14/07/2014
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the sky
and the sea
Tanti
auguri Angy <3
Rushe aveva sempre amato il cielo.
Era così grande e sembrava avvolgerla in un grande abbraccio ogni volta che usciva di casa.
Il cielo era azzurro e la bambina adorava quel colore calmo e profondo; a lei piacevano tutte le sfumature che il cielo poteva avere.
Quando arrivava il tramonto era sempre un grande spettacolo: il cielo indossava il suo abito migliore, arancione, giallo, rosso, blu, rosa, viola, tutte le volte di sfumature diverse, era sempre una meraviglia guardare quale vestito avrebbe indossato questa volta il cielo.
Perchè Rushe aveva capito che, come non c'erano mai due tramonti uguali, nemmeno il celeste che si vedeva di giorno era sempre identico.
A ogni ora cambiava sfumatura e la bambina passava sempre tanto tempo a guardare quei colori sovrapporsi.
I colori erano una cosa davvero meravigliosa: Rushe non aveva nemmeno osato immaginare qualcosa di tanto mozzafiato, ma ora che aveva ritrovato la vista era decisa a non perdersi nemmeno una minuscola sfumatura.
Per questo amava il cielo, che le faceva vedere sempre così tanti colori. Persino di notte acquisiva una sfumatura particolare; Rushe l'aveva notato subito, non era nero, ma un blu talmente scuro da fare paura.
Però lei non era spaventata dal buio della notte. Li amava tutti, i colori, dal primo all'ultimo, quelli più chiari e quelli più scuri.
L'azzurro però era il colore che preferiva; durante il giorno il cielo era celeste e quando andava a giocare al parco c'era sempre l'azzurro sopra di lei.
Però anche il mare era azzurro, ma aveva infinite tonalità e Rushe non le aveva ancora scoperte tutte, così ogni volta che poteva chiedeva a Ruca di portarla al mare.
Le piaceva tanto il mare, ma non quanto il cielo.
L'azzurro più bello però non l'aveva trovato nè nel mare nè nel cielo.
L'azzurro più bello era quello degli occhi di Fideo, un azzurro profondo e intenso, un azzurro che le sorrideva sempre e che sembrava racchiudere tutte le sfumature del cielo e del mare.
Rushe amava l'azzurro, ma amava di più gli occhi di Fideo, perchè sapevano brillare più del cielo.
Non gliel'aveva mai detto e non credeva che glielo avrebbe detto mai.
Ma andava bene così. Le piaceva osservare di nascosto i suoi occhi, quando lui non se ne accorgeva.
Le piaceva sentirlo ridere mentre i suoi occhi ridevano con lui.
Così Rushe sorrideva e prendeva un pastello azzurro fra le dita, e provava a disegnare quegli occhi che tanto la facevano stare bene.
Non era mai l'azzurro giusto, e dopo molti tentativi Rushe l'aveva capito: nessun colore avrebbe mai potuto riprodurre gli occhi di Fideo.
Perchè lui era unico. Lui era azzurro.