{Liv}

Secondo giorno alla Roundview, quarto giorno senza Grace. Per Liv, tutto questo, era una tortura.
Aveva bisogno di qualcuno, qualcuno che le stesse accanto, ma tutto ciò che trovava a sostenerla era l’alcool.
Quel giorno, qualcuno era arrivato alla Roundview, qualcuno di nuovo e a lei, quell’arrivo era sembrato del tutto inappropriato.

“Ma che cazzo di problemi hanno? Se ne va Grace e il posto lasciato libero viene subito riempito da quel tipo?”
Era seduta al tavolo, in mensa, con Mini e Franky, mentre correggeva il suo caffè di metà mattina con un po’ di Whiskey, il ragazzo, invece, era seduto ad un tavolo non molto distante.
Lui continuava a guardarla e, di tanto in tanto, le sorrideva. Liv non sapeva come prenderla, se ricambiare i sorrisi o far finta di niente. Era già tanto il casino che aveva in testa che non aveva bisogno di altre cose a cui pensare, specialmente quando, come stava succedendo proprio in quell’attimo, Mini, la sua migliore amica da sempre, la ignorava completamente.
Mentre continuava a guardare il nuovo tipo, l’attenzione della ragazza cadde su qualcosa di diverso dal soggetto precedente, qualcosa che stava tenendo in mano proprio lui: Un dado.
A che diavolo poteva servirgli un dado? Liv pensò fosse un portafortuna, poi, però, lo osservò fare pochi ma determinati movimenti.
Il ragazzo prese il dado, lo chiuse in una mano, ci soffiò, lo lanciò, prese un foglietto dal quale lesse qualcosa, poi si alzò e, quando quel mal capitato di Alo gli fu vicino, gli diede un pugno, atterrandolo.
La Malone ne rimase sbalordita e le fu impossibile non ridere. Il ragazzo, invece, dopo essersi scusato, era uscito dalla mensa sotto i commenti di tutti.
Non ci volle molto prima che quella sala si svuotò anche delle altre presenze, le quali si spostarono tutte nei corridoi.
Liv approfittò del momento per chiedere a Mini come mai continuava ad ignorarla, ma era impossibile ragionare con Mini, che non fece altro che rispondere con un secco “Non ti sto ignorando”, anche dopo che Liv aveva provato a dirle che Grace li avrebbe voluti vedere tutti vicini e uniti.
Quando girò lo sguardo, dopo che Mini era andata via, incrociò lo sguardo del nuovo.

“Mi spieghi quali sono i tuoi problemi? Picchi la gente a random?”
“Non sono stato io, è colpa dei numeri!”
“Ma che cazzo…?”
“Si, i numeri! Vedi questo?” E a quel punto le mostrò il dado “Io lo lancio, controllo il numero e, in base a quello che esce, faccio ciò che è scritto su questo foglietto” E le mostrò anche un foglietto “Ad ogni numero corrisponde un’azione … Se vivi secondo i numeri, nulla è scontato.”
“Oh, si, certo” Liv si sentiva davvero presa in giro, così continuò a parlargli con un tono quasi di sfida “E cosa direbbero ora i numeri?”

A quel punto, il ragazzo ripeté i movimenti compiuti poco tempo prima. Prese il dado, soffiò, lo lanciò verso l’alto, controllò il numero non appena lo riprese e, visto il tre che era uscito, la baciò. Liv, per tutta risposta, gli tirò uno schiaffo.

“Alex” Sorrise presentandosi subito dopo lo schiaffo.
“Liv” Un po’ confusa e in imbarazzo, ricambiò il suo sorriso.

Finite le lezioni, i due tornarono a casa insieme, ma Alex insistette tanto affinché Liv conoscesse sua nonna, la donna con cui viveva. Liv accettò.
Pranzò da loro e rimase lì fino al primo pomeriggio. Le fece piacere conoscere quella signora ancora piena di grinta, ma doveva andare al pub, dove si sarebbe incontrata con Alo, Nick e Franky. Propose anche ad Alex di vedersi al pub, così avrebbe conosciuto i suoi amici.

Liv aspettò un po’, al pub, prima di veder arrivare Alex ma, appena lo vide, gli sorrise e lo invitò ad avvicinarsi a loro e a sedersi accanto a lei. Provò a presentarlo agli altri ma non tutti ne furono felici. Mini insisteva nel dire che non avevano bisogno di un altro amico, Alo era arrabbiato per il pugno, Nick aveva risposto con un mezzo sorriso e Franky se ne stava in disparte.
Per tutta risposta Mini se ne andò a ballare, Alo e Nick la seguirono, Alex dovette uscire quando venne chiamato sul cellulare da suo padre e a Liv non andava proprio di rimanere sola con Franky, alla quale dava tutta la colpa dell’incidente, ecco perché uscì anche lei dal pub.

Era ormai sera, Alex e Liv erano andati via dal pub insieme ed ora camminavano sulla strada del ritorno.
I due si erano fermati proprio davanti la casa della ragazza e Alex le aveva preso le mani. La guardava negli occhi e, così, iniziò a parlare:

“Liv, ho bisogno di un’amica, ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto, qualcuno come te e so bene che tu anche ne hai bisogno. Magari non lo ammetti, fai la dura, ma ti serve qualcuno accanto, proprio come serve a me …”
“Si, è vero … ne ho bisogno … “ Liv aveva abbassato lo sguardo, in un attimo l’immagine di Grace era impressa nella sua mente
“Allora… amici?” Alex era speranzoso e questo era evidenziato dal tono di voce che aveva utilizzato per porle quella domanda.
“Amici” Liv era tornata a sorridere e a guardarlo negli occhi e poi, come era forse prevedibile, lo abbracciò.
In un attimo capì che era lui la persona che l’avrebbe aiutata in quel periodo così difficile, durante il quale tutti sarebbero stati distanti, durante il quale tutti non potevano che pensare a Grace, durante il quale tutto sarebbe andato a puttane, tutto ad esclusione della loro amicizia.