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Autore: Chocolate_senpai    14/07/2014    1 recensioni
Scrivo qui un pensiero che aveva l'urgenza di essere scritto, come se potesse essere dimenticato da un momento all'altro. Lo sto scrivendo io, una persona che vive, pensa, ed ha un nome.
Vi pare poco?
Solo per imparare che nessuna persona è "quella tra le tante".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Uno … Due … Tre … Stella!

Nel mondo siamo circa 7 miliardi di abitanti.

Sono davvero tante persone.

Ognuno vive all’insaputa degli altri, appoggiando i piedi sulla stessa terra che, coprendo un’enorme superficie sferica, o quasi, nel tempo ha fatto in modo di diventare la nostra casa.

Siamo tutti uniti, eppure nessuno si accorge di noi.

A livello universale, siamo poco più che un microscopico puntino del sistema solare che, a sua volta, non è che una minuscolo luogo in periferia di una galassia; infine, quest’ultima, non è che una nullità tra le tante, dispersa in un silenzioso infinito.

Eppure, in questo insieme di piccoli luoghi, noi, che siamo i più piccoli dei piccoli, troviamo tutto così immenso.

Viviamo in città, paesi, stati, villaggi, comunità, e quant’altro, che sono più grandi di noi.

Eppure, l’uomo possiede qualcosa che può andare oltre il suo limite di grandezza, oltre a quello di una città e quello di una galassia.

La sua fantasia.

In una piccola macchina quasi perfetta, seppur tanto fragile, come il corpo umano, a suo tempo, da sola o con un piccolo aiuto, si è sviluppata la forza del poter pensare.

Sono stimoli del proprio cervello, tant’è che non si è sicuri che le proprie scelte siano del tutto libere, o siano dettate dai suddetti stimoli; tuttavia grazie alla propria mente, al proprio pensiero, l’uomo ha creato man mano un villaggio, poi una città, poi un impero, espandendo i propri confini per fare suo ciò che era più grande di lui.

Dai grandi conquistatori romani, ai signori delle fortezze medievali, per poi passare ai principi rinascimentali, ai Papi e ai Re, che, in un modo o nell’altro, hanno perseguito i loro sogni di potere, per poi morire, alle volte, per mano di chi, come loro, perseguiva gli stessi desideri.

E com’è, nel mondo di oggi? Se fossimo vissuti nel nostro paese circa quattro secoli fa, forse la situazione non sarebbe stata migliore di adesso.

Eppure, nonostante la corruzione, nonostante le guerre, nonostante tutto, noi viviamo.

Vi pare poco?

È enorme il potere della vita; flebile come il lume di una candela esposto al soffio del vento, ma tenace, come una sottile canna di bambù che si piega sotto la forza della tempesta, senza mai spezzarsi.

Quando diciamo che il mondo è popolato da “esseri viventi” non ci rendiamo pienamente conto del significato della frase.

Essere vivi, respirare, lasciare che il cuore pompi sangue a tutto il corpo fino alla fine, sono azioni normali delle quali non ci rendiamo conto. Tuttavia, in tutta questa grandezza che ci circonda, non tutti riescono ad usufruire appieno di questo regalo.

Ed è a questo punto che dobbiamo renderci conto di quanto la nostra vita sia preziosa, del potere che abbiamo in mano.

Ognuno di noi è un essere che respira, cammina, parla, e pensa.

Abbiamo un nome e una data di nascita, una famiglia e un’insieme di ricordi che si immagazzinano nel nostro cervello.

Ne “Il fu Mattia Pascal” Pirandello spiega come, nelle prime righe della premessa, il protagonista sia solito rispondere agli   amici che venivano da lui in cerca di consiglio dicendo: “Io mi chiamo Mattia Pascal”.

Via pare poco?

Conoscere il proprio nome è il primo modo per darsi un’identità, per riconoscersi, sapere di esistere e sapere chi siamo in mezzo a quei 7 miliardi di persone che occupano un posto tanto grande.

Nei libri di storia vi sono scritti tantissimi nomi di chi ha scritto una parte importante del mondo. Senza il proprio nome cosa sarebbero state quelle persone?

Forse solo persone.

Vi pare poco?

Anche essere “solo” persone è una cosa enorme.

Scriviamo ogni giorno una parte della nostra vita, che si intreccia con quella degli altri; la loro vita, a sua volta, si intreccia con altre, e così via, formando un ciclo enorme che circonda tutta l’immensità della terra sulla quale appoggiamo i piedi.

È così che il mondo, silenzioso nella sua rotazione attorno a se stesso ed alla nostra stella, prosegue nel suo lungo percorso.

Tutto ciò che facciamo incide su di esso? Chissà. È mia convinzione che non solo gli esseri umani possano ricordare, possano vivere.

Un giorno me ne andrò via dalla mia casa, dalla mia città, ma so che, una volta tornata, le troverò ancora ad accogliermi, nello stesso luogo nel quale le avevo lasciate. E, in qualche modo, loro si ricorderanno di me.

Lasciamo un segno su tutto ciò che passiamo, che tocchiamo, che creiamo. Con la nostra mente andiamo oltre i cancelli del mondo, creando una nostra realtà, che muta nel corso della nostra storia, ma ci circonda senza mai abbandonarci.

Quando nasciamo pensiamo di essere persone; di essere “qualcuno fra i tanti”.

Crescendo mi sono resa conto che quel “qualcuno fra i tanti” non esiste. Siamo tutti diversi, particolari, speciali.

E siamo noi.

Diamoci le mani e formiamo qualcosa di enorme, di così grande come non l’avremmo mai immaginato.

Siamo un cielo pieno di stelle.

Non smettete mai di brillare

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