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Autore: Haku    31/08/2008    2 recensioni
Era scesa la sera quando approdò sull’isola, il mare era calmo, il cielo sereno cosparso di stelle; e le luci della città di Orange Town parevano scintillare di mille sfumature di colori diversi. E a giudicare dal rumore di persone intente nei festeggiamenti, Smoker indovinò di esser giunto in tempo per la festa annuale della birra, famosa in tutta la rotta maggiore... Inutile da dire, la ma enneseima SmokerxAce, enjoy!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soothers.
when some red marks do not disappear ...XD

Note: ecco la mia 14° fiction su questo, a quanto vedo, amatissimo parning!
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito fin qui, e che mi hanno sostenuto per tutto questo tempo!
Grazie infinite!ç.ç

Note2: Ci terrei ad avvisarvi che a partire dall’ 1 settembre mi fermerò con la scrittura, anche se momentaneamente, per dar maggiore spazio alla sorpresa che vi ho allegato infondo alla pagina, che come una matriosca conterrà anche un'altra piccola sorpresa nella sezione AMV. Ihihih
Qualcuno di voi ci è già arrivato?
Un bacio.

Note3: Questa volta vado sul particolare: Tutto ciò scritto in corsivo si riferisce al PV di Ace.XD

Era scesa la sera quando approdò sull’isola, il mare era calmo, il cielo sereno cosparso di stelle; e le luci della città di Orange Town parevano scintillare di mille sfumature di colori diversi.
E a giudicare dal rumore di persone intente nei festeggiamenti, Smoker indovinò di esser giunto in tempo per la festa annuale della birra, famosa in tutta la rotta maggiore.
Si guardò in torno: tutto in quella sera pareva festeggiare insieme alla città scintillante, come le molteplici lampade di carta colorate che danzavano appese ad un filo mosse dal vento.
Le osservò per un po’, soffermandosi ad osservarne una rossa carminio che spiccava sulle altre come se fosse stata fatta di fuoco. Scosse le spalle scuotendo lievemente la testa mentre la faccia lentigginosa di Portgas D Ace faceva capolino nella sua mente, con quei lineamenti seducenti, quello sguardo giocoso e quelle labbra insolenti piegate all’insù.
Scosse maggiormente la testa, facendo sparire quella visione, nascondendola in una cortina di fumo, prima di ritornare con la mente al presente.
Sorrise mentalmente, mentre l’opportunità di avere finalmente una serata tranquilla gli sembrò, per una volta, sorprendentemente concreta.
Una festa in una grande città dove strabordava l’alchool….si poteva dire che non aspettasse altro!
Con il pretesto della festa sbatté, senza fare troppe cerimonie, tutti fuori dalla propria nave, con l’immensa gioia e gratitudine dei suoi uomini, non senza però il preciso ordine di fare scorta della migliore birra della città per il loro viaggio…
Era persino riuscito a convincere Tashigi a scendere a terra, lasciandolo così finalmente l’unico presente sulla sua nave, sollevato, seppur in parte, di avere più o meno una persona affidabile a terra, sapendo che la ragazza era più che in grado di sedare qualche rissa causata da qualche boccale di troppo senza troppi problemi.
Messo così anche a tacere la propria coscienza restò sul ponte ancora un po’, immerso nella tranquillità del porto ad osservare le luci della città nel pieno dei festeggiamenti, mentre il vocio confuso e ovattato delle strade interne, in festa, gli giungeva distrattamente alle orecchie.
Decise di salire sul ponte superiore, dove andò a sedersi sulla sua poltrona preferita, ancora un po’ incredulo di essersi guadagnato una vera serata priva di preoccupazioni e di assoluto relax.
E così, senza nemmeno accorgersene le ore passarono, attorniato da quella tranquillità quasi surreale, una tranquillità sconosciuta sulla sua nave, con la mente e lo sguardo rivolto al mare aperto e al magnifico mosaico di stelle sopra di esso, con solo la compagnia di una piccola lampada ad olio sul tavolo accanto a lui. Si era quasi addormentato ormai, quando un rumore di passi che tamburellavano lievemente sulle assi di legno non lo destarono, strappandolo dal suo stato di dormi-veglia.
Attese con infinita calma, aspettando che lo sconosciuto e se mal intenzionato, incosciente, si avvicinasse di più a lui, prima che delle spire di fumo bianco non lo catturarono; facendolo ciondolare a testa in giù come un salame, sotto il proprio sguardo sorpreso, una volta riconosciuto quegli occhi e quelle labbra sorridenti come sempre.
“ciao vecchio, noto che non abbassi mai la guardia, eh?”
“Tu…”
Disse solo al pirata ancora a testa in giù, prima di sciogliere la stretta del suo fumo, facendolo cadere a terra con un lamento, tornando poi a rilassarsi sulla poltrona.
“…che cosa ci fai qui, sul ponte di comando?”
Chiese infine tranquillo, guardando il ragazzo rialzatosi con un sorriso, spolverarsi i pantaloncini neri.
“Bè, nella tua cabina non c’eri…”
La voce del pirata gli arrivò ovattata e seducente precedendo i suoi movimenti fluidi, mentre si avvicinava a lui con una strana luce negli occhi scuri, mentre la luce tremolante della lampada tingeva il tutto di un atmosfera alquanto intima, seducentemente sfumata dal dolce rumore del mare.
Lo vide avanzare in quell’atmosfera piacevolmente soffusa, da sogno, osservando quella luce lievemente dorata scivolare su quel viso dai lineamenti ancora un po’ infantili colorandoli gentilmente di molteplici sfumature, come i capelli mossi leggermente dal vento silenzioso.
“…e poi non capita mica tutti i giorni di trovare la tua nave deserta, così ne ho approfittato per fare un giretto” gli sussurrò il pirata sorridendo divertito dall’inconsueta situazione, mettendosi poi a cavalcioni si di lui.
“spero per te che tu non abbia combinato guai in giro”

Pronunciò quelle parole con sguardo ammonitore, che andò subito a scontrarsi con il sorriso falsamente angelico dell’altro.

“non oserei mai”

occhi vivaci sfumati di malizia…

“si,certo,come no”

Fu la risposta sarcastica che subito arrivò alle sue labbra piegate in un sorriso altrettanto ironico, prima che il giovane ancora sopra di lui decise di occupare la sua bocca e la sua mente con altro che non fossero insulti o rimproveri, chiudendo quella boccaccia occupando quella lingua, spesso tagliente, con la propria in un bacio bramoso e denso di desiderio che ben presto il marine si ritrovò a ricambiare con egual intensità; sentendo presto il calore bruciante del corpo del compagno che riscaldava l’aria.
Sorrise non appena percepì le lunghe dita di Ace sfiorargli il petto in una carezza languida, mentre la sua bocca scivolava dalla sua seguendo quelle dita leggere che agili si facevano largo nella sua giacca aperta.
Gli sollevò il mento con due dita , sfiorando nuovamente quelle labbra irresistibili,

sottili e morbide,
irriverenti e sensuali,
malvagie, dal sapore di qualcosa di zuccherato,
perfettamente consapevoli del potere che ormai esercitavano su di lui.
Una trappola irresistibile ai suoi occhi,
ai suoi sensi…
una trappola da cui non riusciva e non voleva più sfuggire.

Quella notte non gli avrebbe permesso di andarsene tanto presto.

Gli baciò il collo preso da una fame a fatica controllata, mentre la sua voce leggera gli accarezzava la pelle, gli sussurrava all’orecchio mentre lentamente gli si insinuava nella testa come il suo profumo leggero mi sto all’acqua di mare. Morse vorace quella pelle invitante percependo le braccia di lui cingergli il collo intanto che dolci suoni tornavano ad espandersi nell’aria.
Scivolò ben presto lungo la scapola lasciando un marchio rosso alla base del collo che sicuramente non sarebbe scomparso troppo presto. Lo osservò un attimo prima di scivolare con fame sempre più crescente su quella pelle dal sapore inebriante, scendendo lungo lo sterno, seguendo i numerosi sentieri di quel corpo caldo che gli si stringeva fremente ed impaziente,poteva sentire le sue mani che gli accarezzavano la nuca, che gli si insinuavano tra i capelli, che lo accompagnavano tremanti lungo la sua lenta scesa.
Lo sentì indietreggiare seguendo i suoi movimenti, lasciandogli più spazio fino a che le sue labbra non arrivarono al bordo dei pantaloncini neri.
Un ghigno soddisfatto affiorò prepotente sulle proprie labbra prima che la sua lingua curiosa delineò la linea a ridosso del confine dettata dalla stoffa nera, strappando un ansito più forte al pirata che gemendo sommessamente inarcò la schiena offrendosi spontaneamente a lui facendo ampliare quel ghigno soddisfatto; che perdurò finché dita non iniziarono ad armeggiare con la cintura del ragazzo liberandosene in fretta, slacciando il bottone e la cerniera facendo scendere leggermente il tessuto, indeciso se lasciarglielo ancora addosso o meno.
Fece risalire le proprie mani fino alle clavicole del ragazzo, prendendolo poi per un braccio attirandolo nuovamente a se, tornando a baciare i pettorali ben disegnati risalendo infine nuovamente su quelle labbra rosse, come il fuoco che sentiva agitarsi irrequieto nel pirata sopra di lui. Silenziose le sue mani scivolarono lungo la linea morbida dei fianchi, iniziando a spostare la stoffa intanto che si cibava di quella pelle vellutata che sentiva fremere sotto il suo tocco e diventare sempre più calda.

Bruciare, bruciare e bruciare ancora..
Il suo corpo non faceva nient’altro, bramoso di sentire quelle mani su di se,
quegli occhi che gli scorreva addosso come quella bocca affamata che si impossessava ancora una volta di lui. Sorrise, non appena percepì le mani del capitano scivolargli voluttuosamente ai fianchi, mentre lentamente gli sfilava i pantaloni di dosso...

***
Aprì un occhio osservando la stanza immersa nella penombra trattenendo uno sbadiglio,mentre meccanicamente spostò il proprio sguardo agli oblò semichiusi dove si poteva chiaramente distinguere il progressivo schiarimento del cielo.
Mugugnò sonoramente in protesta, riseppellendosi sotto le coperte, stringendosi maggiormente di più al marine che per una volta stava ancora dormendo. Stava quasi per riaddormentarsi quando un raggio di sole non lo risvegliò completamente insieme ai primi rumori dei marines che si stavano svegliando chi più e chi meno con un dopo sbronza colossale. Rialzò la testa osservando il capitano ancora dormiente accanto a lui e fu allora che lo notò, un segno rosso tendente al viola alla base del collo robusto ora perfettamente rilassato.
Sbatté le palpebre un paio di volte ricordandosi della piacevole nottata passata solo da qualche ora, prima di alzarsi con un sorriso soddisfatto sulle labbra sottili, trasformatosi poi troppo in fretta in un vero e proprio ghigno di puro divertimento. Probabilmente Smoker non doveva essersi accorto di nulla e, ad essere sinceri, era davvero dispiaciuto di non poter assistere alla faccia del capitano e del suo equipaggio di fronte al piccolo ricordino che gli aveva lasciato, ma sapeva perfettamente che se fosse rimasto, probabilmente non sarebbe sopravvissuto per raccontarlo^^’


***
Si mosse lentamente tra le coltri bianche aprendo un occhio infastidito.
Il sole splendeva ormai da qualche ora su un mare completamente piatto di un'altra giornata trascorsa in mare.
Spostò meccanicamente la testa dove sapeva che aveva riposato il pirata prima che sparisse nella foschia mattutina questa volta senza svegliarlo, ma non ci fece caso. Si alzò dal letto rivestendosi, andando poi sul ponte, un'altra giornata di duro lavoro lo attendeva.

Proprio non riusciva a capire, che avevano tutti?
Era da quando aveva rimesso piede sul ponte di comando che si sentiva osservato dai suoi uomini e da Tashigi, ma ovviamente nessuno osava proferire parola su cosa ci fosse di così ‘interessante’ in lui quella mattina. E ad essere sinceri la cosa lo infastidiva parecchio, non gli piaceva essere al centro dell’attenzione.
Irritato, decise di ritirarsi nella sua cabina,una buona doccia forse avrebbe migliorato il suo umore; e così fu.
Tornato calmo sotto il getto d’acqua tiepido trasse un profondo respiro prima di chiudere il getto, avvolgendosi poi un asciugamano alla vita avvicinandosi allo specchio appannato davanti a se.
‘ci voleva proprio’ Pensò prima di volgere la sua attenzione alla sua immagine riflessa appannata e vagamente visibile.
La osservò per qualche istante, vi passò una mano sopra, pulendo la superficie lucida osservando poi la sua immagine riflessa; e fu allora che lo notò.
Un piccolo segno rosso che svettava trionfante alla base del suo collo.
Incredulo si avvicinò di più alla superficie dello specchio portandosi un dito a sfiorare la parte rossa mentre lentamente una consapevolezza piuttosto imbarazzante gli serpeggiava nella mente facendo diventare il suo volto vià,via sempre più livido di rabbia.

“PORTGAS!!!”

Intanto sul ponte di comando tutti i marinai Tashigi compresa, si chiedevano CHI fosse la misteriosa ragazza del capitano, quando sentirono un urlo disumano e completamente intriso di collera saettare nell’area circostante, mentre su una piccola barchetta poco distante dalla nave viaggiava veloce con un allegrissimo ed esaltato Ace, diretto alla prossima isola.

[End^.^]

eh eh salve gente! ecco a voi la mia ultima scrittura per ora, spero sia stata di vostro gradimento.
Ed ecco a voi la mia tanto agoniata sorpresa!
Vi comunico che da oggi il piccolo fandom della coppia Smoker X Ace ha finalmente trovato una CASA!
Colgo l’occasione ad invitarvi a partecipare numerosi, facendo crescere ed arricchire il sito con fan fiction fan art e quant’altro!
Ovviamente mi prenderò io stessa il ‘disturbo’ di invitare ‘certi’ autori con la speranza che accettino.
Comunque non preoccupatevi, non smetterò di postare anche qui.
Con questo vi saluto e a presto!
un bacio
Haku


http://smokerxace.iobloggo.com/#


ps: come sempre ringrazio: Midnight_erin , Yusaki, Shirlyn Majere, nina-nobodyxiii, kei87, Stateira , Darcy, Ladyhellsing,rosina87, koorime, Selenegatto ed Ale_2 per tutto! Mi raccomando vi aspetto!^.-
  
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