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Autore: C r a z y    14/07/2014    1 recensioni
E se una ragazza si fosse sempre creduta babbana, sbagliandosi completamente?
E se questa ragazza riuscisse a realizzare i suoi sogni?
E se la sua vita si mostrasse finalmente luminosa?
E se leggeste la storia per scoprirlo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo
L'inizio di una storia contorta

Era una giornata come tante, apparentemente. Alle sette e dieci partii con la corriera, destinazione scuola. Le lezioni iniziarono, noiose come sempre. Ma malgrado la noia a me piaceva andare a scuola, il motivo era lui, Christian. Aveva i capelli scuri, perennemente spettinati, gli occhi profondi e anch'essi scuri, un bel fisico; era decisamente desiderato da molte. Certamente il ragazzo meno adatto a me. Io ero la tipica geek lasciata in parte da molti, ma al contempo con un discreto numero di amici, anche se la maggior parte opportunisti. Christian era uno di quelli. Ero sempre stata una ragazza abbastanza gentile e generosa, solo con chi mi interessava però. Ero anche altrettanto insicura: da sempre ero stata messa in parte, considerata stravagante o addirittura pazza. Il duro destino di una fangirl che viene soffocata da gente idiota. La maggior parte dei miei compagni di classe mi aveva sempre sfottuta perchè amavo i libri, mi piaceva scrivere, avevo degli idoli. Ma torniamo alla storia. Quel giorno indossavo una felpa con i colori della mia casa preferita di Hogwarts: Serpeverde. Christian mi osservò a lungo quella mattina, con uno sguardo diverso.
«Cos'hai?» gli domandai stizzita
«La maglia» rispose lui
«Serpeverde!» esclamai come un'idiota
«Appunto...» disse lui, misterioso.
Mi tenne lo sguardo addosso per gran parte della giornata.
«Christian, se non la finisci di guardami mi incazzo!» sbottai esasperata
«Si scusa scusa, ma guardavo la maglia»
«Ho notato»
«Dove l'hai presa»
«Su ebay».
«Pensavo l'avessi presa lì, nella scuola di Harry Potter»  
«Muori» sibilai.
Il suo sguardo smise di seguirmi, ma ora era il mio a seguire lui.
Mi chiesi come mai la mia bellissima felpa destasse così tanto interesse a uno a cui di Harry Potter non è mai importato nulla. Sperai in un qualche genere di conversione al potterismo.
Effettivamente Christian mi era sempre parso un personaggio misterioso degno del miglior romanzo di King, avevo fatto diverse supposizioni su una sua appartenenza a un qualche mondo fantastico: un Vampiro, un Nephlim, un Semidio (magari figlio di Zeus o di Ares), un Intrepido o un Divergente; ma non ci avevo mai azzeccato, ogni volta riusciva a farmi cambiare idea. Ma quel giorno mi fu tutto più chiaro.
Il telefono trillò, avvisandomi di un messaggio su Whatsapp; stranamente era Christian.
C: Oggi torni a scuola al pomeriggio?
Io: Sì, perchè?
C: Ti spiego dopo
Io: ??
C: Aspettami sul cancello sotto
Io: Ma spiegami, cazzo!
C: Dopo con calma
Tutto il pomeriggio fui distratta dal pensiero di Christian, chiedendomi cosa aveva di così importante da dirmi. Mi feci parecchi film mentali quel pomeriggio, avrebbero potuto vincere un oscar! Non riuscii a concentrarmi su nessuno dei problemi che mi ritrovavo da
vanti, così lasciai lavorare gli altri. Uscii da scuola in tutta fretta e lo trovai seduto sulle panchine fuori dall'uscita della scuola ad aspettarmi. Il mio cuore perse qualche battito, sospirai e mi avvicinai cauta, non mi pareva possibile che LUI stesse aspettando ME.
«Ehy» mi salutò con un sorriso, per poco non svenni.
«Ciao» ricambiai.
«Dai, andiamo, abbiamo un po' di cose di cui parlare, no?» si alzò e ci incamminammo lungo la strada. Andammo a sederci sulle altalene di un parco deserto, anche se le mie cosce erano un po' troppo larghe per occupare un'altalena per bambini.
«Su ora parla» lo esortai. 'Magari vuole dirmi che mi ama' pensavo, dandomi poi della stupida.
«È una cosa assurda, ma ti prego, non ridere» io annuii, ma la sua espressione mi faceva sorridere «Ecco, io sono l'erede di Salazar Serpeverde» buttò fuori in un sussurro.
Mi trattenni dal ridere e seria dissi: «Okay, forse pare che io viva nei miei libri, ma per quanto sia dura ammetterlo, Hogwarts non esiste, è tutta un'invenzione della Rowling. Fa male dirlo ma  queste cose non esistono nè sono mai esistite»
Lui mi osservò e si passo una mano tra i capelli in modo tremendamente attraente e sospirò.
«Sapevo non mi avresti creduto...» mormorò
«Ma come potrei crederti?! Okay, Harry Potter è la mia vita, ma non ci riesco a credere comunque!»
«Deborah, ho detto tante cazzate nella mia vita, ma adesso ti giuro che sono sincero al centoventi percento.»
Forse iniziai a pensare di dovergli credere, forse stava davvero dicendo la verità.
Mi alzai e feci qualche passo, lui era dietro di me, le mani seppellite nelle tasche.
«È così assurdo...» mormorai
«Non dirlo a me» replicò.
«Ma non riesco a credere che Voldemort avesse un figlio...» osservai guardandolo avvicinarsi lentamente a me
«E un nipote» precisò lui.
«Tua nonna è Bellatrix?» domandai curiosa
«A quanto mi hanno detto, sì»
«Sapevo che tra loro c'era qualcosa!»
Solo a quel punto mi resi davvero conto che a camminare a pochi centimetri me c'era l'erede di Serpeverde, nipote del Signore Oscuro e di Bellatrix Black. Raccolsi tutto il coraggio che avevo e lo abbracciai, pentendomene venti nanosecondi dopo.
«Ma cos...» sussurrò mentre lo travolgevo in un abbraccio soffocante.
«Mi porti a Hogwarts vero?» chiesi, scombussolata dal suo profumo. Lui mi stringeva a sua volta, e a me non sembrava vero che il ragazzo di cui ero innamorata da mesi mi stesse abbracciando. Fin troppa magia quel pomeriggio.
«Ti porto dove vuoi» disse sorridendo. Risi con lui, alla fine i miei libri mi avevano portato qualcosa di ancora meglio di quelle storie impresse su carta stampata, mi avevano portato l'amore. Okay, lui non era sicuramente innamorato di me, a lui piaceva un'altra, a quanto sapevo, ma già il fatto che avesse ricambiato il mio abbraccio mi aveva fatto perdere la testa.
«Però devi spiegarmi con calma la situazione» dissi sciogliendomi dall'abbraccio, malvolentieri
«Se hai tempo ti spiego tutto adesso» rispose lui sorridendo
«Dovrei andare...» dissi sconsolata
«C'è tempo»
«Beh allora ciao, Riddle» lo salutai con la mano avviandomi
«Non chiamarmi così!» replicò lui
«Okay, Riddle» ribattei ridendo
«Ciao, Deborah» disse lui scuotendo la mano. Me ne andai a casa felice, fin troppo, emozionata, un po' confusa e più innamorata di prima. Ora più di prima dovevo far sì che diventasse mio, anche se sarebbe stato molto molto difficile.

_Spazio Autrice_
E da oggi comincia una nuova orribilissima long! Non siete contenti?!
So che non è verosimile per nulla e che è pure banale, ma era più per riflettere su me stessa che per scrivere una storia bella e sensata. Magari poi piace anche, non lo so. Potreste recensire per farmelo sapere, magari.
Alla prossima settimana con il prossimo capitolo.
Baci e abbracci,
Meta'
  
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