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Autore: Noe98_    14/07/2014    5 recensioni
"Liam Payne? Gesù, Zayn, da quando peschi in acque pericolose?" disse Finch con uno sguardo di disapprovazione. Louis prese la gomma che stava masticando tra due dita e la tirò fino a formare una lunga striscia. "Respingerlo significa solo peggiorare le cose. Non è abituato ai rifiuti."
"E cosa dovrei fare? Andare a letto con lui?"
Louis scrollò le spalle. "Risparmieresti tempo."
Uno splendido disastro, Il mio disastro sei tu e Un disastro è per sempre versione Ziam e Larry.
Travis/Liam Abby/Zayn Shepley/Harry America/Louis
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Allarme Rosso



Tutto in quel posto mi urlava che ero dove non dovevo essere. Le scale erano malandate, gli spettatori pigiati spalla a spalla scalmanati, e l'aria puzzava di sudore, sangue e muffa. L'atmosfera si fece del tutto confusa quando i presenti cominciarono a gridare nomi e numeri, ad agitare le braccia, a scambiarsi denaro in mezzo al baccano. Mi feci largo tra la folla tallonando il mio migliore amico. 
<< Tieni i soldi nel portafoglio Zayn! >> mi gridò Louis. Il suo sorriso brillava pure nella luce fioca. 
<< Stammi vicino! Quando inizierà, sarà anche peggio! >> gridò Harry per sovrastare il baccano. Guidandoci in quella marea di gente, Louis afferrò prima la sua mano e poi la mia. Il gemito acuto di un megafono squarciò l'aria fumosa. Quel suono mi spaventò e sussultai, cercandone la fonte. Un ragazzo in piedi su una sedia di legno teneva un rotolo di banconote in una mano e il megafono sull'altra. lo avvicinò di nuovo alle labbra. 
<< Benvenuti al bagno di sangue! Se state cercando economia 101... siete nel posto sbagliato! Ma se cercate il cerchio, questa è la Mecca! Io sono Adam, stabilisco le regole e do inizio all'incontro. Le scommesse si chiudono quando gli avversari scendono in campo. E' proibito toccare i lottatori, prestare soccorso, cambiare la posta in gioco e invadere il ring. Se infrangerete queste regole, vi faremo sputare l'anima, vi cacceremo a calci in culo e ci terremo i vostri soldi. Vale anche per voi, signore! Perciò, ragazzi, non usate le vostre troiette per imbrogliare!  >> Harry scosse la testa. << Gesù, Adam! >> gridò, disapprovando la scelta di parole dell'amico. 
Il cuore mi batteva forte nel petto. Con la mia felpa grigia mi sentivo come un educando su una spiaggia di nudisti. Avevo promesso a Louis che avrei affrontato qualsiasi cosa mi fossi trovato davanti, ma in quel momento provai l'impulso di aggrapparmi al suo braccio sottile come uno stecchino. Non mi avrebbe mai messo in pericolo, ma mi trovavo in un seminterrato con una cinquantina di studenti ubriachi, assetati di sangue e di soldi, e non ero del tutto certo che ne saremmo usciti illesi. 
Da quando Louis aveva conosciuto Harry all'orientamento matricole, lo accompagnava spesso agli incontri clandestini negli scantinati della Eastern University. Si tenevano sempre in luoghi diversi, che restavano segreti fino a un'ora prima dell'inizio. Di solito frequentavo ambienti più tranquilli, e l'esistenza del mondo sotterraneo della Eastern mi sorprese. Harry invece lo conosceva ancora prima di iscriversi: Liam, suo compagno di stanza e cugino, combatteva da sette mesi. Correva voce che da matricola fosse stato il pugile più temibile che Adam avesse visto in tre anni nonostante il suo orientamento sessuale, ma nonostante ciò molte ragazze della Eastern non ci badavano. 
Adam portò ancora il megafono alla bocca, mentre le urla crescevano a dismisura: << Stasera abbiamo un nuovo sfidante! L'astro della lotta Marek Young! >>. Segui un'ovazione e all'ingresso del ragazzo la folla si divise come il mar Rosso, creando un cerchio tra fischi e provocazioni. Marek saltellava, flettendo il collo con aria seria, concentrata. Il vociare del pubblico si placò fino a diventare un sordo boato, poi dalle grandi casse collocate all'altro capo dell'locale si riversò una musica assordante e io mi tappai le orecchie. 
<< Il prossimo contendente non ha bisogno di presentazioni ma, siccome mi fa una paura fottuta, lo presenterò lo stesso! Ragazzi, tremate, ragazze, attente alle mutandine! Ecco che arriva Liam " Mad Dog" Payne! >>
Il frastuono salì alle stelle non appena Liam comparve sulla soglia. Fece il suo ingresso a torso nudo, rilassato e impassibile. Avanzò con disinvoltura fino al centro del Cerchio, toccò con i pugni le nocche di Marek i sui muscoli sodi guizzarono sotto la pelle tatuata. Si protese in avanti e sussurrò qualcosa all'orecchio dell'avversario, che faticò a mantenere l'espressione severa, I due combattenti, vicinissimi, si guardarono negli occhi: lo sguardo di Marek era truce mentre Liam sembrava vagamente divertito. 
Arretrarono di qualche passo e Adam diede il segnale al megafono. Marek si mise in guardia e Liam attaccò. quando la folla mi bloccò la visuale, mi alzai in punta di piedi e mi spostai di lato per riuscire a vedere qualcosa. Pian piano, mi feci strada nella calca urlante. Tra spallate e gomitate nei fianchi, fui scagliato di qua e di là come la pallina di un flipper, ma scorsi le teste dei due avversari e continuai.
Raggiunta la prima fila vidi le braccia robuste di Marek afferrare Liam, cercando di gettarlo a terra. Nel momento in cui si chinò, Liam gli diede una ginocchiata in faccia e attaccò prima che potesse riprendersi, bersagliandogli di pugni il volto insanguinato.
In quell'istante, venni strattonato all'indietro.
<< Che diavolo combini Zayn? >> disse Harry, con le dita strette saldamente al mio braccio.
<< Là dietro non vedevo nulla! >> gridai. 
Mi girai mentre Marek tirava un pugno poderoso. Liam si voltò e per un attimo pensai  che lo avesse solo schivato, invece fece una rotazione completa su se stesso e colpì con il gomito il centro esatto del naso dell'avversario. Il sangue mi schizzò addosso e m'imbrattò il viso e la felpa. Marek crollò a terra con un tonfo e per un breve istante nella stanza calò un silenzio totale.
Adam gettò un panno scarlatto sul corpo inerte e la folla esplose in un boato. Il denaro passò di nuovo di mano in mano, e sui volti dei presenti comparvero espressioni diverse, alcune compiaciute, altre deluse.
Nel trambusto generale venni spintonato. Alle mie spalle Louis mi chiamò, ma ero ipnotizzato dalla striscia rossa sui miei vestiti, che andava dal petto alla vita.
All'improvviso la mia attenzione fu attirata da un paio di pesanti stivali neri. Alzai lo sguardo: jeans sporchi di sangue, addominali perfettamente scolpiti, un petto nudo tatuato madido di sudore e intensi occhi castani. La folla mi spinse in avanti e Liam mi afferrò appena prima che cadessi.
<< Ehi! state lontani da lui! >> gridò accigliato, allontanando a spallate chiunque mi si avvicinasse. Alla vista della mia felpa la sua espressione corrucciata si distese in un sorriso. << Mi dispiace per il sangue, Pigeon >>, esclamò, pulendomi il viso con un asciugamano.
Adam gli diede uno schiaffetto sulla nuca. << Forza, Mad Dog! La grana ti aspetta! >>
Liam non distolse lo sguardo da me. << E' un vero peccato per la maglia ti dona. >> Un attimo dopo fu inghiottito dai fan e scomparve.
<< Cosa credevi di fare, idiota? >> urlò Louis tirandomi per un braccio.
Sorrisi. << Sono venuto a vedere un incontro, no? >> << Non dovresti neanche essere qui Zayn >>, mi rimproverò Harry.
<< Neanche Louis. >> << Lui non ha cercato di entrare nel Cerchio! >> ribatté cupo.
<< Andiamo. >> 
Louis mi sorrise e mi tolse le ultime tracce di sangue dalla faccia. << Sei un vero rompi scatole Zayn. Dio, quanto ti voglio bene! >> Mi cinse le spalle e insieme risalimmo le scale, uscendo nella notte.


 
XXX
L'indomani Harry e Louis mi raggiunsero per pranzo. Avrei voluto mangiare da solo ma, man mano che gli studenti affluivano in mensa, le sedie attorno a me vennero occupate dai membri della confraternita di Harry o dai giocatori di football. << Haz >>, chiamò qualcuno.
Lui rispose con un cenno. Voltandoci, Louis e io vedemmo Liam che si sedeva in fondo al tavolo. Era accompagnato da due voluttuose bionde tinte con la maglietta della Sigma Kappa. Una gli si sedette in grembo, l'altra al suo fianco e cominciò a palpargli la T-shirt. 
<< Tanto a letto non ti ci porta, >> bofonchiò Louis. 
La bionda in braccio a Liam si girò. << Ti ho sentito, stronzo. >> Louis afferrò il suo panino e lo lanciò, mancando per un soffio il volto della ragazza. prima che questa potesse ribattere, Liam abbassò le ginocchia, facendola cadere a terra. << Ahia! >> stillò lei. 
<< Louis è mio amico. Trovati altre due ginocchia su cui sederti, Lex. >> 
<< Liam! >> frignò mentre si rimetteva in piedi.
Lui non rispose e si concentrò sul suo piatto. Lex allora guardò l'amica sbuffando, e un attimo dopo tutte e due si allontanarono tenendosi per mano.
Liam ammiccò a Louis. Poi, come se niente fosse accaduto, addentò un altro boccone, si scambiò un'occhiata con Harry e iniziò a parlare con un giocatore di football che gli sedeva di fronte. Fu allora che notai un piccolo taglio sul suo sopracciglio.
Anche se molti avevano già lasciato il tavolo, Louis, Harry e io ci attardammo a discutere dei progetti del fine settimana. Liam fece per andarsene, ma poi si fermò con noi. Lo ignorai il più a lungo possibile ma, quando alzai lo sguardo, notai che mi stava fissando.
<< Come dici? >> chiese Harry a voce alta portando la mano all'orecchio. 
<< Lo conosci, Liam. È il migliore amico di Louis. L'altra sera era con noi >>, aggiunse.
Liam mi rivolse quello che immagini fosse il sorriso più affascinante del suo repertorio. Con i capelli castani cortissimi e gli avambracci tatuati, emanava sesso e ribellione. Vedendo che tentava di sedurmi, alzai gli occhi al cielo. 
<< Da quando hai un migliore amico, Lou? >> chiese. 
<< Dal terzo anno delle superiori >>, rispose lui sorridendomi. << Non ricordi, Liam? Gli hai rovinato la felpa >> 
Lui ghignò. << Ho rovinato parecchie maglie. >>
<< Disgustoso >>, borbottai.
Liam girò la sedia vuota al mio fianco e si sedette appoggiandovi sopra le braccia. << Pigeon, giusto? >> 
<< No >>, ribattei secco. << Ho un nome. >> 
Il modo in cui lo guardavo sembrò divertirlo, il che servi solo a farmi infuriare di più. 
<<  Be'? Qual è? >> domandò. 
Addentai l'ultimo pezzo di mela nel piatto, in silenzio.
<< Ti chiamerò Pigeon, allora >>, osservò con una scrollata di spalle.
Guardai Louis, poi mi girai verso Liam. << Sto cercando di pranzare. >> 
Lui raccolse prontamente la sfida. << Sono Liam. Liam Payne. >> 
<< So chi sei >>, risposi con tono di sufficienza. 
Inarcò il sopracciglio ferito. << Lo sai, eh? >>
<< Non montarti la testa. È difficile non notarti quando cinquanta ubriachi urlano il tuo nome. >>
Si raddrizzò leggermente. << Lo fanno spesso. >> Alzai di nuovo gli occhi al cielo e lui ridacchiò. << Hai un tic? >>
<< Un che? >> 
<< Un tic. Continui a muovere gli occhi. >> Lo guardai furioso e lui esplose in un'altra risata. << Però sono occhi incredibili. Di che colore sono, caramello? >> domandò avvicinandosi al mio viso. 
Fissai il piatto. Il modo in cui mi faceva sentire quand'era così vicino mi infastidiva. Non volevo assolutamente lasciarmi condizionare.
<< Non pensarci neanche, Liam. È come se fosse mio fratello >>, lo ammonì Louis.
<< Tesoro >>, osservò Harry, << Gli ha appena detto di no. Adesso chi lo ferma più? >>
<< Non sei il suo tipo >>, ribatté lui cercando di prendere tempo.
Liam si finse offeso. << Io sono il tipo di tutti! >> 
Lo guardai di sottecchi e sorrisi. 
<< Ah! un sorriso. In fondo, non sono uno sporco bastardo! >>, esclamò ammiccando. << È stato bello conoscerti Pidge. >> Girò attorno al tavolo e sussurrò qualcosa all'orecchio di Louis. 
Harry gli tirò una patatina fritta. << Stai alla larga dall'orecchio del mio ragazzo, Liam! >>
<< Sono una persona socievole, lo sai! >> Liam indietreggiò, sollevando le mani con aria innocente.


 
XXX
Louis scoppiò a ridere. << Sei nei guai, Zayn. >>
<< Cosa ti ha detto? >> domandai sospettoso.
<< Vuole che lo porti da noi, vero? >> disse Harry. Louis annuì e lui scosse la testa. << Sei un ragazzo sveglio, Zayn. Ti avverto: se ci caschi e finisci per perdere la testa, non prendertela con me e Louis, d'accordo? >>
Sorrisi. << Non ci cascherò, Haz. >>
<< Non succederà >>, lo rincuorò Louis toccandogli il braccio. 
<< Non è la prima volta, Lou. Sai quante volte mi ha incasinato la vita? Seduce e abbandona, e d'un tratto frequentarmi diventa un conflitto d'interesse, perché significa fraternizzare con il nemico! Zayn, ti avverto >>, aggiunse rivolto a me. << Non ti azzardare a proibire a Lou di uscire con me solo perché ti sei lasciato abbindolare da Liam. Considerati avvisato. >>
<< Apprezzo il consiglio, ma è superfluo >>, risposi. Cercai di rassicurarlo con un sorriso, anche se sapevo che quel pessimismo nasceva da anni di scottature subite a causa di Liam. Louis mi salutò allontanandosi con Harry e io afferrai lo zaino, avviandomi in aula per la lezione pomeridiana. 
Posai lo zaino a terra e mi lasciai cadere sulla sedia, quindi mi piegai per prendere il laptop. Quando mi risollevai vidi Liam che si era infilato nel banco accanto.
<< Bene. Puoi prendere appunti per me >>, esordì. Masticò la penna che aveva in bocca e sfoderò di nuovo il suo sorriso più seducente.
Lo guardai indignato. << Tu non segui questo corso. >>
<< Certo che lo seguo. Di solito mi siedo lassù >>, rispose indicando con un cenno la fila più in alto.
<< Non prenderò appunti per te. >> 
Lui si chinò avvicinandosi tanto da farmi sentire il suo respiro sulla guancia. << Scusami, ti ho offeso in qualche modo? >> Sospirai e scossi la testa.
<< Allora qual'è il problema? >>
Tenni la voce bassa. << Non ho intenzione di venire a letto con te. Lascia perdere. >> 
Un sorriso si allargò sul suo volto. << Non ti ho chiesto di venire a letto con me. >> Spostò pensieroso lo sguardo sul soffitto. << Giusto? >> 
<< Non sono un tuo ammiratore >>, dissi osservando le ragazze alle nostre spalle. << I tatuaggi, il fascino infantile e la finta indifferenza non fanno colpo su di me, perciò puoi smetterla con le buffonate, okay? >>
<< Okay, Pigeon. >> << Perché stasera non vieni da noi con Louis? >> Sogghignai alla richiesta, ma lui si avvicinò di più << Non sto cercando di scoparti, voglio solo frequentarti. >> << Scoparmi? Ma come fai a portarteli a letto se parli così? >> Lui scoppiò a ridere e scosse la testa. << Vieni e basta. Non flirterò nemmeno, lo giuro. >>
<< Ci penserò. >> 
Lui sorrise e si rilassò. Mi sforzavo di ignorarlo, ma la sua vicinanza e i muscoli possenti del suo braccio mi crearono non poche difficoltà. Continuò a giocherellare con il bracciale di pelle nera che aveva al polso finché il professore non terminò la lezione. Al quel punto mi affrettai a raggiungere la porta e a percorrere il corridoio. Proprio mentre credevo di essere a distanza di sicurezza, Liam mi affiancò.
<< Ci hai pensato? >> chiese mettendosi gli occhiali da sole. 
Feci una smorfia. << Di che parli? >>
<< Hai deciso se verrai? >>
<< Se dico di sì, smetterai di seguirmi? >> 
Liam valutò la proposta e annuì. << Sì. >>
<< Allora verrò. >>
<< Quando? >>
Sospirai. << Stasera. Verrò stasera. >> 
Lui sorrise e si bloccò di colpo. << Grande. Allora ci vediamo, Pidge >> 
Girai l'angolo e vidi Louis e Finch davanti allo studentato. C'eravamo ritrovati allo stesso tavolo dell'orientamento matricole e avevo capito subito che Finch sarebbe diventato parte del nostro ingranaggio ben collaudato.
<< Liam Payne? Gesù, Zayn, da quando peschi in acque pericolose? >> disse Finch con uno sguardo di disapprovazione. Louis prese la gomma che stava masticando tra due dita e la tirò fino a formare una lunga striscia. << Respingerlo significa solo peggiorare le cose. Non è abituato ai rifiuti. >>
<< E cosa dovrei fare? Andare a letto con lui? >>
Louis scrollò le spalle. << Risparmieresti tempo. >> 
<< Gli ho detto che stasera sarei andato da lui. >>
Finch e Louis si scambiarono un'occhiata.
<< Che c'è? Ha promesso che avrebbe smesso di tormentarmi se avessi accettato. Tu vai da loro stasera, vero? >>
<< Be', sì >>, rispose Louis.
Sorrisi ed entrai nell'edificio, chiedendomi se Liam avrebbe mantenuto la promessa di non flirtare con me.


 
XXX
Qualche ora più tardi, Louis bussò alla mia porta per accompagnarmi da Harry e Liam.
<< Gesù! Sembri un senzatetto! >> sbottò quando mi vide.
<< Bene >>, dissi, soddisfatto dall'effetto d'insieme. Avevo arruffato i capelli, e alle lenti a contatto avevo preferito gli occhiali con la montatura nera rettangolare. Avanzai ciabattando nelle mie infradito, fiero di sfoggiare una T-shirt logora e un paio di pantaloni della tuta. Avevo pensato che apparire scialbo sarebbe stato in ogni caso il piano migliore. Speravo di spegnere l'entusiasmo di Liam, e di porre termine finalmente a quella assurda insistenza. E l'aspetto dimesso lo avrebbe scoraggiato anche nel caso in cui avesse voluto un semplice amico.
Lasciammo l'auto nel parcheggio nel palazzo di Harry e seguii Louis lungo le scale. Lui venne ad aprire e scoppiò a ridere quando feci il mio ingresso.
<< Cosa ti è successo? >>
<< Non vuole far colpo su nessuno >>, spiegò Louis. Andarono nella stanza di Haz. La porta si chiuse alle loro spalle e io restai solo con la sensazione di essere fuori posto. Mi sedetti nella poltrona reclinabile e mi sfilai le infradito.
L'estetica dell'appartamento era più gradevole della tipica casa da scapoli. La casa era pulita, i mobili erano nuovi e sopratutto non si sentiva puzza di birra vecchia e di abiti sporchi.
<< Era ora! >> esclamò Liam buttandosi sul divano.
Sorrisi e mi sistemai gli occhiali sul naso, aspettando che manifestasse disgusto per il mio aspetto. << Louis doveva finire un saggio. >> 
<< A proposito, hai già iniziato quello di storia? >>
Non aveva battuto cipiglio di fronte hai miei capelli in disordine, e la cosa mi indispettii. << E tu? >>
<< L'ho finito questo pomeriggio. >>
<< Ma è per mercoledì >>, replicai sorpreso.
<< L'ho buttato giù. Quanto potrà essere difficile scrivere un saggio di due pagine su Grant? >>
<< Io sono uno che temporeggia. >>
<< Be', se ti serve aiuto fammelo sapere >>
<< Mi aiuteresti davvero? >> chiesi perplesso.
<< Ho il massimo dei voti in storia >>, replicò.
<< Dico sul serio, Pidge, se hai bisogno di aiuto, non hai che da chiedere. >>
<< Non mi serve il tuo aiuto. Sono in grado di scrivere un saggio. >> Dissi un po' scocciato,  << Okay Okay ho capito... Comunque  mi piace questo look naturale. La gente non viene da me così. >>
<< Io sono stato costretto a venire qui. Non ho mai voluto fare colpo su di te >>, obbiettai, seccato per il fallimento del mio piano.
Lui sfoderò un ghigno divertito, infantile, e io m'infuriai ancora di più, sperando però che la rabbia mascherasse il disagio.
<< Ma hai già fatto colpo. Di solito non devo supplicare un ragazzo perché venga da me. >>
<< Non ne dubito >>, replicai con aria indignata.
Era un presuntuoso, e della peggior specie. Dovevo cambiare strategia. Louis e Harry ci raggiunsero in salotto.
Liam si alzò. << Sto per uscire a cena. Hai fame, Pidge? >> 
<< Ho già mangiato >>, risposi con indifferenza.
<< Non è vero >> disse Louis prima di rendersi conto dell'errore. << Oh... ehm... certo, mi ero scordato che ti sei preso una.. pizza... prima. >>
Feci una smorfia di fronte a quel misero tentativo di rimediare alla gaffe e attesi la reazione di Liam. 
Lui attraversò la stanza e aprì la porta. << Forza. Sarai affamato. >>
<< Dove vai? >> 
<< Dove vuoi. Possiamo mangiarci una pizza. >>
Diedi una rapida occhiata ai miei vestiti. << Non sono presentabile. >>
Liam mi studiò per un istante e fece un gran sorriso. << Stai benissimo. Andiamo, muoio di fame. >>
Mi alzai e salutai Louis, superando Liam per scendere le scale. Mi fermai nel parcheggio e lo guardai inorridito mentre si sedeva in sella a una moto nera opaca. 
<< Uh... >> mormorai, piegando le dita nude dei piedi.
Liam mi lanciò uno sguardo impaziente. << Oh, sali. Andrò piano. >>
Salii in sella e cercai qualcosa a cui aggrapparmi, ma le mie dita scivolarono dalla pelle al fanale di plastica.
Liam mi prese le mani e se le mise intorno alla vita.
<< Non hai niente per tenerti, solo me, Pidge. Non mollare la presa >>, disse spingendo la moto all'indietro con i piedi. Uscì in strada e con uno scatto del polso partì come un razzo. 
Qualche minuto più tardi imboccò a tutta velocità il vialetto d'accesso del ristorante e, non appena si fermò, mi misi in salvo sul marciapiede.
<< Sei uno squilibrato! >>
Liam ridacchiò e mise la moto sul cavalletto prima di smontare. << Ho rispettato i limiti di velocità. >>
<< Sì, quelli di un'autostrada tedesca, che notoriamente non ne ha. >>
<< Non lascerei mai che ti accadesse qualcosa, Pigeon >>, dichiarò aprendo la porta del locale. Scrutai la sala, osservando i genitori che cercavano di far mangiare i figli turbolenti, e cercando di evitare le occhiate inquisitorie degli studenti della Eastern.
<< Certo, Liam >>, disse la cameriera annotando il nostro ordine. Quando tornò in cucina, sembrava vagamente euforica per la sua presenza.
<< Vieni spesso qui? >> chiesi acido.
Lui appoggiò i gomiti sul tavolo e mi fissò con gli occhi castani. << Allora, qual'è la tua storia, Pidge? Odi gli uomini in generale o solo me? >>
<< Solo te, credo >>, bofonchiai.
Scoppiò a ridere, divertito. << Non riesco a capirti. Sei il primo ragazzo che mi respinge. Non ti agiti quando mi parli e non cerchi di attirare la mia attenzione. >>
<< Non è una tattica. Non mi piaci, ecco tutto. >> 
<< Non saresti qui se non ti piacessi. >> 
Abbandonai l'espressione accigliata e sospirai. << Allora, qual è la tua storia? >> chiesi cambiando discorso. << Sei sempre stato Liam "Mad Dog" Payne o ti chiamano così da quando sei alla Eastern? >> Per la prima volta, la sua sicurezza vacillò: Sembrava un po' imbarazzato.
<< No. È stato Adam a inventare quel sopranome, dopo il primo incontro. >>
Le sue risposte spicce cominciavano a irritarmi. << Tutto qui? Non hai intenzione di dirmi niente di te? >>
<< Cosa vuoi sapere? >>
<< Le solite cose. Da dove vieni, cosa vuoi fare da grande... cose così. >>
<< Sono nato e cresciuto qui e mi sto specializzando in diritto penale. >>
<< Stai scherzando >>, osservai incredulo.
<< No, sono di queste parti >>, affermò distrattamente.
<< Parlo della specializzazione. Non sembri un tipo da diritto penale. >>
Liam corrugò la fronte, tornando a concentrarsi sulla nostra conversazione. << Perchè? >> 
Scrutai i tatuaggi che gli coprivano il braccio. << Dico solo che sembra ti si addica più il crimine che la giustizia. >>
<< Non mi caccio nei guai... Papà era piuttosto severo. >>
<< E tua Mamma? >>
<< È morta quand'ero piccolo >>, rispose in tono freddo.
<< Mi... mi dispiace >>, dissi scuotendo la testa. La sua risposta mi aveva colto alla sprovvista.
Liam reagì con noncuranza. << Non me la ricordo. I miei quattro fratelli sì. >>
<< Quattro fratelli, eh? Come facevi a distinguerli? >> chiesi ironico.
<< A seconda di chi picchiava più forte. >>
<< E tuo Padre? Dov'è? >>
<< Vive da queste parti >>, rispose.
<< Perché ridono? >> domandai indicando la tavolata rumorosa. Lui scosse la testa, era chiaro che non ne volesse parlare. Incrociai le braccia e mi dimenai sulla sedia. << Dimmelo. >>
<< Ridono di me perché innanzitutto ti ho portato a cena. Di solito non è una... mia abitudine. >>
<< Di cosa stavamo parlando? >> chiesi cambiando discorso. 
<< Di te. >>
<< Qual è la tua specializzazione? >>.
<< Oh, ehm... cultura generale, per il momento. Sono ancora indeciso, ma propendo per ragioneria. >>
<< Tu però non sei di queste parti. Ti sei trasferito. >>
<< Sono di Wichita, come Louis. >>
<< E come sei finito qui dal Kansas? >>
<< Siamo stati costretti a scappare. >>
<< Da cosa? >>
<< Dai miei genitori. >>
<< Oh. E Louis? Anche lui a problemi con i genitori? >>
<< No, Mark e Johanna sono fantastici. In pratica mi hanno allevato loro. Lui mi ha seguito, non voleva venissi qui da solo. >>
Liam annuì. << E come mai avete scelto la Eastern? >>
<< Mi stai facendo il terzo grado? >> Le domande stavano diventando troppo personali e iniziavo a sentirmi a disagio.
La squadra di calcio lasciò il tavolo. Dopo un ultima battuta, i giocatori si avvicinarono lentamente alla porta. Non appena Liam si alzò affrettarono il passo, e gli ultimi del gruppo spinsero quelli davanti per darsi alla fuga prima che attraversasse la sala. Lui tornò a sedersi controllando a stento rabbia e frustrazione.
Inarcai un sopracciglio.
<< Stavi dicendo perché hai scelto la Eastern >>, riprese.
Mi strinsi nelle spalle. << È difficile da spiegare. Mi è sembrata la scelta più giusta da fare. >>
Lui sorrise e aprì il menù. << So cosa intendi. >>
  
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