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Autore: jaki star    14/07/2014    3 recensioni
Ad ogni persona corrisponde sempre una canzone.
Cosa potrebbe succedere se affiancassimo i meravigliosi capolavori Disney al mondo di Fairy Tail?
Per ogni coppia ed ogni personaggio, una canzone!
Gale - Uno sguardo d'amore
Gerza - Baciala
Gray Fullbuster - Ce la posso fare
Ur ed Ultear - Sei dentro me
Leo ed Aries - Sei un briccone
Lucy Heartphilia - Riflesso
Elfman Strauss - Farò di te un uomo
Lluvia Locksar - Parte del mio mondo
Elfever - Ti vada o no
Gerard Fernandes - Via di qua
Silver & Gray Fullbuster - Lui vive in te
Gale - Storie
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Lluvia, Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lucy Heartfilia ~ Riflesso







 
“SEI UNA DISGRAZIA!”.

Le parole dell’insegnate la colpirono come uno schiaffo.
Lucy indietreggiò, trovandosi con le spalle contro il muro: gli occhi di suo padre, colmi di gelo, le trafiggevano l’anima.
Era quella, la cosa che più le faceva male: le parole di una sconosciuta isterica non erano nulla, confronto alla profonda delusione negli occhi di Jude Heartfilia.
La bionda avvertì gli occhi in fiamme: le lacrime premevano per uscire, prepotenti, ma lei le avrebbe trattenute.

Non avrebbe mai dato loro la soddisfazione di vederla crollare.

Si morse il labbro inferiore, mentre la servitù era accorsa per capire l’origine di quelle urla furiose.

“In tutta la mia carriera non ho mai conosciuto nessuno di così incompetente!” strillò, mentre il mascara sciolto colava sulle sue guance.

Se non si fosse trovata in quella situazione, la maga degli spiriti stellari si sarebbe messa a ridere: la donna di fronte a lei aveva il grazioso aspetto di un mimo che aveva appena ricevuto una secchiata d’acqua in faccia.

In effetti, era più o meno quello che era successo.

La ragazza stava imparando a camminare “come una vera nobildonna”, con l’aiuto di un paio di tomi sulla testa: non era mica colpa sua se, inciampando, un libro aveva colpito una candela, che a sua volta, cadendo dalla mensola, aveva appiccato fuoco ai capelli della sua “insegnante”.
E non era colpa sua se aveva lanciato il contenuto della teiera in faccia all’adorabile donna, salvandole l’acconciatura (o quello che ne rimaneva) e scatenando ancor di più le sue ire.


“IO HO CHIUSO CON TE! POTRAI SEMBRARE UNA SPOSA, UNA NOBILDONNA, MA NON PORTERAI MAI ONORE ALLA TUA FAMIGLIA!” detto questo, la donna se ne andò.


Lucy si sentiva come se qualcuno le avesse trafitto il cuore con una lama di ghiaccio.
Jude la osservava ancora in silenzio, con gli occhi colmi di gelo: la ragazza non poteva sopportare ancora quella vista, era troppo per lei.
Con un macigno sul petto e le lacrime sulle guance voltò le spalle al padre e si mise a correre.
Nessuno degli inservienti provò a fermarla: avevano capito che la loro piccola principessa voleva restare sola.
 



Con i polmoni brucianti arrivò di fronte ad una tomba: cadde sulle ginocchia, senza smettere di prendere grandi boccate d’aria.
Quando finalmente il respiro tornò regolare, puntò gli occhi sull’epitaffio: Layla Heartfilia.

“Te ne sei andata troppo presto…” sussurrò, con la frangia che le copriva gli occhi.

Tremava, le ginocchia affondavano nella terra umida: aveva finito di piovere da poco, ed i pochi raggi di sole non erano riusciti ad asciugare il terreno.
Dopo qualche minuto abbassò lo sguardo, dandosi mentalmente della stupida: aveva fatto la figura della bambina immatura.

Di nuovo.

Con il respiro spezzato per la corsa ed il pianto, abbassò lo sguardo, vedendosi riflessa in una pozzanghera.

 
Guardami, non potrei sembrare una sposa mai o una buona figlia…
Ma lo so, questo ruolo non mi va

 

Tirò su con il naso, sfregandosi gli occhi arrossati per il pianto: aveva fallito miseramente, ormai anche l’ultima speranza di poter diventare una nobile per bene era sfumata.
Ma, infondo, a lei che importava?
Non aveva mai voluto veramente quel ruolo: lei sognava di vivere mille e più avventure, girare il mondo, imbattersi in creature mitologiche ed inestimabili tesori… Ma i suoi sogni venivano puntualmente infranti: ogni mattina, al suo risveglio, si ricordava degli obblighi che l’attendevano. Lei era l’erede di una nobile casata, una ragazza di buona famiglia, destinata a spiccare all’interno dell’alta società: solamente quando metteva mano alla penna, rifugiandosi nel mare d’inchiostro dei suoi racconti, poteva permettersi di immaginare di vivere una vita diversa.

Una vita che avrebbe voluto, con tutta sé stessa.

Prese un respiro profondo, tentando di placare il suo animo scosso.         

 
Sono qui, ma se io facessi ciò che vorrei, i miei cari perderei…



Si alzò in piedi, spazzolandosi la gonna e le ginocchia: sospirò, constatando che per ripulirsi completamente avrebbe avuto bisogno di un bagno.
“Mamma, vorrei che tu fossi qui: eri l’incarnazione della nobildonna, la madre che qualunque figlia avesse mai sognato: da quando non ci sei più, è tutto più triste e vuoto. Papà mi guarda come se fossi solo un impiastro, una delusione… E scommetto di aver deluso anche te”.


“Lucy-Sama!”.

 
La ragazza si voltò in direzione della voce: gli inservienti la guardavano da lontano, preoccupati e tristi.
Sospirò: come poteva fare ciò che voleva, senza perdere la sua famiglia?


Dimmi, dimmi che è l’ombra che riflette me
Non è come la vorrei perché non so chi sono e chi sarò,

 

“Sto bene!” gridò, agitando una mano: non si era accorta, però, della lacrima che le stava scivolando sulla guancia.

“Lucy-Sama…” iniziò con voce tremula la sua governante, prendendole le mani fra le sue: la ragazza rimase sorpresa da quel contatto.

La portò lontano con la mente.


Si ricordò di quando era bambina: in una notte di pioggia, dopo la morte della madre, piangeva spaventata.

Allora la sua balia venne da lei per consolarla: la piccola si mise seduta, in lacrime, senza nessuna voglia di tornare a dormire.

Aveva paura di rivivere nei suoi incubi, ogni santa volta, il giorno del funerale di sua madre.

“Non devi aver paura” le disse la governante, prendendole le mani: la piccola avvertiva il calore dei suoi palmi ruvidi, segnati dagli anni di lavoro.

“Voglio la mamma” mormorò la bimba, tirando su con il naso: la donna sospirò, tremante.

Tutti avevano sofferto molto per la perdita di Layla: Lucy, con quel viso così innocente e gentile, pareva la sua copia.
Gli inservienti di casa Heartfilia non potevano far altro che ammirare la bambina: era un raggio di sole nella loro vita, la speranza di un futuro radioso.
Era il regalo che sua madre aveva loro lasciato ed avevano intenzione di far sì che vivesse una vita piena e gioiosa.


“Piccola mia, la mamma non può venire, capisci? Lei ora è in un altro posto, ma ti veglia ogni minuto della tua esistenza: è lassù per proteggerti. La pioggia ed i tuoni sono le sue lacrime e le sue grida: ti vede triste, sofferente e allora soffre anche lei”

“Cosa posso fare per non farla piangere, tata?” chiese innocentemente la bambina, improvvisamente calma e curiosa.

La vecchia sorrise, stringendo ancora di più le mani di Lucy, come aveva fatto per una vita con Layla.

“Sii sempre te stessa, principessa: devi essere forte, lottare per ciò in cui credi… E realizzare i tuoi sogni” disse la governante, rimboccandole le coperte “Ora dormi… Lucy-Sama”.
 


“Lucy-Sama, noi vogliamo che siate sempre felice: prenda la decisione che le pare più giusta. Noi saremo sempre al vostro fianco: la vostra famiglia sarà sempre nel vostro cuore”.

La bionda fissò la vecchia governante, sveglia dal ricordo di cui era stata prigioniera poco prima.

“Realizzare i tuoi sogni…” sussurrò, assente: si vide ancora riflessa nell’acqua.

Strinse le labbra, mentre una goccia s’infrangeva sulla pozzanghera.
Adesso aveva capito.
 

Lo so io, e solo io
E il riflesso che vedrò mi assomiglierà


La risata dell’erede degli Heartfilia sorprese tutti gli inservienti: Lucy si esibì in un sorriso, mente lacrime di gioia piovevano dai suoi occhi.

“Grazie a tutti voi!” urlò, prima di correre come un fulmine verso casa.
 




“E con questo ho finito” decretò la bionda, chiudendo lo zaino: prese un respiro profondo, afferrando le chiavi dello zodiaco.

Guardò la foto di lei e sua madre che teneva fra le dita: alzò gli occhi sullo specchio, vedendosi riflessa.
Alzò una mano, facendola aderire al vetro freddo.


“Layla, in molti mi hanno detto che sono la tua copia: in effetti, è vero. Ma lo sono solo d’aspetto esteriore: spero tu mi possa perdonare per aver infangato il nome della nostra famiglia con i miei comportamenti… Ma io non sono come te: per anni ho sopportato di vivere come desideravano gli altri. Ora tocca a me, prendere in mano le redini del mio destino: questo è il mio riflesso, questa sono io” disse, chiudendo la porta della propria camera.


 
Quando i domestici e Jude s’accorsero della sua fuga, lei era ormai lontana.
 
Lucy Heartfilia era cresciuta: era giunta l’ora di affacciarsi alla vita.
 


Quando il mio riflesso avrò, sarà uguale a me...
 
 
 
 


Angolo dell'autrice: 

Ehilà!
Ecco qui una OS meno allegra del solito: oggi è il turno della maga degli spiriti stellari, Lucy Heartfilia!
Confesso che non è per nulla una dei miei personaggi preferiti, però devo ringraziare Fra_tonny99 per la gentile ispirazione!
Mi scuso se questo capitolo sia un'eventuale schifezza: siete liberi di battermi il cinque, in faccia, con una sedia.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative.

E ora passiamo ai ringraziamenti!
Un grazie ed un abbraccio per le recensioni a:
Fra_tonny99
Ronnie Stregatto
bea_kron
Kyokushu
Taine
TonyCocchi

Ringrazio e saluto tutti i lettori silenziosi e chi ha messo la storia fra le seguite/preferite!

Spero di pubblicare presto un nuovo capitolo! :)

Alla prossima,

Jaki Star





 
 
  
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