandosi atleticamente dal sedile esclamò: “Siamo quasi arrivate, ti consiglio di cambiarti, Coco.”
Qualche minuto dopo, in effetti, l’espresso si fermò e una massa informe di adolescenti ne scese dirigendosi verso barche o carrozze.
“Bè amica, visto che sei nuova ti consiglio di unirti a quelli del primo anno per la panoramica visione del Castello via lago.”
Coco strabuzzò gli occhi molto poco elegantemente per i suoi standard osservando con repulsione:” Dovrei salire su una di quelle sudicie e instabili imbarcazioni? Ti ringrazio del pensiero, Elizabeth, ma non ne trarrei giovimento dato che ho già avuto modo di vedere il Castello.”
La ragazza citata ridacchiò, scuotendo la testa: “Come vuoi, Coco. Allora seguimi, utilizzeremo le carrozze.”
Dovettero aspettare un quarto d’ora prima che passasse di lì un’altra carrozza, la quale quando arrivò lasciò accigliata la nuova studentessa.
“Cosa guida la carrozza?”
“Nulla, credo, ma si dice che la trainino degli esseri simili a cavalli alati visibili solo a chi ha visto la morte- cioè, qualcuno morire.”
Coco annuì, tuttavia durante il tragitto non staccò un istante lo sguardo da quel vuoto davanti al mezzo di trasporto.
“Stai bene, Sophie? Ti vedo un po’ strana. Oh bè, se è per lo Smistamento ti capisco, anch’io sei anni fa ero molto in ansia.”
Non le rispose.
Quando la carrozza si fermò scesero l’una con garbo e leggiadria, l’altra saltando giù senza riguardi ma entrambe con gli occhi fermi sul Castello.
La mulatta con un sorriso sulle labbra esclamò: “Mi è mancato questo posto.”
Seguirono la massa di ragazzi fino all’ingresso.
Lì si dovettero dividere, poiché Sophie aveva ricevuto indicazioni dalla Preside per unirsi al gruppo di primini che avrebbero affrontato assieme a lei lo Smistamento.
Raggiunse quindi la vicepreside, la professoressa Sprite, assieme ai ragazzini e fecero il loro ingresso in Sala grande sollevando un coro stupito di “Ohhhhh” riferiti al finto cielo che copriva il soffitto, coro al quale, ovviamente, la sedicenne non si unì.
Rimase un poco seccata invece dagli sguardi che gli studenti più grandi le rivolgevano.
In particolare, fulminò con lo sguardo un Tassorosso che si era proteso a guardarle palesemente il fondoschiena.
La professoressa McGonagall quindi si alzò e presentò alla Sala la situazione di Sophie, terminando il discorso con un “… spero vivamente che la accogliate con rispetto e garbo.”
I giovani, alcuni entusiasti (in particolare la fauna maschile), altri meno (perlopiù il gentil sesso), applaudirono ed ebbe iniziò la Cerimonia di Smistamento.
Coco non dovette aspettare troppo, concentrata com’era sull’abbigliamento del corpo insegnante, quando la voce della professoressa Sprite pronunciò: ”Lancaster-Tudor, Sophie.”
Si diresse serenamente verso quel lurido e stracciato cappello appuntito, notando quanto poco giovasse all’aspetto già grossolano della vicepreside.
Dei pensieri estranei si proiettarono nella sua mente.
“Sophie,
dopo diversi secoli ho nuovamente l’onore di Smistare un discendente dei Tudor!
Noto in te una mente acuta, ben educata, propensa all’apprendere e ferma nei suoi ideali.
Forse vittima della frivolezza propria dei nobili e di BeuxBatons, mi duole aggiungere, ma con il tempo potrai migliorare.
Senza offesa, cara, conosco i tuoi pensieri.
Ma dove metterti?
Forse a Corvonero, patria di dotti e sognatori?
Oppure Grifondoro, sede di audacia, cavalleria e nobiltà d’animo?
Vedo che ti ha conquistato la presentazione che ho fatto di una di queste due.
Sono d’accordo, credo proprio che per te la giusta Casa sia… -Grifondoro! –
Così, la stilosa e nobile Coco si trovò all’età di sedici anni e sei mesi ad essere smistata nella Casata che decenni prima aveva ospitato i Salvatori del Mondo Magico di cui tanto aveva sentito parlare e in quegli anni anche i loro stessi figli, che imparò a conoscer.
Il primo incontro ravvicinato avvenne quella stessa, fatidica sera.
Sophie si era alzata e si stava dirigendo verso uno dei Caposcuola che le avrebbe indirizzato l’ingresso del Dormitorio, quando sentì una voce squillante e malandrina fischiare e aggiungere: “Che carrozzeria la nuova arrivata!”
Inviperita, si girò e guardò lo sbruffone dagli occhi castani e i capelli mori sparati in ogni direzione che aveva osato parlare.
La sua voce uscì dalla bocca con tono calmo quanto glaciale.
“Caro il mio don Giovanni, benché immagini che uno scimmione al tuo pari neppur sappia le origini di questo titolo dispregiativo, ti reco questa notizia: sarebbe molto più cortese ed educato da parte tua evidenziare in una giovane quale sono il portamento, la bellezza dei lineamenti, il buon gusto et similia, al posto delle generosità del petto o del deretano.”
Nel frattempo i suoi occhi si erano concentrati sulla capigliatura del tipo, cercando con una mano di rassettarla.
“Inoltre, vorrei aggiungere, i tuoi capelli non hanno un verso.”
Arrendendosi contro la giungla che erano i capelli dello sconosciuto, ruotò i tacchi e se ne andò, lasciando a bocca aperta i presenti.
“A proposito, io sono James!”
Il ragazzo si rigirò, gli occhi che brillavano.
“Ragazzi, ho fatto colpo.”
 
 
Ed ecco che ritorno!
Qualche anima pia sarebbe disposta a recensire?
Baci e abbracci,
Remus.

 
  
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