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Autore: Alexxassa    14/07/2014    1 recensioni
È il primo giorno di scuola di Maisie Styles Tomlinson, Harry sta dando di matto e Louis sta facendo del suo meglio per calmare tutti.
Questa storia non mi appartiene, è stata scritta da starseas, io l'ho solo tradotta.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Sunshine sugar baby
 
By starseas
 
 
È il primo giorno di scuola di Maisie Styles Tomlinson, Harry sta dando di matto e Louis sta facendo del suo meglio per calmare tutti.

Questa storia non mi appartiene, è stata scritta da starseas che potete trovare qui, per leggere la storia originale potete andare qui.
 
 
 
 
È nata nel cuore della stagione degli uragani.
 
Era un giorno in cui la pioggia cadeva a palate, rendendo il mondo esterno un miscuglio di grigio e bianco e verde, e Louis si ricorda ancora il modo in cui la stanza d’ospedale era tutta luce e ombre pallide e i suoni ovattati del cuore di una piccola bambina.
 
Come le ali di un colibrì, aveva detto l’infermiera. Senti un po’.
 
E Louis ha guardato Harry da sopra la spalla mentre la loro bambina dormiva, le sue palpebre rosa impolverate da pallide vene blu, e i suoi capelli erano solo una macchia di peluria-come un limone, aveva detto Harry. Guardala.
 
Quando ha aperto gli occhi per la prima volta, le sue ciglia erano bionde-angelo e il suo sguardo non aveva ancora un colore, ma Louis riusciva a immaginare che un giorno, avrebbe avuto occhi blu oceano. Avrebbe avuto occhi in cui potevi nuotare.
 
L’infermiera aveva chiesto loro “Ha un nome?”
 
“Si. Lei è Maisie” aveva detto Harry, accarezzandole col pollice la curva dell’ombra delle sopracciglia, e la sua mano era più grande della sua testa quella volta. “Maisie Styles Tomlinson.”
 
“Mi piace” ha detto Louis, e Harry ha solo riappoggiato la sua testa sul petto di Louis mentre guardavano la loro bambina dormire, e Louis non è mai stato così innamorato della vita più di quanto in quel momento – in quel momento, nel mezzo di una tempesta che ha reso il mondo intero blu e grigio mentre Harry teneva la luce del sole tra le mani.
 
E due giorni dopo quando hanno portato Maisie a casa con loro per la prima volta, Harry ha obbligato Louis a metterla nella culla in parte al loro letto – no, non portarla nel letto, madonna, Louis, e se gli rotolo addosso – e così ha dormito nella sua culla, avvolta da un quadrato di luna con il pollice in bocca, il piccolo alzarsi della sua pancia che riempie la sua piccola tutina rosa.
 
Quella notte, non hanno dormito per niente-
 
C’era qualcosa di così elettrico nel guardare la bambina respirare, nel guardarla battere gli occhi e agitarsi mentre dorme, facendo piccoli suoni come se stesse testando la sua voce. Le sue piccole mani erano chiuse a pugno e ogni tanto si allungherebbe nell’aria come se stesse raccogliendo le stelle, e Louis si sentiva così pieno d’amore che sembravo troppo.
 
Maisie Styles Tomlinson. Immagina.
 
E più tardi, quando la loro camera da letto era riempita da sfocata luce viola dalla luna, Harry si è disteso sulle loro lenzuola e aperto le braccia come se stesse chiedendo a Louis di entrarci, e metà della sua faccia era ricoperta di luce argentea. Occhi arricciati, stava ridendo mentre diceva “Beh, dai, Paparino. Mostrami che cos’hai”
 
“Sinceramente, piccolo” ha sospirato Louis, abbassandosi su Harry e usando i gomiti per tenersi su abbastanza da poter baciare il collo di Harry, la sua gola e le sue clavicole, giù per suo stomaco, andando sempre più in giù. “Non sarà mai così sexy come tu pensi che sia.”
 
E quello era l’inizio.
 
-
 
Quando Louis si sveglia, l’altro lato del letto è vuoto.
 
Ed è strano perché l’altro lato del letto non è mai vuoto, perché Harry è sempre lì, e Harry è sempre avvolto su di Louis quando dorme e non lo fa neanche apposta.
 
E diavolo se a Louis piace, avere Harry così vicino.
 
Sedendosi nel letto, Louis si gratta gli occhi e lascia che il mondo torni a fuoco a gradi – prima, l’oscurità della stanza illuminata solo dalla luna che entra dalla finestra, e poi il cassettone e i muri e il pavimento, la porta che porta al bagno, quella che porta al corridoio, tutto sembra l’ombra di un’ombra, l’eco di un eco, o di un sogno.
 
“Harry?” sussurra Louis nel buio, guardando accigliato la porta del bagno, sbadiglia mentre si strofina una mano sulla faccia.
 
Quando non c’è risposta, Louis pensa di tornare a dormire.
 
Pensa di andare a dormire e poi trovare Harry la mattina, pensa a svegliare Maisie e farla preparare per il suo primo giorno di scuola, ma poi, lo sente già – quel dolore vuoto basso nel suo stomaco, quel bisogno addormentato di avere le sue dita tra i capelli di Harry, sulla sua faccia, che percorrono la dolce linea del suo collo, abbassandosi sempre di più.
 
Ogni tanto Louis pensa di essere un po’ ossessionato.
 
Sospirando, calcia via le lenzuola di cotone e si muove finché le sue gambe dondolano sul lato del letto, il pavimento in legno è uno shock freddo contro i suoi piedi scalzi.
 
“Harry” Louis sussurra di nuovo, perché cazzo, non vuole veramente muoversi.
 
Ma di nuovo, non c’è una cavolo di risposta – c’è solo un silenzio statico e la luna che entra, così Louis sbuffa mentre si alza, senza nemmeno preoccuparsi di mettersi su una maglietta prima di andare verso la porta della camera. La raggiunge e la apre, grattandosi via il sonno dagli occhi mentre si muove nel corridoio.
 
Casa loro è piccola, comoda e calda e completamente decorata, ma sembra sempre molto più grande di notte.
 
Beh, non è esattamente ancora notte, pensa Louis – manca solo un’ora più o meno prima che debbano svegliare Maisie e farle fare il bagno, ma lo stesso. Il sole non è ancora sorto e tutto è ancora un miscuglio di ombre e luna, il mondo intero ricoperto in oscurità, e mentre Louis cammina giù per il corridoio, tiene una mano sul muro per restare in equilibrio. Harry dev’essere nella camera di Maisie, pensa Louis, perché si sta comportando in modo davvero strano negli ultimi giorni – e già, sta sicuramente colpendo Harry adesso che Maisie ha cinque anni e andrà a scuola appena il sole si alza.
 
L’altro giorno, per esempio, Louis è entrato e ha trovato Harry inginocchiato in parte al letto di Maisie, e invece che leggerle il piccolo libro di favole che doveva leggere, le stava facendo un quiz sul suo cavolo di nome. Gli occhi di Maisie erano assonnati, la sua testa che spuntava fuori dalle lenzuola mentre Harry diceva “ed è Maisie come cosa, piccola? Se qualcuno di chiede come dire il tuo nome, tu gli dirai che è Maisie come cosa?”
 
“Gli dirò che Maisie come daisy*, papi, lo so.”
 
E Louis ha riso e ha baciato Maisie sulla fronte prima di tirare Harry fuori dalla stanza e spegnere le luci, e tornare nel silenzio tranquillo della loro stanza, Harry era accigliato contro la tempia di Louis e ha sussurrato “Forse avremmo dovuto chiamarla Sam, Lou. Tutti quanti sanno come dire il nome Sam.”
 
“Ti preoccupi troppo, Haz” ha sospirato Louis, ma era già andato.
 
Si rende conto ora, che, già, Harry stava diventando un po’ pazzo.
 
Fermandosi in fondo al corridoio, Louis cerca la maniglia prima di aprire la porta e guardare dentro, facendo attenzione a non fare nessuno rumore e svegliare Maisie per sbaglio.
 
Dentro la camera, tutti i colori sono lavati via dalla luna – i viola che diventano argenti, i rosa diventano bianchi – ma il viso di Maisie è illuminato da una striscia di luce, e Louis pensa che potrebbe essere la cosa più bella al mondo. È arricciata sul lato, pollice in bocca mentre la sua testa sbuca dalle coperte floreali, e i suoi riccioli sono selvaggi mentre dorme.
 
Proprio come quelli di Harry, pensa Louis, e poi sorride.
 
Silenzioso, guarda le stelle glitterate muoversi nella giostrina sopra il suo letto, girando e riflettendo la luna che taglia il buio, ma oltre a Maisie la stanza è vuota. Louis aggrotta le sopracciglia mentre esce di nuovo nel corridoio, lanciando un altro sguardo alla sua camera.
 
Okay, allora. Dove diamine è Harry?
 
-
 
Louis finisce col trovare Harry in cucina.
 
Tutte le luci sono spente, ma la luna entra dalla finestra e lascia quadrati di luce pallida sul pavimento, facendo sembrare tutto come un sogno.
 
Louis si ferma sull’entrata della cucina, e sa che non dovrebbe più essere sorpreso dalle cose cha fa Harry a questo punto nella loro relazione, ma in tutta onestà, lo è ancora.
 
Non può farne a meno.
 
Non può farne a meno perché Harry è completamente sveglio ed è in piedi vicino al bancone indossando solo i boxer e uno dei maglioni di Louis che deve arrotolare fino ai gomiti perché è troppo piccolo per lui, e ha della glassa sul labbro, faccia rivolta verso il basso in concentrazione mentre mischia qualcosa in una ciotola.
 
Su tutto il bancone, ci sono ciotole di metallo riempite da glassa rosa, brillantini rosa a forma di stelle e perline, e ci sono anche caramelle rosa – fiocchetti e liquirizia sparsi sul granito, illuminati dalla luna. Louis lo fissa per un momento, e quasi vuole ridere ma è anche abbastanza preoccupata perché, come ha detto, Harry si sta comportando in modo strano ultimamente.
 
“Harry” dice lentamente, braccia incrociate al petto mentre si appoggia alla porta “Che cosa stai facendo?”
 
Harry fa un piccolo salto, ma sorride quando vede Louis lì vicino. “Lou” dice, sorriso che si ingrandisce. Ha della glassa rosa sul labbro e Louis vuole leccargliela via, ma dà la colpa al fatto che è ancora mezzo addormentato, ancora metà in un sogno metà fuori. Sul frigo, un disegno che Maisie ha fatto di loro che sembra luminoso a confronto col buio. “Sto facendo cupcakes” dice Harry.
 
“Stai-“ Louis si interrompe con una risata, con la mano si gratta la bocca “Stai facendo i cupcakes? Per cosa? Harry, sono le-“ guarda in parte, dove l’ora si illumina di blu sul microonde , quello e i rosa gli unici colori nella buia cucina. “Harry, sono le cinque del mattino.”
 
Harry aggrotta le sopracciglia, tirandosi via i capelli dalla fronte col dietro della mano, sporcandosi di farina “Lo so, lo so, ma vedi. Maisie incomincia scuola domani, ok? Quindi, stavo pensando – e se non arriva a farsi degli amici? Tipo, e se agli altri bambini non piace o altro? O se si conosco già tra loro? E poi ho pensato, beh, qual è una cosa che piace a tutti?”
 
“Cupcakes” risponde Louis, leccandosi le labbra per cercare di non ridere. “Cupcakes è la tua risposta a tutti questi pensieri filosofici notturni, eh?”
 
Madonna. Harry è seriamente pazzo.
 
Sorridendo, Harry annuisce mentre continua a mischiare la glassa, e la sua faccia è dolce sotto la luce che entra dalla porta del giardino. “Beh, ho pensato che se Maisie portasse dei cupcakes il suo primo giorno di scuola, allora a tutti i bambini dovrà piacere Maisie, giusto?”
 
Louis alza le sopracciglia. I suoi occhi sono ancora pesanti ma sa di non poter tornare su senza Harry, non dopo averlo visto nei suoi boxer e il maglione di Louis, sapendo come sarebbe morbino sotto le mani di Louis, come i suoi gemiti sarebbero tutti assonnati e caldi “Quindi, fammi capire bene” dice Louis, ancora cercando di non ridere “Hai intenzione di corrompere un mucchio di bambini di quattro anni per farli diventare amici di nostra figlia?”
 
“Hey, alcuni di loro ne hanno cinque” risponde Harry, facendo una faccia come se pensasse che fosse Louis quello strambo qui, e la luna contorna le sue linee in argento mentre dice “e non è corrompere, Louis. È solo, sai – un suggerimento.”
 
Louis sorride senza volerlo, e non riesce neanche a fare a meno che la sua voce sia tutta affettuosa mentre incomincia lentamente a muoversi verso Harry, il mondo intorno a loro diventa dolce e tranquillo “Piccolo” dice, stando in piedi di fronte ad Harry adesso, occhi blu incrociati ad occhi verdi, occhi verdi che guardano occhi blu. “Ti rendi conto che nostra figlia è tipo la cosa migliore al mondo, vero?”
 
Harry gli sorride e Louis mantiene lo sguardo mentre prende gentilmente la ciotola dalle mani di Harry e la appoggia giù sul bancone, che è ricoperto da brillantini e glasse. “la migliore” concorda Harry, la sua voce solo un respiro quando Louis si avvicina, scorrendo le mani su per il maglione di Harry per disegnare piccoli cerchi sul fondo della sua schiena.
 
C’è ancora della glassa sul labbro inferiore di Harry, così Louis si avvicina e gliela lecca via, e poi non si ferma più perché Harry è proprio lì ed è volenteroso, è sempre così volenteroso – così Louis bacia l’angolo della bocca di Harry, le sue guance, la sua mandibola, sopra le sue palpebre chiuse che sembrano lilla nel buio. Tutto si sta muovendo al rallentatore e Louis si sente come se fosse sott’acqua mentre bacia la faccia di Harry, mani incastrate tra i capelli di Harry, facendolo inghiottire pesantemente, un gemito bloccato in fondo alla gola.
 
Il mondo gira lentamente, lentamente, lentamente, ma il cuore di Louis batte velocemente.
 
Harry sta respirando forte adesso, le sue dita più forti sui fianchi di Louis, e c’è quel dolore di nuovo nel fondo dello stomaco di Louis, un dolore che è pieno d’amore, un dolore che dice ti voglio tutto il tempo, piccolo e non ne è timido al riguardo.
 
E si, okay, forse Louis è più che un po’ ossessionato.
 
Accarezza le sue labbra contro quelle di Harry, una, due volte, e poi si sposta per premere le loro fronti assieme, pollice che accarezza la nuca di Harry. Guarda mentre gli occhi di Harry si aprono lentamente, e si stanno guardando, il verde degli occhi di Harry gli ricorda delle foglie che galleggiano in piscina.
 
Inghiottendo, Louis si lecca le labbra, e vuole già baciare Harry di nuovo, lo vuole davvero. “Finiamo questi cupcakes e poi svegliamo la nostra bambina, okay?”
 
“Okay” respira Harry, alzando il mento così che la sua bocca è premuta sulla mandibola di Louis – non baciandolo, solo premuto lì come se facesse sentire meglio Harry in qualche modo. Le sue dita sono ancora sui fianchi di Louis, ma sono gentili ora, solo un leggero tocco contro la sua pelle, e Louis si sente caldo ovunque ed è da pazzi, è da pazzi che dopo tutti questi anni insieme è ancora così – questo calore bruciante, questo bisogno di essere sempre più vicino, così vicino che non riesci a dire dove inizia e dove finisce. “ma” dice Harry, la sua voce tutta pensierosa e assonnata “Possiamo restare così per un po’?”
 
Louis annuisce, e sta sorridendo perché gli piace questo piano “Si, possiamo stare così”
 
Harry barcolla in avanti, ridendo assonnato quando le loro bocche si incontrano, e poi si stanno baciando di nuovo, tutto brillantini e amore e cose morbide nel mezzo della cucina illuminata dalla luna, e si stanno ancora baciando quando la luna sbiadisce in qualcosa di più luminoso, mentre si dissolve nel sole – e Louis è così conscio della loro bambina che dorme come un sasso di sopra, di Harry che ride forte e che spalma glassa sulla faccia di Louis solo per leccargliela via di nuovo – e Louis pensa che onestamente, è così fottutamente fortunato.
 
Lo pensa veramente, è il ragazzo più fortunato al mondo.
 
-
 
Un’ora dopo, la casa è piena di luce.
 
Harry ha già fatto partire la lavatrice e ci sono gli uccelli che cantano di fuori, dei fasci di luci entrano dalle finestre aperte e illuminano la polvere nell’aria. Di spora, Louis apre la porta della camera di Maisie e spunta con la testa dentro la camera, sorridendo quando vede che è ancora addormentata. La luce si appoggia lentamente sui muri rosa chiaro e sopra la sua testa, la giostrina che gira – argento e brillantinato, gira intorno e intorno.
 
Per un momento, Louis guarda e basta, e poi si avvicina al letto silenziosamente, pestando un orsacchiotto e i blocchi sparsi davanti alla porta. Sedendosi sul lato del letto di Maisie, Louis le accarezza gentilmente i riccioli via da viso, e la sua pelle è tutta morbida e calda.
 
“Ehi, bambolina. Svegliati” dice Louis, sorridendo quando le prende il naso gentilmente, un piccolo bottone che gli ricorda lui da piccolo, e poi ride quando fa il muso mentre dorme, sopracciglia aggrottate.
 
Maisie si gratta gli occhi con i suoi piccoli pugnetti mentre si muove nel letto, muovendosi come se potesse nascondersi dai rumori. E Louis ride di nuovo perché cavolo, si sente davvero come se stesse parlando con Harry adesso.
 
Sa anche che è sveglia, perché russa sempre leggermente quando dorme, e in questo momento, non sta facendo un suono.
 
Louis le accarezza le sopracciglia con il pollice e sorride perché non può farne a meno. “Maze, tesoro, è il tuo primo giorno di scuola. Babbo ti sta preparando il pranzo di sotto, pensavo fossi eccitata”
 
E con quello, Maisie batte gli occhi, occhi blu luminosi.
 
“Ah, lo sapevo che eri sveglia!” ride Louis, facendole il solletico, e Maisie urla  e ride mentre si alza, abbracciando il collo di Louis e ridendo nel suo orecchio.
 
“Papà! Stavo davvero dormentando!” ride, appendendosi alla sua schiena mentre si alza, e le sue parole sono tutte morbide come sono sempre le parole di una bambina, la sua pelle profuma di crema per bambini e sapone alla fragola.
 
“Non è vero” ride Louis, tenendola per le caviglie mentre li fa girare in tondo, piccoli pezzi della sua camera gli volano davanti come un sogno – le pallide tende rosa rese bianche dal sole, lacci antichi rossi, la casa delle bambole messa in un angolo della stanza, e i suoi cassettoni bianchi che ha ricoperto in adesivi di farfalle rosa e viola.
 
Una risata esce dalla bocca di Maisie, e il suono ricorda a Louis il sole. “Papi!” urla, ridendo, le sue mani chiuse intorno al collo di Louis mentre girano, la camera che si muove intorno a loro come dei flash. “Mi farai fare tardi alla scuola dei pesci!”
 
“Piccola” ride Louis, fermandosi prima di rimetterla lentamente sul pavimento. Girandosi verso di lei, si inginocchia e le accarezza i capelli, tirandole via quelli sulla fronte “Piccola, non c’è la scuola dei pesci, ricordi? Solo Nemo va alla scuola dei pesci.”
 
“Oh” dice Maisie, sembrando pensierosa. Aggrotta le sopracciglia un secondo dopo. “Beh, non è molto giusto, vero?”
 
Louis ride di nuovo, scuotendo la testa mentre si rialza e va verso il cassettone. “Non è per niente giusto, bambina.”
 
Maisie mormora e poi è in parte a Louis, che guarda su a lui accigliata mentre tira fuori dal primo cassetto una maglietta rosa con i brillantini. “No, papi, non quella!”
 
Louis batte gli occhi, guardando giù a lei e leccandosi le labbra così che non rida. Il punto è, Maisie diventa sempre così seria, ed è la cosa più divertente al mondo, il modo in cui si comporta come se fosse la regina della casa tutto il tempo. Louis la guarda accigliato. “Cosa? Pensavo ti piacesse questa maglia.”


“Quello era l’ultimo giorno, papi” dice Maisie, sospirando come se fosse qualcosa che Louis dovrebbe già sapere. Dice sempre l’ultimo giorno invece che ieri, e gli arriva solo all’ombelico ma è in piedi, lì, nella sua camicia da notte di Cenerentola con le mani sui fianchi mentre il sole entra e le illumina i contorni, le piccole lentiggini sul suo naso. “Mi piace la maglietta con le farfalle questo giorno.”
 
“Oh, davvero?” dice Louis, ma sta sorridendo mentre rimette giù la maglietta nel cassetto e tira fuori la maglietta bianca con le farfalle, mettendosela sopra la spalla “Qualche altra richiesta, piccola?”
 
Maisie sembra sconvolta, e i suoi occhi blu sono più grandi della luna. “Assolutamente no! Babbo dice che questo non è un austronante, sai!”
 
E poi sta saltellando nel corridoio, le sue risate che fanno eco mentre corre verso il bagno in fondo al corridoio. Louis pensa che intendeva decisamente ristorante perché Harry prova sempre quella scusa con lei quando chiede qualcos’altro da mangiare per cena – questo non è un ristorante Maisie, niente richieste speciali – ma ovviamente, Harry cede sempre alla fine.
 
Ridendo, Louis scuote la testa mentre prende il resto dei vestiti di Maisie e va nel corridoio, prendendo un asciugamano dall’armadio vicino alla porta della camera di lui e Harry, uno piccolo viola ricoperto dai disegni di tartarughe.
 
Maisie urla e ride e corre in fondo al corridoio, urlando “’Giorno Babbo!” mentre preme la testa sulla ringhiera delle scale, le manine a forma di pugno intorno alle barre. Louis sorride quando sente Harry urlare in risposta “Ehi Maze, dormito bene?”
 
“Si!” Maisie sorride, e poi corre nel bagno senza neanche guardare Louis mentre urla “Andiamo, papà! Farò tardi!”
 
Louis ride, gli occhi increspati mentre segue la sua bambina.
 
Okay. Tempo per il bagnetto, allora.
 
-
 
Il bagno è morbido e illuminato dalla luce mattutina.
 
“Occhi chiusi” dice Louis, la sua voce stanca mentre è in ginocchio in parte alla vasca, maniche tirate su fino ai gomiti per evitare che si bagnino. Maisie sbuffa ma chiude gli  occhi lo stesso, e Louis sorride, “Brava, piccola. Tienili chiusi finche non te lo dico io, ok?”
 
“Okay” sospira Maisie, e poi Louis immerge un panno nell’acqua tiepida e glielo strizza sopra la testa, sorridendo quando sputacchia e ride e batte gli occhi, le sue ciglia pesanti d’acqua mentre se le gratta con i pugnetti, accigliata. “Papi! Hai messo il sapone nelle mia sopracciglia!”
 
Voleva dire occhi ovviamente, intente solo gli occhi, ma Louis non commenta. È così adorabile.
 
“Ti ho detto di tenerli chiusi, Maisie!” dice invece, scuotendo la testa mentre guarda la sua bambina nella vasca. È nuda come il giorno in cui è nata, e il sole che entra dalla piccola finestra quadrata la contorna in oro – le illumina i riccioli che sono piombi e arruffati sulla sua testa, un anello di luce che sembra un’aureola. Louis sorride, la sua voce calda mentre la guarda “E non c’è ancora sapone in quell’acqua, piccola, quindi bel tentativo.”
 
Maisie sorride timidamente e Louis ride mentre riaprendo l’acqua e strizzando un po’ di bagnoschiuma alla fragola nell’acqua, la vasca si riempie con bolle rosa che gli ricordano le bolle di chewingum.
 
“Ho detto una bugia?” sussurra Maisie un momento dopo, i suoi occhi spalancati.
 
Louis ride, increspando gli occhi mentre chiude l’acqua, l’intero bagno si ritrasforma in un assonnato silenzio, un silenzio pieno di luce e piatti che tintinnano di sotto. “Nah, bambolina, stavi solo scherzando questa volta.”
 
“oh” dice Maisie, piuttosto seriamente mentre si sposta dei capelli bagnati dalla faccia e schizza un po’ l’acqua in giro nella vasca, le sue mani che turbinano sull’acqua. “Beh. Quella è una buona cosa.”
 
“Certo che lo è, piccola” dice Louis, e deve cercare di non ridere.
 
La sua bambina è troppo forte, sul serio.
 
Si sente un po’ in colpa però, perché sa quanto ad Harry piaccia fare la routine mattutina in bagno.
 
Louis lo ha fatto stare di sotto oggi perché, conoscendolo, finirebbe probabilmente col mettersi il costume e entrare nella vasca con Maisie, perché lo fanno continuamente e fingono che sia l’oceano.
 
Maze è una sirenetta e Harry è un pescatore, ogni volta.
 
Sospirando, Louis la guarda.
 
Ci sono dei piccoli adesi di pesci sul fondo della vasca, uno spettro di rosso e blu e verde in contrasto col bianco, ma non presta mai attenzione a quelli. Si immerge per nuotare in giro per la vasca, l’acqua che si alza sul suo mento, e poi guarda verso Louis un momento dopo, il sole che le rende gli occhi pallidi quanto il cielo. “Lavami, per favore”
 
E Louis questa volta ride, perché il modo in cui lo dice è così da Harry che fa male, ma poi sta strofinando la spugna sulla sua pancina e i suoi piedini lo stesso, sorridendo quando ride e lo calcia via, l’acqua della vasca che schizza nell’aria.
 
“Papi!” ride “Mi fai il tolletico così!”
 
“Ti fa il solletico, Maisie” sorride Louis. Finisce di lavarla, insaponandole i ricci prima di buttarle un po’ di acqua sulla testa per risciacquarla. Maisie urla, sputacchiando drammaticamente, e Louis dice “Hey, è colpa tua che non vuoi fare una vera doccia”
 
Ma sta sorridendo, sorride perchè cavolo, ama la sua bambina così tanto.
 
“Le docce sono per i maschi che puzzano!” ridacchia Maisie, increspando il naso.
 
Ridendo, Louis si alza e si asciuga le mani bagnate sulle cosce prima di prendere Maisie dalle spalle e farla uscire dalla vasca. La avvolge in un asciugamano e usa un altro asciugamano per avvolgerglielo sui capelli – è così che le ragazze devono farlo, papà – e dopo averla fatta sedere sul gabinetto, Louis batte gli occhi quando nota che le unghie dei suoi piedi sono dipinte di blu. “Maze” dice “quando ti sei fatta queste?”
 
Maisie ride, guardandosi i piedi mentre li scuote davanti  a lei, lo smalto che brilla sotto la luce. “Il babbo le ha fatte per me l’ultimo giorno. E io ho fatto le sue.”
 
“Hai colorato le unghie del babbo?” chiede Louis, sorridendo mentre va verso il lavandino, le piastrelle bagnate sotto i suoi calzini.
 
“Già, al babbo piace avere delle belle unghie.”
 
“Capisco” ride Louis, e poi prende lo spazzolino rosa con le farfalle di Maisie dal bicchiere in parte al lavandino e glielo passa, aggrottando le sopracciglia quando incomincia a usarlo sulle sue labbra invece che sui suoi denti. “Maisie, piccola” dice lentamente, accigliato “Perché non apri la bocca?”
 
“Perché” sussurra Maisie con occhi spalancati, le parole farfugliate mentre guarda su verso Louis da dove è seduta sul water. Scuotendo le sopracciglia, dice “Ho un segreto dentro.”
 
Louis la guarda, leccandosi le labbra cercando di non ridere “Uh, okay. Certo. E non puoi dirmi che cos’è questo segreto?”
 
“No” canticchia Maisie, ancora sorridendo timidamente, “è solo per le fatine”
 
E beh, quello non si può discutere, vero?
 
-
 
Dopo aver finito il suo bagno, Maisie corre in fondo al corridoio per vestirsi da sola – lo posso fare da sola, papà – così Louis ride e la lascia andare, pensando che sì, arriverà sicuramente di sotto indossando la sua maglietta come pantaloni, in qualche modo.
 
Non sarebbe la prima volta che succede.
 
Andando giù per le scale due scalini alla volta, Louis sorride quando passa in parte a un pezzo di puzzle che è stato lasciato sull’ultimo scalino, e poi lo prende e se lo mette in tasca. Lo tornerà a Maisie dopo, se se ne ricorda. Sa che lei sicuramente se ne ricorderà.
 
Di sotto, tutto è molto più luminoso di un’ora fa – invece di fasci di luna, il sole pallido si intrufola dalla porta principale e crea quadrati di luce sul pavimento. I muri sono giallo pallido grazie alle gradi idee di Harry, e Louis scuote la testa mentre va in fondo al corridoio e nota che Maisie è arrivata ai battiscopa con i suoi pastelli ad arcobaleno.
 
Giusto. Sembra che Louis pulirà quelli stasera, allora.
 
Andando in cucina, Louis trova Harry seduto all’angolo colazione con la testa tra le mani, tutto il corpo curvato come se stesse cercando di dimenticarsi. C’è una ciotola di arance nel centro del tavolo e il corpo di Harry è contornato d’oro, le punte dei suoi capelli sembrano essere andate a fuoco.
 
Di fuori, Louis vede alcuni pezzi dell’altalena di Maisie, erba verde ricoperta dalle foglie secche d’autunno.
 
“Hey piccolo” lo saluta Louis mentre va verso il tavolo. Il pavimento è freddo sotto i suoi piedi ma sorride quando prende il pranzo di Maisie. È un sacchetto di carta marrone e il suo nome è scritto con l’indelebile, circondato dai disegni di tante faccine sorridenti e piccoli cuoricini. Louis guarda Harry, alzando le sopracciglia “Cosa le hai preparato?”
 
Harry si strofina la faccia con una mano “Marmellata alla fragola”
 
“Bravo, amico” sorride Louis, mettendo il sacchetto di carta sul bancone prima di aprirlo e tirare fuori il panino “Lo sai che è l’unica cosa che mangia”
 
Harry non risponde, ma poi un momento dopo parla, e le parole sono smorzate dalle sue mani. “Per favore non chiamarmi amico, Louis. Abbiamo avuto una bambina assieme.”
 
Louis ride, scuotendo la testa mentre guarda dentro la borsa di carta, solo per essere sicuro che Harry abbia messo dentro almeno uno snack salutare – e aggrotta le sopracciglia quando nota un foglio di carta piegato in fondo alla borsa, rosa pallido e incastrato giusto in mezzo al succo di frutta e un contenitore di fragole tagliate.
 
Infilando la mano dentro la borsa, Louis prende il foglio di carta e lo apre, dando uno sguardo veloce al tavolo per assicurarsi che la testa di Harry sia ancora giù. Lo è. Occhi che guardano il foglio, Louis legge tranquillamente, con la mano si copre la bocca.
 
Maisie!!! ♥ ♥ ♥
 
Ciao nostro piccolo raggio di sole! Sono solo qui per dirti che i tuoi papà ti amano COOOOSì tanto e che tu sei la principessa dei nostri cuori! Anche quando ☂ tu sei il nostro !! Passa una bella giornata!! Ti vogliamo bene!
 
Oh mio dio.
 
“Harry” incomincia Louis lentamente, tenendo il foglio ti carta in mano mente cerca di non ridere “Che cos’è questo?”
 
“Huh-“ dice Harry, muovendosi sulla sedia per guardarlo, e si blocca una volta che i suoi occhi si fermano sul foglio tra le mani di Louis, bocca increspata come se fosse stato beccato “Oh”
 
Louis ride di nuovo, sventolando il foglio, ma, onestamente, non è per niente sorpreso. È così da Harry. “Hai lasciato un messaggio d’amore nel pranzo di Maisie, vero?”
 
Harry aggrotta le sopracciglia, ma la sua bocca è un po’ alzata come se stesse per sorridere anche se non vuole. “Volevo solo ricordarle che ha sempre noi. Sai, in caso non facesse nuove amicizie, a scuola-“
 
“Resterai bloccato nel cortile, ecco cosa succederà! Madonna, amico, sembra quasi che tu non abbia mai superato il periodo prima-asilo” ride Louis, rimettendo la nota nel sacchetto. Nonostante il fatto che sta prendendo in giro Harry adesso, gli piace la lettera, e pensa che Harry sia l’idiota più carino al mondo per farlo. Guardando Harry, Louis sorride “Mi piace soprattutto il fatto che hai aggiunto i piccoli disegni così che lo possa capire”
 
“Sta zitto” ride Harry, girandosi dall’altra parte.
 
Louis sorride e basta, notando che di fronte ad Harry i pancakes di Maisie sono tagliati a forma di cuore e Harry ha tagliato a fette una banana per usarli come occhi e bocca per formare una faccina sorridente. “Quello è carino, Haz. Fantastica attenzione ai dettagli.”
 
Harry sospira, respiro che trema quando espira. “Non penso di potercela fare, Lou:”
 
Louis aggrotta le sopracciglia, ma prima che possa dire qualcosa, sente un forte colpo di sopra seguito da Maisie che fa “Aia!”
 
“Maze, stai bene?” urla Louis, accigliato.
 
Non arriva nessuna risposta da Maisie, ma poi un secondo dopo Louis sente il leggero suono di passi sulle scale, che si avvicinano sempre di più, finché Maisie entra in cucina, il labbro inferiore che le trema mentre si gratta gli occhi. “Babbo, mi sono fatta male al dito del piede”
 
Harry si alza dalla sedia in un istante, andando dall’altra parte della cucina e inginocchiandosi di fronte a Maisie prima di prenderle il piede e appoggiarselo sul ginocchio “Quale ti fa male, piccola?”
 
Maisie tira su con il naso, spostandosi i ricci dal viso “Il pollicione”
 
Harry annuisce e poi abbassa la testa e preme un bacio suo piccolo dito colorato, tenendo la bocca lì finché Maisie non fa una risatina e finisce col sorridere attraverso le lacrime.
 
Harry sorride, guardandola. “Va meglio?”
 
Maisie annuisce, e Louis li guarda mentre lei continua a tirare su col naso, avvolgendo il collo di Harry con le braccia mentre la prende su e la porta al tavolo, facendola sedere di fronte ai suoi pancakes.
 
Harry le accarezza i capelli, con un grande sorriso “Mangia Maze, presto dobbiamo andare fuori ad aspettare il pulmino”
 
“Okay” dice Maisie, e poi prende la forchetta e mangia le fette di banana una per volta. “Yum” sorride, e il sole rende la sua pelle tutta morbida e pallida “Grazie babbo”
 
Louis nota che Maisie si è vestita con dei vestiti che sicuramente non ha scelto lui – si è messa delle calze e un vestito e delle scarpe piatte rosa brillantinose, e sinceramente non sapeva nemmeno che sapesse come fare, come vestirsi, per cui è un po’ confuso su come sia riuscita a farcela da sola, ma prima di avere la possibilità di dire qualcosa, la voce di Harry riempie la stanza, bassa e attenta.
 
“Maisie” dice lentamente, bocca piegata in un cipiglio mentre lei morde i suoi pancake “Maze, dov’è il tuo dente?”
 
Gli occhi di Masie si spalancano e fa cadere la forchetta, la sua manina che le copre la bocca mentre ridacchia “Babbo! Era il mio segreto per le fatine!”

“Il tuo segreto per le fatine?” chiede Harry, e Louis pensa seriamente che Harry sta per cadere, occhi verdi spalancanti di incredulità “Piccola, dove hai messo il dente?”
 
Maisie sorride timidamente, proprio come ha fatto di sopra “Non lo so”
 
Harry si strofina una mano in faccia, scuotendo la testa “Beh, quando l’hai perso allora?”
 
Sembra pensarci su per un secondo, e poi ride di nuovo “Non lo so, babbo!”
 
“Okay” Harry sospira “Hai finito di mangiare?”
 
“Sì! Grazie” Maisie sorride, pulendosi la bocca con il dietro della mano prima di saltare giù dalla sedia e attraversare la cucina. Louis le spettina i capelli quando gli passa in parte e ride e gli sorride e oh – okay, il suo dente davanti è decisamente sparito.
 
Come ha fatto a farselo sfuggire?
 
“Assicurati di avere la tua cartella vicino alla porta, Maze!” urla Louis un secondo dopo, quando Maisie è già sparita nel corridoio, piedini che corrono sul pavimento.
 
“Okay!” urla in risposta, e Louis sorride.
 
Harry è in piedi di fronte a Louis prima ancora che possa battere le ciglia – i suoi occhi sono spalancati, così verdi, e così, così spalancati, e Louis vuole, tipo, baciarlo in bocca. Ma poi Harry dice “Lou, ti rendi conto che a nostra figlia manca un dente?”
 
“Beh, si…” sorride Louis, ma batte gli occhi quando Harry aggrotta le sopracciglia, entrambi in piedi nello spazio tra il tavolo e l’armadio degli snack ricoperto dai disegni di Maisie. “Qual è il problema? Io penso sia piuttosto carina.”
 
“Già, ovviamente noi pensiamo sia carina, Louis, siamo i suoi genitori” dice Harry, ma Louis sta cercando di non ridere perché Harry sembra veramente sul punto di mettersi a piangere, e non lo vuole far sentire peggio. “Ma gli altri bambini a scuola?” Harry aggrotta le sopracciglia “Probabilmente hanno ancora tutti-“
 
Louis sta cercando di ascoltare quello che sta dicendo Harry ma allo stesso tempo, sono così vicini e il viso di Harry è illuminato dal sole mattutino, ogni linea e angolo sembrano più morbidi, addormentati, e, di colpo, Louis vuole solo toccarlo.
 
“Ehi” dice Louis, avvicinandosi e cullando il viso di Harry tra le mani, con il pollice gli accarezza il punto vicino alle orecchie. Si avvicina, accarezzando con il naso la guancia di Harry prima di spostarsi e premere un piccolo bacio sulla bocca di Harry – e poi un altro, e un altro, e un altro, i loro fianchi si accarezzano in un modo che fa girare la testa a Louis “Ehi, sai di zucchero”
 
“Louis” dice Harry, ma sta sorridendo contro la bocca di Louis mentre lo bacia, le sue dita si stringono intorno ai fianchi di Louis. Tutto intorno a loro sembra essersi fuso finché non sono restati solo loro due, finché non è solo una cucina in autunno e il suono di due cuori che battono. Harry bacia Louis di nuovo, e poi dice “Non puoi distrarmi con dei baci”
 
“Puoi starne certo che posso” ride Louis, riavvicinandosi –
 
“Schifo!” dice qualcuno all’improvviso, e Louis si gira per vedere Maisie in piedi vicino alla porta con un sorrisetto in faccia, manine chiuse a pugno intorno alla sua cartella mentre li guarda “Babbo perché stai sleccando la faccia di papà?!”
 
“Penso intendessi leccando, Maze” ride Louis, spostandosi da Harry prima di andare verso Maisie “E per nessuna ragione particolare. È solo che lo amo tanto.”
 
Maisie ridacchia, dicendo oh madonna santa, e Louis sorride mentre la prende in braccio, un braccio avvolto sul suo collo “Sei pronta ad andare, cucciola?” chiede Louis, e Harry sta sorridendo a entrambi con occhi verdi luminosi.
 
“Si” annuisce Maisie, sorridendo, e appoggia la fronte sulla guancia di Louis per un momento prima di leccargli una grande striscia sul lato della faccia.
 
“Maisie, Madonna!” urla Louis, ma sta ridendo mentre si tira via la saliva usando la sua mano libera per farle il solletico mentre incomincia ad andare in fondo al corridoio. “Per quale motivo l’hai fatto?”
 
“Non so” sorride Maisie, nascondendo il viso nel collo di Louis mentre la porta nell’entrata, il sole che entra dal vetro della porta e crea quadrati sul pavimento. “è solo che ti amo tanto.”
 
-
 
“Papà, Babbo! Perché il sole mi sta seguendo?” chiede Maisie di colpo, sembrando sinceramente preoccupata mentre corre avanti e indietro sul marciapiede, occhi spalancati rivolti verso il pallido sole autunnale.
 
Louis sorride, scuotendo la testa.
 
“Il sole pensa che tu sia carina, Maisie” Harry sorride da dove è seduto sugli scalini del loro portico, mani con i guanti intorno a una calda tazza di tè. “Per quello ti segue in giro.”
 
Maisie smette di correre, e Louis guarda mentre si gira per guardarlo accigliata. “I ragazzi non possono seguirmi perché sono carina, Babbo. Quel sole è uno sfigato!”
 
Louis ride, battendo le mani “Quella è la nostra bambina. Qualunque ragazzo ti segua in giro quando tu non vuoi che ti segui, tu dillo ai tuoi papà, gli daremo un pugno, si?”
 
“Si, uno bello grande sul naso!” ride Maisie, facendo qualche strano movimento di danza con le braccia mentre gira, guardando Louis con occhi brillanti “E io posso aiutarvi?”
 
Louis sorride, spettinandole i capelli “Certo che puoi”
 
Prima che qualcuno possa dire un’altra parola, si sente in distanza il suono di un motore in fondo alla strada.
 
“Il mio pulmino è qui!” urla Maisie, sorridendo, e la sua molletta a forma di farfalla si illumina sotto il sole “Babbo, Papà, riuscite a vederlo?”
 
“Si piccola, lo vediamo” ride Harry, alzandosi in piedi e scendendo gli scalini del portico finché non è in  parte a Louis e Maisie sul marciapiede, guardando il bus girare l’angolo – solo un piccolo punto giallo in distanza.
 
“Okay, vieni qua, tu” dice Louis “Voglio un abbraccio”
 
Maisie ride quando salta e abbraccia velocemente Louis, e poi abbraccia anche Harry e quando Harry finalmente la lascia, il pulmino è arrivato e si sta fermando, i bambini che guardano dalla finestra con occhi spalancati.
 
Le porte si aprono e l’autista sorride a loro prima di guardare Maisie. “Ehi bambina. Come ti chiami?”
 
“Ciao!” urla Maisie, con un grande sorriso mentre va verso il pulmino. Si arrampica sugli scalini e la sua voce viaccia verso il marciapiede quando dice “Sono Maisie come daisy”
 
Louis ride e dice “Oddio” e l’autista alza un sopracciglio e dice “Sul serio? Beh puoi andare a sederti, Maisie come daisy. Puoi sederti dove vuoi, che te ne pare?”
 
“Fantastico” dice Maisie, e poi se n’è andata, sta andando verso un posto in fondo, e Louis non riesce più a vederla.
 
“Oddio” dice Harry, e la parola è solo un respiro.
 
Louis vede Maisie che li saluta sulla finestra mentre il pulmino se ne va, diventando sempre più piccolo finché scompare, inghiottito come un sasso nell’oceano.
 
“Oddio” dice Harry di nuovo, grattandosi la faccia con una mano. “Lou, se n’è andata, se n’è andata-“
 
Louis scuote la testa, girandosi e andando verso il portico. Si siede sullo scalino più alto, dove il legno si è scaldato con il sole, e fa un cenno ad Harry con un sorriso “Vieni qua, tu”
 
E Harry lo fa.
 
Harry si siede vicino a Louis mentre l’arancio nel loro giardino oscilla, foglie secche che volano verso terra e si distendono lì, rosse e oro e gialle, piccoli fuochi.
 
Louis stringe Harry al suo lato, e Harry è seduto in modo che Louis possa premere la sua bocca sulla tempia di Harry, mormorando delle strofe della canzone preferita di Maisie. “Little darling, it’s been a long and lonenly winter” canta, le parole smorzate contro la pelle calda e morbida di harry, le parole addolcite dall’amore che prova “Little darling, it seems like years since it’s been here.”
 
Harry ride, ma è un suono bagnato e Louis sa che sta per piangere “Mi piace quella canzone” dice, sospirando leggermente.
 
Louis sorride, facendo piccoli cerchi sulla schiena di Harry mentre ricomincia a cantare, la sua voce bassa e tutta per Harry “Here comes the sun, doo doo doo doo, here comes the sun, and I say-“
 
“It’ll be alright” finisce Harry, sorridendo mentre si asciuga le lacrime.
 
E sono silenziosi dopo quello, seduti sulle scale del loro portico mentre il vento fischia contro la porta, e tutto sembra caldo e sfocato e semplicemente giusto, anche se fa un po’ freddo, anche se è l’inizio di settembre.
 
“E quel tipo?” Harry aggrotta le sopracciglia poco dopo, facendo un cenno verso un uomo che cammina con il cane nel marciapiede di fronte. “Non ha un bambino. Dove sta andando così presto la mattina?”
 
“Forse al parco?” suggerisce Louis.
 
“Sappiamo tutti che cosa significa” dice Harry, occhi spalancati di incredulità.
 
È difficile non ridere. Louis guarda Harry dall’angolo dell’occhio, guarda mentre Harry si morde il labbro inferiore, sopracciglia aggrottate contro il sole che filtra tra le foglie degli alberi e i colori contornano i suoi ricci in oro. “Harry non puoi accusare un innocente di essere un predatore” dice, ancora cercando di non sorridere.
 
“Tutti gli uomini sono predatori, Louis!” le parole di Harry sono a metà tra un sussurro e un urlo, e di nuovo, sembra veramente che stia per mettersi a piangere “Non lo guardi il telegiornale?”
 
Louis è un po’ accigliato e Harry sospira “Scusa. È solo che voglio che stia bene, sai? Non voglio che cresca, e voglio che sia alta come il mio braccio per sempre” sta accarezzando la linea della mandibola di Louis con il naso adesso, lasciando piccoli baci lì come piccole scuse che non dispiacciono a Louis per niente. Un momento dopo Harry sospira di nuovo, parlando con gli occhi chiusi e la fronte premuta alla tempia di Louis, caldo e arancione e tutta luce. “Ci siamo dimenticati dei cupcakes vero?”
 
“Già” annuisce Louis, e sorride quando una macchina passa sulla strada, una macchina piena di una mamma e un bambino che vanno a scuola. “Ci siamo dimenticati i cupcakes.”
 
-
 
Con le persiane chiuse così, la camera di Maisie è tutta luce oscura.
 
Una finestra è aperta da qualche parte nella casa, e l’aria fresca fa sembrare tutto freddo e pulito, ma il corpo di Harry è caldo come qualcosa di infuocato, così Louis si avvicina di più a lui nel letto di Maisie.
 
“Harry” dice, e la sua voce è lenta. È morbida.
 
È sempre così quando parla con Harry, tutte le lettere escono fuori morbide sui contorni, sfocate come se si fossero rotte per il ragazzo. Louis si ricorda di una volta, prima di Maisie, quando gli dava fastidio – il modo in cui le sue parole sembravano dire vieni qui quando dice ci vediamo dopo, ogni volta che parlava al ragazzo con gli occhi verdi come foglie sulla superficie di una piscina.
 
Conosceva Harry solo come il fratello di Gemma quella volta, e guarda adesso.
 
“Harry” Louis sussurra di nuovo, in bilico sopra Harry sul letto di Maisie. In questo momento, tutto è rosa morbido e come un sogno, e Louis vuole far sentire meglio Harry. “Hey, va tutto bene.”
 
Harry tira su col naso, ma no tira via la coperta dalla sua faccia.
 
Louis sorride, abbassandosi e accarezzando con il naso il punto dove sa che c’è la faccia di Harry. Quando parla, le parole sono smorzate dalla coperta, che scompaiono come pioggia. “Ti amo da matti, piccolo” mormora, sorridendo mentre Harry tira su col naso di nuovo, la trapunta che separa i loro visi e il calore che la attraversa. Louis sta ridendo, ma le sue parole sono tranquille, e parla ad Harry come se stesse parlando con un bambino “Mostrami la tua faccia, piccolo” mormora, le sue labbra che si muovono contro il mento di Harry “Ti amo, piccolo, perché sei il mio piccolo e ti amo.”
 
“Non ha nemmeno senso” Harry ride, ma è un suono bagnato, smorzato dalla trapunta floreale che c’è tra loro.
 
Louis sorride, e poi si sposta indietro, il materasso che si abbassa leggermente sotto il suo peso mentre si muove verso il fondo del letto, tirando gli angoli in fondo alle coperte.
 
“Louis” dice Harry, come se stesse cercando di avvisarlo, ma sta ridendo allo stesso momento, morbido e caldo e, oh, così da Harry.
 
Louis sorride, abbassando la testa sotto le coperte, e di colpo tutto intorno a lui diventa smorzato e caldo, la luce che entra attraverso la fabbrica e illumina la polvere. Louis si inginocchia sotto le coperte e riesce a sentire Harry che lo fissa, ma sta già togliendo i calzini ad Harry, ridendo forte quando vede lo smalto blu brillante che ricopre tutte le sue unghie.
 
“Ottima scelta nel colore, piccolo” dice Louis mentre lo guarda.
 
Harry lo sta guardando, la sua faccia è un po’ sfocata dall’ambra che fanno le coperte – ma anche qui, il sole arriva ad intrufolarsi, rendendo tutto un caleidoscopio di buio e luce dorata.
 
“Sta zitto” dice Harry, la sua bocca che si piega in alto.
 
“Maze mi ha detto che l’hai obbligata a colorarti le unghie” Louis sorride, abbassandosi così da essere sul corpo di Harry a gattoni e usa una mano per alzare un po’ il maglione di Harry – è di Louis a dire la verità – e poi la sua bocca si spalanca quando vede un’immagine brillantinosa della faccia della principessa Ariel sulla sporgenza dell’ossa del fianco di Harry. “Che cavolo è questo?”
 
“Oh no” geme Harry forte, sorridendo mentre nasconde il viso tra le mani “Non dovevi vederlo quello”
 
“Quindi è questo che fai nel tuo tempo libero, allora?” Louis sorride, leccandosi le labbra così che non si metta a ridere. Tutto è tranquillo e silenzioso qua sotto, tutto è luce pallida “Ti fai tatuaggi temporanei delle principesse della Disney?”
 
“Maze l’aveva fatta sembrare un’idea fantastica” si difende Harry, abbassando le mani dalla sua faccia. Sta sorridendo e aggrottando le sopracciglia allo stesso momento, in qualche modo, e Louis pensa che è una delle cose più belle al mondo. Dell’universo, forse. “Anche lei ne ha uno” dice Harry “Sul bicipite”
 
Louis ride piano, perché già, ha decisamente notato quello questa mattina. Si muove un po’ in su sul letto finché la sua faccia è sopra quella di Harry, finché Harry lo sta guardando con una concentrazione morbida, i suoi occhi verdi, verdi, verdi, fanno sentire il corpo di Louis come se fosse pieno di stello.
 
La faccia di Harry è tutta a macchie e rossa e i suoi occhi sono gonfi per il pianto, e Louis è seriamente indeciso tra il ridere e il baciargli via le lacrime.
 
“Ti amo da matti, piccolo” dice Louis di nuovo, più dolcemente questa volta.
 
Lo pensa veramente, perché Harry lo sta guardando con le labbra leggermente aperte, piccoli respiri che escono caldi sul viso di Louis, e Louis vuole solo baciarlo e farlo sentire bene, vuole fare sentire il suo ragazzo fantasticamente.
 
Tirando su col naso, Harry evita lo sguardo di Louis – guarda il collo di Louis, le sue orecchie, la coperta dietro la testa di Louis. “E se è spaventata a scuola, Lou? E se non sa dov’è il bagno ed è troppo spaventata per chiederlo?”
 
“Conosci Maisie” sorride Louis “Quella bambina no  ha paura di niente”
 
“Già” ride Harry, un suono di una sillaba mentre si asciuga gli occhi, i loro corpi così vicini che Louis riesce a sentire l’alzarsi e abbassarsi del petto di Harry “L’ha preso da te, credo.”
 
“hey” dice Louis, e non sta sorridendo più. C’è qualcosa riguardo questo momento che è sembra così fragile, c’è qualcosa riguardo questa scena nella loro vita che sembra delicata – questo pomeriggio che stanno passando a nascondersi sotto le coperte della loro bambina, il mondo intero non è nient’altro che un sogno colorato di rosa – ed è come se se Louis parlasse a voce troppo alta, romperebbe l’incantesimo. Se parla troppo forte, tutto intorno a lui si romperà. “Hey, Harry. Guardami.”
 
“Harry lo guarda, e Louis si avvicina un po’ così che le loro fronti siano premute assieme, le loro bocche a pochi centimetri l’una dall’altra. La mano di Harry è appoggiata sul fondo della schiena di Louis, chiusa a pugno sul maglione di Louis, e la sensazione è tutta calda.
 
“Tu sei Harry Styles Tomlinson e ce la puoi fare” dice Louis, accarezzandogli il punto vicino all’orecchio con il pollice “Maze probabilmente a scuola a festeggiare in questo momento, okay? Scommetto che l’adora.”
 
Harry annuisce, alzando un po’ la testa mentre respira lentamente, e la sua bocca accarezza leggermente il labbro inferiore di Louis – ed eccolo di nuovo, quel dolore che è lento, lento, lento. “Lo pensi veramente?”
 
“Si, certo che lo penso” risponde Louis, muovendosi un po’ per baciare le palpebre di Harry, entrambe, piccoli baci leggeri che gli fanno solo venir voglia di di più. Quando parla di nuovo, le sue parole sono smorzate dalla curva del mento di Harry. “Hai visto quanto era eccitata?”
 
“Si, direi di sì” dice Harry lentamente, e poi tira su con il naso un po’, sorridendo a Louis. La luce arriva a pezzi, e tutto sotto la coperta è pesante e troppo caldo ma a Louis non dispiace, non quando Harry lo sta guardando così, come se Louis avesse l’intero universo dentro di lui “Grazie, Lou”
 
Louis sorride e poi dice “Hai ancora della farina sui capelli.”
 
-
 
Il leggero rumore dell’acqua corrente riempie la stanza, ed è un suono lontano che fa sentire Louis come se fosse sott’acqua, come se si muovesse tra un mare di sogni.
 
Lo ha sempre adorato, il modo in cui il bagno diventa tutto buio intorno a mezzogiorno, quando chiude le persiane e tutto ciò che le oltrepassa sono barre di luce.
 
“Quindi, è l’ora del bagnetto?” chiede Harry da dove è in piedi nel centro della stanza.
 
Guardandolo, Louis batte gli occhi, perché le barre di luce illuminano Harry come se ci fosse il sole sotto la sua pelle ed è così perfetto, cavolo, che Louis non riesce nemmeno a respirare. Annuendo, sorride. “Già”
 
Inghiottendo, si avvicina ad Harry con passi lenti. Harry lo sta guardando mentre lo fa, i suoi occhi verdi luminosi come tutto il resto. Quando è in piedi di fronte ad Harry, si guardano per un momento. È come girare anche se è fermo e, già, è da pazzi. È da pazzi che prova così tanto – che prova ancora di più.
 
Con un piccolo sorride, Louis si avvicina, dita che si intrufolano sotto il bordo del maglione di Harry e vanno verso il basso del suo stomaco.
 
La bocca di Harry si apre leggermente, la sua concentrazione di addolcisce.
 
Louis sorride, poi tira via le mani. “Braccia in alto”
 
Harry aggrotta le sopracciglia “Ehi, toccami-“
 
“-Braccia in alto, Haz” dice Louis di nuovo, ridendo questa volta quando le sopracciglia di Harry si aggrottano ancora di più ma fa quello che gli ha detto.
 
Louis fa un piccolo passo in dietro, guardandolo con un sorriso affettuoso mentre Harry scivola fuori dal maglione. Cade per terra e poi Harry è in piedi, lì, con il petto e le braccia nude e Louis lo vuole toccare, così lo fa.
 
“Bisogna tirare via anche questi” dice, tirando l’orlo dei pantaloni di Harry. Harry inghiotte e Louis si mette in ginocchio, il tappeto blu morbido sotto di lui mentre sbottona i jeans di Harry e li abbassa, lentamente, molto lentamente.
 
Il respiro lascia la bocca di Harry molto velocemente ed è un bellissimo suono, quello. È un suono che fa sentire il petto di Louis stretto, gli impedisce di allontanarsi quando i pantaloni di Harry sono raggrumati in fondo alle sue caviglie e invece – si avvicina, labbra che percorrono la coscia di Harry per un momento. Muovendosi su e giù, su e giù, su e giù mentre il vapore riempie la stanza, rendendo tutto distante e lontano, tranne per questo, tranne per loro.
 
Harry è silenzioso, ma Louis sente il suo corpo tremare nel modo che fa sempre quando è eccitato e poi Louis sospira, un’ondata di voglia lo riempie “Okay” dice, sforzandosi di spostarsi “nel bagno”
 
“Louis” si lamenta Harry, con un piccolo broncio.
 
Louis sorride e si alza “Dai, tu ami i bagni”
 
“Amo te di più” le parole sono un borbottio mentre Harry si muove verso la vasca, ancora accigliato. L’acqua si muove dolcemente mentre entra e Louis guarda e basta, non riesce a fare a meno di guardare, e non pensa che riuscirà mai a neanche immaginare quanto è innamorato di Harry, quanto vuole Harry continuamente. “Ti amo mooolto di più. Tipo, così tanto di più che non ci crederesti nemmeno.”
 
“Aw, Haz” dice Louis “è la cosa più carina che tu mi abbia mai detto” sorridendo, prende un asciugamano dallo scaffale sul muro prima di muoversi verso la vasca e inginocchiarsi a lato. Harry è già seduto nell’acqua, con la testa appoggiata al muro, e guarda Louis attraverso l’ombra e la luce e il vapore. “Lo inciderò in un albero nel nostro giardino.”
 
Harry alza un sopracciglio, bocca che si piega in un sorriso “Gli alberi non sono ancora cresciuti”
 
“Lo so” dice Louis, prendendo un panno in fondo alla vasca. Lo strizza, occhi che si spostano per incontrare quelli di Harry un attimo “Lo incederò su un albero in, tipo, vent’anni, quando saranno cresciuti”
 
Sono silenziosi per un momento, guardandosi e basta, e Louis sa perché. Ha praticamente detto che pensa che staranno assieme tra vent’ani e non gli sfugge il modo in cui gli occhi di Harry si sono leggermente spalancati un po’, gentili, come se stesse pensando la stessa cosa ma non sapeva come dirla.
 
Cavolo, Louis lo capisce.
 
La sua voce è dolce quando dice “Girati. Appoggiati qua.”
 
L’acqua sembra il mare mentre Harry si muove nella vasca così da appoggiare la testa sul lato, dando il dietro della testa a Louis. Per un momento, Louis è distratto dalla schiena di Harry, dal suo collo, dal modo in cui i suoi capelli sono oro sotto la debole luce del sole che entra dalla finestra. E poi Harry guarda dietra la sua spalla verso Louis, sorridendo, dice “Lavami, per favore”
 
Louis batte gli occhi, ricordando le parole di Maisie prima.
 
Wow, pensa. Senti un po’.
 
Ancora sorridendo, Louis bagna il panno di nuovo mentre Harry si rigira. Poi lo prende e lo muove sulla pelle di Harry, guardando il modo in cui le gocce d’acqua scivolano sulla sua pelle per un attimo prima di abbassare il panno ancora di più e lavarle via. Harry sospira quando la mano di Louis si rialza, il panno caldo nelle sue mani mentre lava le spalle di Harry e il collo e il petto. “Bravo, occhi chiusi ora” dice Louis.
 
Aspetta che Harry guardi oltre la sua spalla di nuovo con gli occhi chiusi, facendo un piccolo spettacolo, e poi sorride mentre prende l’acqua con le mani e la lascia sopra la testa di Harry. Harry sputacchia mentre l’acqua calda cade sopra di lui, scurendogli i capelli e appiattendo i suoi riccioli, e Louis non riesce a smettere di sorridere.
 
Si allunga e tira la schiena di Harry un po’, lo tira finché si sta appoggiando sulla spalla di Louis. L’acqua calda dei suoi capelli gli attraversa la maglietta ma Louis sorride al modo in cui Harry sorride con gli occhi ancora chiusi, il modo in cui di colpo Harry gli sta accarezzando con il viso bagnato il collo come se non ci stesse nemmeno pensando.
 
“Ecco fatto” dice Louis con una piccola risata, e lascia il panno e tocca Harry con le sue mani.
 
Lo accarezza con le dita in fondo allo stomaco mentre preme la bocca sul lato del viso di Harry. Il sorriso di Harry scompare un attimo quando la sua bocca si apre di nuovo, ed respira dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori, un rumore leggero. Le gambe di Harry e il suo stomaco sono persi sotto l’acqua del bagno, ma Louis riesce a vedere il rosso brillantinoso dei capelli di Ariel sul fianco di Harry.
 
Sorridendo, porta le dita proprio sopra il tatuaggio. “Forse dovremmo farci dei tatuaggi” dice Louis, pensando ad alta voce, ma quando l’ha detto arriva ad immaginarselo. Si, riesce a vederlo.
 
“Di cosa?” chiede Harry, interessato, ma la sua voce è solo un respiro contro la guancia di Louis.
 
Mani che si muovono sempre più in basso, Louis preme le dita contro il ginocchio di Harry. Pensa alla sirenetta perché quella cavolo di principessa è proprio lì, e pensa al mare, e pensa alle cose che aiutano le persone a tornare a casa. “Non so” le parole sono ovattate contro il viso di Harry e Louis scorre le mani in alto sulle cosce di Harry, piacendogli il modo in cui tremano un po’ quando lo fa. “Forse una barca. O una bussola. Oh, o forse io posso farmi una barca e tu puoi farti una bussola.”
 
“No, penso che tu saresti il compasso” dice Harry, voce a mala pena lì “Perché sarei perso se non avesse te da seguire, sai?”
 
Louis ride, di colpo e forte contro il silenzio assonnato. “Bella”
 
Anche Harry ride, ma i suoi occhi sono ancora chiusi, la sua testa ancora una pressione gentile contro la spalla di Louis. “No, sono serio. Amo davvero averti intorno. Anzi, ti amo semplicemente tanto.”
 
È il modo in cui Harry lo dice, forse. Dice le parole come se fossero la cosa più semplice al mondo, amare Louis, e quello fa espandere il petto di Louis e un dolore con emozioni che solo Harry può causare.
 
E anche Maisie. Sempre Maisie.
 
Louis mormora “Hey” e si avvicina mentre arriccia le dita sotto i mento di Harry, alzandogli la testa così da essere ancora più vicini, così che le loro bocche quasi si toccando.
 
Harry apre gli occhi e sono morbini come se si fosse appena svegliato.
 
Louis lo adora.
 
“Tu e Maisie siete le cose migliori che mi siano mai successe” dice, onesto, così onesto, perché davvero non sa dove sarebbe senza di loro “E amo abbastanza averti intorno anch’io.”
 
Harry sta sorridendo quando Louis lo baca, quando Louis lo fa uscire dal bagno e lo asciuga, quando Louis lo veste in un maglione e dei pantaloni in felpa solo per spogliarlo di nuovo e baciarlo, mani strette intorno ai suoi fianchi, ma allo stesso tempo gentili, sempre gentili quando si tratta di questo.
 
Da lì smettono di parlare per un po’.
 
-
 
“Quello è stato un bel bagno” dice Harry attraverso uno sbadiglio, le parole cadono contro il collo di Louis. Harry ha le testa appoggiata sulla spalla di Louis, le braccia incrociate assieme, dita unite forte. “La prossima volta, però, ti voglio dentro con me”
 
Louis ride, avvicinando Harry di più con una mano sul fianco.
 
Sono seduti sul loro portico, la scala di legno calda sotto i piedi di Louis mentre il sole pomeridiano illumina la strada e contorna i tetti di arancione.
 
Louis si raddrizza un po’, piegando la testa per guardare il viso di Harry. I suoi occhi sono chiusi e la sua faccia sembra morbida, come se stesse per cadere in un sogno. “Stanco?” chiede, sorridendo.
 
Harry annuisce, aprendo gli occhi per uno sguardo a Louis. L’aria autunnale è fresca per essere settembre, ma Harry è tutto caldo, caldo, caldo. “Avrei dovuto dormire un po’ di più ieri sere, eh?”
 
“Già, piccolo, avresti dovuto” ride Louis, abbassandosi per premere un bacio veloce sulla guancia di Harry, prima di allontanarsi di nuovo, sorridendo. “Hai fatto dei cupcakes magnifici però. Sei il mio piccolo panettiere adesso”
 
“Grazie Lou. Lo apprezzo” sorride Harry, e poi si aggrotta la faccia e increspa le labbra in fuori come se stesse chiedendo un bacio.
 
Louis alza gli occhi al cielo, avvicinandosi per premere la sua bocca contro quella di Harry lo stesso, e il sapore è tutto morbido e caldo e zuccheroso, l’altra mano che si alza per accarezzare il lato della faccia di Harry.
 
Harry è più dolce dello zucchero. È sempre stato così.
 
E fa sospira Louis nella bocca di Harry, lo stringe più vicino a se come se avesse paura di lasciarlo andare.
 
Al rumore di un motore, si spostano.
 
Louis guarda infondo alla strada, sorridendo grande quando vede il pulmino giallo della scuola, e Harry è già in piedi in parte a lui, quasi saltellando mentre dice “oddio, è tornata” dice, mano che sale per coprirsi la bocca mentre il pulmino si avvicina sempre di più “è qui. E se si è fatta male? E se è stato il giorno peggiore della sua vita ed è tutta colta nostra?”
 
Alzandosi, Louis sorride mentre avvolge un braccio intorno alla vita di Harry, strizzandolo una volta mente dice “Hey, non preoccuparti, sta bene” e poi si sposta e saltella giù per gli scalini finché è sull’erba, le foglie autunnali secche si spezzano sotto i piedi.
 
Andando verso il marciapiede, Louis sente Harry che si avvicina dietro di lui mentre il pulmino si avvicina ancora di più, finché non si ferma. Tutto il mondo sembra bloccarsi, congelato, e c’è un secondo di niente prima che le porte del pulmino si aprino e Louis vede Maisie in piedi sull’ultimo scalino con un sorriso grande come la luna.
 
“Maze!” urla Harry con una risata, già che corre oltre Louis per alzare la loro bambina fuori dal pulmino, facendola girare mentre ride, la testa tirata indietro mentre urla “Babbo, mi gira la testa!”
 
Sotto la pallida luce del sole, Maisie sembra un angelo.
 
Louis li guarda per un momento, poi sorride e saluta con la mano all’autista, che sorride e saluta prima di chiudere la porta e continuare sulla strada.
 
Quando Louis si gira per guardare Harry, ha Maisie cullata tra le braccia come la teneva quando era piccola, con le gambe che dondolano oltre il suo gomito. La sua espressione è un miscuglio tra accigliata e sorridente mentre Harry la bacia su tutta la faccia. “Mi sei mancata così tanto” dice, mormorando le parole contro la fronte e le guance di Maisie e lei sembra divertita ma anche innervosita, come se fosse troppo adulta per questo genere di cose. “Com’era la ua giornata? Stai bene? Hai visto il nostro messaggio?”
 
Louis ride perché, Madonna… ha sposato un cavolo di sdolcinato.
 
“Sì” borbotto Maisie, le parole perse sulla pelle di Harry mentre lui la stringe forte. “Ed ero la principessa della merenda.”
 
“La principessa della merenda?” Harry ripete, con una risata forte, mentre altra la testa per sorridere a Louis, occhi verdi stretti contro il sole. “Hai sentito? La nostra bambina era la principessa della merenda!”
 
Dall’altra parte della strada, una donna sta correndo e guarda verso di loro sorridendo.
 
“Okay” dice Louis, ridendo mentre cammina verso di loro. Mette un braccio sopra le spalle di Harry, gentilmente girandolo nella direzione della casa, che si trova dietro di loro con la sua porta giallo brillante e l’edera che cresce ai lati. “Ora di andare dentro, si?”
 
-
 
Maisie e Harry sono abbracciati sul divano come dei gattini addormentati, e Louis li guarda da dove è in piedi lì della porta.
 
Guarda quando Maisie sbadiglia e si gratta gli occhi col dietro della mano, guarda come Harry sorride vedendola e la tira più vicino a sé così che la sua mandibola è appoggiata sopra la sua testa, e hanno la stessa bocca quei due.
 
Hanno la stessa anima dentro di loro.
 
In televisione, c’è uno dei programmi di Maisie, ma è su muto – nient’altro che un miscuglio di colori e persone che sorridono senza suoni. Strisce di luce entrano dalla finestra sopra il divano, illuminando tutto in oro, e gli occhi di Louis analizzano la stanza – dalla televisione alle foto di famiglia appese sopra, foto del loro matrimonio e il primo compleanno di Maisie e il terzo compleanno di Maisie e disegni che ha fatto lei di tutti loro come se fossero dinosauri, tutti e tre che si tengono per mano sotto un sole giallo pastello.
 
E Louis non riesce nemmeno ad evitare di sorridere.
 
Non riesce ad evitarlo perché questa è la sua famiglia, questa è la sua vita, lui e Harry e Maisie e la loro piccola casa con l’edera che cresce ai lati, con le piastrelle del bagno ricoperte da adesivi di pesciolini, con i giocattoli e i pastelli rotti e l’amore, amore, amore.
 
Questo, quello che ha qui-
 
È così tanto di più di quelle che avrebbe mai potuto immaginare.
 
E poi, di colpo, Harry sta guardando sopra la sua spalla come se riuscisse a sentire Louis in piedi lì, e batte gli occhi, sorridendo dolcemente, la luce pomeridiana che gli rende gli occhi verde pallido. “Hey” dice, voce bassa perché Maisie è già mezza addormentata sul suo petto, la sua manina chiusa a pugno sulla maglietta di lui, bocca leggermente aperta mentre respira dolcemente.
 
“Hi” dice Louis, ancora in piedi lì della porta.
 
Harry annuisce verso lo spazio vuoto in parte a lui, tornando a guardare Louis con un sorriso in faccia “Vieni qua, mi manchi.”
 
A questo, Maisie alza la testa un po’, e i suoi occhi sono tutti socchiusi col sonno, ricci ribelli intorno al suo viso, e borbotta le parole sul suo pugnetto “Anch’io, Papà” dice, e poi la sua testa ritorna sul petto di Harry, occhi chiusi mentre scivola lentamente in un sogno. Louis ride, e ogni tanto si sente come se il suo cuore sta per esplodere – perché c’è così tanta bellezza intorno a lui ogni giorno, ed è impossibile assorbirla tutta.
 
È come un effetto collaterale dell’avere Harry e Maisie nella sua vita, pensa.
 
È un effetto collaterale dell’amarli così tanto.
 
“Visto, non era poi così male” dice Louis, sorridendo mentre va verso il divano. Si siede in parte a Harry, appoggiando la testa sulla sua spalla mentre guarda il cartone animato sulla televisione. “Mi sembra che abbia passato una bella giornata oggi, non è vero?”
 
“Oh, non saprei, Lou” dice Harry lentamente, la voce piena di divertimento. “è piuttosto stanca. Probabilmente è meglio se viene al lavoro con me domani, eh? Puoi unirti a noi e ci faremo un picnic in ufficio, che ne pensi?”
 
Louis ride, e tutto il mondo si ferma per ascoltare “Sta zitto, ricciolo”
 
Maisie sorride nel sonno e quello-
 
Bè, quello è l’inizio.
 
 
 
*Daisy: Margherita, il fiore.



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Grazie mille per aver letto :) 

 
  
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