Serie TV > O.C.
Segui la storia  |       
Autore: SandrinaWriter    14/07/2014    1 recensioni
Come sarebbe andata se Marissa non fosse morta? Se lei fosse riuscita a sopravvivere a quell'incidente? Come sarebbe continuata la sua storia con Ryan? Cosa sarebbe successo a Seth e Summer? Ecco come io immagino la mia quarta stagione di The O.C., ecco come avrei voluto che andasse. Perché Ryan e Marissa erano destinati a stare insieme. Perché Seth e Summer avevano un futuro davanti a sé. Perché i Fantastici Quattro sarebbero ancora stati Fantastici.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marissa Cooper, Ryan Atwood, Seth Cohen, Summer Roberts, Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Ryan Atwood/Taylor Townsend, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando l'amore è nell'aria, tutto cambia. Il mondo intorno a te sembra andare verso la tua stessa direzione, la strada sembra più semplice, ogni cosa acquisisce un significato, ma soprattutto il cuore è così pieno da dover scoppiare da un momento all'altro. E' questo quello che succede quando ci si innamora. Le farfalle allo stomaco, la voce tremante, il formicolio alle gambe e il cuore che batte sempre più velocemente. L'amore ti fa bello. Ryan sembrava essere sereno, tranquillo. La notte cominciava a dormire di più, si svegliava più volentieri ed iniziava le giornate con più positivismo. Era innamorato? Sì. Ryan era innamorato. Ma di chi? In cuor suo questo lo sapeva, ma puntualmente si sbagliava nell'ammetterlo. Quella mattina di fine estate aprì lentamente gli occhi. Aveva passato la notte con Linsday, non avevano necessariamente fatto l'amore, non era ancora tempo per quello. Si erano fatti le coccole, qualche bacio, qualche carezza, qualche brivido per lei, qualche pensiero per lui. Avevano anche parlato, dell'università, del loro futuro, ma niente passato. Il passato Ryan lo sognava ogni notte e per lui il suo tempo andato era Marissa. Sì, aveva dato una seconda possibilità a Linsday, si erano rimessi insieme, ma lo tsunami Marissa ancora lo stava affogando. E lui non voleva essere salvato. Questo perchè non poteva ammettere di pensare ancora a lei, poteva solamente sognarla, immaginarla nella sua mente, ricordare ciò che erano stati. Non poteva fare nient'altro. Lei aveva costruito un'altra vita, in un altro stato, con un altro uomo, oltre l'oceano. Erano lontani, separati per sempre. O almeno così credeva lui. Ma si sa, nella vita tutto può succedere.

"Buongiorno" disse Linsday.

"Ehi.." rispose Ryan.

"Che ti va di fare oggi?"

"Non saprei.. Proponi tu!"

"Che ne dici di andare un pò in spiaggia? Sono gli ultimi giorni estivi e dobbiamo goderceli al meglio!"

"Direi che è una bella idea!"

"Magari lo diciamo anche a Seth.."

"Non credo voglia venire con noi dopo quello che è successo con Summer, ma proverò"

"Va bene, allora passo un attimo a casa mia e ti raggiungo in spiaggia. Cerca di convincere Seth!"

"Okay, a dopo"

Linsday si avvicinò verso di lui, gli diede un leggero bacio sulle labbra, prese la borsa e se ne andò. Ryan, come tutte le mattine, aprì le porte-finestre della casetta in piscina e si fermò un momento ad osservare il mare. Poi alzò gli occhi al cielo. Era limpido, il sole c'era. Si vestì velocemente e andò in cucina per fare colazione pensando di trovarci anche Seth, ma non c'era.

"Buongiorno" disse Ryan a Kirsten e Sandy.

"Giorno. Scappo in ufficio" affermò Sandy.

"Seth? Si è visto?" chiese.

"No, si è rinchiuso in camera e non vuole far entrare nessuno" rispose Kirsten.

"Ho capito, ci penso io" disse Ryan prima di bere un sorso di caffèlatte. Salutò Kirsten, poi andò verso la camera di Seth e bussò alla porta. Era chiusa a chiave.

"Seth sono io, Ryan" disse, ma la risposta non arrivò. Quindi ritentò.

"Seth, dai, aprimi, sono io". Niente. Silenzio.

"So che stai male, ci sono passato anch'io. Sono quì per te. Avanti, aprimi". Ancora nulla. Silenzio totale.

"Seht, deficiente che non sei altro, apri questa porta o giuro che la butto giù a pugni e calci e sai che ne sono capace" urlò Ryan.

"Non ti riconoscevo più a sentirti parlare in quel modo dolce. Ti preferisco con le maniere forti" disse Seth aprendo la porta.

"Che cretino che sei!"

"Considerando che sono chiuso in questa stanza formata da quattro mura da circa 24 ore, col pigiama di Spiderman, emano un cattivo odore visto che non mi lavo da un pò e ho i capelli che sembrano i ribelli della guerra, bè, sì, mi sento molto cretino"

"Piuttosto, come stai?"

"Bè, uno straccio, la febbre ancora non è scesa, la gola mi fa male e.."

"Non intendevo in quel senso.."

"Lo so. E nell'altro senso non è che le cose cambino molto. Mi sento uno straccio, in tutti i sensi"

"E' una fase, la supererai"

"Ma dai, non ci credi neanche tu"

"Non è vero, ci credo"

"Vorrei ricordarti come stavi tu quando Marissa è partita.."

"Sì, e ora sono quì che l'ho superata. Sto andando avanti"

"Vorresti dire che l'hai dimenticata?"

Ryan non rispose. Aveva paura di ammettere quale era la sua risposta.

"Io e Linsday andiamo in spiaggia. Vieni con noi?"

"Non hai risposto alla domanda, quindi ho ragione io. Si tratta di Summer e Marissa. Non passerà mai Ryan. A noi non ci passerà mai"

"Se hai bisogno di me sai dove trovarmi. E comunque, per il bene dell'umanità, vatti a fare una doccia, con tanto sapone!" disse Ryan chiudendo la porta.

Prima di partire per Newporth Beach, Marissa a Parigi doveva affrontare l'ultima difficoltà, quella più grande. Doveva parlare con Mark, non poteva andarsene senza salutarlo, senza dirgli nulla. E' per questo che lo aveva chiamato e gli aveva chiesto di raggiungerla al lavoro. Lui immediatamente era corso da lei. Era innamorato, follemente innamorato di lei. Come non poteva esserlo? Era una Cooper, Marissa Cooper. Tutti si innamorano di lei, ma solo uno le aveva rubato veramente il cuore. E quel ladro di cuori era a Newporth, in spiaggia con un'altra.

"Sono contento che mi hai chiamata. Non sai quanta voglia avevo di vederti.." le disse Mark.

"Ti prego non continuare" affermò Marissa.

"Perchè? Che c'è?"

"Peggioreresti solo le cose e non avrei più il coraggio di dirti ciò che voglio.."

"Che è successo? C'è qualcosa che non va?"

"Sai, quando sono arrivata quì a Parigi credevo di essere diversa, cambiata, un'altra Marissa. Ero carica, mi ero lasciata tutto alle spalle, volevo costruirmi un'altra strada, andare avanti con le mie forze, cambiare vita. Ero così piena di ottimismo. Poi ho incontrato te, così affascinante, intraprendente, determinato. Hai così tanta sicurezza che ti invidio. Mi hai trascinata e coinvolta tanto. Solo che.. c'era un problema che non notavo"

"Ovvero?"

"Non ero io. Quella che hai conosciuto, che è venuta subito a letto con te, che si è fatta coinvolgere, non era la vera Marissa. Io l'ho lasciata ad Orange County, in un vialetto di Newporth Beach. E' lì e mi manca. Mi manca non dovermi nascondere, non dover soffocare i miei sentimenti. Ho bisogno di riprendermi cuore e anima che appartengono ad un altro ragazzo"

"Hai intenzione di andartene?"

"Sì.."

"Quindi questo è un addio?"

"Mi dispiace Mark. Non posso fare altro. Quì rischio di esplodere, per quanto Parigi sia bella e grande, mi sta stretta"

"Potevi dirlo prima di illudermi e di farmi innamorare" disse Mark andandosene via con la rabbia in corpo.

Marissa aveva sbagliato? Forse. Aveva semplicemente seguito la voce del suo cuore.

Nel frattempo, a Newporth, Summer aveva accettato l'appuntamento di Juan. Così l'aveva raggiunto alla sua scuola di ballo. Era completamente vuota, era mattina e nessuno aveva lezione. Juan aveva preparato una sala tutta per loro. Aveva indossato la sua divisa di insegnante, preparato lo stereo e inserito i cd. Avrebbe voluto insegnare qualche passo alla sua allieva preferita, Summer.

"Benvenuta" le disse.

"Così è quì che insegni.. Bel posto, mi piace!" affermò Summer entrando in sala.

"Io non insegno, io danzo, mi esprimo e cerco di trasmettere la mia passione agli altri. Vieni, ti faccio vedere"

"No, no, cosa vorresti fare?"

"Ti mostro qualche passo"

"Non sono capace, sono un palo!"

"Anche i pali possono imparare"

Juan accese lo stereo, le prese la mano e la portò al centro della sala. La musica partì, era un tango argentino. Le mise una mano lungo la schiena e con l'altra le prese l'altra. Cominciò a guidarla e a farle sentire i movimenti.

"La musica, senti la musica, fatti guidare da lei. E poi la passione, mettici la passione"

Summer abbassò lo sguardo dall'imbarazzo.

"Guardami negli occhi" le disse Juan alzandole il viso verso di lui. Finalmente lei si lasciò andare, seguiva i suoi passi, si ritrovarono a ballare il tango, senza pensare a nulla. L'aula improvvisamente si fece calda, quasi bollente. I tacchi di Summer lasciavano il segno sul pavimento, la stretta di Juan si faceva sempre più forte e i loro occhi erano curiosi sempre di più. Si avvicinarono ancora e ancora e ancora, i loro respiri diventarono affanni, l'uno sentiva quello dell'altra. Fino a quando le loro labbra si toccarono, gli affanni si bloccarono e le lingue si cercavano per poi accarezzarsi. La passione era esplosa come un'incendio. Caldo, tanto caldo e due cuori che battevano.

Ryan aveva raggiunto Linsday sulla spiaggia. Lei lo stava aspettando in riva al mare, voleva bagnarsi i piedi, sentire l'acqua, fredda.

"Andiamo a farci una passeggiata?" propose lei.

"Sì, perchè no?" le sorrise lui.

Cominciarono così a camminare lungo la riva, lei gli prese la mano, lui non poteva fare altro che stringerla, non troppo forte, non ce ne era bisogno. 

"Ultimamente non ti senti più leggero? Sarà che io sono così felice.."

"Già, anch'io" mentiva.

"Avrei così voglia di fare l'amore con te.."

"Non c'è fretta. Non devi essere costretta a fare l'amore con me"

"Lo so, lo so. Ma lo voglio con tutta me stessa"

"Guarda che è una cosa importante.."

"Appunto, tu sei importante per me e voglio farlo con te"

"Che ne dici se ci sediamo sulla sabbia?" le chiese Ryan cercando di cambiare discorso.

"Che ne dici se invece andiamo lì sopra?" propose lei indicando la casetta sulla spiaggia, quella famosa casetta.

"NO. Non posso. NO" rispose lui.

"Che vuol dire che non puoi?" 

"Scusa, mi sono dimenticato che mi aveva chiamato Seth e mi aveva chiesto di raggiungerlo in fretta a casa. Momento di depressione cosmico. Ti chiamo dopo io" le disse andando via. Mentiva di nuovo. 

La verità è che non ce la faceva. Non poteva salire con lei su quella stessa casetta. Apparteneva a lui e Marissa. Non voleva sostituire il ricordo di loro due su quella casetta con l'immagine di lui e Linsday. Non voleva, non ce la faceva, non poteva. 

 

 

......

 

 

«I passeggeri del volo 4432 diretto a Newporth Beach sono pregati di imbarcarsi»

Una chioma bionda, due occhi chiari e una borsa di Chanel si avviarono all'imbarco. Lei e il suo segreto. 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > O.C. / Vai alla pagina dell'autore: SandrinaWriter